Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: Synapsesss    05/01/2013    3 recensioni
Dicono che quando provi l’abito giusto lo capisci, lo senti in ogni fibra del tuo essere. Il tessuto ti si adagia delicatamente sul corpo, ti accarezza e quasi sembra che tu non abbia nulla addosso da quanto tu e il vestito siete un tutt’uno. La stoffa ti parla, ti incanta, ti lusinga e tu ti senti bellissimo e favoloso: sai che sarai perfetto quel giorno. Sarà inutile girare altri negozi, perché quello è il tuo abito.
Sembra esserti stato cucito, ma che dico! Pennellato addosso…dagli elfi, magari.
Genere: Commedia, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: L'anno prossimo non se ne parla
Rating: verde
Iniziativa: Il Babbo Natale Segreto delle Fanfiction organizzata sul Gleeky Cauldron
Genere: Commedia, Fluff, qualcosa di Malinconico
Personaggi: Blaine, Kurt, nuovi personaggi
Disclaimer: Ovviamente non possiedo ne la Klaine, ne Glee, altrimenti adesso sarei alle Hawaii.
Note: questa os partecipa all'iniziativa organizzata sul Gleeky Cauldron, Il Babbo Natale Segreto delle Fanfiction. E' dedicata a
Nihal91296, la quale per fortuna mi ha chiesto una Klaine. Questa roba qua sotto è davvero una, mmmmm, robaccia, ma in questo periodo di studio matto e disperatissimo, la mia mente non ha saputo partorire di meglio. Quindi mi scuso in anticipo
Avvertimenti: Missing moments della vita di Kurt e Blaine.










Partiamo dalla quasi fine.



16 Dicembre, Natale 2054

Dicono che quando provi l’abito giu-
“Scusi signore, ma noi staremmo chiudendo”
Allontanò per un secondo lo sguardo dallo specchio e lo rivolse al commesso incredulo.“Altri due minuti, la prego! Solo due” rispose implorandolo e sfoderando il suo sorriso migliore. “Ma che siano due! Quando torno dal magazzino la voglio fuori, intesi?” Annuì mestamente. Odiava il nuovo commesso, lo odiava.
Dicevamo..
Dicono che quando provi l’abito giusto lo capisci, lo senti in ogni fibra del tuo essere. Il tessuto ti si adagia delicatamente sul corpo, ti accarezza e quasi sembra che tu non abbia nulla addosso da quanto tu e il vestito siete un tutt’uno. La stoffa ti parla, ti incanta, ti lusinga e tu ti senti bellissimo e favoloso: sai che sarai perfetto quel giorno. Sarà inutile girare altri negozi, perché quello è il tuo abito. Sembra esserti stato cucito, ma che dico! Pennellato addosso…dagli elfi, magari.
Si scattò una foto con il telefono e la inviò subito alla sua dolce metà, desideroso di sapere quale fosse la sua opinione. I restanti due minuti li passò a fissare il suo riflesso allo specchio fin quando, temendo che il sono-il-commesso-più-sgarbato-della-terra chiamasse la polizia, riindossò i suoi tristi vestiti e si avviò verso casa.

Infilò le chiavi nella porta, ma prima che potesse aprirla qualcuno la spalancò al posto suo.
“Blaine! Ma dove diamine sei stato tutto il pomeriggio? Hai fatto almeno la spesa? Sei passato a ritirare i vestiti in lavanderia? E i regali di Natale? Hai preso quello per Finn e Rachel?” Kurt gli stava vomitando addosso una marea di parole, ma lui era ancora così concentrato sul suo anima-gemella-vestito da non capirne nemmeno una.
“Non mi stai ascoltando, vero?” sbuffò l’altro mentre raccoglieva il cappotto che l'altro aveva appoggiato sul divano e lo andava a sistemare sull’attaccapanni.
“Eh?” rispose Blaine.
Appunto.
Comunque..hai visto la foto che ti ho mandato? Sono stato tutto il pomeriggio a cercare il vestito” continuò il moro destatosi dal suo sogno idilliaco. Kurt annuì “Si Blaine, l’ho vista. Me l’hai mandata cinque volte”
“È perfetto, vero? Quando l’ho provato è successa quella cosa che mi racconti sempre: mi ha parlato, ho sentito che era il mio. Lo vado a ritirare la settimana prossima”
“Si amore, capisco, solo che a me succede con capi di Marc Jacobs, non con quelli del negozio di costumi in fondo alla via. E poi andiamo, hai sessant’anni! Ancora con questo stupido e ridicolo fetish?”
“Dopo averlo fatto per i figli di Finn e Rachel e i nostri, pensi che la mia odiosa età che avanza possa impedirmi di regalare una tale gioia anche ai nostri nipoti?”
“E poi Blaine, seriamente. Papillion e vestito di Babbo Natale? Non si è mai visto. L'anno prossimo non se ne parla


