Il mondo è mio
New Mexico, Albuquerque.
Ore 22:30
Non soffermatevi sulla città. Passate oltre.
Superate il cartello di uscita di Albuquerque, perché questa volta gli
avvenimenti ci costringono a cambiare ambientazione e a lasciare la sede di
molti litigi, amicizie e amori.
Lo vedete quel sentiero? Ecco, imboccatelo.
Superate una radura di foglie verdi, salite pian piano quel sentiero di
collina. Ecco, girate a destra. Siete arrivati.
Siete rimasti incantanti, vero?
Beh, è giusto. State per entrare in una villa
molto assomigliante ad un castello. E’ molto grande e circondata da un
boschetto. Ci sono mille luci e mille auto parcheggiate qua e là. Ci sono due
scale, che troverete anche all’interno, che permettono di salire al secondo
piano e che si uniscono. Se andate nel retro della casa ne troverete due uguali
e che portano ad un labirinto al cui mezzo c’è una fontana. Se siete così bravi
da superare il labirinto allora accederete anche ad un magnifico lago che viene
solcato da un ponticello.
Ma torniamo alla villa. Se vi avvicinate ancora
un po’ potrete sentire finalmente della musica classica, la sala è piena di
gente vestita elegantemente e balla al ritmo di quella melodia dolce e lenta.
Ma cosa vi aspettavate? Insomma, è un ballo. Un ballo di beneficenza organizzato
dalla famiglia Evans.
Sharpay Evans, la figlia dei due importanti
proprietari di casa, si stava pettinando tranquillamente i lunghi capelli
biondi e lisci davanti allo specchio. La frangetta le ricadeva dolcemente sulla
fronte, così fanciullesca e chiara. Gli occhi nocciola erano risaltati da un
ombretto bianco e le labbra leggermente rosate da un rossetto pesca. Si alzò in
piedi, abbandonando il pettine sul lavello del bagno, e rientrò in camera sua.
Si mise davanti ad un lungo e ovale specchio che la rifletteva completamente.
Arricciò di poco il naso, critica nel vestito che indossava.
Era molto lungo e rosa confetto,
stramaledettamente largo, e con diversi strati di scialle sulle spalle. Ai
piedi aveva dei sandali. Sollevò le sopraciglia e nella sua mente cominciarono
a farsi strada mille modi per imporre ai suoi genitori e alla stilista a cui si
erano affidati i peggior modi per soffrire lentamente. Molto lentamente!
-Sharpay, sei pronta?
Nella stanza fecero capolino Gabriella Montez e
Taylor McKessie, le migliori amiche della ragazza. La prima indossava un bel
vestito bianco fino al ginocchio e con un leggero spacco, la seconda invece
portava con eleganza un vestito con la gonna a pieghe rosso e con la scollatura
a barca. Le due ragazze stavano per aprire bocca nuovamente, ma l’abbigliamento
dell’amica le fecero sgranare gli occhi qualche secondo. Stavano trattenendo le
risate.
-Se ridete giuro che vi coinvolgerò nelle torture
che sto complottando per i miei genitori e la stilista che ha disegnato questo
orrore!- le freddò con un’occhiata e incrociando le braccia al petto.
Le due riuscirono a stento a non scoppiare a
ridere e le si avvicinarono.
-Non vorrai scendere conciata così, vero?- le
domandò Taylor girandole intorno, -Ti prenderebbero in giro a vita.
-Come se non lo sapessi, ma purtroppo i miei non
vogliono che cambi vestito.- sospirò Sharpay esasperata, -Almeno a scuola posso
cambiarmi nel bagno delle ragazze, ma qui come diavolo faccio?
Gabriella la osservò furbetta, prese un paio di
forbici e si avvicinò all’amica, -Hanno detto che non puoi cambiarti d’abito,
non che non lo puoi… modificare.
Gabriella e Taylor scesero le scale che davano al
piano superiore, facendo girare la maggior parte dei presenti. Con un cenno del
capo Taylor fece capire ai genitori di Sharpay che la ragazza era pronta. I
bisbigli della gente e la musica cessarono, non appena dalle scale scese la
bionda. La sua mano scorreva leggera sullo scorrimano, mentre i tacchi bianchi
alla schiava ticchettavano armoniosamente ad ogni scalino che scendeva. I
capelli ricadevano lisci fino a metà schiena e il vestito era assolutamente
perfetto. La gonna, infatti, arrivava fino al ginocchio con alcuni ricami e il
bustino aveva solo due spalline. L’abito, che ora faceva risaltare le sue
forme, era stretto in vita da un nastro di raso bianco e sulla spalle portava
un coprispalle bianco trasparente.
