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Autore: Mikhael98    03/01/2013    1 recensioni
Questa non è la normale storia di un Allenatore che parte alla conquista della Lega Pokémon, qui non si combatte solo contro un Team pronto a conquistare l'intera regione.
Un'allenatrice parte per il suo viaggio, accompagnata da amici trovati lungo la strada, conquisterà medaglie e arriverà alla Lega, ma non solo, si ritroverà a dover combattere contro il passato, incontrerà una parte di esso che avrebbe dovuto essere stata cancellata. Insieme, cercheranno l'ultimo tassello del puzzle, l'ultimo destino che si interesecherà con le loro vite.
Questa storia è scritta da due persone: Mansy e Mikhael98. Ogni capitolo è scritto da un'autrice diversa con un diverso punto di vista.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Komor, N, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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CAPITOLO SCRITTO DA MIKHAEL98
                                                                


La folla era il luogo perfetto dove nascondersi, e quale luogo era migliore se non la mondana Sciroccopoli, gremita di gente che altro non vuole che divertirsi? Era da un po’ che non venivo in città, ma non potevo sopravvivere molto senza scorte, per non parlare dei miei pokémon, come avrebbero fatto senza cibo e cure? Quindi mi diressi al Centro Pokémon. Il mio cappuccio copriva il viso così che nessuno mi avrebbe riconosciuta, il mantello nero svolazzava, ma le persone non si accorgevano di niente, erano troppo occupate a divertirsi. Camminavo tranquilla, lenta, nascosta tra le persone. Sapevo che il mio ricordo era andato perso, probabilmente vagava con lui, sempre che mi ricordasse ancora. Sorrisi. Ero come un’ombra di cui nessuno conosceva l’esistenza, chissà, forse neanche mia madre mi ricordava, o almeno io lo speravo, tutti preferivano dimenticarmi, ed io non li biasimavo, d’altronde anch’io avrei voluto dimenticare me stessa, ciò che avevo fatto era imperdonabile, ma non si può cambiare il passato, giusto?
Entrai nel Centro Pokémon, la gente mi guardò un po’ insospettita, feci finta di niente. Certo, una figura ammantata e incappucciata solleva un po’ di curiosità, ma niente di più, ero sicura che mi avrebbero scambiata per una qualche “attrazione” del vicino Luna Park.  Infatti presto nessuno fece più tanto caso a me. Mi avvicinai al banco.
-Buongiorno, vuole che mi occupi della sua squadra pokémon?
-Sì.
Le porsi le mie pokéball, e l’infermiera sparì nell’altra stanza. Tornò poco dopo.
-Ecco a lei, e complimenti!
-Per cosa?
-Beh, ha dei pokémon veramente forti, e si vede che sono ben allenati e affezionatissimi a lei!
Rimasi un po’ lì, a fissarla da sotto il cappuccio.
-Grazie.
Presi le pokéball e uscii senza salutare sentendomi dietro un “arrivederci” della donna al banco.
Alla luce del sole il mondo è più bello, perché solo quella luce è in grado di illuminare ogni centimetro del nostro pianeta, e così mostrarci cosa si nasconde nell’oscurità, a volte però non ci piace cosa si nasconde nell’oscurità, e così decidiamo di spegnere il sole e illuminare tutto con le nostre misere luci artificiali.
Camminavo senza una rotta sotto i raggi del sole, che sfortunatamente illuminavano anche me: ciò che dovrebbe stare nascosto nell’oscurità. Passai davanti alla stazione. Possibile che ogni posto fosse un colpo al cuore? La nostalgia del mio passato mi rendeva così triste, quante cose erano cambiate da quando ero partita, in soli due anni il mondo che ricordavo si era dissolto, a volte ritrovavo qualche piccolo rimasuglio del mio passato, e allora mi salivano le lacrime agli occhi. Quando ancora ero una semplice allenatrice curiosa, che non vedeva l’ora di battere tutti i Capopalestra e la Lega Pokémon… Quando ancora non mi ero immischiata nei i loschi piani del Team Plasma… E adesso non sarei stata qua, a vagare alla ricerca di un fantasma. Però sapevo che dalla mia parte c’era il grande Reshiram, il sostenitore della verità, il drago bianco. Mi aveva scelta, nei suoi occhi avevo letto la mia storia, la nostra storia, le sue fiamme erano l’alimentatore della mia anima. Io e Reshiram eravamo una cosa sola, un’unica anima. Strinsi i pugni.
Erano due anni che viaggiavo con la sola compagnia dei miei pokémon, e mi infilavo nei luoghi più spaventosi e nascosti, combattevo lontana dalla civiltà, e i miei pokémon erano fortissimi, avevo temprato la loro potenza, solo poche volte tornavo in città per accudirli decentemente e fare scorte di cibo e medicinali. Non avevo più casa, la mia casa era la mia squadra. La sera a scaldarmi era Emboar, poi mi addormentavo accoccolandomi vicino a Zoroark; loro erano la mia casa e la mia famiglia, insieme agli altri pokémon.
Osservai le persone che andavano e venivano, ignare di tutto, scioccamente tranquille. Vedere tutta questa ignoranza mi faceva rabbia. Possibile che non sapessero cosa stava per succedere? Sentii un gusto amaro in bocca, un presentimento che mi scuoteva sin dal profondo. Il nostro mondo stava per diventare una landa desolata, eppure il Teatro Musical brillava ancora senza preoccuparsene, la ruota panoramica girava ancora… Sospirai. La ruota panoramica… Chiusi gli occhi abbandonandomi al ricordo, una lacrima mi scivolò sulla guancia. Maledetti ricordi. Sì, avrei dimenticato ogni cosa, avrei dimenticato lui, i miei sbagli… Tutto ciò che mi aveva portata a fuggire dalla mia vita. Peccato che io non potessi, perché non si può cancellare un ricordo, far finta di niente, ricominciare da zero; bisogna andare avanti,  e pensare al presente, solo che i demoni del passato mi assalivano, e il motivo stesso per cui mi ero messa in viaggio era qualcosa proveniente dal passato.
Sciroccopoli: la città del divertimento; passeggiare per le strade, davanti al teatro, allo stadio, il Luna Park, la stazione e ogni singolo edificio, mi faceva pensare e riflettere. Avrei voluto tornare alla mia vita, dai miei amici, mia mamma, il mio piccolo paese… Ma non potevo, dovevo trovarlo, e nessuno mi avrebbe voluta, ero una fuggiasca.
Inspirai, mi asciugai la lacrima solitaria, e tornai ai miei doveri. La mia prossima tappa era Libecciopoli, lì al mercato avrei trovato tutto ciò che mi serviva per il mio viaggio, dopodiché sarei partita per Kanto, alla continua ricerca di quel fantasma del passato che non faceva altro che ingombrare la mia mente e il mio cuore.
 
  
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