20 Dicembre, Natale 2024

“Blaine no. Babbo Natale non esiste!” sbuffò Matt esasperato.
“Co-cosa?? Ma chi ti ha detto una cosa del genere? Babbo Natale esiste eccome!” ribatté lui con enfasi.
“Ma come? Non è credibile che un uomo ciccione e vecchio in una notte consegni regali a tutti i bambini del mondo viaggiando su una slitta trainata da renne volanti”continuò l’altro. Blaine si alzò dal divano; qualcosa in quella frase gli puzzava, non potevano essere pensieri suoi,a meno che Matt non fosse un genio. Beh un po’ lo era…
“Appunto. Non deve essere credibile. È magia, e tutto con la magia diventa possibile” rispose con un tono che voleva porre fine a quella conversazione.
Babbo Natale esiste, la questione è chiusa. Si passò nervosamente una mano tra i capelli e poi si avviò stizzito verso la cucina, lasciando l’altro senza possibilità di rispondere.
Matt alzò gli occhi al cielo quasi divertito dalla situazione e tornò a concentrarsi sul foglio che aveva davanti fino a quando qualcuno lo interruppe.
“Tesoro, l’hai fatto arrabbiare, vero? Aveva il passo così pesante che ci è mancato poco non sfondasse il pavimento!” chiese Kurt, appena uscito dalla cucina.
“Io? Ma non ho fatto niente! Ho solo detto quello che penso, la verità… Bisogna fare così, no?” rispose lui indeciso se abbassare lo sguardo, o sostenere le sue tesi con tono fermo e testa alta.
“E quello che pensi sarebbe?” Kurt si sedette al suo fianco sul tappeto, iniziando a raccogliere tutte le penne sparse sul pavimento.
“Che Babbo Natale non esiste!!” affermò con decisione. Tono fermo e testa alta avevano vinto, nonostante in lui cominciasse a farsi sempre più importante la paura di scatenare anche in Kurt una reazione tanto esagerata.
“Oh, beh. Ovvio che non esiste. Non è una storia poi tanto credibile per una persona con un minimo di raziocinio, no?”
Matt si illuminò: sperava di trovare qualcuno che la pensasse come lui. Quelle erano soddisfazioni, non il credere che un ottantenne con un grave problema nutrizionale e assiduo cliente del McDonald, percorresse Groenladia-Australia alla velocità della luce senza nemmeno prendere una multa.
“Ciò non toglie che tu non glielo possa dire con quel tono, o sbaglio? Sai bene quanto me che ama credere in queste cose, e soprattutto, ama credere che anche tu ci creda. Si diverte moltissimo,sai?”
Kurt gli sorrise, rincuorandolo e dandogli una piccola pacca sulla spalla “Su, vai in cucina e rimangiati tutte le cose orribili che hai detto, o Babbo Natale non ti poterà regali quest’anno” concluse ridendo con gusto, dopo avergli puntato un dito contro ed aver fatto uso del suo miglior tono finto-arrabbiato. “ E noi dovremmo sorbirci quel muso tutta la sera” concluse poi, molto più serio e preoccupato dall’evenienza.
Matt, preso in contropiede dall’orrido scenario che gli era presentato agli occhi a quell’ultima frase, si alzò con desolazione e si avviò rassegnato in cucina: non gli piaceva proprio per niente doversi rimangiare quello che diceva, soprattutto quando aveva ragione.
Blaine era di spalle, la testa infilata nel frigorifero alla ricerca, probabilmente, dell’ennesima schifezza con la quale ingozzarsi.
“Non ci sono più gli ingredienti per fare il tuo sandwich preferito. La maggior parte erano scaduti o avevano fatto la muffa. Ieri abbiamo fatto pulizia” avanzò a braccia conserte.
Blaine si ritrasse chiudendo con forza l’anta del frigo e lanciandogli un’occhiata fulminea da sopra la spalla aggiunse “Andrò a ricomprarli allora. O anche quelli non esistono? Li producono ancora, vero?” “Direi di si”. Purtroppo, avrebbe voluto aggiungere.
Era giunto il momento delle scuse. Un bel respiro.
“Forse mi sbagliavo. Non sul sandwich, su Babbo Natale. Me l’hanno raccontato.” L’altro si voltò; ora che aveva la sua attenzione Matt doveva sforzarsi di dire quante più idiozie possibile.
“Ok, con questo non voglio dire che tutta la storia sia credibile, cio-“ , sguardò torvo di Blaine, “Voglio dire, magari esiste davvero, no? Me l’hanno raccontato” concluse cercando di risultare quanto più convinto possibile, e ripetendo le ultime parole sperando potessero essere un’ottima scusa.
Ahahhhhhhhhh. Lo sapevo, non potevano essere idee sue.
Il moro rilassò le spalle. “Con chi hai parlato? Nome e cognome di chi mette in giro tali scemenze” Matt esitò. “Santana Lopez” rispose sapendo già che se ne sarebbe pentito, e volendo aggiungere quanto comunque fosse d’accordo con lei.
Blaine scosse impercettibilmente la testa “Va bene, allora. Siamo d’accordo?” L’altro lo guardò interrogativo…
“Babbo Natale e-,e-,e?”
“Babbo Natale esiste” ripetè lui, quasi fosse una litania, cercando di sfoderare uno sguardo pentito. Anderson sfoderò il più grande dei suoi sorrisi, si accucciò sulle ginocchia e allargò le braccia, aspettando che l’altro accogliesse l’invito. Matt andò ad abbracciarlo e appoggiò la testa sulla sua spalla.
“Non è bello quando ti arrabbi” sbuffò
“E non è bello quando mi chiami Blaine solo per farmi vedere che sei grande” rispose l'altro lasciandogli un bacio nei capelli ricci.
“Scusa papà, ma io sono grande!”
Kurt, che aveva silenziosamente seguito il figlio in cucina, colse la palla al balzo “Ecco Blaine, hai sentito? Matt è grande! Non credo voglia ancora che Babbo Natale lo venga a trovare la sera della vigilia” disse con un tono quasi disperato.
Il moro scoppiò a ridere “Non dire sciocchezze Kurt! Tutti vogliono la visita di Babbo Natale, vero Matt?”
“Non voglio essere tirato in mezzo, io!” cercò di difendersi il bambino, conscio di cosa potesse scatenare lo schierarsi da una parte piuttosto che da un'altra.
“Ok Blaine, però devi dire a Babbo Natale che l'anno prossimo non se ne parla!”
“E tu di a Santana che non è più invitata a casa nostra per la vigilia”

