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Autore: tom_    04/01/2013    2 recensioni
Sono passati ormai quattro anni da quando nella Città è tornata la pace. Josh ha sedici anni, è il suo momento: deve scegliere la fazione a cui appartenere, per sempre. Ma quale? Eruditi, Abnegati, Intrepidi, Pacifici, Candidi o Liberti? Sì, Liberti. La sesta fazione di cui nessuno ha mai parlato.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: La cerimonia                                               E' già mattina. Mi alzo dal letto lentamente, mi stiracchio gli occhi. La luce fioca dell'alba entra dalle finestre, illuminando solo una piccola parte di letto e la sedia, infondo alla stanza, vicino alla scrivania. Mi alzo e mi avvicino alla sedia, prendo i vestiti che sono appoggiati su essa, e li indosso. Una camicia azzurra, un paio di pantaloni blu mare e un paio di scarpe da ginnastica: l'abbigliamento tipico di ogni Liberto; il blu, infatti, simboleggia il mare e il cielo, le uniche due cose veramente libere sulla Terra. Indosso gli stessi vestiti il giorno precedente, durante il test attitudinale; mi era stato somministrato da un Abnegato dai capelli di un biondo-grigiastro, quasi cenere, dall'aspetto simpatico. Il risultato era stato chiarissimo: Liberto, esattamente come volevo che fosse. L'idea di cambiare fazione non mi era neanche mai passata per la testa: cosa potevo desiderare di più, che essere un Liberto? I Liberti non hanno nessun vincolo; a differenza degli appartenenti alle altre fazioni, noi non abbiamo degli incarichi ben precisi, poiché alla base del nostro pensiero non vi è l'idea che l'odio e il male tra le persone sia determinato da un solo comportamento -come pensano le altre fazioni- ma piuttosto da una serie di comportamenti negativi: l'egoismo, la violenza, la codardia, l'ignoranza o la falsità, tutti i comportamenti che le altre fazioni rinnegano e non tollerano. Proprio a causa di questa estrema libertà, nei primi anni dalla creazione delle fazioni, vi erano stati moltissimi trasfazione che abbandonavano la propria casa per poter avere una vita più libera. Per rispondere a questa forte emigrazione, il governo degli Abnegati, sotto la pressante richiesta degli Eruditi, aveva approvato una legge, per cui nessuno che non apparteneva già in origine alla fazione dei Liberti avrebbe potuto entrarvi a far parte. Dopo essermi vestito e lavato, scendo al piano di sotto, dove i miei genitori stanno preparando la colazione. -Ciao pa', ciao ma'- dico. Mio padre, Maxfield, dall'aspetto particolarmente serio, è uno dei pochi Liberti che fanno parte del Governo. Inizialmente, erano molti quelli della nostra fazione che esercitavano cariche pubbliche; ma dopo le costanti denunce da parte degli Eruditi, il numero era stato ridotto drasticamente: ora solo 3 o 4 Liberti sono nel Consiglio. -Ciao Josh. Sei pronto per il grande giorno?- chiede mia madre, Kimberly, con un mezzo sorriso disegnato sulle labbra sottili. -Aah, sono nato pronto, io!- dico spavaldamente, facendo l'occhiolino. Divoro tutto quello che mia madre cucina (sono sempre stato un ragazzo particolarmente affamato), ma, per evitare di dover morire di fame dopo, prendo un panino al latte e me lo nascondo in tasca. Mi lavo i denti, saluto i miei e corro fuori di casa. Il sole ormai inizia ad essere alto, saranno quasi le nove. La cerimonia inizia tra un'ora e mezza, devo essere puntualissimo. Il bus è in orario, come al solito. Mi ci fiondo dentro, e trovo un posto libero. Davanti a me c'è un'Abnegante, dai capelli corti. Gli Abneganti mi hanno sempre fatto una grandissima pena: si dedicano così tanto agli altri e neanche un po' a se stessi; deve essere veramente un inferno, la loro vita. Il bus ci mette poco per arrivare al Centro (il nostro quartiere è abbastanza vicino alla scuola), e scendo velocemente. Il cielo è pulitissimo, non si vede una nuvola nel raggio di decine di chilometri. Una perfetta giornata, per un Liberto. Arrivato davanti al Centro, mi siedo sui gradini dell'ingresso, aspettando Demi, la mia migliore amica. In ritardo, come sempre penso. La vedo arrivare correndo, e mentre gira l'angolo, si scontra con un Intrepido, che la fulmina con lo sguardo. Io scoppio in una risata fragorosa. -Riuscirai ad essere in orario almeno per l'iniziazione, cavolo?