04/01/2013
1 recensioni
You can’t play on broken strings.
Piccolo prologo e capitolo 1.
Can’t say no.
Sebastian Smythe era diventato un rammollito. Hunter lo aveva stregato. Da quando il primo aveva ottenuto il numero del nuovo leader degli usignoli, lo chiamava in continuazione e da quando lo aveva aggiunto su face book gli mandava solo poke, messaggi e metteva “mi piace” ad ogni foto ed ogni stato. Hunter stava arrivando all’esasperazione. Nonostante non gli rispondesse ai messaggi, alle chiamate e alle provocazioni, Sebastian non mollava.
Ma perché?
Sebastian era stato sempre un tipo “freddo”, distaccato. Allora perché con Hunter sembrava, anzi era l’esatto contrario? Non si voleva arrendere, anche se Hunter era fidanzato con una ragazza ed etero –come aveva specificato a Blaine- di essere etero fino al midollo.
Quel giorno Hunter era particolarmente nervoso. Aveva un’interrogazione di chimica e come ogni umano ansioso, non riusciva a pensare ad altro. Inoltre –per la gioia di Sebastian- aveva litigato di brutto con la ragazza. Non era affatto la giornata adatta per avere Smythe tra i piedi.
Il ragazzo stava camminando con dei libri in mano per i corridoi, quando Sebastian gli balzò vicino.
“Buongiorno, Hunter”.
Quest’ultimo stentò un sorriso e continuò a camminare a testa bassa. Sebastian non riusciva a capire che non era un giorno tranquillo come gli altri.
“Tutto bene? Hai un’espressione assente…”
Hunter cercò di mantenere la calma, anche se aveva iniziato già a respirare con affanno.
“Hunter? Vuoi un caffè? Ho visto che hai visualizzato il mio messag-“
“HAI ROTTO LE PALLE! Non voglio nulla, non devi darmi fastidio; i tuoi messaggi, le tue chiamate… tutto mi dà fastidio di te, i tuoi modi di fare, TUTTO! E’ una giornata di merda, quindi va a rompere le palle a qualcun altro.
Hunter era sbottato così, Sebastian non l’aveva interrotto ma quelle parole lo avevano distrutto.
“Volevo essere gent-“
“Sono etero! Etero, capisci? Mi piace la patata! Non c’è bisogno di essere gentile con me, grazie.”
Sebastian sentì bruciare gli occhi sempre di più. Si allontanò da Hunter e iniziò ad incamminarsi in modo veloce, senza sapere però dove andasse.
“Vaffanculo, Clarington. Sei una merda. Pensavo fossi diverso ma mi sbagliavo.”
Hunter sbuffò e fece finta di non capire. Forse, però, era stato un po’ troppo cattivo con quel ragazzo. In fondo era… innamorato. E si sa quanto sia brutto essere rifiutati dalla persona che si ama. Alzò gli occhi al cielo ed entrò nell’aula.
I giorni passavano e l’atteggiamento di Sebastian era sempre più ostile nei confronti del suo capo. Durante le prove scattava sempre un litigio tra loro due. E dopo ogni prova, Sebastian scappava nella sua stanza. Si diceva perfino che Thad, il suo compagno di stanza, lo avesse trovato piangere nel letto con “someone like you” di Adele come sottofondo.
Un giorno Blaine andò a trovare i vecchi compagni di scuola e per primo trovò Sebastian, che camminava con un’espressione assente e pensierosa per i corridoi.
“Ehi, ciao ‘Bastian! Come stai?”
Sebastian si girò di scatto, non si era accorto che l’hobbit camminava accanto a lui.
“Oh, si… Ciao Blaine.”
Il nanetto entrò nella sala di canto con Smythe e salutò tutti con un caloroso abbraccio di gruppo, come era solito fare. Chiese ai ragazzi che avesse Sebastian ma tutti si limitarono a rispondergli con “disguidi tra i capitani”.
“Disguidi tra i capitani, dunque?”