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Autore: leyda    04/01/2013    7 recensioni
Penso che il titolo parli già abbastanza da se, per questo eccovi un estratto dal prologo:
«Fra una settimana è il compleanno di Stiles, ma Derek non vuole farci saltare neanche un giorno di allenamenti per festeggiare.» spiegò Scott mentre l’amico sbuffava seccato, alzando gli occhi al soffitto.
«E strano a dirsi, per una volta sono d’accordo con quello scontroso del vostro Alpha. E questa è una cosa che non mi sentirete mai più ripetere.»
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski , Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopocena

Ovvero

Di regali e poker

 

 

 

 

 

 

«Allora siete tutti d’accordo per una partita a carte?» domando Jackson, passando in rassegna tutti i visi intorno a lui. Gli sembrava che qualcuno avesse già intuito cosa stava per proporre, ma sperò anche che nessuno fosse così sciocco da parlare, mandando tutto in fumo. Aveva decisamente voglia di vendicarsi di quello che Stiles era riuscito a fargli fare, e se le cose andavano come previsto,  ce l’avrebbe senz’altro fatta.

Evitando di gongolare troppo apertamente, aspetto che ognuno dei presenti gli desse il suo consenso, chi più chi meno convinto. Stiles sembrava avere un idea di quello che stava per dire, ma nei suoi occhi, Jackson leggeva la speranza che non fosse effettivamente quello. Derek aveva acconsentito più per far gruppo che per reale voglia di giocare, e il lupo sapeva che appena avesse parlato gli si sarebbe rivoltato contro, ma a quel punto sarebbe stato tardi per tirarsi indietro senza conseguenze. Gli unici che sembravano veramente all’oscuro, erano forse, Allison, Scott e, anche se gli sembrava strano, Boyd. Scrollando le spalle, aveva appena aperto bocca per parlare quando il cellulare della mora squillò.

Allontanandosi un po’, ma rimanendo comunque nella stessa stanza, ricordandosi che era circondata da lupi che avrebbero ascoltato ogni parola della sua conversazione, Allison rispose al padre.

«Papà, ma proprio adesso?» si lamentò, con un gesto stizzito del braccio che non reggeva il cellulare.

Tutti i mutaforma lì presenti sentirono distintamente la risposta di Chris Argent e, a  parte Scott, Peter e Derek, furono tutti percorsi da un piccolo brivido. Allison, ti ho anche lasciato troppo tempo con quei licantropi. Spero per tutti che tu stia bene. Sto venendo a prenderti. Ora. La tregua è durata anche troppo.

«D’accordo. Tra quanto sarai qui?» domandò sconsolata abbracciando con lo sguardo tutti. «Ok, a fra un po’.» chiuse la chiamata, tornando a sedersi di fianco a Lydia che le sorrise condiscendente.

«È il brutto di essere una cacciatrice con soli lupi mannari per amici, tesoro.» la sbeffeggiò con tono leggero.

Allison chinò la testa, nascondendo il sorriso dietro i capelli scuri. «Beh, prima che me ne vada voglio vedere cosa ti hanno regalato, Stiles.» esclamò, fissando il figlio dello sceriffo.

Jackson provò a intervenire, temendo che dopo, la sua proposta di giocare a carte sarebbe stata dimenticata in favore di chissà cos’altro, ma Isaac gli diede una spintarella, rassicurandolo. Il biondo lo osservò un po’ sconcertato, avendo notato nel tono usato dal compagno un certo… desiderio? di giocare. Inarcando un sopracciglio, si annotò mentalmente di tenere d’occhio Lahey. Già nei mesi passati gli era sembrato di scorgere qualcosa di strano nel suo modo di comportarsi con gli altri due compagni di avventure, e in particolare quel giorno. Il problema era che, nella giornata che andava ormai concludendosi, tutti, e non solo lui, erano decisamente stati troppo distratti dal mutamento di Stiles e Derek, dalla tregua che sembrava essere stata stipulata tra loro, e che stava rapidamente mutando in altro.

E riguardo a questo, Jackson si sentiva in lotta con sé stesso. Probabilmente erano le sue due parti che si scontravano, quella umana e quella lupesca. Dato che non era certo uno stupido, aveva ben interpretato quello che era iniziato tra il suo Alpha e il figlio dello sceriffo, e sapeva anche come si sarebbe evoluto il loro rapporto e cosa sarebbero diventati alla fine. E qui, entravano in campo le sue due metà: entrambe non potevano non notare la chimica che c’era tra quei due, e la reputavano ugualmente assurda. Ma mentre la sua parte umana non voleva accettarlo, unicamente perché avrebbe significato che Stiles Stilinski sarebbe diventato il compagno di Derek Hale, ovverosia un Alpha a sua volta, e questo comportava il fatto che probabilmente, da quel momento, le decisioni di Stiles avrebbero avuto molto più peso di quanto già non ne avessero ora. La sua parte da lupo e da Beta invece, era felice che il suo Alpha avesse finalmente trovato qualcuno. E riusciva ad avvertire, come probabilmente tutti gli altri, quasi ci fosse un collegamento empatico, che Derek aveva già cominciato a cambiare, che era un po’ più sereno.

