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Autore: Fiery    21/07/2007    6 recensioni
Lo vedete quel sentiero? Ecco, imboccatelo. Superate una radura di foglie verdi, salite pian piano quel sentiero di collina. Ecco, girate a destra. Siete arrivati. Buona lettura e recensite in tanti ^^
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Sharpay Evans, Troy Bolton
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Il mondo è mio

Il mondo è mio

 

New Mexico, Albuquerque.

Ore 22:30

Non soffermatevi sulla città. Passate oltre. Superate il cartello di uscita di Albuquerque, perché questa volta gli avvenimenti ci costringono a cambiare ambientazione e a lasciare la sede di molti litigi, amicizie e amori.

Lo vedete quel sentiero? Ecco, imboccatelo. Superate una radura di foglie verdi, salite pian piano quel sentiero di collina. Ecco, girate a destra. Siete arrivati.

Siete rimasti incantanti, vero?

Beh, è giusto. State per entrare in una villa molto assomigliante ad un castello. E’ molto grande e circondata da un boschetto. Ci sono mille luci e mille auto parcheggiate qua e là. Ci sono due scale, che troverete anche all’interno, che permettono di salire al secondo piano e che si uniscono. Se andate nel retro della casa ne troverete due uguali e che portano ad un labirinto al cui mezzo c’è una fontana. Se siete così bravi da superare il labirinto allora accederete anche ad un magnifico lago che viene solcato da un ponticello.

Ma torniamo alla villa. Se vi avvicinate ancora un po’ potrete sentire finalmente della musica classica, la sala è piena di gente vestita elegantemente e balla al ritmo di quella melodia dolce e lenta. Ma cosa vi aspettavate? Insomma, è un ballo. Un ballo di beneficenza organizzato dalla famiglia Evans.

Sharpay Evans, la figlia dei due importanti proprietari di casa, si stava pettinando tranquillamente i lunghi capelli biondi e lisci davanti allo specchio. La frangetta le ricadeva dolcemente sulla fronte, così fanciullesca e chiara. Gli occhi nocciola erano risaltati da un ombretto bianco e le labbra leggermente rosate da un rossetto pesca. Si alzò in piedi, abbandonando il pettine sul lavello del bagno, e rientrò in camera sua. Si mise davanti ad un lungo e ovale specchio che la rifletteva completamente. Arricciò di poco il naso, critica nel vestito che indossava.

Era molto lungo e rosa confetto, stramaledettamente largo, e con diversi strati di scialle sulle spalle. Ai piedi aveva dei sandali. Sollevò le sopraciglia e nella sua mente cominciarono a farsi strada mille modi per imporre ai suoi genitori e alla stilista a cui si erano affidati i peggior modi per soffrire lentamente. Molto lentamente!

-Sharpay, sei pronta?

Nella stanza fecero capolino Gabriella Montez e Taylor McKessie, le migliori amiche della ragazza. La prima indossava un bel vestito bianco fino al ginocchio e con un leggero spacco, la seconda invece portava con eleganza un vestito con la gonna a pieghe rosso e con la scollatura a barca. Le due ragazze stavano per aprire bocca nuovamente, ma l’abbigliamento dell’amica le fecero sgranare gli occhi qualche secondo. Stavano trattenendo le risate.

-Se ridete giuro che vi coinvolgerò nelle torture che sto complottando per i miei genitori e la stilista che ha disegnato questo orrore!- le freddò con un’occhiata e incrociando le braccia al petto.

Le due riuscirono a stento a non scoppiare a ridere e le si avvicinarono.

-Non vorrai scendere conciata così, vero?- le domandò Taylor girandole intorno, -Ti prenderebbero in giro a vita.

-Come se non lo sapessi, ma purtroppo i miei non vogliono che cambi vestito.- sospirò Sharpay esasperata, -Almeno a scuola posso cambiarmi nel bagno delle ragazze, ma qui come diavolo faccio?

Gabriella la osservò furbetta, prese un paio di forbici e si avvicinò all’amica, -Hanno detto che non puoi cambiarti d’abito, non che non lo puoi… modificare.