In molti trattennero il respiro quella sera a
codesta visione. Sharpay prese a braccetto il fratello, perfetto in camicia
bianca, cravatta e pantaloni neri (senza dimenticare il solito cappellino che i
genitori non erano riusciti a togliergli) e venne condotta verso i genitori. La
madre la osservò critica.
-Ti avevo detto di indossare l’altro vestito.- la
rimproverò mentre la musica riprendeva il suo corso.
-Ma è questo il vestito.- sorrise Sharpay sicura
di sé, -Tu hai detto che non potevo cambiarmi, non che non potessi modificarlo
un po’.- aggiunse lasciando il braccio del fratello, che stava per scoppiare a
ridere per la figuraccia della madre.
-Sei bellissima come al solito, colombella.- le
baciò la fronte il padre.
Odio quando
mi chiama colombella…
Sharpay si guardò intorno. Come aveva sospettato
la sala era piena di gente elegante, ma non solo. Le uniche ragazze
diciassettenni erano lei, Sharpay e Taylor. Ovviamente con l’esclusione delle
cugine. No, lei stava parlando degli amici di famiglia. Tutti con i loro figli
super affascinanti e ricchi ma così noiosi per lei.
-Lo sapevo.- sussurrò all’orecchio di Ryan.
-Cosa?- domandò celando dell’ironia nella voce,
-Sapevi che i nostri genitori hanno organizzato un ballo di beneficenza solo
per accalappiarti un buon partito?
-Ehi, ci sei arrivato da solo?- inarcò un
sopraciglio biondo.
Ryan le cinse le spalle con un braccio e la
guardò con fare da saputello, -Ebbene sì.- la guardò un attimo e poi scoppiò a
ridere, -Ok, ho sentito mamma e papà che ne parlavano.
Sharpay scosse la testa ridendo a sua volta,
mentre i genitori tornavano con un ragazzo a presso. La bionda dovette passare
la serata a parlare con potenziali partiti, ma il più delle volte si fece
aiutare da Ryan, Gabriella e Taylor per sopravvivere a quella orrenda serata.
Era ormai mezzanotte e la festa era nel vivo più assoluto. La bionda fece per
andare verso il bancone delle bibite, dato che Gabriella era impegnata con un
ragazzo che non si scollava, Taylor con quello che aveva appena scaricato e
Ryan con un altro che non aveva in mente niente di buono.
-Colombella, puoi venire un attimo qui?- la
chiamò il padre con un cenno della mano e senza degnarsi di abbassare la voce.
Se mi
chiama ancora Colombella giuro che lo strozzo! pensò mentre si avviava
verso i genitori.
-Vogliamo presentarti una persona, Sharpay.-
sorrise a trentadue denti la madre facendo venire avanti un ragazzo, -Sharpay,
lui è Troy Bolton. Troy, lei è nostra figlia Sharpay.
Sharpay alzò lo sguardo esasperata. Un altro
ragazzo ricco e affascinante, ma tremendamente noioso. Il ragazzo le fece il
bacia-mano, come avevano fatto la trentina di ragazzi scartati nelle ore prima,
e lei poté osservarlo meglio. Aveva i capelli castano cenere e due occhi
azzurri che probabilmente avrebbero fatto svalvolare
chiunque. Indossava uno smoking nero con cravatta, anche se a giudicare dai
segni rossi sul collo si stava strozzando. I genitori si allontanarono con la
scusa di andare a salutare dei vecchi amici di famiglia.
Sharpay deviò lo sguardo, cercando di scorgere le
sua ancore di salvezza. Purtroppo erano ancora troppo occupate.
-Vuoi ballare?- domandò Troy accennando alla
pista di ballo.
La ragazza alzò le sopraciglia sorpresa, il
ragazzo era stato molto diretto, -Va bene.- acconsentì sapendo che non sarebbe
riuscita a evitare l’ennesimo ballo con un ragazzo sconosciuto e che
probabilmente mirava alle sue ricchezze.
I due si collocarono al centro della pista.
Sharpay cinse il collo del ragazzo, che di rimando le strinse la vita con le
sue braccia. Iniziarono a muoversi lentamente sul posto, quando ad un certo
punto Troy la fissò negli occhi.