Assurdo, reputò la sua mente, arrendendosi comunque all’evidenza, come già avevano fatto quel giorno. Dopotutto, erano stati proprio loro, nell’arco di meno di ventiquattro ore a spingere perché quei due si svegliassero almeno un po’. Probabilmente si erano comportati così inconsciamente, assecondando ciò che il loro istinto ordinava. O forse erano solo adolescenti che avevano deciso che Derek e Stiles erano fatti l’uno per l’altro e, senza chiedere pareri a nessuno dei due, avevano voluto vedere che sarebbe successo se fossero riusciti nel loro intento. Magari era un mix delle due cose, ma in entrambi i casi, non avevano calcolato le conseguenze. Forse solo Peter l’aveva fatto. Anzi, Jackson sospettava che tutta quella giornata era stata architettata e orchestrata in maniera magistrale dall’ex-Alpha, proprio con quello scopo, tra gli altri che avrebbero potuto esservi.

Senza che se ne accorgesse, era rimasto a fissare l’uomo, che aveva ricambiato il suo sguardo perso sorridendogli cortesemente prima, e divertito poi, quando Lydia aveva dato un pizzicotto sul braccio del suo ragazzo, riscuotendolo.

«Cosa vuoi?» aveva ululato, strofinandosi la parte offesa. Ogni tanto aveva il dubbio che in realtà, Lydia non fosse assolutamente immune, ma che fosse esattamente come loro e lo nascondesse con una grande abilità.

«Dove hai lasciato il regalo di Stiles?» domandò inarcando un sopracciglio.

«È nella porche qua fuori, perché?»

«Allora va a prenderlo, no?» rispose in tono un po’ petulante, spingendolo con le mani giù dal divano. Sbuffando seccato, Jackson si alzò e recuperò le chiavi della macchina. Passando affianco a Stiles, lo guardò con astio, sperando che quello che aveva progettato si concretizzasse.

Uscendo, lo sentì bisbigliare rivolto a Lydia «Ma che gli prende?» che non ottenne risposta. Seguendo l’esempio di Jackson, anche tutti gli altri si alzarono per andare a recuperare i regali, nascosti chissà dove, e nella sala rimasero solo Stiles, Lydia, Erica e Scott. Con gran sorpresa di tutti, anche Derek a quanto pareva, gli aveva comprato qualcosa. «Non ci credo… anche il grosso lupo cattivo ti ha fatto il regalo, Stiles. Vorrei dire qualcosa, ma ogni parola mi sembra superflua.» sogghignò Lydia.

Erica, dandole manforte aggiunse «Scommetto che il suo sarà il più gradito di tutti.»

Stiles sbuffò, dicendosi convinto del contrario e confidando in Scott che lo conosceva da tanto tempo, per riuscire a non dare ragione alle due ragazze. I primi a tornare furono Isaac e Derek, che ripresero i loro posti sul divano e per terra. Derek aveva valutato di sedersi il più lontano possibile da Stiles, ma considerati tutti gli avvenimenti e i commenti della giornata, l’aveva reputata una precauzione inutile e gli si era nuovamente seduto alle spalle. Era anche abbastanza certo che nessuno, almeno per quella sera, avrebbe avuto nulla da aggiungere sulla sua decisione.

A quanto pareva, la pensava allo stesso modo anche il festeggiato, che nuovamente si appoggiò alle sue gambe, cercando alla cieca una sua mano e sistemandosela tra i capelli, in una muta richiesta. Anche senza guardarlo in volto, poteva perfettamente immaginare che Stiles avesse lo sguardo basso, per non dover fronteggiate le occhiate sapute degli altri, che erano invece rivolte a lui. Man mano che tutti rientravano nella stanza potevano vederli perfettamente, ma nessuno osava commentare in nessun modo. L’unico che ci provò fu Scott, ma fu ammutolito dall’occhiata supplichevole di Isaac e ancor più da quella minacciosa di Erica.

Gemendo internamente si sistemò affianco all’amico, evitando di guardarsi in faccia vicendevolmente. L’ultimo a rientrare fu Peter.