 

Gabriella e Taylor scesero le scale che davano al piano superiore, facendo girare la maggior parte dei presenti. Con un cenno del capo Taylor fece capire ai genitori di Sharpay che la ragazza era pronta. I bisbigli della gente e la musica cessarono, non appena dalle scale scese la bionda. La sua mano scorreva leggera sullo scorrimano, mentre i tacchi bianchi alla schiava ticchettavano armoniosamente ad ogni scalino che scendeva. I capelli ricadevano lisci fino a metà schiena e il vestito era assolutamente perfetto. La gonna, infatti, arrivava fino al ginocchio con alcuni ricami e il bustino aveva solo due spalline. L’abito, che ora faceva risaltare le sue forme, era stretto in vita da un nastro di raso bianco e sulla spalle portava un coprispalle bianco trasparente.

In molti trattennero il respiro quella sera a codesta visione. Sharpay prese a braccetto il fratello, perfetto in camicia bianca, cravatta e pantaloni neri (senza dimenticare il solito cappellino che i genitori non erano riusciti a togliergli) e venne condotta verso i genitori. La madre la osservò critica.

-Ti avevo detto di indossare l’altro vestito.- la rimproverò mentre la musica riprendeva il suo corso.

-Ma è questo il vestito.- sorrise Sharpay sicura di sé, -Tu hai detto che non potevo cambiarmi, non che non potessi modificarlo un po’.- aggiunse lasciando il braccio del fratello, che stava per scoppiare a ridere per la figuraccia della madre.

-Sei bellissima come al solito, colombella.- le baciò la fronte il padre.

Odio quando mi chiama colombella…

Sharpay si guardò intorno. Come aveva sospettato la sala era piena di gente elegante, ma non solo. Le uniche ragazze diciassettenni erano lei, Sharpay e Taylor. Ovviamente con l’esclusione delle cugine. No, lei stava parlando degli amici di famiglia. Tutti con i loro figli super affascinanti e ricchi ma così noiosi per lei.

-Lo sapevo.- sussurrò all’orecchio di Ryan.

-Cosa?- domandò celando dell’ironia nella voce, -Sapevi che i nostri genitori hanno organizzato un ballo di beneficenza solo per accalappiarti un buon partito?

-Ehi, ci sei arrivato da solo?- inarcò un sopraciglio biondo.

Ryan le cinse le spalle con un braccio e la guardò con fare da saputello, -Ebbene sì.- la guardò un attimo e poi scoppiò a ridere, -Ok, ho sentito mamma e papà che ne parlavano.

Sharpay scosse la testa ridendo a sua volta, mentre i genitori tornavano con un ragazzo a presso. La bionda dovette passare la serata a parlare con potenziali partiti, ma il più delle volte si fece aiutare da Ryan, Gabriella e Taylor per sopravvivere a quella orrenda serata. Era ormai mezzanotte e la festa era nel vivo più assoluto. La bionda fece per andare verso il bancone delle bibite, dato che Gabriella era impegnata con un ragazzo che non si scollava, Taylor con quello che aveva appena scaricato e Ryan con un altro che non aveva in mente niente di buono.

-Colombella, puoi venire un attimo qui?- la chiamò il padre con un cenno della mano e senza degnarsi di abbassare la voce.

Se mi chiama ancora Colombella giuro che lo strozzo! pensò mentre si avviava verso i genitori.

-Vogliamo presentarti una persona, Sharpay.- sorrise a trentadue denti la madre facendo venire avanti un ragazzo, -Sharpay, lui è Troy Bolton. Troy, lei è nostra figlia Sharpay.

Sharpay alzò lo sguardo esasperata. Un altro ragazzo ricco e affascinante, ma tremendamente noioso. Il ragazzo le fece il bacia-mano, come avevano fatto la trentina di ragazzi scartati nelle ore prima, e lei poté osservarlo meglio. Aveva i capelli castano cenere e due occhi azzurri che probabilmente avrebbero fatto svalvolare chiunque. Indossava uno smoking nero con cravatta, anche se a giudicare dai segni rossi sul collo si stava strozzando. I genitori si allontanarono con la scusa di andare a salutare dei vecchi amici di famiglia.

Sharpay deviò lo sguardo, cercando di scorgere le sua ancore di salvezza. Purtroppo erano ancora troppo occupate.

-Vuoi ballare?- domandò Troy accennando alla pista di ballo.

La ragazza alzò le sopraciglia sorpresa, il ragazzo era stato molto diretto, -Va bene.- acconsentì sapendo che non sarebbe riuscita a evitare l’ennesimo ballo con un ragazzo sconosciuto e che probabilmente mirava alle sue ricchezze.

