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Autore: Lady_Ackerman    05/01/2013    2 recensioni
Sembra che tutto ciò che mi circondi si distrugga...
Genere: Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buio. Oscurità. Sangue. Dolore.

La mia mente non è mai stata ‘popolata’ da bei pensieri.
Se non fosse stato per quell’incendio.
Quel giorno, quel dannato giorno, in cui tutto quello che avevo, ha preso fuoco, ed è diventato cenere.
Non era quello che volevo, eppure è successo, eppure…sono rimasto solo.
Vedere i miei genitori morire, lo steward di famiglia venir accoltellato, davanti ai miei occhi, occhi a quel tempo innocenti, gli occhi di un bambino la cui infanzia si è visto svanire lentamente, assieme a quelle fiamme.

E poi…ho incontrato lui, un demone. Se non lo avessi constato con i miei occhi non avrei mai pensato che potessero esistere creature simili, demoni, angeli. Tralasciando questo dettaglio, dopo che gli ho venduto la mia anima in cambio della vendetta, tutto è cambiato, la mia solitudine pian pianino si è riempita di compagnia, lui , la mia servitù , Pluto. Ma nonostante tutto, mi sentivo ancora vuoto. Non ne capivo il motivo, e ciò mi irritava parecchio.
In quel periodo ero nervoso, giravano strane voci, su una maledizione che avrebbe colpito la mia famiglia da generazioni. Che assurdità!
Sebastian non ha espresso opinione, il che mi infastidisce.
Quel demone del cavolo, non capisco mai cosa gli passi per la mente.
Quasi tutta la servitù diceva che era una cosa impossibile, mentre Tanaka sosteneva che da tempo sentiva questa cosa, e che magari, probabilmente questa storia era vera. I sospetti mi divoravano, e, dato che Sebastian non aveva aperto becco, decisi di recarmi assieme a Tanaka in una delle biblioteche più sofisticate in Londra per cercare cose al riguardo, e il mio Steward sapeva perfettamente dove andare.

Ed è per questo che ora mi trovo in carrozza, con Tanaka alla guida.
Sospirai un paio di volte, per poi portare lo sguardo fuori, ammiravo il paesaggio che passavamo velocemente. Passai le dita sul mio anello di famiglia, concentrato, perso nei miei pensieri. Nonostante la mia tenera età non sono per niente come un qualunque ragazzino di tredici anni, sotto molti aspetti; per quello che facevo, e per come funzionava il mio cervello, probabilmente se ci fossero stati ancora i miei genitori non avrei avuto una mentalità così ‘evoluta’.
Ero il cane da guardia della regina, uno dei ruoli più importanti in assoluto, avevo fatto il contratto con un demone, cedendogli la mia anima in cambio di vendetta, una sanguinosa e dolorosa vendetta, ero il padrone di una fabbrica di giocattoli, il capo stirpe dei Phanthomive, vivevo e agivo nella malavita , pensavo quasi a tutti gli effetti come un adulto, sicuramente tutto ciò che un ragazzino della mia età non dovrebbe fare.
Eppure non mi pentivo del mio modo di pensare o del mio modo di vivere, anzi forse ne andavo orgoglioso. Mi fermai a riflettere su un particolare.
Tutto ciò che mi circondava…si distruggeva. Mia madre, mio padre, mia zia Angelina Madame Red…quanto tempo sarebbe passato prima che anche Lady Elizabeth, Finnian, Bardroy , Mey Rin, Tanaka , e tutte le persone che mi stavano attorno si fossero distrutte anch’esse? Sebastian compreso.
Il solo pensiero mi divorava lo stomaco, qualcosa non andava in me forse.
Scrollai la testa come per scacciare via i pensieri, vidi la porta aprirsi e Tanaka che mi osservava.

-Bocchan, siamo arrivati- mi disse.
Mi ero perso troppo nei pensieri e non avevo nemmeno portato caso al fatto che eravamo giunti a destinazione, poi osservai Tanaka, era nella sua forma originale, e non in quella sottospecie di nano da giardino. Mi guardai intorno, non c’era nulla.

