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Autore: Sunburn_    04/01/2013    7 recensioni
«Gin?!» Urlò Edward.
Non mi fermai, anzi, accellerai il passo.
«Ginger, sei tu?!»
Il cuore mi voleva sfondare il petto.
Quando riuscì a raggiungermi, mi prese il polso e mi fece voltare verso di lui.
«Scusa, ci conosciamo?»
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capirtolo 14

«Gin, ti supplico ti devo parlare, quando ci possiamo vedere?»
«Chirs, non lo so. Sono molto impegnata ultimamente, ho davvero tanto da fare. Anche io vorrei parlare con te, sul serio.» sussurrai pensando a l'ultima volta che l'avevo visto.
Quando mi aveva detto che mi amava.
"Amare". Che parola grande, e che significato, poi.
Amare...nah, impossibile. Se è davvero quello che prova va per me, bhè, non sapevo come reagire.
«Allora vengo io da te, ora. Non mangiare. Ti porto il caffè e qualcosa di buono da mettere sotto i denti. Arrivo. Voglio solo rubarti dieci minuti»
«Chris, non trovo sia il caso..» sospirai passandomi la mano libera trai i capelli spettinati.
Sally e Ed mi guardavano storto, come se ogni parola che pronucciassi fosse sbagliata.
«Non si discute con il tuo migliore amico! Arrivo!» e così mi attacco', con quella frase.
"Il tuo migliore amico"
Un senso di colpa mi attraverso lo stomaco, come una fitta.
"Il mio migliore amico" 
Di istinto a quelle paroli, alzai lo sguardo, dritto negli occhi di Ed.
Si, migliore amico...
Sally prese subito il controllo della situazione: «Allora, che voleva?»
Risi «Bhè, ha detto che veniva, e che mi portava la colazione. Vuole parlare di quelo che è successo, dopo il compleanno a sorpresa, sai..»
Ed non lo sapeva. Quindi ero meglio se restavo sul vago.
«Ottimo, Sally, credo che io e te, e persino Vodka, siamo esclusi da questa colazione fantastica. Andiamo in  cucina a preparare un po' di the?»
La rossa si alzo' scattante. «Ma certo!»
E in pochi secondi mi ritrovai seduta, a pensare a quello che mi avrebbe detto.
Io gli volevo bene, e ci tenevo tanto a Chris, ma solo come amico.
Salii in camera nel silenzio rimasto, a darmi una sistemata per apparire almeno presentabile.
Mentre mi recavo a passo spedito verso l'armadio inciampai nella borsa, facendo uscire l'agenda, e tutte le cose stupide che ci mettevo.
Mi chinai a raccogliere tutto, e a sistemare il danno, finoa che non mi ritrovai in mano un foglietto rettangolare.
Sopra un numero di telefono, seguito da un nome, quello di mio padre.
Sospirai, e lo rimisi dentro l'agenda. Come era finito li non lo so, ricordo solo di aver gettato quel foglietto da qualche parte per terra, prima di addormentarmi.,
Ogni cosa a suo tempo, pensai. E vale anche per te, papà.