I due si collocarono al centro della pista. Sharpay cinse il collo del ragazzo, che di rimando le strinse la vita con le sue braccia. Iniziarono a muoversi lentamente sul posto, quando ad un certo punto Troy la fissò negli occhi.

-Ok, ora mi dovresti slacciare la cravatta.- sussurrò, nonostante la musica impedisse che i loro discorsi fossero sentiti.

-Perché dovrei farlo?- domandò lei perplessa.

-Perché se no crepo qui sulla pista da ballo.- rise lui nervosamente, -I miei genitori mi hanno trascinato qui senza un motivo costringendomi a vestire in smoking, mio fratello mi ha fatto sorbire le pene dell’inferno per un consiglio su una ragazza che ha adocchiato, i tuoi genitori mi stanno alle calcagna da ore e io sto soffocando per colpa di questa maledetta cravatta.

Sharpay lo guardò divertita, -Bastava dire che stavi soffocando.- disse con un sorriso.

-L’unico modo che ho per passare inosservato mentre mi slaccio la cravatta è ballare con qualcuno che mi copra interamente.- spiegò guardandosi intorno.

Sharpay, per tutta risposta, gli allentò il nodo della cravatta e gliela mise nel taschino interno della giacca, -Meglio?

-Molto.- ammise con un sorriso mentre si allentava il colletto della camicia, -Giuro, non ce la facevo più.- sospirò stancamente.

-Quindi mi hai invitato a ballare solo per liberarti dalla cravatta maledetta?- sollevò entrambe le sopraciglia Sharpay.

Troy la fissò qualche secondo, -Sì, in effetti sì.- annuì convinto.

-Non ti piace la festa?- chiese la padrona di casa.

-Per carità, è stupenda.- si mise una mano sul cuore lui, -Ma… è troppo… troppo…

-Troppo.- lo fermò lei con un sorriso rassicurante, -E’ quello che sento io. Vorrei solo andare dai miei genitori e gridargli in faccia che non voglio più partecipare a queste stupide feste.

-Beh, sei messa molto più male di me.- ragionò Troy con un sorriso che aveva un non so ché di affascinante, -Insomma: far spacciare un ballo accalappia – marito per un ballo di beneficenza è veramente il colmo.

-Non dirlo a me.- sospirò Sharpay avvilita mentre la musica diveniva più dolce, -A me non interessa tutto questo. Io voglio solo cantare.- si tappò la bocca immediatamente.

-Cantare?- la guardò sorpreso il ragazzo, -Davvero?

-Sono la presidentessa del Drama Club nel mio liceo.- ammise con un sospiro, -Ma i miei non lo sanno, quindi acqua in bocca!

-Muto come un pesce.- rimasero in silenzio qualche secondo, -Ti capisco, piace anche a me cantare.

-Mi prendi in giro?- lo fissò perplessa mentre la musica cambiava ancora accompagnata da un piano.

-Vuoi una dimostrazione?- Troy la guardò e lei annuì convinta e divertita allo stesso tempo.

Lui si avvicinò al suo orecchio e sussurrò delle parole cantate.

Ora vieni con me

Verso un mondo d’incanto

Principessa è tanto che il tuo cuore aspetta un sì

Le prese una mano e, nonostante lei fosse riluttante, la condusse fuori dalla villa. Si trovarono in cima alle scale che davano al labirinto.

Quello che scoprirai

È davvero importante

Il tappeto volante ci accompagna proprio lì

Scesero le scale, ognuno in un lato, e si ritrovarono ai piedi di essa uno di fronte all’altra.

Il mondo è tuo

Troy le indicò il labirinto e cominciò a camminare verso di esso, mentre Sharpay lo osservava preoccupata, non si era mai avventura nel labirinto.

Con quelle stelle puoi giocar

Il ragazzo capì il senso di disagio di lei. Le si avvicinò e la prese per mano.

Nessuno ti dirà che non si fa

È un mondo tuo per sempre

La sua voce prese il posto di quella di Troy, altrettanto melodiosa e armoniosa.

Il mondo è mio

Entrarono nel labirinto e si ritrovarono al centro in meno di cinque secondi. Sharpay salì sul bordo della grande fontana e guardò il cielo.

È sorprendente accanto a te

Se salgo fin lassù

Poi guardo in giù

Guardò Troy che le sorrideva.