-Non siamo in Londra- dissi quasi in un sussurro.
Tanaka mi guardò tendendomi la mano per aiutarmi a scendere per poi pronunciare: -Bocchan, non ha portato attenzione alle mie parole?-
Riflessi un attimo, nonostante perso nei miei pensieri durante il viaggio mi sforzai di ricordare. Ricordavo perfettamente la strada percorsa, e ricordai le parole di Tanaka “Signorino, il posto in cui andremo non si trova in Londra ma in periferia”. Lo aveva detto probabilmente mentre pensavo al fatto di non essere un normale tredicenne.Con l’aiuto di Tanaka scesi dalla carrozza e mi guardai intorno, c’era solo un pozzo in mezzo a un campo e poi il nulla mi girai di nuovo e vidi un edificio, beh, dire edificio mi sembra esagerato, più che altro era un piccolo stabilimento, di cui non sapevo nemmeno l’esistenza.

-Una biblioteca alquanto particolare, non trovi?-

-Certo signorino, è una biblioteca in cui ci sono solo libri su leggende, a partire dalla storia di Londra alle leggende dei giorni nostri, appena ho scoperto questo posto pensavo potesse essere il posto giusto per quello che sta cercando-

-Lavoro impeccabile Tanaka. Sai dirmi come mai è così isolato?- Più mi guardavo intorno mi metteva i brividi quel posto, perché mai così isolato, pensavo che un posto simile sia molto in stile ‘romanzo horror’. Sospirai, leggere tutti quei thriller , o libri di quel genere, in questo momento era molto a sfavore, oserei dire.

-Signorino, non si preoccupi, non ne conosco il motivo del perché fosse così isolato, ma probabilmente perché solo le persone nobili vi possono accedere, si narra che li dentro ci siano addirittura libri per ogni stirpe nobile, stirpi non più esistenti e stirpi attuali. E’ stata dura addirittura trovare informazioni su questo posto-
Tanaka sembrava rilassato, il mio opposto insomma.
Dentro di me sentivo una strana sensazione come se da un momento all’altro potesse succedere chissà cosa, odiavo quella sensazione, odiavo quando non avevo pensieri poco tranquilli. Tanaka mi sorrise, forse perché aveva capito la mia agitazione, era un sorriso come per volermi far star tranquillo.
Sembravo un’idiota, avevo avuto a che fare con di tutto e di più , demoni, angeli, shinigami, una stupida biblioteca non poteva farmi paura in quel modo. Impugnai ferreamente il mio bastone per poi iniziare a camminare verso l’ingresso, seguito da Tanaka che camminava a passo fermo e tranquillo, passo degno della servitù dei Phanthomive.
 
Aprii la porta.
Mi guardai intorno, da fuori la struttura sembra più grande, ma una volta dentro era molto più piccola di quel che immaginavo, forse dieci, se non meno, metri quadri. Non si vedevano assolutamente le pareti, o meglio , le pareti erano degli scaffali. Al centro della stanza vi si trovava un bancone, piccolo e rotondo, dove avrebbe dovuto trovarsi la bibliotecaria, eppure non vi era nessuno.
Arricciai le labbra, vi erano davvero tantissimi libri, notai solo allora che erano divisi per ogni parete. Due per le leggende, e tue per le famiglie nobili.
Le prime due pareti erano una a destra e l’altra alle mie spalle.
Una parete segnava “Leggende antiche”
L’altra “Leggende attuali”
Le altre due pareti erano avanti e a sinistra rispetto a me.
“Famiglie Nobili antiche”
“Famiglie Nobili attuali”.
Già, Tanaka non si era sbagliato al riguardo della struttura era davvero una biblioteca particolare, solo degna di essere varcata da persone nobili, e volendo osare anche da Scotland Yard.
Notai che in mezzo alla sezione della famiglie nobili attuali tutti i libri avevano una copertina color grigio perla, ad eccezione di due, uno rosso, e uno nero.
Incuriosito mi incamminai verso la sezione, seguito da Tanaka, mi fermai davanti all’enorme scaffale e riposi il mio sguardo su Tanaka che si stava guardando in torno. I libri dalla copertina neri e rossi erano un poco in alto, e la mia mano non vi arrivava, quindi feci capire al mio steward che avrei avuto bisogno di un’aiutino.