Ora, sistemati davanti a Stiles, un po’ alla rinfusa, vi erano una discreta quantità di pacchi, dalla variegata ed eterogenea forma e involucro. Non sapendo da quale iniziare, optò per quello di Allison, considerato che a breve se ne sarebbe dovuta andare. Un po’ la invidiava per questo, perché sarebbe scampata al gioco architettato da Jackson, e che già sapeva essere stato proposto unicamente per vendicarsi di lui e del fatto che aveva dovuto obbedirgli.

La cacciatrice pescò dal mucchietto un pacco piccolo e ben incartato in un lucido sacchetto blu e argento. Stiles si era riproposto, nei giorni passati, di non cercare di immaginare in alcun modo quello che avrebbero potuto regalargli, per non crearsi aspettative. Aprendo la busta, vi trovò dentro due scatole, una un po’ più piccola dell’altra. La più grande conteneva un piccolo taser, mentre l’altra un ricambio.

Sconcertato, la osservò negli occhi, e la vide alzare le spalle, minimizzando. «Beh, ho pensato che potesse servirti se mai ti trovassi da solo contro uno degli Alpha… ti darà il tempo di scappare e chiedere aiuto.» spiegò, un po’ incerta ora, della sua scelta.

Stiles alternò per un po’ lo sguardo tra l’oggetto tra le sue mani e la ragazza, la bocca aperta in una “o” perfetta. «Con te funzionerebbe?» domandò poi alzando la testa per guardare Derek.

«Se ci provi ti uccido. Però rallenta, questo è vero.» concesse.

«Oh. Grazie Allison, in effetti è decisamente utile.» concluse avvicinandosi per ringraziarla.

Appena tornato al suo posto, si ritrovò sulle gambe un ben più voluminoso pacco. Al tatto sembrava morbido, quindi la prima cosa che gli venne in mente, cercando un punto per aprirlo, fu che si trattasse di vestiti. Rigirandoselo tra le mani, trovò anche un biglietto e, a giudicare dalla grafia, doveva essere di Lydia, ma la frase non era sicuro a quale dei tre attribuirla, se alla rossa, a Erica o a Jackson. «Cos’avete contro i miei vestiti, scusate? Sono comodi.» commentò immediatamente.

«Si, ma se vuoi che tuo padre ti prenda sul serio quando fai outing devi vestirti in modo adeguato.» ribatté immediatamente Jackson, innescando diverse reazioni. Scott e Stiles rimasero a bocca aperta, mentre gli altri s’incuriosirono.

«Tu come… aspetta… ma tu eri svenuto!» esclamò stordito Stiles «Scott, lui non era svenuto?!» domandò girandosi verso l’amico che lo fissava con gli occhi spalancati.

«Uh… di che state parlando?» fu la lecita domanda di Isaac.

«Ti ricordi quando mister voglio-assolutamente-essere-un-licantropo-ma-l’universo-ha-altri-piani, qui presente era appena fuggito da casa di Scott?» iniziò, ignorando le lamentele di Jackson «Ecco quella sera l’abbiamo inseguito fino a un club... beh, un club gay. E poi Derek ha provato a uc… fermarlo, e noi abbiamo trovato Jackson nel parcheggio e l’abbiamo caricato sulla Jeep. Poi, siccome le disgrazie non vengono mai sole, è arrivato mio padre e ho provato a inventarmi che ero gay per mandarlo via. Ma pensavo che lui» esclamò additandolo senza neanche guardarlo «fosse svenuto! Scott, non era privo di sensi, oltreché di vestiti?»

«Beh, un po’ cosciente lo era…» ammise l’amico.

«Non ci posso credere. Speravo che quella storia fosse finita nel dimenticatoio della mia vita e invece ora la sapete tutti… che tristezza.» fu il commento di Stiles, prima che si dedicasse al regalo. «Aspetta, aspetta! Ma quindi l’altro giorno a scuola…» esclamò, colto da un improvvisa illuminazione. Lydia, Erica e Jackson si scambiarono un’occhiata divertita e un po’ colpevole.

«L’altro giorno, cosa?» si sentì chiedere da Peter, che si stava oltremodo divertendo. Stiles avrebbe voluto evitare di rispondere, perché dietro di lui, gli sembrava che Derek si stesse innervosendo e lui sembrava essere la vittima più prossima e probabile da cui iniziare.

«Uhm… diciamo che l’altro giorno ho goduto di uno scoppio di popolarità da parte di questi tre. Ma Jackson è stato quello più discreto.» ammise.

