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Autore: JunJun    25/07/2007    2 recensioni
"Perché mi seguivi?" chiese a bruciapelo L alla sconosciuta, riponendo le mani nelle tasche dei jeans. Lei abbassò la testa. "Mi dispiace. Mi sono persa," ripeté per l'ennesima volta. Il detective si accigliò; era sicuro, al 90%, che quella fosse una balla. Anche se, a pensarci bene, si trovava in un'università, non in un campo minato. Lì nessuno conosceva la sua vera identità, e se quella ragazzina era un agente segreto, un pericoloso avversario o un killer pluriomicida, allora Kira si sarebbe presto rivelato essere un funambolo su corda.
Genere: Romantico, Triste, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Light/Raito, Misa Amane
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Piece I ~ Curiosity Tokyo

Grazie, Anansy, per la recensione e gli incoraggiamenti! Sei molto dolce... E complimenti per il profilo personale...


Piece I ~ Curiosity

Tokyo, casa Yagami. Notte fonda.
Light richiuse il suo Death Note con un colpo secco: anche quella notte aveva compiuto il suo dovere, giudicare il male che straziava il suo mondo.
Ripose la penna sulla scrivania, poi prese in mano il quaderno dello Shinigami. Ne fissò a lungo la ruvida copertina nera.
"Inutile," pensò.
No, nn poteva continuare ad ingannarsi così. Poteva mentire a tutto il mondo, ma non a sé stesso.
Light Yagami, 18 anni, figlio dell'ufficiale di polizia Soichiro Yagami. Fin da bambino, il suo sogno era sempre stato quello di diventare anch'egli un ufficiale di polizia, e per questo motivo aveva deciso di iscriversi alla facoltà di Legge dell'università di Tokyo.
Ora, però, era tutto cambiato.
Light si alzò per andare a prendere un libro dal suo scaffale, poi si coricò sul letto reggendolo a fatica fra le mani, tanto era grosso e pesante: era il primo volume dei Sei Codici della Legge. Lo aprì, soffermandosi sulla semplice dedica scritta in prima pagina: "A Light, auguri per i tuoi 18 anni. Papà".
Il ragazzo rimirò per qualche secondo la grafia ordinata di suo padre, poi gettò il libro accanto a sé con un gesto rabbioso.
Fino a poche settimane fa, libri come quello erano stati la sua Bibbia. Lui aveva sempre creduto nella giustizia, aveva sempre creduto nel Codice. Ma quando, pian piano, si era reso conto che esso era solo un ideale, che il suo mondo era popolato da ingiustizie, marciume in cui i criminali facevano i propri comodi a discapito dei più deboli, qualcosa era morta dentro di lui.
Lui voleva giustizia. Voleva solo un mondo in cui non ci fosse più malvagità. Per questo, solo per questo, aveva usato il Death Note per giustiziare criminali.
All'inizio.
All'inizio, ci credeva davvero. Ma ora, ora scrivere nomi sul Death Note era diventata poco più che un'abitudine, un qualcosa di necessario da fare per realizzare il proprio sogno, diventare il Dio Assoluto del Mondo Nuovo.
Che la giustizia esistesse o meno, ormai non si trattava più solo di uccidere i malvagi: era molto, molto di più.
Girò la testa per osservare il libro. In ogni caso, in queste condizioni, I Sei Codici Della Legge non erano altro che un mucchietto di carta straccia. Una singola pagina del Death Note valeva mille volte più di quell'ipocrita mattone pieno di vane parole, leggi inutili e mai applicate.
Ryuk, che in quel preciso momento aveva finito di rosicchiare il torsolo l'ultima mela che Light gli aveva portato, non si lasciò sfuggire il brillio sinistro che era comparso negli occhi del ragazzo umano.
