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Autore: firephoenix    03/01/2013    3 recensioni
Rieccomi con la mia seconda ff! Non vedevo l'ora di pubblicarla e adesso eccola quaaa! Questo giro mi sono cimentata in una Black*starxTsubaki perchè se non facevo una ff su questi due un mio amico mi avrebbe ucciso (e poi come pubblico da morta??) ma questa è un'altra storia! Dal testo:
"È bizzarro. È davvero bizzarro e assurdo, aggiungerei, che ciò che si cerca di capire da un tempo immemore venga fuori così, come se niente fosse, quando meno te lo aspetti."
Spero di avervi incuriosito! Recensite in tanti e tanto mi raccomando e... buona lettura!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Black Star, Tsubaki | Coppie: Black*Star/Tsubaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2 cosuccie piccole piccole:

 

* la frase con l'asterisco è presa lettera per lettera dal manga (è una della mia preferite)

le frasi in corsivo sono i pensieri :)

 

 

Il suo nome

 

 

È bizzarro. È davvero bizzarro e assurdo, aggiungerei, che ciò che si cerca di capire da un tempo immemore venga fuori così, come se niente fosse, quando meno te lo aspetti. Indecisa se sorridere, mettermi a piangere o urlare, rilessi per almeno la ventesima volta ciò che, sovrappensiero, il mio dito aveva scritto sul vetro appannato della vetrina di un negozio di scarpe, mentre pensavo a che cosa potessi dire a Shinigami-sama sulla missione appena fallita.

Oh mamma... se andiamo avanti così penso che comincerò a farci l'abitudine... sembra un film, tutte le volte succede sempre la stessa cosa, come se stessimo seguendo un copione:

Scena prima:

individuazione uovo di Kishin.

Scena seconda:

recita del manuale del buon assassino.

Scena terza:

entrata in scena silenziosa come la sirena di un ambulanza.

Scena quarta:

fallimento totale (chissà perché vista l'entrata).

Scena ultima:

Tsubaki! Modalità bomba fumogena!”

 

Ma qualcuno ha idea di come sia scomodo esplodere tutte le volte!
Alitai sulla superficie di una vetrina per scrivere il numero di Shinigami-sama, fatto questo appoggiai il dito sul vetro diventato gelido per via dell'aria altrettanto fredda di quella notte e rabbrividii esalando una nuvoletta di condensa dalle labbra socchiuse.
Dunque... buonasera signor Shinigami abbiamo fallito miseramente anche stanotte! No direi di no... ci vuole qualcosa di meno diretto tipo... signor Shinigami... ehm... stanotte fa molto freddo quindi, ecco, le capacità di Black*star non erano al meglio... ha appena passato l'influenza e dopotutto è... «Ehi Tsubaki! Non trovi anche tu che stanotte faccia un caldo torrido! Mi toglierò la maglietta così la luna potrà bearsi dei miei addominali scolpiti!! Muahahahahah!! Che ne dici luna, sono o non sono un Dio!?!?»
decisamente poco credibile... Allora forse potrei dirgli semplicemente che... rimuginavo da non poco (mentre cercavo di far capire a Black*star che urlando così avrebbe svegliato tutta Death City, cosa di non trascurabile rilevanza visto che “Death City” comprendeva anche Maka e i suoi fedeli libri e io non morivo dalla voglia di portare il mio partner in ospedale a quell'ora per quanto gli volessi bene) quando notai che il mio subconscio aveva preso il mio dito e, sotto tortura, lo aveva costretto a scrivere sul vetro, a mia insaputa, qualcosa che decisamente non era il numero di Shinigami-sama. Quando il mio sguardo si andò a posare sulla superficie appannata della vetrina il mio cuore mancò un battito, proprio lì scritto in maiuscolo, a grossi caratteri e illuminato dalla fioca luce del lampione alle mie spalle, se ne stava un nome... già... quel nome... con tanto di stella:

 

BLACK *STAR

 

