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Autore: jade146    05/01/2013    5 recensioni
"Ah, amo questo lavoro!" esclamò estasiato Richard Castle sedendosi di peso sulla sedia di fronte alla scrivania della detective. Kate gli lanciò uno sguardo veloce e neutro prima di tornare sulle sue carte.
Non sopportando il disinteresse palesemente forzato della detective, Castle decise di aggiungere: "Ci dovrebbe essere più spesso questo movimento di giornalisti, qui dentro… soprattutto ora che ospitate una star"

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Una storia a capitoli che avrà come sfondo la morte di una giovane Jane Doe e in primo piano un Castle sempre pronto a stuzzicare la nostra detective Beckett.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Stairway to Death
* An Unidentified Cockblocker *

 
 
<< Wow, che emozione trovarsi faccia a faccia con il più complesso, forte e - a detta dello stesso scrittore Richard Castle - affascinante personaggio mai creato su carta: Nikki Heat… >>
Mentre la giornalista esagerava nell’enfatizzare ogni parola diretta verso una delle telecamere che avevano ingombrato il Dodicesimo Distretto, Kate Beckett cercava di nascondere la sua espressione ricca di scetticismo dietro una tazza di caffè. Quando però venne introdotta ufficialmente nell’intervista, dovette cambiare strategia e trovare un qualsiasi modo possibile per non scoppiare a ridere in faccia a quella giovane giornalista o fare qualsiasi altra cosa poco consona alla situazione.
<< Detective Katherine Beckett… è un vero onore incontrarla e poter scambiare quattro chiacchiere con lei >>
Kate sorrise serrando le labbra << Lo stesso vale per me >>
<< Deve essere stata una grande sorpresa prendere parte ad un simile progetto, come è stato lavorare con Richard Castle? >>
Non appena la ragazza le avvicinò il microfono, Beckett fu quasi tentata a risponderle con qualcosa di esasperato - come “E’ stato stressante e controproducente” o “Richard Castle è così immaturo che avrei potuto lavorare con un infante e sarebbe stata la stessa identica cosa” - ma fortunatamente frenò le sue ostilità e optò per una risposta più sobria.
<< Non nascondo di essere rimasta lusingata da tutta questa faccenda e devo con mia sorpresa ammettere che Castle in questo periodo è stata un’entrata positiva nel distretto e per le nostre indagini, nonostante probabilmente - se avessi avuto la possibilità di scegliere - avrei preferito lavorare accanto a figure di spicco nel mondo letterario, non lo so, come James… >>
Neanche il tempo di nominare alcuni tra i suoi scrittori preferiti e Kate venne interrotta dalla giornalista che sembrava pronta ad esplodere di domande.
<< Mi vuole dire che lei non ammira Richard Castle come scrittore? >>
Kate rise scuotendo la testa << No, assolutamente. Dico soltanto che… >>
<< Oh, per fortuna! >> esclamò sollevata la ragazza << Anche perché è arrivata tutt’altra voce a noi di Cosmopolitan >>
Kate sgranò gli occhi chiedendosi quale potesse essere stata questa voce o da chi sarebbe potuta partire << Una voce? Che tipo… di voce? >>
In tutta risposta la giornalista iniziò a sfoggiare una serie di sguardi che probabilmente volevano apparire eloquenti o lontanamente soddisfacenti alla domanda della detective, ma risultarono soltanto irritanti agli occhi di Kate che ribadì con un: << Quindi? >>
<< Quindi… >> la ragazza si mise comoda sulla sedia << Stiamo parlando di una voce calda… profonda… sensuale… assolutamente maschile >>
<< Ok, ok, basta, credo di aver capito >> la interruppe la detective nauseata dal tono della ragazza << Credo di aver capito, sì >> ripeté volgendosi poi verso il suo “partner” Richard Castle che era intento a farsi lucidare le vesti dai corpi semi nudi di un paio di finte poliziotte ammanettate.
Come aveva potuto accettare di lavorare con un tale idiota?
<< In ogni caso… >> Kate tornò alla sua intervista << cosa le avrebbe detto? >>
<< Be’, che lei è una delle fan più sfegatate dello scrittore >>
Beckett annuì seriamente.
Questo era veramente troppo.
 