«Questo lo credi tu.» dissero contemporaneamente Scott e Isaac, memori di quello che era successo nello spogliatoio di lacrosse. Stavolta fu il turno di Stiles di chiedere delucidazioni, ma la voce nervosa dell’altro chiamato in causa lo distrasse.

«Allora, apri il regalo o no, Stilinski? Abbiamo anche altro da fare, poi.»

Dandogli tacitamente ragione, il figlio dello sceriffo trasse fuori dalla carta regalo una serie di vestiti, dall’aria elegante ma comoda. E soprattutto costosa. «Cavolo… quanto ci avete speso? Spero che possiate cambiarli.» esclamò un po’ in imbarazzo. Passandoli in rassegna, notò una preponderanza di rosso. Impaziente, Erica lo fece alzare e lo spedì a provarne qualcuno. Dal bagno li vicino lo sentirono trafficare e borbottare, prima che la porta si aprisse e Stiles tornasse nella stanza con un look che decisamente non gli apparteneva comunemente, ma che gli stava dannatamente bene. Inizialmente, i tre avevano pensato di stravolgere completamente il tipico modo di vestirsi del ragazzo, ma poi avevano convenuto che, se proprio volevano che indossasse i loro regali, avrebbero dovuto limitarsi.

Alla fine avevano trovato un compromesso accettabile che era a metà strada tra il solito vestiario di Stiles, largo e comodo, e qualcosa di un po’ più alla moda e decisamente più aderente, per evitare di nascondere il fisico del festeggiato, già inutilmente occultato. Mostrandosi agli sguardi di tutti, Stiles si sentiva come se lo stessero analizzando al microscopio, e allargando le braccia e sospirando chiese a Scott. «Che ne dici amico?»

Il lupo annuì, concorde, ma fu Jackson a parlare prima che ci riuscisse lui. «Finalmente dei vestiti decenti Stilinski.»

«Jackson!» lo riprese Lydia, mentre i due amici commentavano con un «Idiota» ben udibile.

Un posto più in là, Peter stava sfacciatamente fissando il nipote che aveva rapidamente distolto lo sguardo dal suo, alternandolo tra il fisico di Stiles –che cercava di non soffermarsi su quella sensazione che gli occhi di Derek  gli stessero scavando addosso– e il resto della stanza, fermandosi per un attimo sulle scale.

«Derek, non dici nulla?» si sentì dire da Erica. Fulminandola con lo sguardo, si concentrò sul figlio dello sceriffo, cercando di trovare qualcosa per commentare, che non fosse fraintendibile. «Sono rossi.» esalò infine, e immediatamente, il bisbiglio di Jackson gli raggiunse le orecchie. «Molto appropriato, direi.»

Ma la voce ironica del lupo fu sovrastata da quella altrettanto sarcastica di Stiles «Però, che occhio. Pensavo fossero blu, sai?» disse alzando un sopracciglio. «Beh, vado a cambiarmi.» concluse.

«Perché non rimani con quelli? Ti stanno bene.» propose Allison.

Stiles passò lo sguardo sulla sua figura, poi sull’Alpha e infine sulla cacciatrice, mordendosi il labbro inferiore prima di rispondere. «Preferivo gli altri vestiti. Sono più comodo, e questi sono nuovi, hanno ancora l’etichetta. Preferirei non rovinarli subito.» spiegò, grattandosi la testa e cercando il consenso di Derek, dato che alla fine quello che voleva indossare era suo. Il lupo annuì e Stiles sparì nuovamente dietro la porta del bagno.

Afferrando la maglia verde, prima di infilarla nuovamente si fermò a pensare che Derek gli aveva concesso di indossare qualcosa di suo per ben due volte nella stessa giornata. Si sentiva stranamente lusingato da questo  fatto, anche se non era nulla di straordinario. Dopotutto, lui e Scott si erano scambiati i vestiti parecchie volte da quando erano piccoli. Sospirando, finì di vestirsi e tornò in sala, cogliendo l’ultimo commento di Erica e la risposta ringhiata di Derek. A quanto pareva anche al lupo scontroso piacevano i suoi nuovi vestiti. Evitando di soffermarsi troppo su questo pensiero, si annunciò facendo più rumore del necessario e tornò al suo posto.

Stavolta fu il turno del regalo di Scott, che si rivelò essere un nuovo videogioco per il computer, e di Isaac e Boyd, che insieme gli avevano comprato un’edizione illustrata del Signore degli Anelli, per cui Stiles stava risparmiando da tanto. Li ringraziò tutti e tre, coinvolgendoli in un abbraccio di gruppo, in cui Scott era il più basso e fu preso in giro da Jackson per questo.