"Stai rivedendo le tue priorità, Light?" gli chiese lo Shinigami, ingoiando i resti della sua mela e leccandosi le dita.
Light si voltò lentamente per sorridere al demone: "Non hai bisogno di studiare la Legge, quando a dettarla sei tu," rispose mellifluo.
Ryuk sogghignò piano: quel ragazzo era davvero interessante. Quando lo aveva conosciuto, aveva pensato che Light fosse uno di quei genietti incompresi e depressi, ma si era presto ricreduto: il livello di freddezza e malvagità che era stato capace di raggiungere per uccidere chiunque avesse tentato di ostacolarlo era impressionante. Ryuk ancora rideva nel ricordare l'espressione di puro terrore dipingersi sul volto di quella Naomi Misora, l'istante in cui Light le aveva sussurrato: "Io sono Kira", l'istante prima che il Death Note le trasmettesse l'impulso irresistibile di suicidarsi. Quel Light era davvero un mostro. Decise di stuzzicarlo un po', giusto per sapere quali sarebbero state le sue prossime mosse.
"Quindi, niente più università? Ti sei impegnato così tanto! Non hai fatto altro che studiare, in questi giorni!" gli disse, cercando di sembrare preoccupato.
Light incrociò le braccia dietro la testa. "Solo perché sapevo che mi stavano osservando. Ma in ogni caso, no, io devo frequentarla. Se non lo facessi, risulterei sospetto".
"Neh, Light, tu sei sospetto comunque. Se non lo fossi, non ti avrebbero messo sotto controllo," sghignazzò lo Shinigami.
Il ragazzo si morse un labbro a sangue. Quel dannato (*) e le sue telecamere. Era stata una fortuna che se ne fosse accorto in tempo. Aveva rischiato molto, ma era riuscito lo stesso ad evitare di tradirsi.
Certo, era stato comunque costretto a ridurre il numero di esecuzioni e a nascondere il Death Note. Ma, per fortuna, era andato tutto bene. Alla fine, pareva essersi convinto che lui non potesse essere Kira, e la prova era stata la rimozione di tutte le telecamere nascoste.
Ma non era ancora finita. Light sapeva benissimo che, se al più presto non fosse saltato fuori un altro possibile Kira, sarebbe tornato a sospettare di lui. E lui doveva evitarlo ad ogni costo. Oppure, poteva cercare un modo per avvicinarsi ad ed ucciderlo a tradimento.
"Uccidere..." Light aggrottò la fronte. Qualunque decisione avesse preso, doveva morire. Era un uomo troppo pericoloso. E poi, aveva osato mettersi contro di lui. Lo aveva umiliato, con lo scherzetto della falsa apparizione in TV.
Gliel'avrebbe fatta pagare cara.
Ryuk si appollaiò sul soffitto come un pipistrello, incrociando lo sguardo del ragazzo. "Light, perché non parli più? Che stai pensando?" gli chiese, curioso.
"Se ti annoi, perchè non te ne vai ad uccidere tu qualche umano inutile?" sbottò il ragazzo, seccato per essere stato interrotto dai suoi pensieri.
L'orrendo sorriso di Ryuk si fece radiosamente sadico: "Magari proprio , no? Immagino che ti piacerebbe, giusto?" Poi, senza dare il tempo all'altro di ribattere, scese dal soffitto e ricadde sdraiato sul letto di Light, una mano a sorreggergli il volto, fisso su quello del ragazzo: "No, non lo farò. se lo facessi, finirebbe tutto il mio divertimento. E poi, non ho bisogno di uccidere umani, per ora. Quando morirai tu, scriverò il tuo nome sul mio quaderno, e mi prenderò tutti gli anni di vita che ti rimangono."
Light sbuffò: Ryuk sapeva essere davvero consolante a volte. D'altra parte, era sicuro che avrebbe potuto offrire a Ryuk un'intera piantagione di mele, ma lui non gli avrebbe mai fatto un favore. Light sospettava che si stesse divertendo un mondo a vederlo annaspare, disperato, in cerca di una via d'uscita ai guai in cui continuava a cacciarsi.