Black*star... oh mio Shinigami...
Appoggiai il palmo della mano sul nome e muovendo il braccio verso destra cancellai la prova dei miei sentimenti; il mio stomaco si strinse... sciocco... mi sentivo come se avessi distrutto il lavoro di anni invece di sentirmi come chi scopre l'amore della sua vita... ma forse dovevo ancora raccapezzarmi.
L'altro giorno, a casa di Maka, stavo ascoltando la mia migliore amica mentre mi parlava di quello che stava leggendo su un libro di Freud o simile... suonava come qualcosa del tipo: «qui dice che la nostra psiche è divisa in es, io e super io, il primo rappresenta i nostri desideri, le nostre pulsioni emotive, insomma quello che vogliamo veramente, il secondo è la nostra parte razionale, quella che frena gli istinti... in poche parole la barriera che permette all'es di non mostrarsi, un po' come lo scudo dell'anima per una strega credo... e poi c'è il super io che sono tutte le norme e le regole sociali. Interessante no? E poi wow senti qua! Dice che l'es fuoriesce nei momenti in cui l'io è debole, tipo nei sogni! Quindi praticamente ciò che sognamo rappresenta i nostri desideri più profondi, oh l'es si manifesta anche nei lapsus» arrossì «l'altro giorno ho detto rosso invece di giallo perché stavo pensando agli occhi di... SOUL TESTA DI BANANA! QUANTE VOLTE TI HO DETTO DI NON BERE A CANNA MA DI USARE IL BICCHIERE!!» gridò verso la cucina”.
Poteva essere catalogato, quello, come un lapsus? Avevo scritto Black*star perché desideravo Black*star? Quel ninja pazzo con i capelli celesti che non è capace di stare zitto?
Se io sono questo cielo scuro allora le stelle luminose sono Tsubaki.” *
Correggo: quel dolcissimo ninja pazzo coraggioso con i capelli celesti che non è capace di stare zitto che riesce a stupirti e a sorprenderti per tutto quello che dice?
Appoggiai la schiene alla vetrina e scivolando verso il basso mi sedetti sul marciapiede freddo e sorrisi.
Oh mamma si!
«Ehi Tsubaki hai già chiamato... che ci fai seduta per terra? Sollevati all'altezza del tuo Dio!» un Black*star senza maglietta nel gelo notturno mi tese la mano sollevandomi da terra.
«Ho capito, sei talmente meravigliata dal mio fisico scolpito da rimanere senza parole! Ahahahahahahahahaha! Chiamerò io il vecchio pazzo così non dovrai stancarti!» proferì alitando sul vetro... una scritta riaffiorò pallida sulla superficie. Sussultai posandomi una mano sulla bocca!
Oh mio Shinigami sono fritta! Adesso che faccio?
Osservai il suo viso: la sua espressione mutò dallo stupore, al confuso fino ad arrivare all'espressione che conoscevo meglio. La tipica espressione da Black*star.
«Yhaooooooooooo! Il mio nome è già scritto in ogni luogo! Sono il più grande di tutti! Dei preparatevi! Sto iniziando a trascenderviiiiiiiiiii!» e così dicendo saltò su un lampione e rise sguaiatamente svegliando definitivamente la città; io sospirai e ringraziai il cielo per il suo egocentrismo.
 


Casa dolce casa, bagno dolce bagno e letto dolce letto! Non avrei potuto desiderare di meglio! La missione era fallita, Shinigami aggiornato e Black*star medicato dalle botte prese da mezza Death City, che quando veniva svegliata in piena notte era peggio del Kishin in persona. Per quanto riguarda me, mi ero preparata una bella cioccolata calda che avevo consumato nella vasca da bagno e avevo pensato e ripensato a ciò che era successo poco prima. È bello dopotutto poter affermare i propri sentimenti con sincerità pensai uscendo dalla stanza e avvolgendomi nel mio caldo accappatoio azzurro... mi ricordava lui... è per quello che lo avevo comprato, anche se sembravo un ammasso informe quando lo indossavo...
«Con quell'accappatoio sei sexy» trasalii, dietro di me qualcuno non la pensava evidentemente come la pensavo io.

