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Autore: RainingStars    04/01/2013    3 recensioni
E' un piccolo capitolo basato sulla coppia Speedy/Aqualad, che io adoro.
Spero vi piaccia!
Ecco un piccolo assaggio:
Roy. Non lo aveva mai chiamato col suo vero nome
-Che ti manca, Garth. Cosa ti manca?- nella sua voce c’era quasi rabbia, mista ad angoscia.
Nel silenzio strisciava la consapevolezza, che già da tempo si era affacciata nella mente dei due eroi, ma che entrambi avevano ricacciato, chi etichettandola come debolezza, chi ignorandola. Eppure entrambi erano prigionieri del dubbio, in cui galleggiavano impotenti e troppo timorosi per avventurarsi oltre la propria corazza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco la mia ff Slash, spero vi piaccia!
Ah, per chi non lo dovesse sapere, Roy è il vero nome di Speedy, e Garth quello di Aqualad.
Buona lettura, e recensite!

Speedy si affacciò dal balcone interno che dava sulla Main OPS Room. Una figura solitaria, dai lunghi capelli corvini, se ne stava seduta a bordo della vasca , posta al centro della sala. Stava calando la sera, e gli ultimi deboli raggi invernali del sole entravano dalle ampie vetrate, riflettendosi sulle varie superfici azzurre, colore caratteristico della T-Tower di Steel City, e donando all’atmosfera una sfumatura vagamente nostalgica. Il ragazzo dalla tuta rossa scese di sotto e si avvicinò silenzioso al suo compagno, che rimase immobile, guardando lo specchio d’acqua che aveva davanti, e gli si sedette accanto a gambe incrociate, lo sguardo ritto davanti a sé. Vedendo che Aqualad non dava segno di essersi accorto della sua presenza, si girò a guardarlo.
Certo che è proprio bello. Strano che non abbia già una ragazza….mezza città è ai suoi piedi.
In quel pensiero, così infantilmente formulato, c’era però un pizzico di amarezza e di gelosia, e un’idea, fulminea come una delle sue frecce, saettò veloce tra i meandri della sua mente. Realizzando tale pensiero, arrossì, e rimase fermo, senza osare muovere un muscolo, e rimproverandosi per quella debolezza. Debolezza. Così si costringeva a chiamarla.
-Mi manca- la voce dell’Atlantideo  riscosse Speedy dai suoi pensieri. Non si era accorto di avere gli occhi scuri del compagno puntati addosso, in attesa di risposta. Che non arrivò. Rigirandosi, più afflitto di prima, a guardare la vasca aggiunse  -Atlantide, casa, mi manca-  
Silenzio.
Vedendo che l’arciere non dava segno di voler rispondere, fece per alzarsi.
-Questa è casa. Casa tua.- una leggera nota di disperazione attraversò la voce del rosso.
Aqualad si risistemò a terra, sfiorando con un dito l’acqua, che gli risalì fino al palmo.
-Lo so, Roy. Lo so- Roy. Non lo aveva mai chiamato col suo vero nome, facendo accendere, senza in verità alcun preciso motivo, un campanello nella mente del ragazzo in rosso. -Cos’è?- domandò.
-Hm?-  -Che ti manca, Garth. Cosa ti manca?- nella sua voce c’era quasi rabbia, mista ad angoscia. Ci fu un breve silenzio, nel quale il corvino rimase sospeso, sorpreso per il tono di voce del compagno.  Si girò a guardarlo, senza però poter scorgere i suoi occhi, coperti dalla maschera.   Non rispose. Non poteva. Fece una smorfia divertita, e un secondo dopo la bolla d’acqua che aveva in mano scoppiò, bagnando il compagno. Speedy, colto di sorpresa, non poté far altro se non cercare di scansarsi, cosa che peggiorò la situazione, portandolo quasi a cadere con tutte le scarpe nella piscina. Si rialzò, e un sorrisetto scaltro gli illuminò il volto. Prese la rincorsa e caricò l’Atlantideo, che si spostò fluidamente di lato, l’arciere tentò di frenare la sua corsa, ma finì solo per tuffarsi nella vasca. Ne emerse con un cipiglio, non aiutato dalla risata del corvino, che per poco non cadeva a terra piegato in due.
La sua risata…