-Ok, ora mi dovresti slacciare la cravatta.-
sussurrò, nonostante la musica impedisse che i loro discorsi fossero sentiti.
-Perché dovrei farlo?- domandò lei perplessa.
-Perché se no crepo qui sulla pista da ballo.- rise
lui nervosamente, -I miei genitori mi hanno trascinato qui senza un motivo
costringendomi a vestire in smoking, mio fratello mi ha fatto sorbire le pene
dell’inferno per un consiglio su una ragazza che ha adocchiato, i tuoi genitori
mi stanno alle calcagna da ore e io sto soffocando per colpa di questa
maledetta cravatta.
Sharpay lo guardò divertita, -Bastava dire che
stavi soffocando.- disse con un sorriso.
-L’unico modo che ho per passare inosservato
mentre mi slaccio la cravatta è ballare con qualcuno che mi copra interamente.-
spiegò guardandosi intorno.
Sharpay, per tutta risposta, gli allentò il nodo
della cravatta e gliela mise nel taschino interno della giacca, -Meglio?
-Molto.- ammise con un sorriso mentre si
allentava il colletto della camicia, -Giuro, non ce la facevo più.- sospirò
stancamente.
-Quindi mi hai invitato a ballare solo per
liberarti dalla cravatta maledetta?- sollevò entrambe le sopraciglia Sharpay.
Troy la fissò qualche secondo, -Sì, in effetti
sì.- annuì convinto.
-Non ti piace la festa?- chiese la padrona di
casa.
-Per carità, è stupenda.- si mise una mano sul
cuore lui, -Ma… è troppo… troppo…
-Troppo.- lo fermò lei con un sorriso
rassicurante, -E’ quello che sento io. Vorrei solo andare dai miei genitori e
gridargli in faccia che non voglio più partecipare a queste stupide feste.
-Beh, sei messa molto più male di me.- ragionò
Troy con un sorriso che aveva un non so ché di affascinante, -Insomma: far
spacciare un ballo accalappia – marito per un ballo di beneficenza è veramente
il colmo.
-Non dirlo a me.- sospirò Sharpay avvilita mentre
la musica diveniva più dolce, -A me non interessa tutto questo. Io voglio solo
cantare.- si tappò la bocca immediatamente.
-Cantare?- la guardò sorpreso il ragazzo,
-Davvero?
-Sono la presidentessa del Drama Club nel mio
liceo.- ammise con un sospiro, -Ma i miei non lo sanno, quindi acqua in bocca!
-Muto come un pesce.- rimasero in silenzio
qualche secondo, -Ti capisco, piace anche a me cantare.
-Mi prendi in giro?- lo fissò perplessa mentre la
musica cambiava ancora accompagnata da un piano.
-Vuoi una dimostrazione?- Troy la guardò e lei
annuì convinta e divertita allo stesso tempo.
Lui si avvicinò al suo orecchio e sussurrò delle
parole cantate.
Ora
vieni con me
Verso
un mondo d’incanto
Principessa
è tanto che il tuo cuore aspetta un sì
Le prese una mano e, nonostante lei fosse riluttante,
la condusse fuori dalla villa. Si trovarono in cima alle scale che davano al
labirinto.
Quello
che scoprirai
È
davvero importante
Il
tappeto volante ci accompagna proprio lì
Scesero le scale, ognuno in un lato, e si
ritrovarono ai piedi di essa uno di fronte all’altra.
Il
mondo è tuo
Troy le indicò il labirinto e cominciò a
camminare verso di esso, mentre Sharpay lo osservava preoccupata, non si era
mai avventura nel labirinto.
Con
quelle stelle puoi giocar
Il ragazzo capì il senso di disagio di lei. Le si
avvicinò e la prese per mano.
Nessuno
ti dirà che non si fa
È
un mondo tuo per sempre
La sua voce prese il posto di quella di Troy,
altrettanto melodiosa e armoniosa.
Il
mondo è mio
Entrarono nel labirinto e si ritrovarono al
centro in meno di cinque secondi. Sharpay salì sul bordo della grande fontana e
guardò il cielo.
È
sorprendente accanto a te
Se
salgo fin lassù
Poi
guardo in giù
Guardò Troy che le sorrideva.
Che
dolce sensazione nasce in me
Scese dalla fontana e corse verso il labirinto,
inseguita da Troy che rideva. I due uscirono dal labirinto nello stesso momento
in cui lui la prendeva per la schiena abbracciandola a sé.