Ormai mancavano solo i regali dei due Hale, e Stiles aveva appena preso il pacchetto che Peter gli porgeva, quando tutti i lupi si voltarono verso la porta di casa. «Ci sono problemi?» domandò Allison, posando una mano sul braccio di Scott.

«Sta arrivando tuo padre.» rispose il ragazzo, voltandosi verso di lei.

La cacciatrice parve indecisa su come comportarsi, ma Stiles venne in suo aiuto, proponendole di aspettare sotto il portico assieme a lei. «Forse è meglio se tuo padre vede un numero di licantropi pari a zero, ti pare? Dai, prendo la giacca e andiamo fuori, ok?» aggiunse.

Pochi minuti dopo i due ragazzi erano all’aperto ad aspettare, mentre tutti gli altri si erano addossati alle finestre per vedere ed essere pronti a intervenire. Solo Derek era uscito, unendosi ai due liceali in attesa, sorprendendoli un po’.

«Sicuro che sia una buona idea?» gli chiese Stiles, affondando le mani nelle tasche.

Senza distogliere lo sguardo dagli alberi di fronte a sé, Derek annuì. «È casa mia.»

«Ok, capo. Siamo con te, vero Allison?» disse il festeggiato, sporgendosi per guardare la ragazza, che diede subito il suo assenso.

Quando il fuoristrada di Chris Argent si fermò nello spiazzo la tensione nell’aria era talmente tanta, che Stiles non si sarebbe stupito di vedere scintille intorno a loro, come fossero state lucciole. Facendo qualche passo, seguendo Allison, si avvicinò al cacciatore che sembrava assolutamente disarmato.

«Signor Argent…» salutò Stiles, innervosito dai due sguardi che lo perforavano: quello di Chris davanti e quello di Derek sulla sua schiena. «Siamo tutti sani e salvi, come può vedere.» sorrise nervosamente, sentendo Allison sospirare rassegnata di fianco a lui.

«Andiamo tesoro.» si limitò a dire l’uomo, fissando l’Alpha immobile sotto il portico della casa, che ricambiò lo sguardo senza esitazione.

«Va bene. Grazie di avermi invitato Stiles.» si congedò la mora, spostandosi poi un po’ a lato «Grazie di avermi ospitato, Derek.» aggiunse, sorridendo poi a Stiles, quando le giunse il saluto in risposta di Derek. Entrambi si sentivano soddisfatti di essere riusciti a evitare situazioni di troppa tensione e, quando entrambi gli Argent furono saliti in auto, Stiles raggiunse il lupo, osservandoli andare via insieme a lui. Poi gli diede un pugno sul petto, sorridendo soddisfatto.

«Ottimo lavoro.» esclamò ammirato, superandolo per rientrare.

Appena messo piede in casa però, tirò un sospiro di sollievo, mentre Scott gli dava una vigorosa pacca sulle spalle e Isaac lo guidava di nuovo verso il divano. «Allora, dove eravamo?» s’informò, vedendosi nuovamente porgere il pacco di Peter. Scartandolo, Stiles rimase senza parole: il maggiore degli Hale gli aveva regalato un cellulare nuovo.

«Non è un po’ esagerato?» riuscì a dire, dopo un po’.

Peter sorrise enigmatico come suo solito. «Non si sa mai che fine potresti far fare al tuo. Questo è impermeabile all’acqua.» rispose poi, facendogli sapere che era a conoscenza anche di quel fatto.

«No, tu mi devi spiegare come diavolo fai a conoscere tutto quello che è successo mentre eri morto. Perché è una cosa fuori da ogni logica!» esclamò Stiles, rassegnandosi all’evidenza che probabilmente Peter Hale sarebbe venuto a conoscenza di qualsiasi cosa. «Grazie comunque. Cercherò di non rovinarlo, ma non posso prometterlo considerando con chi ho a che fare.» ridacchio, imitato da tutti porgendo la mano all’uomo per ringraziarlo. Peter la strinse con un sorriso scompigliandogli i capelli divertito.

Appena ebbe preso il regalo di Derek dalle sue mani, sentì un improvvisa curiosità e concentrazione da parte di tutti i presenti. A essere onesto, anche lui era molto curioso di sapere cosa l’Alpha avesse potuto regalargli. A giudicare dalle dimensioni del pacchetto –una piccola scatola rettangolare, molto leggera– non doveva essere nulla appartenente alla categoria vestiti e simili, ma neanche un libro. Impaziente, strappò la carta regalo,  ritrovandosi a stringere tra le mani una scatola contenente un hard-disk portatile, con una buona capacità di memoria. Girandola di lato, vide che era già stato aperta e, confuso, portò lo sguardo a incontrare quello di Derek, dietro di sé.