- le dico ridendo. Lei non risponde, si limita ad una smorfia. Prendiamo il primo ascensore libero che troviamo, e arriviamo alla sala con le coppe. Supero il primo anello, quello dei genitori, e mentre passo cerco i miei. Sono seduti vicino alla mamma di Demi; suo padre è morto 4 anni prima, aveva una malattia ai polmoni. Io e Demi ci sediamo fianco a fianco nel secondo cerchio. Saremo tra i primi ad essere chiamati, a causa dell'ordine alfabetico inverso; Demi Woolper sarà la quarta, io, Josh Tyson, il nono. Nel centro della sala, il capofazione dei Candidi, un omone dalla barba lunga, inizia con il solito discorso. Lo conosciamo tutti a memoria, ormai, e quindi nessuno lo ascolta. Vedo tantissima gente preoccupata, incerti del loro futuro. Io e Demi siamo serenissimi, tranquilli e sicuri che la nostra scelta è la migliore. Quando il Candido sta per chiamare la prima persona, un ragazzo entra correndo dalla porta infondo alla sala. E' Losh, il ragazzo di Demi. -Dio li fa poi li accoppia, vero?- le dico scherzosamente. Losh si siede vicino a noi, e ansimando ci fa un gesto che probabilmente vuol dire “Scusate”. Anche lui è un Liberto, ma a differenza mia e di Demi, è tra gli ultimi a dover decidere. Dopo un momento di pausa, il Candido urla un nome. Si tratta di un'Intrepida, che, avvicinandosi al centro della sala, prende il pugnale e senza nessun dubbio versa il proprio sangue nella coppa con i carboni ardenti. Seguono una Pacifica, che dopo un momento di esitazione, decide di rimanere fedele alla propria fazione. Poi un Erudito, che decide di passare dagli Intrepidi, lasciando tutti senza parole. -Demi Woolper!- urla l'omone, e Demi si alza, senza problemi. Arriva nel centro della sala, prende il coltello e si avvicina alla coppa dei Liberti: il suo disegno è una stella, la stella della libertà, e al suo interno vi è della polvere dorata. Lascia cadere qualche goccia di sangue e poi, felice, si siede nei posti riservati agli iniziati Liberti. Passano ancora un po' di persone, e poi è il mio turno. Mi alzo violentemente e mi avvicino al centro, prendendo il coltello. Poi inizio a fare un giro per tutte le coppe: vedo quella dei Pacifici e la loro terra, quella degli Eruditi e l'acqua, i Candidi e il vetro, gli Intrepidi con i carboni ardenti e gli Abnegati e le pietre. Poi mi dirigo con decisione verso quella dei Liberti, e con un sorriso, verso il mio sangue tra la polvere. Ho finalmente deciso come sarà la mia vita, penso. Mi siedo vicino a Demi. Facciamo passare il tempo commentando e criticando tutti quelli che passano, ci stupiamo quando un'Erudita passa tra gli Abnegati, ridiamo quando una ragazza Pacifica, presa dall'emozione, fa cadere il coltello tra i carboni ardenti degli Intrepidi. Dopo circa un'ora, arriva il turno di Losh. -Sembra nervoso- mi dice Demi, con sguardo preoccupato. -Ma figurati! Sai benissimo quale sarà la sua scelta, lo sta facendo ap-. Non riesco a terminare la frase, perché la mia voce è strozzata da un verso di Demi. Un verso di stupore, tristezza, confusione.Losh, piangendo, ha versato il suo sangue. Ma nella coppa con le due mani disegnate sopra. Nella coppa degli Abnegati.

  
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