«Grazie» sussurrai a fil di voce voltandomi verso il mio shokunin con un sorriso dolce.
«Davvero. Anche i capelli dovresti tenerli sciolti più spesso, così sei proprio degna di essere la partner di un Dio» disse avvicinandosi a me e prendendo tra le dita una ciocca dei miei lunghissimi capelli corvini che non avevo ancora raccolto. Era passato ormai il tempo in cui Black*star era più basso di me... adesso poteva benissimo guardarmi negli occhi e questo riusciva altrettanto bene a farmi sciogliere come la cioccolata che avevo bevuto poco prima. Restammo fermi così per un tempo infinito finché non fu lui a rompere l'imbarazzante silenzio che era andato creandosi:
«Ti bacerei se non avessi il timore che sfiorandoti potessi scioglierti o volare via da me, così fragile, così bella... perfetta. Mi domando spesso come chi ti ha scolpito sia riuscito a donarti la vita o come il cielo abbia potuto rilasciare la più bella delle sue creature, ma so solo che il tuo scultore è stato un pazzo a lasciarti andare e ringrazio il cielo di averti donato la libertà mandandoti dal grande me» pensai che il mio cuore non sarebbe tornato a battere di nuovo, pensai che sarei morta così tra le sue braccia e pensai che sarebbe stata una morte perfetta, ma tutto ciò che feci fu dischiudere le labbra, senza parole e rimanere ferma lì a fissare il mio shokunin mentre mi guardava come se mi vedesse per la prima volta. Era stato davvero Black*star a proferire quelle parole? Il Black* star che conoscevo? Decisamente era il Black*star di cui mi ero innamorata alla follia. Su quello non c'erano dubbi.
«B-Black*star..?» sussurrai tremante.
«Shh» poggiò l'indice sulle mie labbra «non c'è bisogno che parli. Ci penserai domani adesso sei stanca, è meglio se vai a dormire. Il tuo Dio aspetterà!» e fece per allontanarsi. Come poteva dire quelle cose e pensare che sarei andata a letto così come se nulla fosse?
«Black*star» sussurrai questa volta in tono più deciso. Lui si voltò, le mie gambe tremarono per un istante «sei la persona più incredibile che abbia mai conosciuto in vita mia!» corsi verso di lui e mi lanciai tra le sue braccia muscolose. Sentii le dita delle sue mani insinuarsi tra i miei capelli e lo sentii respirare con forza il profumo che lo shampoo usato da poco aveva lasciato su di essi.
«Ti amo mia Dea!» esalò e le mie gambe cedettero per l'emozione tirandoci entrambi atterra, sul pavimento. Avrei voluto gridare di amarlo anche io, avrei voluto gridarlo al mondo col rischio di svegliare di nuovo la città, che importava! Eppure non riuscivo a pronunciare parola, così seguendo il più che giusto principio del “è meglio un gesto di mille parole” sollevai il capo dal pavimento e poggiai le mie labbra sulle sue, delicatamente; ma ovviamente se si parlava di Black*star l'aggettivo “delicato” non era certo il più frequente, così il bacio si trasformò presto da casto in un qualcosa di passionale e frenetico. In quel bacio divennero reali, quasi materiali, tutte le emozioni e i desideri più nascosti, si concretizzò, quasi si potesse toccare, la passione che ci accomunava e il trasporto fu tale, tra risate e gemiti di piacere, (scusatemi ma il mio partner ci sapeva fare coi baci sul collo -imbarazzo-) che le nostre anime entrarono automaticamente in risonanza e rimbombarono causando un'onda che si diffuse su tutta Death City infrangendone la quiete, come una goccia d'acqua che cade silenziosa sulla superficie liscia dell'acqua, increspandola. Per un istante, prima di abbandonare completamente la ragione, ne fui sicura: quella notte sarebbe stata speciale, sarebbe stata incredibile, perché l'avrei passata con la persona che amo e (in barba a Freud) non ci sarebbe stato nessun io che avrebbe potuto tenere a bada i nostri istinti e, considerato il tipo di istinti e il tipo di partner, quella sera Death City non sarebbe proprio riuscita a dormire.

 

 

 

 

 

 

salve salvinooo!

 

eccomi sono tornataaaaaaaa! Ho scritto la mia seconda ff (lacrimuccia) finita alle una di notte e devo dire che ne vado piuttosto fiera! Anche se forse è un po' banale... Adesso sta a voi dirmi se faccio bene a sentirmi così euforica o se devo chiamare Sid per farmi seppellire viva! (l'ottimismo salverà il mondooo!!) Per quanto riguarda Freud non sono per niente sua fan (Maka vergognati!) anzi lo odio a morte e finalmente mi è servito davvero qualcosa averlo studiato! Ma dopotutto se ho una professoressa pazza che stravede per quel maniaco drogato maschilista non ci posso fare niente, giustooooooooooo?? vabbè la smetto di parlare... pardon “scrivere” perché sennò vi annoio ma voi scrivete e scrivete ancora per farmi sapere cosa ne pensate mi raccomandooooooooooooooooooooo! Alla prossima!

 

XOXO

baka
 

  
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