«Dentro c’è l’archivio degli Hale. Te ne ho fatto una copia, così saprai dove cercare informazioni attendibili.» spiegò, soddisfatto della sorpresa che illuminò gli occhi di Stiles. Lo vide fremere d’impazienza, alternando lo sguardo tra il suo nuovo regalo e lui.

«Wow! Grazie, è fantastico!» esclamò saltando su e abbracciando Derek «Oh, non vedo l’ora di… Oh, ehm, scusa… grazie Derek» si ricompose tornando a sedersi e grattandosi la testa imbarazzato, sorridendo del suo stesso entusiasmo. C’era però una domanda che stava iniziando a frullargli nella mente: quel regalo significava che finalmente Derek l’aveva accettato come membro effettivo del branco?

A interrompere qualunque genere di riflessione stesse per intraprendere, ci pensò la voce di Jackson, che ricordò a tutti che aveva proposto di giocare a carte prima e che ognuno di loro aveva accettato. Concordando mestamente, si adoperarono per spostare tutti i regali e buttare le varie carte, liberando lo spazio in mezzo a loro.

«Allora, che gioco è?» domando rassegnato Stiles, immaginando già la risposta.

Infatti, come aveva supposto, Jackson rispose «Poker»

«Oh, ok. Poker. E cosa puntiamo?» chiese ancora, una minuscola nota di speranza che andò in frantumi con la voce di Erica e Lydia. «Che domande, i vestiti.». Strofinandosi le mani sugli occhi, sospirò sconfitto «Lo sapevo. Ma perché l’ho chiesto...? D’accordo, allora vado a finire di vestirmi, eh?» esclamò, conoscendo la sua incredibile capacità di perdere al gioco. Per questo preferiva quelli di ruolo e strategia, in generale quelli che non prevedessero una buona dose di fortuna.

Sfortunatamente, la mano di Jackson si serrò sul suo braccio inchiodandolo al suo posto. «Non ce n’è bisogno, Stiles…» sogghignò estremamente soddisfatto.

«Ti odio, Jackson.» sibilò liberando il braccio.

Con il ghigno irritante che ultimamente utilizzava poco, il lupo si alzò e recuperò un mazzo di carte, eliminò i jolly e lo mischiò, prima di distribuire cinque carte ciascuno. Scott e Stiles si scambiarono un’occhiata esasperata, perché già immaginavano come sarebbero finiti.

Con un po’ di timore, e speranza di non essere l’unico sfortunato e potenzialmente incapace, Stiles guardò le proprie carte e poi i volti di tutti gli altri da cui poté dedurre che: o avevano tutti delle ottime carte, o avevano tutti la cosiddetta “faccia da poker”, perché erano tutti impassibili. Di alcuni non se ne stupiva più di tanto, Derek e Peter ad esempio, ma che Isaac e Scott riuscissero a non far trasparire nulla, lo lasciava sorpreso. Distratto da ciò, per poco si dimenticò di cambiare le carte, ritrovandosi con una buona combinazione in mano. Forse non sarebbe andata tanto male, si disse speranzoso. E l’illusione durò fino alla terza mano, prima della quale a perdere i primi pezzi erano stati Isaac, Erica e Jackson, ora tutti e tre senza scarpe.

Prima di iniziare avevano stabilito che solo uno per turno, cioè quello con le carte peggiori si sarebbe spogliato di un indumento, e che il primo a rimanere in mutande avrebbe perso.

Da quel punto in poi, Stiles pensò che Peter, che in quel momento stava facendo il mazziere, avesse truccato le carte perché, per quattro turni consecutivi furono lui e Erica a perdere, alternativamente,  e furono costretti a togliersi scarpe e calze –Stiles– e calze e una maglia –Erica–.

«Questa storia non mi convince. Perché non lo fate fare a qualcun altro il mazziere?» s’impuntò Stiles, ricevendo delle nuove carte per un'altra mano e notando che erano abbastanza buone. Se avesse avuto fortuna, cosa in cui non sperava troppo, sarebbe riuscito a fare full. Incredibilmente andò come aveva sperato e stavolta a rimanere scalzi furono Derek e Lydia. Sogghignando, sperò che fosse proprio l’Alpha a rimanere in mutande, in modo da poterlo prendere in giro per una volta.

«Ehi, ehi. Non mi fido di te!» esclamò ad un certo punto, vedendo che il mazzo toccava di nuovo a Jackson «E poi perché siete solo voi due a dare le carte? Perché non posso farlo io?» continuò allungando la mano per farsi consegnare il mazzo.