Che dolce sensazione nasce in me

Scese dalla fontana e corse verso il labirinto, inseguita da Troy che rideva. I due uscirono dal labirinto nello stesso momento in cui lui la prendeva per la schiena abbracciandola a sé.

Ogni cosa che ho

Anche quella più bella

No, non vale la stella

Che fra poco toccherò

Lui le mise le mani sugli occhi e la condusse sul ponticello.

Il mondo è mio (apri gli occhi e vedrai)

Sharpay aprì gli occhi e rimase incantata da quel luccichio sul pelo dell’acqua.

Fra mille diamanti correrò (la tua notte più bella)

Con un po’ di follia e di magia

Fra stelle comete volerò

Il mondo è tuo

La nostra favola sarà

Si voltarono verso il castello, da dove la musica ora arrivava poco chiara alle loro orecchie. I loro occhi erano decisi, le voci perfette insieme.

Non tornerò mai più, mai più laggiù

È un mondo che appartiene a noi

Sharpay si sedette sul bordo del ponticello, chiudendo gli occhi per godersi quel venticello così tranquillo.

Il mondo è mio (apri gli occhi e vedrai)

Fra mille diamanti correrò (la tua notte più bella)

Grazie, Troy. E’ veramente la notte più bella che abbia mai vissuto… Sharpay gli rivolse un sorriso dolce.

Con un po’ di follia e di magia

Fra stelle comete volerò

Il mondo è tuo

Un corpo celeste sarò (la nostra favola sarà)

Ma se questo è un bel sogno

Si voltarono ancora verso la villa, da dove arrivavano ora delle voci che invocavano dei nomi che non sentivano.

Non tornerò mai più, mai più laggiù

È un mondo

Che appartiene

Solo a noi

Che appartiene

Si guardarono negli occhi un attimo. Sentirono qualcosa crescere dentro di loro. Troy l’aiutò a scendere dal ponticello, facendo in modo che si ritrovassero l’uno tra le braccia dell’altra. I loro visi erano così vicini che potevano sentire il respiro dell’altro.

A noi

I loro cuori battevano a mille, mentre la mente era svuotata da ogni pensiero razionale. Mancava poco, ancora pochi secondi e…

-SHARPAY! DOVE SEI?

-TROY, RISPONDI!

I due si allontanarono imbarazzati.

-Mia madre.- sussurrò Sharpay.

-Mio fratello.- sussurrò di rimando Troy.

Dovettero separarsi non appena i loro genitori e rispettivi fratelli arrivarono, nonostante i loro sguardi non volevano essere slacciati.

Per tutta la durata della serata si cercarono per la grande sala, senza però riuscirci. Ryan, Gabriella e Taylor facevano di tutto per allontanarla dagli altri partiti e per aiutarla a cercarlo, ma i suoi genitori (che ovviamente non sapevano niente) continuavano ad affibbiarle qualche ragazzo ogni due secondi. Dal canto suo Troy era impegnato col fratello, che nonostante quello che gli aveva raccontato faceva di tutto per presentargli delle ragazze imparentate con gli Evans.

Erano ormai le tre di notte quando il ballo finì e la gente incominciò ad uscire dalla villa per recarsi nelle proprie case. Sharpay salutò le amiche, che cercarono di consolarla, e augurò la buonanotte ai genitori. Salì le scale che portavano alla sua camera con un po’ delusione.

Non riusciva a crederci, era finalmente riuscita a trovare qualcuno che non fosse snob o che mirasse solo all’eredità dei suoi genitori. Mirava al suo cuore e lei lo sentiva spezzato in due adesso.

-Mi apri o devo rimanere qui fuori per sempre?

Sharpay sgranò gli occhi sorpresa, per poi chiudere la porta a chiave e raggiungere la porta-finestra che dava sul terrazzo. Immediatamente nella stanza entrò Troy, senza la giacca nera e con le maniche arrotolate.

-Non sai quanto ho penato per scollarmi di dosso mio fratello e salire sul terrazzo di nascosto.- rise Troy guardandola, -Volevo darti il mio numero di telefono.- aggiunse accennando al cellulare che teneva in mano.

-Oh, certo!- sorrise Sharpay prendendo dal comodino il suo telefonino e facendosi dettare il numero e dettando a sua volta il suo, -Grazie per la bella serata, sul serio.

-Una boccata d’aria fresca?