27 Dicembre, Natale 2020

Aveva appena vinto un Grammy quando qualcosa lo riportò alla triste realtà. Aprì lentamente gli occhi per non venire abbagliato dalla luce che filtrava dalla finestra e abbassò il braccio che inconsciamente aveva alzato nel sonno per afferrare il premio. Tese l'orecchio per cogliere qualche rumore che gli desse indizi sul motivo per il quale era/fosse stato svegliato di domenica alle, - guardò l'orologio sul comodino – 7.30 di mattina. Oh dio. Erano le 7.30 di mattina, di domenica! Era sul punto di rituffare la faccia nel cuscino quando quella che capì essere la sua sveglia, suonò di nuovo. Dall'urlo proveniente dall'altra stanza ebbe la strana sensazione di essere leggermente nei guai e l'idea di fingersi ancora addormentato – o forse era meglio morto – iniziò a diventare un'opzione molto valida.
“Blaineeeeeeee”
Diamine! Kurt aveva una voce candida e delicata, ma quando si arrabbiava, urlando riusciva a sfiorare anche gli ultrasuoni: probabilmente i cani dei vicini stavano dando di matto.
“Blaineeeeeeee”
Morto. Si, decisamente. Perchè Blaine aveva combinato qualche casino sicuramente; l'ultima volta una scena simile si era presentata quando lui per sbaglio aveva lavato la costosissima camicia bianca di Kurt con una tovaglia rossa e, beh...Ma su! Che colpa ne aveva lui? Mica lavorava in lavanderia...
Cercò di raccogliere tutte le forze che aveva in corpo e alzarsi dal letto prima che suo marito potesse fare tremare di nuovo le pareti della casa.
Si trascinò fino alla porta della camera e l'aprì molto lentamente, pronto ad essere investito dalla rabbia funesta di Kurt; lo trovò invece in piedi a braccia conserte appoggiato al bracciolo del divano con in volto un sorriso che gli fece venire i brividi. Questo non lo guardò nemmeno in faccia, ma si rivolse a qualcuno che Blaine non poteva vedere, fermo lì sull'ingresso della sala dov'era.
“Cosa ho combinato????” avrebbe voluto urlare, ma qualcosa dentro di lui gli suggerì di tacere. La sua posizione era già abbastanza precaria.
Avanzò lentamente fino a scorgere oltre il divano suo nipote, il figlio pazzo e visionario di Finn e Rachel, che stava giocando con il suo- male, malissimo.
“Jimmy, amore, chiedi pure allo zio Blaine perchè Babbo Natale ha lasciato qui il suo vestito. Lui ti saprà spiegare molto meglio di me che Babbo Natale esiste davvero” disse Kurt ridendo; lo divertiva sempre lanciargli quelle patate bollenti. Il ragazzo gli si avvicinò e con tono non più molto divertito gli sussurrò: “Davvero un' ottima idea lasciare il tuo maledetto costume nell'armadio dei giochi”
Esatto! Perchè dobbiamo avere un armadio dei giochi se il figlio non è il nostro?? No, il punto non era decisamente quello.
“Quel bambino ne sa una in più del diavolo! È da un'ora che tenta di convincermi che Babbo Natale è tutta un'invenzione; ha detto che questa è la prova che cercava. Siamo sicuri che sia figlio di Finn?” Kurt sorrise nervosamente in direzione del bambino. Lo detestava, ma aveva promesso al suo fratellastro di fargli da baby-sitter quando lui e sua moglie avessero voluto un po' di solitudine.
“Cosa dovrei fare?” rispose Blaine a denti stretti, molto preoccupato dalla conversazione che lo aspettava: quel bambino lo metteva sempre al tappeto in un modo o nell'altro.
“Farlo rinsavire se non vuoi sorbirti una strigliata da Mrs.Rachel Berry-quando-urlo-spacco-i-vetri”