Sospirando esasperato, Jackson fece finta di accontentarlo, salvo poi passarlo a Lydia, di fianco a lui. «Ho già detto che ti odio? Scott, l’ho già detto vero?» domandò retoricamente, mentre la rossa sorrideva divertita, mischiando.

«Stiles, non te la prendere…» cercò di tranquillizzarlo quando gli consegnò le sue carte, prese con un sospiro.

«Dai non posso crederci!» si lagnò quando, due maglie –che aveva previdentemente indossato– dopo, toccò ancora a lui spogliarsi rimanendo in canotta. Lo consolava il fatto di non essere il più svestito, in quanto Derek era già a torso nudo insieme a Erica, che era rimasta con i pantaloni e il reggiseno. A infastidirlo era il fatto che Scott aveva perso solo le scarpe, e non si capacitava di questa sua improvvisa bravura a poker. Non si stupiva di Lydia invece, ancora praticamente coperta.

Continuò a mugugnare finché una manata non lo raggiunse al centro delle scapole. «Ho capito, la smetto.» bofonchiò, senza girarsi a guardare Derek. In effetti, non aveva più osato farlo, da quando quel lupo con le caldane –perché davvero non capiva come facesse a essere sempre vestito così leggero– aveva perso la maglia. Preferiva evitare per non dare altro motivo a Jackson, il maledetto che aveva organizzato tutto e che secondo lui stava anche truccando il gioco, di ridere di lui e sfotterlo. Era ancora troppo scombussolato da tutta la giornata, e già il fatto di averlo seduto affianco non aiutava, ma almeno gli impediva di guardarlo per forza. L’unica volta –per fortuna sua e dei suoi ormoni, arrivati a questo punto– che aveva visto l’Alpha a torso nudo, era ancora un Beta e aveva un proiettile nel braccio, ed era stato troppo sconvolto dalla richiesta assurda per prestarvi attenzione sul momento, ma l’immagine di Derek che si rotolava in terra durante il processo di guarigione era ben stampata nella sua mente, e in quel momento non aiutava per nulla.

«Jackson, mi sa che il tuo gioco ti si sta ritorcendo contro.» lo beffò Isaac, ancora con tutti i pezzi al proprio posto, mentre anche Jackson si liberava della canotta rimanendo in pantaloni. Lydia fece una smorfia al licantropo che aveva parlato, facendo scivolare il braccio sotto quello del suo ragazzo e stringendoselo addosso.

«A me non dispiace per niente, tesoro.» sorrise prima di baciarlo.

«Andiamo avanti?» propose Scott, evitando di osservarli.

Isaac lo fissò interdetto, ma fu Stiles a commentare «Amico, è inutile che fai il casto e innocente, ti devo ricordare di quando abbiamo rubato il furgone della polizia?» facendolo arrossire e balbettare imbarazzato. Si era accorto che aveva volontariamente evitato di scendere nei particolari, ma già solo quell’accenno era bastato a scatenare curiosità indesiderate.

«Questa me la dovrai raccontare McCall, perché io ero li dentro, ma non ero cosciente e voglio sapere come hai fatto a non accorgerti che ero fuggito.» intervenne Jackson, porgendo due carte a Boyd, che in quel momento faceva il mazziere, per farsele cambiare.

«Fatti tuoi, Whittemore. Non ti dirò un bel niente.» berciò Scott un po’ risentito verso il migliore amico.

Evidentemente anche Stiles se n’era accorto, e pensò che il lupo gliel’aveva mandata, perché perse nuovamente e fu costretto a privarsi della maglia. Ora si, si sentiva in imbarazzo, e sperava che non si notasse troppo, ma Erica e Lydia, che ultimamente non si lasciavano sfuggire un occasione che fosse una, per metterlo alle strette, iniziarono a commentare.

«Stiles, io non capisco perché ti metti sempre vestiti sformati e larghi. Meno male che abbiamo provveduto.» iniziò la rossa.

Erica annuì, «Già, eppure hai un gran fisico, dovresti sfruttarlo per fare conquiste.» sogghignò indicando con un lieve cenno del capo il capobranco seduto al fianco del ragazzo, che brontolò lievemente.

«Vi prego, dite qualcosa voi due… qualcosa per farle stare buone!» puntualizzò immediatamente, rivolto a Boyd e Jackson che sorrisero miti. «Zittirle tu?» pregò voltandosi verso Derek, evitando di guardarlo da qualche parte che non fossero gli occhi grigioverdi che sfuggivano i suoi.

Sentì Erica ridere di gusto e la guardò interrogativo. «Lo stai facendo di nuovo.»