-Signorino, è sicuro…di volerlo vedere?- il suo sguardo era preoccupato, la cosa mi incuriosì ancora di più.

-Certo, perché non dovrei volerli vedere? Veloce Tanaka.- pronuncia di fretta.

Lo steward si alzò sulle punte afferrando i due libri.
Mi porse per primo il libro rosso, un rosso rubino con dei decori color oro, e il titolo del libro anch’esso in oro era inconfondibile “Trancy” .
Alla visione restai sorpreso. Perché mai la magione di Alois Trancy era in un libro rosso? Alzai le spalle, poco mi importava, ma vi avrei dato una letta una volta tornato alla villa.
Lo passai a Tanaka che guardandomi preoccupato mi passò il libro color nero.
Un nero pece, che mi ricordava tanto il colore dei capelli del mio maggiordomo tuttofare.
Il libro era decorato in argento. Alla vista del titolo mi sentii sbiancare, un cognome che conoscevo bene, sgranai gli occhi.

.PHANTHOMIVE.

Il mio cognome.
Aprii il libro e gli diedi una sfogliata veloce giungendo alle ultime pagine.
Vi era la mia foto, il mio nome, cognome, caratteristiche, il nome delle persone della mia servitù, nome e cognome di tutti, nessuno escluso.
Per ognuno vi erano descrizioni, però solo le mie descrizioni e quelle di Tanaka erano dettagliate, sul resto della servitù non c’era molto da raccontar.
La cosa era logica, un demone, un ex militare, una ragazza dalla vista e mira incredibile, e un ragazzo dalla forza strabiliante. Nessuno ,eccetto me e il mio steward , era umano al 100% a partire dal demone.
Non vi erano scritte le nature della mia servitù.
Tralasciai e sfogliai alcune pagine, vi erano scritte per la maggior parte tutte le missioni a cui avevo preso parte, persino le missioni più segrete al difuori degl’occhi di tutti. Chi aveva così tante informazioni su me e la mia famiglia?
Oltretutto che tipo di libro era? La ultima missione segnata era quella della scorsa settimana.
Tutto era così incredibilmente strano, ero spaventato, e girai lo sguardo sconvolto passando il libro a Tanaka che lo prese e mi guardò con preoccupazione.
Dal libro cascò un foglietto. Mi chinai a raccoglierlo e sopra c’era scritto “la bambola di ghiaccio”.

-La bambola…di ghiaccio? Tanaka che significa?- mi girai e lo guardai.

-E’ una leggenda che risale ai tempi antichi signorino.-

-Ma cosa ci fa nel libro della mia famiglia? O meglio dire, perché ci sono così tante informazioni su di noi? Perché il libro è diverso dagli altri? Che cosa sta succedendo Tanaka?-

-Non lo so Bocchan, si calmi però.-

Aveva ragione Tanaka, calma, dovevo mantenere la calma.
Mi spostai seguito dallo steward fino alla sezione delle leggende antiche a destra.
Come potevo trovarlo? O meglio lo avrei trovato?
La Bambola di Ghiaccio eh?
Era pieno di copertine colorate, non come le sezione delle famiglie nobili le cui copertine erano tutte uguali, escluse il libro rosso e quello nero.
Presi un attimo i libri della mia famiglia e della famiglia Trancy mettendoli sotto spalla, in cerca del libro che mi serviva.
Cercavo, scorrendo i titoli uno dopo l’altro i libri, big foot, Nessi , l’abominevole uomo delle nevi, Il filo rosso del destino. Sospirai, e continuai la ricerca.
Passavano i minuti, i libri erano tantissimi, ma non mi arresi e a un certo punto lo vidi, la copertina azzurro pallido e il titolo scritto in bianco.
Perfetto, pensai. Assolutamente magnifico, l’ho trovato!
Lo afferrai e lo sfilai dalla libreria per poi metterlo sotto braccio insieme agl’altri due libri.
Fu in quel momento, tutto veloce come, come il cadere di un petalo di fior di ciliegio.
Sentii un piccolo gemito di dolore provenir da Tanaka, mi girai di scatto e mi senti tagliare appena la guancia. Una volta girato mi resi conto di quello che stava succedendo.
Tutta la stanza era intrecciata di fili, visibili solo grazie al riflesso della luce , fili che se ti muovi rischi di essere fatto a fettine.
Il mio steward perdeva sangue, dalla gamba, il braccio, il petto, e il volto. Era avvolto dai fili.
Io ne avevo solo uno davanti al volto, ero per modo di dire ‘salvo’ da quella tortura.

