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Autore: xchiamerican    05/01/2013    2 recensioni
La protagonista della storia sono io, è presente la descrizione di me stessa e cosa significano per me i Jonas Brothers. Ovviamente però, la storia è solo un frutto della mia fantasia.. un sogno che si sviluppa ancora chiuso nel cassetto. Questa storia parla dell'incontro di una fan che è sempre rimasta e che sempre rimarrà con i suoi amati idoli. Una volta che sei fan dei Jonas, non puoi più tornare indietro..
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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***
Chiara se ne stava lì, rannicchiata nel suo letto ancora sveglia all’una e mezza del mattino. Il suo cellulare, che rifletteva la luce del piccolo schermo sui suoi grandi occhi marroni, era l’unica luce presente in tutta la casa, il silenzio regnava poiché tutti stavano dormendo, il suo gatto (che di solito durante la notte correva a destra e a manca per la cucina) compreso. Sarebbe partita presto l’indomani mattina per prendere il “treno dei desideri”. Abitava in una piccola città in Liguria dal nome assurdo e sconosciuto, si sarebbe dovuta recare a Milano, per la prima volta in 15 anni della sua vita assieme a sua madre per realizzare il proprio sogno, il suo sogno di bambina. Aveva atteso ardentemente per tre lunghissimi anni, lei che, i Jonas Brothers li aveva conosciuti quando aveva solamente nove anni. Ci era cresciuta insieme, aveva sorpassato l’infanzia e raggiunto lo struggente periodo dell’adolescenza assieme a loro, sopravvivendo contro tutti coloro che la prendevano in giro. Ma a lei non importava, perché diamine, avrebbe finalmente realizzato il suo sogno, e loro sarebbero dovuti starsene al loro posto a guardarla. Per chissà quale forza sconosciuta, finalmente riuscì ad addormentarsi con quel frullato di ricordi in testa quando suo padre tornò a casa dal lavoro; faceva il pizzaiolo e se l’avesse trovata ancora sveglia a quell’ora sicuramente avrebbe fatto un milione di storie ripetendole sempre le stesse cose, e lei non aveva la minima intenzione di ascoltare le sue ramanzine. In oltre, sembrava facesse apposta a chiederle che fine avessero fatto quei tre.

In men che non si dica, fuori dalla finestra la luce del sole uscì lentamente, l’insopportabile sveglia della madre iniziò a suonare. Chiara scattò immediatamente giù dal letto e in fretta e furia si mise un biscotto in bocca e bevve un sorso di succo di frutta alla pesca, dopo di che si fiondò in bagno per prepararsi. Una volta salite sul treno,  Chiara si mise le cuffie alle orecchie, iniziando ad ascoltare tutte le canzoni dei tre ragazzi del New Jersey. Non poteva che sentirsi più fiera della fan che era diventata. Una volta era più ossessionata da quei tre scalmanati, ma il tempo l’aveva fatta crescere. Nonostante ciò, l’amore che provava per loro, sarebbe durato in eterno. Lei era una vera fan, e lo sapeva, anche perché aveva visto i capelli di Joe passare dal corto, al lungo con ciuffo, al riccio, al corto normale, al corto quasi pelato e a dei capelli quasi normali; non era come quelle fan che avevano scaricato Justin Bieber solo perché si era tagliato i capelli.

Milano era una città immensa, la madre di Chiara volle girare quasi tutti i negozi che le passavano sott’occhio, ma alla ragazzina non poteva importare nulla in quel momento di tutti quei vestiti, pensava ad altro; in oltre era quasi luglio ed il caldo era insopportabile. Dopotutto pensò che abitare nella sua città sconosciuta non era così tanto male, era così tranquilla, e d’estate si andava tutti i giorni al mare, che si trovava  a dieci passi da casa. Mangiato un boccone e dopo aver trascorso l’intera giornata a camminare sotto il sole, la sera finalmente arrivò, il momento tanto atteso, forse il più importante della sua vita era arrivato.