«Facendo cosa?»

Erica eliminò della inesistente polvere dai pantaloni, sorridendo compiaciuta «Guardando solo negli occhi…»

«Ancora con questa storia?!» si lamentò esasperato, mentre Isaac distribuiva le carte. Purtroppo, ora che la lupa gli aveva messo la pulce nell’orecchio, non riusciva a impedirsi di lanciare sporadiche occhiate fuggevoli al moro al suo fianco, che con molta più abilità faceva altrettanto.

Questa volta toccò a Isaac spogliarsi che rimase con la maglia. Per ora, i più svestiti erano Derek, Erica, Stiles e Jackson, tutti ugualmente senza maglia, seguiti da Peter, Boyd e Isaac i quali se avessero perso avrebbero dovuto privarsi anche loro dell’ultimo indumento superiore che indossavano. Mentre quelli ancora praticamente intoccati erano Scott, e nessuno riusciva a capacitarsi del come fosse possibile, e Lydia.

Ormai quella erano arrivati alla fine del gioco, in quanto il primo a togliersi anche i pantaloni, avrebbe perso, ma la partita si prolungò ancora di due turni in cui, Peter e Isaac rimasero a torso nudo. Alla fine, proprio come il licantropo aveva predetto, il gioco si era effettivamente ritorto contro Jackson, il primo a perdere anche la parte inferiore di vestiti. Sbuffando contrariato, ma comunque soddisfatto dell’imbarazzo di Stiles e, anche se cercava di nasconderlo, di Derek, il lupo ammise la sconfitta e tutti poterono rivestirsi.

«Beh, direi che è ora di andare. Stiles mi dai un passaggio?» domandò Scott, stiracchiandosi.

L’amico annuì, evidentemente distratto da altro, lanciandogli le chiavi della Jeep per iniziare a caricarvi su la sua bici. Finita la partita e reindossato tutto, ognuno si era diviso, chi andando in cucina a spiluccare ancora qualcosa, chi facendo una scappata al bagno, chi cercando chiavi e altre cose disseminate in giro. Isaac aveva raggiunto Scott fuori, per dargli una mano, Jackson e Lydia si stavano infilando le giacche, chiacchierando con Peter, sembrava che tutti avessero fatto apposta a lasciare Stiles con Derek.

«Grazie per averci, anzi avermi sopportato per tutto il giorno. Immagino sia stata una bella prova per la tua luposità schiva e solitaria, eh?» scherzò Stiles, infilando le mani nelle tasche dei jeans. «Uhm… per i vestiti»

«Tienili» l’interruppe Derek, tornato imperscrutabile come al solito. A quanto pareva, la capacità di comprenderlo di Stiles, si era esaurita per quel giorno.

«Davvero?»

«A me non vanno e… ti stanno bene.» ammise, lievemente imbarazzato, grattandosi la punta del naso, un gesto che il figlio dello sceriffo non gli aveva mai visto fare.

Stiles sorrise, annuendo. «Va bene. Dopotutto, tu hai ancora la mia maglia. Allora ci vediamo al prossimo guaio, eh?» si congedò, allungando la mano verso il pomello della porta.

«Magari anche prima.» rispose Derek, voltandosi e salendo le scale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo pazzo:

Nooooo!! È finitaaa!!! T^T

Scusate, leyda va un attimo a disperarsi in un angolo e lascia il posto a Rose:

Povera… mi dispiace per lei e mi dispiace anche perché è finita (o forse no!) comunque leyda è tornata…

Si, è ho deciso molto democraticamente, che ci sarà ancora un epilogo, prima dell’arrivo del seguito di questa storia, quindi aspettatevelo per la prossima settimana!^^ Dopodiché metteremo sul serio la parola FINE a questa lunga giornata. Oddio, è meglio se non ci penso che sennò vado di nuovo a disperarmi in un angolo…

Comunque, ci metteremo un po’ per il sequel, perché non sappiamo bene come strutturarlo ancora, quindi prima ne scriveremo qualche capitolo, giusto per non prenderci all’ultimo nanosecondo per essere puntuali con gli aggiornamenti e poi lo pubblicheremo.

Ad ogni modo… il gioco l’avevate indovinato praticamente tutti! Anche se non era difficile da intuire.

E ora, è il momento dei penultimi saluti di fine capitolo: Ringraziamo tutti quelli che hanno recensito, chi ha preferito, seguito e ricordato! E vi aspettiamo la prossima settimana per l’ultimo-ultimo aggiornamento! (No-o! Non voglio!ndleyda)

A venerdì prossimooooo!!!

Baci

  
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