Si girò dall'altro lato, per non essere costretto a guardare quella faccia schifosa.
"Finirò sul tuo Death Note il più tardi possibile, Ryuk. Ma ora che ci penso, ti ho già chiesto come hai fatto ad avere due quaderni? Hai detto che l'hai rubato ad un altro Shinigami, no?"
Ryuk ricominciò a ridere: "Già, è stato uno spasso."
Light si accigliò. "E non credi che quello verrà a riprenderselo?"
Ryuk rideva così tanto da essere costretto a portarsi le mani allo stomaco. "No, no, credimi Light, lo conosco abbastanza bene da dirti che in questo momento si starà rodendo il fegato perchè ha una paura matta di venire qui. Ad un certo punto, penserà che l'unico modo per scendere nel mondo umano e recuperare in fretta il quaderno è quello manipolare la morte di un umano che glielo riporti. Poi però si renderà conto che per manipolare gli umani gli serve il quaderno".
Light sembrava contrariato da quella risposta. "Quindi è probabile che ci stia osservando rodendosi il fegato, ma che decida di non agire, giusto?"
"Non è probabile, è certo. Ma perché sei così interessato?"
"Pura curiosità, Ryuk," fu la risposta innocente. Light si rimise a sedere sul letto. I suoi occhi caddero sul suo orologio da polso: l'una e tre quarti. Il giorno dopo, avrebbe avuto il test d'accesso all'università. Era necessario che andasse a dormire. "Basta, ne ho abbastanza per stasera," mormorò, riprendendo in mano I Sei Codici per riporli al proprio posto. "Domani per me sarà una giornata faticosa, ho la prova d'accesso. Ho bisogno di..."
Due tonfi alla porta. "Fratellone! Sei ancora sveglio? Ma che fai? Parli da solo?"
Light si pietrificò: dall'altra parte della porta, sua sorella stava bussando per entrare.
"Oh, se ti ha sentito parlare con me di quaderni ed omicidi sono guai!!" Ryuk prese a saltellare fregandosi le mani, mentre i suoi occhi gialli si illuminavano.
"Sta' zitto!" gli sibilò Light, andando ad aprire la porta: la sua sorella minore, Sayu, si precipitò nella stanza, cercando di abbracciarlo. Lui si allontanò, facendole quasi perdere l'equilibrio.
"Sayu, sei matta?" la sgridò. "Stavi origliando?"
"No, stavo solo andando in bagno," fu la semplice risposta. "Sono passata per camera tua e ti ho sentito parlare da solo." Indicò il libro che Light ancora aveva fra le mani: "So che sei nervoso per domani, ma ora basta ripetere, devi andare a dormire, o non ci capirai niente in quei test assurdi! E poi, non preoccuparti, il mio fratellone è un genio, passerà di certo! Buona notte!!" e Sayu, scoccato a tradimento un bacio sulla guancia di Light, girò i tacchi ed uscì dalla stanza sbattendo la porta.
Light rimase per qualche secondo immobile, teso, stringendo il libro.
Aveva origliato?
E se sì, lui aveva detto qualcosa di compromettente? Non gli sembrava.
Ma, e se Sayu avesse qualche sospetto?
"Per curiosità," gli chiese Ryuk portandogli una mano sulla spalla "...se lei scoprisse che tu sei Kira, cosa faresti?"
"Io..." Light, senza cambiare espressione, si voltò verso di lui e sorrise: "...la ucciderei" sibilò.
"Ha! Lo sapevo!"
Se avesse avuto un cuore, Ryuk l'avrebbe sentito palpitare forte nel petto per l'emozione. Aveva fatto proprio bene a gettare il quaderno nel mondo umano. Le cose si facevano sempre più interessanti.


***

(*) Perdonatemi, non ho resistito ad usare quel font. XD

  
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