Era il giorno in cui il mondo cede il passo
al nuovo anno, quando Amore ladro
la freccia immonda mi scagliò. Ohi Lasso!
I' moro. Vogli'io dimenticar quel quadro
che amor m'ha messo in testa
per legnarmi con festa.
Perchè con quella donna fredda e petra
il mio cuor, gemendo forte, arretra.

Spero ora che aspra rima si prezzi,
poichè parlerò con natura cruda;
ma prima che il mio capo rotto si spezzi,
io voglio mostrare speme mia ignuda:
'sta mia buia speranza
morta è senza baldanza.
E scusate s'alle petrose attingo
ma lui di me prima la penna ha intinto.

Ella mi tagliò, all'arrivar del terzo
anno, da sua vita: e quel che pareva
un fiorito sogno, solo fu scherzo;
ed io vil tapino che ci credeva...
ed ora basta fingere, 
lei ha deciso di stringere
quel ragionamento e condurlo al vero,
e cadevo io lì, come frutto al pero.

Il tuo amore fu soltanto carnale
ed io rispondendo con un migliore
(ma che a te non piacque e par banale)
diventai per te secco come un fiore
appassito da molto
per quell'amore tolto.
Dichiararlo dovevi, ora i' moro
e tu mi colpisci ancor come toro,

che, verso il mattador sconfitto, avanza
e contento non ancor di piacchiarlo,
ed IN RICCA corna, sprona ed incalza
per lo scopo ch'è suo: quel d'ammazzarlo.
O Dio ascolta il mio grido!
Dalle donna or diffido...
Che sei lei la spada avesse che uccise
Didone, con essaa in mio petto incise

le dolci parole che ormai son grida.
Amor... usa 'sta spada per far morir
e poter calmare la triste vita
che tristezza e noia danno e no il languir.
Ora mi son calmato
col mio cuore sconsolato.
E sotto la triste volta del cielo
triste vita continua in quel suo gelo.

Mai in realtà non potrò esser calmato
finchè Amore non m'avrà ammazato.