Ogni
cosa che ho
Anche
quella più bella
No,
non vale la stella
Che
fra poco toccherò
Lui le mise le mani sugli occhi e la condusse sul
ponticello.
Il mondo è mio (apri gli occhi e vedrai)
Sharpay aprì gli occhi e rimase incantata da quel
luccichio sul pelo dell’acqua.
Fra
mille diamanti correrò (la
tua notte più bella)
Con
un po’ di follia e di magia
Fra
stelle comete volerò
Il
mondo è tuo
La
nostra favola sarà
Si voltarono verso il castello, da dove la musica
ora arrivava poco chiara alle loro orecchie. I loro occhi erano decisi, le voci
perfette insieme.
Non
tornerò mai più, mai più laggiù
È
un mondo che appartiene a noi
Sharpay si sedette sul bordo del ponticello,
chiudendo gli occhi per godersi quel venticello così tranquillo.
Il
mondo è mio (apri
gli occhi e vedrai)
Fra
mille diamanti correrò (la
tua notte più bella)
Grazie,
Troy. E’ veramente la notte più bella che abbia mai vissuto… Sharpay gli rivolse un
sorriso dolce.
Con
un po’ di follia e di magia
Fra
stelle comete volerò
Il
mondo è tuo
Un
corpo celeste sarò (la
nostra favola sarà)
Ma
se questo è un bel sogno
Si voltarono ancora verso la villa, da dove
arrivavano ora delle voci che invocavano dei nomi che non sentivano.
Non
tornerò mai più, mai più laggiù
È
un mondo
Che
appartiene
Solo
a noi
Che
appartiene
Si guardarono negli occhi un attimo. Sentirono
qualcosa crescere dentro di loro. Troy l’aiutò a scendere dal ponticello,
facendo in modo che si ritrovassero l’uno tra le braccia dell’altra. I loro
visi erano così vicini che potevano sentire il respiro dell’altro.
A
noi
I loro cuori battevano a mille, mentre la mente
era svuotata da ogni pensiero razionale. Mancava poco, ancora pochi secondi e…
-SHARPAY! DOVE SEI?
-TROY, RISPONDI!
I due si allontanarono imbarazzati.
-Mia madre.- sussurrò Sharpay.
-Mio fratello.- sussurrò di rimando Troy.
Dovettero separarsi non appena i loro genitori e
rispettivi fratelli arrivarono, nonostante i loro sguardi non volevano essere
slacciati.
Per tutta la durata della serata si cercarono per
la grande sala, senza però riuscirci. Ryan, Gabriella e Taylor facevano di
tutto per allontanarla dagli altri partiti e per aiutarla a cercarlo, ma i suoi
genitori (che ovviamente non sapevano niente) continuavano ad affibbiarle
qualche ragazzo ogni due secondi. Dal canto suo Troy era impegnato col
fratello, che nonostante quello che gli aveva raccontato faceva di tutto per
presentargli delle ragazze imparentate con gli Evans.
Erano ormai le tre di notte quando il ballo finì
e la gente incominciò ad uscire dalla villa per recarsi nelle proprie case.
Sharpay salutò le amiche, che cercarono di consolarla, e augurò la buonanotte
ai genitori. Salì le scale che portavano alla sua camera con un po’ delusione.
Non riusciva a crederci, era finalmente riuscita
a trovare qualcuno che non fosse snob o che mirasse solo all’eredità dei suoi
genitori. Mirava al suo cuore e lei lo sentiva spezzato in due adesso.
-Mi apri o devo rimanere qui fuori per sempre?
Sharpay sgranò gli occhi sorpresa, per poi
chiudere la porta a chiave e raggiungere la porta-finestra che dava sul
terrazzo. Immediatamente nella stanza entrò Troy, senza la giacca nera e con le
maniche arrotolate.
-Non sai quanto ho penato per scollarmi di dosso
mio fratello e salire sul terrazzo di nascosto.- rise Troy guardandola, -Volevo
darti il mio numero di telefono.- aggiunse accennando al cellulare che teneva
in mano.
-Oh, certo!- sorrise Sharpay prendendo dal comodino
il suo telefonino e facendosi dettare il numero e dettando a sua volta il suo,
-Grazie per la bella serata, sul serio.
-Una boccata d’aria fresca?
-In un certo senso sì.- annuì la ragazza posando
il cellulare sul comodino, -Non sopportavo più i miei genitori, mi hanno
presentato un’altra quarantina di ragazzi.- rabbrividì al pensiero.