Fuori dal luogo del concerto c’erano tantissime ragazze accampate con i sacchi a pelo, buttate per terra come se fossero in un parcheggio per roulotte. Molte sembrava avessero la sua età, altre sembrava avessero dieci anni in più di lei, per via delle occhiaie che si erano procurate durante l’attesa. Quasi passarono altri tre anni prima di riuscire ad entrare e prendere posto, ma ne valse la pena poiché si trovava appena sotto al palco, dove avrebbe sentito addirittura il loro odore, dove le avrebbero potuto toccare la mano, dove l’avrebbero potuta guardare negli occhi e riportarle alla mente tutto ciò di loro che l’aveva resa la persona che era diventata. Aveva ancora tanto da imparare dalla vita, ma grazie a loro le sembrava di essere meno sola, perché le uniche amiche che aveva fin dalle elementari, non la chiamavano neppure più, erano sparite, a parte una che si era ritrovata in classe al liceo e che nemmeno si era degnata di tenerle il posto il primo giorno di scuola, solo perché era arrivata in ritardo. Erano semplicemente troppo diverse da lei, lontano dal suo mondo. L’unico su cui poteva contare davvero era il suo ragazzo, ovviamente dopo la sua famiglia. Ma in quel momento era circondata da milioni di ragazzine proprio come lei. Si sentì quasi svenire quando il boato iniziò a rompere le barriere del silenzio non appena le luci si spensero. Tenne stretta la mano di sua madre, ma la lasciò qualche istante dopo quando immezzo ad una spruzzata di fumo Nick, Joe e Kevin spuntarono da sotto il palco, cominciando a cantare. Non le sembrava per niente vero di trovarsi in mezzo a tutto quel frastuono meraviglioso, il casino più bello che avesse mai sentito. Era così vicina ai ragazzi tanto da poterli toccare, e ci tentò più volte, allungando la sua mano il più possibile ma venendo superata da quelle cazzo di ragazze più alte di lei. Odiava la sua statura, era alta (o meglio, bassa) circa un metro e cinquantacinque, ma cosa ci poteva fare se i suoi genitori non erano alti tre metri? Lei si piaceva così infondo, anche se non le sarebbero dispiaciuti quei maledetti centimetri in più, specialmente in un momento del genere. Le lacrime iniziarono a sgorgare sul suo tenero volto mentre stonata come una campana cantava urlando le canzoni a squarciagola assieme alle altre ragazze. Era tutto così surreale. Incontrò lo sguardo di Nicholas più volte, e si sentì morire dentro più volte. Ognuno aveva un Jonas preferito, ed il suo era Nick, più che il suo preferito.. era il suo eroe. La sua voce, la sua forza.. la sua dolcezza e la passione con cui cantava e suonava lo facevano sembrare un bellissimo e perfetto angelo. Nicholas fece un cenno a Big Rob indicandola, ma lei non se ne accorse nemmeno, era troppo immersa in uno stato di trance e di pace interiore. Le ragazze accanto a lei invidiose si fecero largo, riuscì solo a riconoscere le note di “hello beautiful” quando improvvisamente Big Rob la prese per mano e si ritrovò immezzo al palco, di fronte a chissà quante persone nel tutto esaurito. Kevin e Nicholas suonavano divinamente e continuavano a girarle attorno, illuminandole il volto con i loro sorrisi, mentre Joseph le teneva la mano stretta, la accarezzava, la abbracciava e le sorrideva, come se la stesse in qualche modo ringraziando per essere rimasta sempre, e lei non riusciva a fare altro che ricambiare quel sorriso con le lacrime di gioia sulle guance rosse come dei peperoni. Alla fine della canzone i ragazzi fecero il loro abbraccio di gruppo,  ma questa volta in mezzo c’era anche Chiara, che nemmeno riusciva a sentire il boato gigantesco del pubblico, si concentrò solo sulla loro voce che la ringraziava. Guardò sua madre, sembrava fosse tornata anche lei ad avere 15 anni e pensò che fosse il giorno più bello in tutta la sua vita, specialmente quando le chiesero di rimanere dietro le quinte perché secondo loro non era abbastanza. Rimase accanto a Big Rob, quell’uomo era grandioso. Era più che un lavoro nel suo caso fare la guardia del corpo, avrebbe dato la vita per loro, si volevano bene, era diventato un loro amico nel tempo, e anche le fan lo avevano sempre adorato.

Il concerto si chiuse con “when you look me in the eyes” e Nicholas mentre cantava continuava a guardare Chiara dietro le quinte, le sorrideva con quel viso fottutamente perfetto e un po’ cresciuto. Lei se lo immaginò con quei meravigliosi boccoli, in cui aveva sempre voluto intrufolare la sua mano per sentirne la morbidezza. Erano i ricci più belli del mondo, lo sarebbero stati per sempre. I ragazzi lasciarono la scena ed un mucchio di peluches iniziarono a volare sul parco, ce n’erano di tutti i tipi. Kevin e Joe si catapultarono ad abbracciare la ragazza, che si dovette mettere nuovamente in punta di piedi, mentre Nick con una corsa raggiunse lo spogliatoio, dove rimase per un minuto circa; poi le andò in contro. I suoi fratelli lo presero in giro perché era arrivato in ritardo, ma lui sorrise teneramente e rimase in silenzio di fronte a loro, abbracciando anche lui quella bambina che lo aveva sempre amato. Le prese la mano, le mise qualcosa nel palmo e gliela chiuse delicatamente, sussurrandole un grazie nell’orecchio provocandole un brivido che le attraversò la schiena. Lei semplicemente riuscì solo a dire che sarebbe rimasta per sempre, glielo doveva, erano tutto per lei. Li ringraziò per tutto quello che le avevano dato in sei lunghissimi e meravigliosi anni. Fortuna, che frequentava il liceo linguistico, anche se a volte era una vera rottura, le piaceva solo per l’inglese. Era ora di lasciarsi, si salutarono ancora una volta, il tempo di memorizzare nel cuore il loro profumo per non farlo scappare mai più, e la quindicenne tornò da sua madre ancora sognando ad occhi aperti per ciò che aveva appena vissuto, la abbracciò, la ringraziò e improvvisamente si ricordò di avere qualcosa tra le mani. Abbassò lo sguardo aprendo la sua mano delicata e si accorse solo in quel momento di avere tra le dita la dog tag di Nick, e un biglietto con scritto: alla migliore fan del mondo, Nicholas Jerry Jonas. C’era anche il suo numero di cellulare.

***
ok, è la prima ff. che scrivo, non so, ero ispirata e quindi ho iniziato a scrivere.
Siate buoni, aspetto delle recensioni, fatemi sapere che ne pensate c:
contact me: @xohjonas

 

  
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