Ha parlato quello degli ultrasuoni.
“E soprattutto Blaine fai sparire quel costume! Scordati di mettere in scena una cosa simile di nuovo, ok? Questo tuo fetish per i travestimenti natalizi da Babbo Natale è ridicolo, e anche inquitante. L'anno prossimo non se ne parla”

                                                                   Questa è la fine


24 Dicembre, Natale 2075

Papà ti prego, hai 81 anni! I bambi- i ragazzi non credono più a Babbo Natale! Sono grandi ormai” Matt prese sotto braccio il padre e lo accompagnò in camera.
“Stai zitto Matt, insomma! Sono ancora in grado di indossare uno stupido costume e tirare fuori regali da un sacco di iuta. Per chi mi hai preso, un vecchio rimbambito?” appoggiò il bastone sul letto e si diresse verso l' armadio.
Era sempre stata un impresa farci entrare tutti i vestiti suoi e di suo marito e ora, anche se metà di quello spazio era occupato inutilmente, lui faceva ancora fatica a sistemarvi dentro i nuovi acquisti. “Dovremmo buttare via un po' di questa roba, no? Lo diciamo sempre e non l'abbiamo mai fatto” disse ridendo e iniziando a rovistare in mezzo a dei maglioni; il figlio abbassò lo sguardo e non rispose perché sapeva bene che non era con lui che il genitore stava parlando.
Matt lo lasciò fare, sedendosi sul letto ed aspettando che il padre trovasse quello che cercava: combattere con lui era sempre stato impossibile, quindi era ancora più inutile farlo ora che aveva ottant'anni. Si sa, i vecchi.
“Ahahhhh. Trovato!” esultò dopo pochi minuti riemergendo dall'armadio e stringendo in mano quello che sembrava un pezzo di stoffa sbiadito “Deve essere andato perso qua in mezzo dopo che tua sorella ha cercato di mettere via le cose di tuo padre” sospirò. Il figlio sorrise debolmente “Mi ricordo che fu proprio a causa di quel papillion che William lo smascherò”
“Si, diciamo che era la sua Zeta di Zorro, il suo segno di riconoscimento”
Fissò il padre negli occhi, prese un respiro “Papà è molto dolce che tu voglia sostituirlo in questa follia delle scenette natalizie, ma davvero, non ce n'è bisogno. I ragazzi non ne hanno bisogno!” Kurt allora abbassò lo sguardo sul papillion nero che stringeva tra le mani, si sedette lentamente sul letto, aiutandosi con la mano per non cadere.
“Matt lo so che non ne avete bisogno, ma
io ne ho bisogno. Per una vita l'ho visto travestirsi, e per una vita ho fatto di tutto per convincerlo a non farlo. Non avrei mai pensato che una cosa così stupida potesse mancarmi, ma invece si, adesso che siamo a Natale, mi manca terribilmente”
Di nuovo Matt non rispose.
“In queste cose faccio schifo, non so mai cosa dire” aggiunse infine.
Kurt lo guardò dolcemente e gli sorrise “Sai cosa direi io al tuo posto?”
“Cosa papà?” incalzò il figlio
L'altro assunse un faccia tra l'infastidito e il divertito “Ok, ma l'anno prossimo non se ne parla”


Note

Allora carissimi. Eccoci qua. Con questa OS vi auguro ormai Buon Natale 2013, Buon 2013 e Buona Befana.
La tua lettera Nihal mi ha fatto morire, davvero! Era molto molto carina, perciò spero che ti piaccia questa cosa senza senso alcuno. Da quello che hai chiesto a Babbino mi sei sembrata estremamente ironica, quindi da sè ne è venuta fuori una roba al limite della demenza.
Sooo, buona lettura a te e agli altri che capiteranno qui!
Un bacione, Synapsesss

PS. Hai chiesto Klaineeeeee, si si si si si si si. Brava te.
Ok, smetto.



 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Synapsesss