-TANAKA!- un urlo mi uscì spontaneo. Lui mi guardò, quasi come per tranquillizzarmi. Ma non avevo intenzione di stare calmo, eravamo nei guai, guai seri. Cosa stava succedendo?

La porta si aprì, e entrò una ragazzina, avrà avuto forse un anno in meno di me, eppure più alta di me.
Alla fine la figura del nano  la faccio sempre io eh?
La guardavo, capelli biondo platino, sembravano quasi bianco, e degli occhi meravigliosi , già proprio color ghiaccio, la carnagione pallida, bianca come il marmo, un vestito lungo fin troppo per lei, bianco.

-Ti aspettavo, conte Ciel Phanthomive-
La sua voce era leggera, e dolce, ma per niente amichevole. La sua voce per quanto potesse incantare non mi faceva alcun effetto. Per la testa mi chiedevo solo chi fosse, perché mi aspettava, e che cosa stava succedendo.

-Chi sei tu?- L’ultima parola la pronunciai bruscamente, la mia non sembrava nemmeno una domanda, più che altro un obbligo a dirmi chi ella fosse.

-Ma come sei sboccato ragazzino, e pensare che non vedevo l’ora di iniziare questo gioco con te- mentre pronunciava quelle parole fece gli occhi da cerbiatta, il che con me non attaccava minimamente.

-Cambia tattica, odio i giri di parole, e ancora di più questi giochetti idioti.- pronunciai la frase con un velo di irritazione.

-Peccato piccolo conte, pensavo che ai bambini piacesse giocare-

Odiavo essere chiamato ‘bambino’. Decisamente lo odiavo, tanto più da una completa estranea.
La ragazza avanzò lentamente, attraverso i fili, come se lei ne fosse immune e si avvicino a Tanaka.

-Non vuoi proprio giocare con me Ciel?- disse la ragazza assottigliando gli occhi.

-Non ho tempo per i giochi idioti-

-Che peccato, allora se non vuoi giocare..- passò le mani attorno al busto dello steward –giocherò con lui.-

Mi irrigidì. Non doveva nemmeno osare a toccare Tanaka.
Ma il tempo di aprire bocca e i fili svanirono, e quella ragazza tirò un colpo sulla nuca al mio steward facendolo svenire, lo caricò sulle spalle come se nulla fosse e corse via velocemente.
Ripresi un secondo fiato e tenendo stretti i tre libri sotto braccio iniziai a correre e una volta fuori mi guardai intorno, e vidi la ragazzina correre verso il pozzo poi a pochi centimetri da esso si girò in mia direzione.

-Mio piccolo conte, vieni a trovarmi appena avrai voglia di giocare…non farmi aspettare troppo, o morirai.-

Detto questo si lanciò con Tanaka giù per il pozzo.
Non potevo crederci, quelle parole…cosa significavano?
Ero preso dal panico. Corsi alla carrozza più veloce che potevo e salì al posto guida.
Non avevo mai guidato un carrozza, ma sapevo guidare un cavallo, il che lo ritenevo sufficiente.
Iniziai a far galoppare il cavallo più veloce che potevo, e un mare di domande mi pervasero la testa.
Chi era lei?
Cosa voleva da me?
Perché aveva preso Tanaka?
Ma cosa più fondamentale…I libri?
Dannazione, quando tornai con i piedi sulla terra mi accorsi di essere quasi arrivato alla villa, ero felice, appena arrivato Sebastian avrebbe risolto il guaio.
All’improvviso sentì una vampata di calore e mi girai.
La carrozza stava prendendo fuoco.
Dannazione, sarei mai giunto a casa prima di rimaner carbonizzato pur io?
  
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