-In un certo senso sì.- annuì la ragazza posando il cellulare sul comodino, -Non sopportavo più i miei genitori, mi hanno presentato un’altra quarantina di ragazzi.- rabbrividì al pensiero.

-Non potevi dire loro che avevi incontrato un giovane e affascinante partito?- domandò ammiccando.

-Scherzi? Ti ho fatto un favore!- esclamò spintonandolo leggermente per una spalla, -Se glielo dicevo come minimo ti avrebbero costretto a rimanere tutta la serata con loro a parlare del nostro futuro.

-Ah, allora ti ringrazio.- si inchinò con una mano sulla pancia, -Comunque io abito ad Albuquerque, se vuoi venire a fare un salto.

-Anche io.- fissò la sua espressione accigliata, -Questa è la villa dove si organizzano le feste, ma in realtà io vivo ad Albuquerque con mio fratello.- spiegò con un sorriso.

-Io ci abito da poco, prima frequentavo un college fuori città. Andrò alla East High tra pochi giorni.- comunicò mentre si infilava le mani in tasca.

-Quello è il mio liceo.- boccheggiò stranita ma piacevolmente sorpresa dalla novità.

-Coincidenza?- domandò con un sorriso che fece battere il cuore a mille a Sharpay.

-Forse.- mormorò, -Meglio che vai, ora.- gli indicò la porta-finestra.

-Hai ragione. A proposito…- si fermò sulla soglia del terrazzo, -Quasi dimenticavo.

-Cosa?

Troy le prese il volto tra le mani e lo avvicinò al suo. La guardò un secondo, in cui Sharpay rispose alla sua muta domanda. Le loro labbra si unirono, mentre Sharpay gli cingeva il collo con le mani. Troy premette la lingua contro le sue labbra, che lei dischiuse. Quando le loro lingue si incontrarono sentirono un brivido percorrere la loro schiena, come quelli provati mentre erano fuori da quella villa. Si staccarono ansanti, fissandosi negli occhi.

-Devi per forza andare?.- sussurrò Sharpay stringendolo a sé in un abbraccio.

Troy le accarezzò i capelli, -Purtroppo devo. I tuoi mi ammazzano se mi trovano in camera tua.- rise separandosi dall’abbraccio. Le diede un altro bacio a fior di labbra e scese dal terrazzo grazie al grande albero che posteggiava lì davanti, quando la voce di Sharpay lo fermò come sul ponte del lago.

Per me, per te

Troy sorrise e, non appena cadette sull’erba in piedi, volse il suo sguardo in alto rispondendo.

Soltanto a noi

Non svanirà

Ci aiuterà

Risero leggermente deviando lo sguardo.

Solo per noi

Solo per noi

Per te, per me

Conclusero insieme. Troy le rivolse un altro sorriso prima di correre verso l’auto dei genitori e da cui stava arrivando il fratello per andarlo a chiamare. Sharpay si chiuse la porta-finestra alle spalle. Ora lo sentiva dentro di sé quel fuoco che molti chiamavano amore e che lei ancora non aveva trovato veramente. Lo sentiva bruciare e non avrebbe mai scambiato quella fonte di energia con ciò che aveva di più caro.

Sì, il mondo mio… sospirò sorridendo e chiudendo gli occhi.

 

The End

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Siete vivi? XD Ok, allora potete recensire tranquillamente! Non chiedetemi come mi è venuta l’idea, perché non lo so nemmeno io! Ormai la mia vita ha i flash. Se ascolto una canzone o vedo qualcosa di particolare CLIC parte il mio cervellino e sforna ficcy che prendendo rilievo solo con le idee del momento. E se non le scrivo poi me le dimentico, quindi questa mi sembrava una bella idea e l’ho pubblicata! E’ troppo sdolcinata secondo voi? No, anche perché all’inizio non doveva essere una Tropay. Doveva essere Rayella, poi è passata a Troyella, poi a Chaylor e infine a Tropay (per la gioia di _PinkGirl_ XD). Lo so, questa canzone è stata ripetuta per molte fanfiction, ma a me non importa. Io scrivo, quindi vi dovete accontentare! XD

Ovviamente la canzone è il “Mondo è mio” di Aladin. ^^

Ok, basta con queste mie elucubrazioni (come direbbe la mia sorellina Herm90! XD).

Mi raccomando, non siate cattivi e prima di partire per le vacanze lasciate una recensioncina.

Con affetto, simpatia e tanti baci

Titty90 ^^

  
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