E come promesso, Chirs, si presento' alla porta dopo circa nemmeo un qiarto d'ora, caffè fumante in mano, e i cannoli siciliani con la crema pasticcera in un altra.
Prima che riuscissi a mettere tutto su una tavola, mi avvolse nelle sue braccia, in cui mi sentivo così sicura.
Ma ancora, i suoi sentimenti per me, invasero la mia testa, con mille pensieri, e mi staccai da queall'abbraccio.
Non avevo idea di dove fossero i due cugini malefici, e non volevo nemmeno saperlo. 
«Scusa, Ginger. Ma non posso negarti quello che provo per te. Sei fantastica, e si, ti amo.»
Scossi la testa «Chris, lo sai già come la penso io..»
«Non credo di sapere tutto esattamente. E' per questo che sono qui, per parlarne a cuore aperto.» sorrise scompigliandosi i capelli.
Era inveitabile pensare che fosse un bel ragazzo, chiunque lo pensa. 
Ma nel mio cuore, come già sapevo, riusciva a trovare solo un posticino come amico, nulla di piu'.
«Io trovo che tu sia una delle presone piu' fantastiche che io conosca, Chris, e ti voglio bene, tanto. Ci sei sempre stato per me, non te lo posso negare questo. Ma credo che tu ti sia fatto un idea abbastanza sbagliata. Io ci tengo a te, ma non nel modo in cui tu speri. Non voglio ferirti, con le mie parole, ma voglio essere onesta con te, come tu, sei sempre stato con me.»
Rimase in silenzio per qualche secondo, contemplando il significato delle mie parole.
Di rifiuti ne avevo patiti abbastanza, sapevo la sensazione che tutte le illusioni di quello che poteva o non poteva succedere potevano causare. Conoscevo la sensazione orribile di essere odiata dal mondo, appena crollato sulle tue spalle.
Ma non potevo nemmeno sopportare l'idea di dire cose false a persone che non se lo meritano per niente.
«Bene» riusciì a dire soltanto, dopo una pausa di pochi secondi, che semrbo' così lunga e atroce.
Cercai di sorridere anche se non serviva nulla, forse solo ad amplificare il dolore che potevo  causare.
«Pero', questo non evita il fatto che amo i tuoi abbracci.» lo guardai cercando di fare gli occhi a cucciolo.
Lui cercando di sorridere, si avvicino' di nuovo alle mie braccia, e mi strinse, come se quella fosse l'ultima volta che mi vedesse.
«Su, questo caffè si fredda e io ho fame.» ridemmo e iniziammo a ingozzarci come maiali.
Quando se ve ando', rimanendo impeidi sull'uscio, gli sussurrai dopo un ultimo abbraccio che purtroppo, pero', non sarebbe mai stato tutto come prima, e lui, di risposta, sorrise, mimando un "lo so".
Un "Lo so" che non aveva voce di uscire.
Mi sentii una merda, ma era sicuramente la cosa migliore, no?
No?
Mha.

Quel pomeriggio quando anche Ed, mi rivolse uno sguardo triste sul portico, mi avvicinai a  lui.
«Ed, va tutto bene?»
«Alla grande. Tutto perfetto, Ginger, davvero» ma ovviamente,  non era così.
«Ed,» dissi con tono duro e deciso.
«Gin?» gli spunto' un sorriso', dalla seriosità di quell'istante, e anche io non riuscii a trattenermi.
«Dai dimmi che c'è, so che c'è qualcosa, e mi da fastidio che tu non voglia condividerla con me. Me la lego al dito, sai?» biascicai, guardandolo dritto negli occhi.
Il rosso scrollo' le spalle, e subito dopo, Vodka, ci raggiunse a passo lento. Accovacciandosi suoi piedi.
Gli accarezzammo la testa per un po', finchè Ed, non spiccico' la risposta che aspettavo. «Nulla, è che avvolte credo di illudermi troppo, sai?»
Sorrisi  «Finalmente ora posso consolarti io, evvai!»
Lui scosse la testa. «Nah, stai tranquilla. Ora vado. Sai, non riesco a evitare il fatto, gli abbracci di Regina sono i migliori.»
E detto questo, se ne ando'.
Lasciandomi spiazzata.
Mi misi a sedere sui gradini del portico, pensando al significato di quelle parole.
Che sensazione strana, porvavo in quel momento.
Scossi la testa, accarezzando qella di Vodka, giunti di nuovo fianco a me.
Insieme, in silenzio, oservammo la macchina di Ed, uscire dal vialetto, e in pochi secondi mi ritrovai sola, con le sue parole, uscite come lame taglianti dalla sua bocca...


Quella sera, prima di addormentarmi, lessi l'ultimo messaggio, arrivato qualche minuto prima.
Ed.
"Non puoi consolarmi, perchè, quello che mi fa star male sei te"
Sgranai gliocchi, restando intontita a fissare quelle parole.
Perchè?

" Sai, non riesco a evitare il fatto, gli abbracci di Regina sono i migliori."
Quelle parola riecheggiavano nella mia testa. Poi le collegai alla frase che quella mattina dissi a Chris: questo non evita il fatto che amo i tuoi abbracci.
Scattai in piedi, correndo nella stanza di Sally.
«Sally. Tu e Ed, avete origliato quello che ho detto con Chris, vero?»
«Origliare è una parola grande. Piuttosto ascoltare per caso, conversazioni che non riguardano noi. Ma per caso!»
Gettai gli occhi al cielo, e  le gettai il cellulare sulle ginocchia.
Dopo che lo lesse, mi guardo' sconcertata.
«Mmmm....ci sitmao cacciando in un brutto guaio. Un brutto guai, molto brutto.»








   
 
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