<< Ah, amo questo lavoro! >> esclamò estasiato Richard Castle sedendosi di peso sulla sedia di fronte alla scrivania della detective. Kate gli lanciò uno sguardo veloce e neutro prima di tornare sulle sue carte.
Non sopportando il disinteresse palesemente forzato della detective, Castle decise di aggiungere: << Ci dovrebbe essere più spesso questo movimento di giornalisti, qui dentro… soprattutto ora che ospitate una star >> si chinò verso la scrivania per avvicinarsi a Kate << o forse dovrei dire: due >>
Kate strinse tanto la penna con la quale stava prendendo appunti che quasi rigò il foglio.
<< Castle? >>
<< Sì? >> alzò le sopracciglia Richard.
Kate lo guardò sospirando.
<< Che cosa? >>
<< Lascia stare, ora ho da fare >> Beckett riprese il suo lavoro.
Castle intuì al volo che non era il momento di fare pressioni di alcun genere e decise di gettare la spugna prima ancora di iniziare a farsi vedere interessato. Così si alzò dalla sedia e prese la sua giacca.
<< Va bene >> disse alzando il collo del cappotto << Io vado a prendere Alexis >>
Kate annuì << Ok, ci vediamo domani mattina >>
<< A domani, Kate >>
Beckett lo guardò lasciare il distretto chiedendosi per quanto ancora avrebbe sopportato la costante presenza di Castle nella sua vita.
 
Richard era giunto nel vicoletto sperduto in cui si trovava l’abitazione della migliore amica di sua figlia. Ogni volta gli ci voleva un fine ingegno per trovare il portone corretto e più acuto ancora doveva essere il suo senso della vista nel rintracciare il cognome giusto tra i vari citofoni tutti con i nominativi sempre più sbiaditi.
<< G, G, G… Ge, Gel.. Gel-qualcosa-r >> Castle aggrottò le sopracciglia << Va be’, diamolo per buono >> suonò.
<< Chi è? >> chiese una voce.
<< Ehm, sono Richard Castle… >>
<< Interno B, terza porta a partire da destra >>
Peeeeerfetto.
<< Grazie mille, molto gentile >>
E proprio in quell’istante fece capolino sulla terza porta a partire da destra - del palazzo vicino - sua figlia Alexis, avvolta nella sciarpa e il fumo che le usciva dalla bocca per il freddo.
<< Sei andato di nuovo a disturbare i vicini di Sally? >> chiese ridendo.
Castle alzò le spalle e fece una smorfia << E’ la mia specialità >> le offrì il braccio << Su, andiamo >>
<< Allora… >> iniziò Alexis non appena si accomodò nell’auto sportiva del padre << Come è andato il servizio per Cosmopolitan? >>
Castle sorrise ripensando all’espressione della detective Beckett non appena entrarono nel dipartimento tutte quelle modelle svestite da poliziotte.
<< Devo dire che è stata un’esperienza interessante >> annuì fingendo un’aria seria e distaccata << Ho fatto l’abbonamento alla rivista >>
Alexis soffocò nella sua stessa risata << Mio Dio, stai scherzando spero! >>
<< E perché dovrei, che male ci trovi? >>
La ragazza lo guardò alzando entrambe le sopracciglia come per dargli dell’ingenuo << Non lo so… chi credi legga una rivista simile in casa nostra? La nonna? >>
Richard, ripensando ai trafiletti che aveva intravisto nelle ultime copertine di Cosmopolitan riguardanti sesso e serate brave, non riusciva veramente a trovare nulla d’impensabile in sua madre che leggeva certe cose.
<< Be’, non vorrei scandalizzarti, tesoro, ma prima o poi anche tu troverai interessanti certe letture >>
<< Oh, sì, lo credo! >> esclamò sarcastica Alexis << Quindi hai appena cancellato Cosmopolitan dalla lista dei tabù per la mia adolescenza >>
Castle rifletté un attimo sulla faccenda nella modalità padre. Avrebbe veramente voluto che sua figlia leggesse consigli su come esser sexy e seducente per il proprio lui la notte di capodanno senza troppe spese in stoffe e… Ok, ok, non avrebbe voluto che leggesse qualcosa di simile neanche fra ottant’anni.
<< No, credo di averla appena abolita dalla tua vita >>
 