-Non potevi dire loro che avevi incontrato un
giovane e affascinante partito?- domandò ammiccando.
-Scherzi? Ti ho fatto un favore!- esclamò
spintonandolo leggermente per una spalla, -Se glielo dicevo come minimo ti
avrebbero costretto a rimanere tutta la serata con loro a parlare del nostro
futuro.
-Ah, allora ti ringrazio.- si inchinò con una
mano sulla pancia, -Comunque io abito ad Albuquerque, se vuoi venire a fare un
salto.
-Anche io.- fissò la sua espressione accigliata,
-Questa è la villa dove si organizzano le feste, ma in realtà io vivo ad
Albuquerque con mio fratello.- spiegò con un sorriso.
-Io ci abito da poco, prima frequentavo un
college fuori città. Andrò alla East High tra pochi giorni.- comunicò mentre si
infilava le mani in tasca.
-Quello è il mio liceo.- boccheggiò stranita ma
piacevolmente sorpresa dalla novità.
-Coincidenza?- domandò con un sorriso che fece
battere il cuore a mille a Sharpay.
-Forse.- mormorò, -Meglio che vai, ora.- gli
indicò la porta-finestra.
-Hai ragione. A proposito…- si fermò sulla soglia
del terrazzo, -Quasi dimenticavo.
-Cosa?
Troy le prese il volto tra le mani e lo avvicinò
al suo. La guardò un secondo, in cui Sharpay rispose alla sua muta domanda. Le
loro labbra si unirono, mentre Sharpay gli cingeva il collo con le mani. Troy
premette la lingua contro le sue labbra, che lei dischiuse. Quando le loro
lingue si incontrarono sentirono un brivido percorrere la loro schiena, come quelli
provati mentre erano fuori da quella villa. Si staccarono ansanti, fissandosi
negli occhi.
-Devi per forza andare?.- sussurrò Sharpay
stringendolo a sé in un abbraccio.
Troy le accarezzò i capelli, -Purtroppo devo. I
tuoi mi ammazzano se mi trovano in camera tua.- rise separandosi
dall’abbraccio. Le diede un altro bacio a fior di labbra e scese dal terrazzo
grazie al grande albero che posteggiava lì davanti, quando la voce di Sharpay
lo fermò come sul ponte del lago.
Per
me, per te
Troy sorrise e, non appena cadette sull’erba in
piedi, volse il suo sguardo in alto rispondendo.
Soltanto
a noi
Non
svanirà
Ci
aiuterà
Risero leggermente deviando lo sguardo.
Solo
per noi
Solo
per noi
Per
te, per me
Conclusero insieme. Troy le rivolse un altro
sorriso prima di correre verso l’auto dei genitori e da cui stava arrivando il
fratello per andarlo a chiamare. Sharpay si chiuse la porta-finestra alle
spalle. Ora lo sentiva dentro di sé quel fuoco che molti chiamavano amore e che
lei ancora non aveva trovato veramente. Lo sentiva bruciare e non avrebbe mai
scambiato quella fonte di energia con ciò che aveva di più caro.
Sì, il
mondo mio…
sospirò sorridendo e chiudendo gli occhi.
The End
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Siete vivi? XD Ok, allora potete recensire
tranquillamente! Non chiedetemi come mi è venuta l’idea, perché non lo so
nemmeno io! Ormai la mia vita ha i flash. Se ascolto una canzone o vedo
qualcosa di particolare CLIC parte il
mio cervellino e sforna ficcy che prendendo rilievo solo con le idee del
momento. E se non le scrivo poi me le dimentico, quindi questa mi sembrava una
bella idea e l’ho pubblicata! E’ troppo sdolcinata secondo voi? No, anche
perché all’inizio non doveva essere una Tropay. Doveva essere Rayella, poi è
passata a Troyella, poi a Chaylor e infine a Tropay (per la gioia di _PinkGirl_
XD). Lo so, questa canzone è stata ripetuta per molte fanfiction, ma a me non
importa. Io scrivo, quindi vi dovete accontentare! XD
Ovviamente la canzone è il “Mondo è mio” di
Aladin. ^^
Ok, basta con queste mie elucubrazioni (come
direbbe la mia sorellina Herm90! XD).
Mi raccomando, non siate cattivi e prima di
partire per le vacanze lasciate una recensioncina.
Con affetto,
simpatia e tanti baci
Titty90 ^^