E di nuovo, quel pensiero gli attraversò la mente, mentre si issava sul bordo, bagnato come un pulcino. Dal canto suo, al telepate morì il sorriso sulle labbra. Il suo sguardo duro andava alla mascella perfetta, ai pettorali scolpiti, a quei capelli così dannatamente rossi, ai muscoli delle cosce che si tendevano, di quel corpo su cui  scivolava l’acqua, avvolgendo ogni millimetro di muscolatura sotto alla divisa rossa. E quelle labbra. Carnose. Che si stavano muovendo, formulando una lieve imprecazione, che non giunse alle orecchie dell’Atlanditeo, la cui mente era intenta in un’ardua battaglia. Aveva affrontato nemici, abbandoni, era sopravvissuto a guerre e battaglie, ma quella volta era diverso. Era contro se stesso che stava combattendo. Contro quella pulsione che sembrava mandargli in tilt il cervello.
E un secondo dopo era a terra.
Ritorno alla realtà alquanto brusco.
Speedy stava in piedi davanti a lui, trapelando arroganza e soddisfazione.
-Giusto per ricordarti chi ha vinto tra di noi nel Torneo degli Eroi- si vantò. Che poi non l’aveva vinto. Era arrivato secondo. Aqualad si alzò, e nel farlo provò ad allungare la gamba, col preciso intento di far cadere l’altro, che però fu più veloce e saltò all’indietro, evitando la trappola. Ma non fece in tempo a mettersi in posizione, che il corvino lo aveva afferrato per la vita, caricandolo. Ci fu una breve colluttazione, poi si ritrovarono entrambi a terra, uno sopra l’altro. Speedy, che stava sopra, si ritrovò a pochi centimetri dal volto del telepate, che lo guardava, le gote in fiamme. Rimasero così, a guardarsi con tale semplicità. Una semplicità carica di significati, che sfuggivano, creavano e dissimulavano certezze e che si rimescolavano in un vortice infinito. Tutti quei piccoli gesti susseguitisi in quei mesi diventavano montagne, che pesavano nella mente e nel cuore di entrambi. E nel silenzio strisciava la consapevolezza, che già da tempo si era affacciata nella mente dei due eroi, ma che entrambi avevano ricacciato, chi etichettandola come debolezza, chi ignorandola. Eppure entrambi erano prigionieri del dubbio, in cui galleggiavano impotenti e troppo timorosi per avventurarsi oltre la propria corazza.
Garth mosse lentamente la mano, portandola al viso del rosso, e lentamente sollevò un lembo della maschera, tenendo d’occhio le reazioni del compagno, che rimase immobile, con i capelli, cui la piega e l’ordine erano per lui fondamentali, leggermente arruffati e che gli cadevano incorniciando gli zigomi alti, e il cuore che sembrava voler schizzare fuori dalla cassa toracica. Due occhi verdi sfavillarono poco dopo, specchiandosi in quelli scuri che da sotto continuavano a guardarlo.
-Garth…- quel sussurro, così ruvido, suonò come una supplica.
-Roy-  Solo il ritmico respiro dei loro polmoni sembrava riuscire a tener conto dei secondi che passavano.
-Ora lo so, Roy- L’arciere lo guardò con più intensità, non capendo il significato delle sue parole.
-Ora so cosa mi manca-                                                                                                                                                                    
-Cosa?- sussurrò l’altro.
-Questo-
Sollevò leggermente la testa, appoggiando le labbra ruvide a quelle del rosso, che rimase attonito. L’Atlantideo si staccò in fretta, arrossendo.
Ma subito dopo si sentì spingere leggermente in basso dalle labbra dell’arciere, che insinuò lievemente la lingua nella sua bocca.
E lì, su di un pavimento bagnato, una danza apriva due animi.
Che finalmente si erano uniti.
Aperti l’uno all’altro.
Senza timore, ma liberi.
E calò il sole su di loro, inaugurando una notte troppo corta.
                                                                                                                                                                 
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          
  
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