Richard e Alexis furono accolti in casa da una coltre di fumo proveniente dalla cucina a giorno. Disgustati e non troppo sorpresi si chiusero la porta alle spalle e si tolsero i cappotti.
<< Niente di grave, sto preparando la cena! >> fu l’unica spiegazione riguardo quel nebbione che Martha riuscì a rifilare.
Castle si chinò verso la figlia << Vedi, è per questo che non voglio che tu legga certe riviste >>
<< Senti che profumino! >> continuava ad esclamare la donna.
<< Sì, credo lo senta tutto il vicinato, nonna >> rispose Alexis mentre andava a rintanarsi nella sua camera.
<< Sono meravigliata da me stessa, è stupefacente! >>
Castle scosse la testa. L’unica cosa che aveva mai visto preparare dalla madre era stato uno scotch liscio per una sua vecchia fiamma… ed erano passati anni da quel giorno.
<< C’è qualche motivo in particolare per… tutto questo? >> chiese dubbioso l’uomo.
Martha sembrò quasi offesa << Assolutamente no >>
<< Be’, sai… sono abituato ai soliti guai che combini, non hai bisogno di affumicarmi casa per questo >>
L’anziana rise animosamente a quell’affermazione << Ma cosa hai capito! >> fece una mossa con la mano come per scacciare via una mosca << Non ho fatto alcun danno, oggi… Ho soltanto invitato Kate a cena >>
Castle perse un battito. Forse due.
Prova a non chiamarlo danno!
<< Che cosa?! >> soffocò.
<< Beckett. Kate Beckett. L’ho invitata a cena, per ringraziarla >>
E fu in quel momento che Richard Castle si preoccupò seriamente della sanità mentale di sua madre.
Perché mai avrebbe dovuto invitarla a cena, poi… Che cos’era tutta questa voglia di legare il suo lavoro con la sua vita privata?
Non riuscendo a trovare risposta logica in tutto ciò, si mise a ridere, nervoso.
<< Ringraziarla? Ah! >> si morse il labbro << E di cosa, sentiamo >>
Martha fece una faccia confusa e guardò il soffitto come se dovesse cercare quella ragione chissà tra quante << Be’… >> sbuffò << Per prima cosa ti sopporta ogni giorno… >>
Castle girò gli occhi ed iniziò a rimboccarsi le maniche della camicia per portare un po’ di umanità in quella cucina.
<< … e… >> gli rivolse uno sguardo alla tu-lo-sai-meglio-di-me.
Richard, prendendo pian piano possesso dei fornelli, incitò la madre con un: << E…? >>
<< E ti ha dato la possibilità di scrivere un romanzo decente dopo anni >>
Colpo basso! Ma d'altronde sincerità e schiettezza erano le qualità che facevano da colonne portanti nella personalità di quella donna.
<< Wow… >> soffiò lo scrittore << Grazie per aver espresso la tua preziosa opinione sui miei scritti con così tanta delizia… >>
<< Oh, Rick, lo sai che non intendevo… >>
<< Oh, sì che lo intendevi! >> sbottò Castle << E sei stata molto chiara >>
Per quanto potesse fare l’offeso, però, Richard non poteva negare in alcun modo il fatto che l’arrivo di Kate nella sua vita gli avesse portato una quantità infinita di conseguenze positive e, soprattutto, quella nuova fonte di successo che era l’intelligentissima ed estremamente sexy detective Nikki Heat.
Per non parlare dell’emozione che provava alzandosi ogni mattina per andare al Dodicesimo Distretto dove ormai seguire Beckett e studiare per il suo libro erano diventati un tutt’uno con l’aiutare la polizia di New York a risolvere i casi più scabrosi proprio come un vero surrogato di poliziotto.
Quindi, tirando le somme, sua madre non aveva affatto torto.
<< Va bene… se qui ci pensi tu… io vado a farmi un drink, ma prima >> Martha sollevò il volto del figlio con un dito << fammi un bel sorriso e dimmi che non ti ho ferito, perché non era mia intenzione >>
Richard le sorrise dolcemente e le diede un bacio sulla guancia << Non mi hai ferito… sia mai >>
La donna esultò con un balletto e si avviò verso il carrello dei liquori.
<< Non esagerare, mamma, non vorrei che te ne uscissi con i tuoi discorsi da cabaret questa sera con Beckett >>
<< Tranquillo >> lo rassicurò Martha già con la bottiglia in mano << un po’ di Martini non ha mai messo in imbarazzo nessuno! >>
<< Te non di sicuro >> mormorò piano l’uomo.
 
<< Chi è il disgraziato che ha il coraggio di privarmi della mia dose serale di Kate Beckett? >>
Lanie aveva preso posto sul divano in pelle dell’amica con la quale aveva avuto appena il tempo di prendere un sorso di vino rosso. Apparentemente sembrava contrariata dai progetti serali di Kate, ma in realtà adorava il fatto che uscisse a cena con qualcuno nel venerdì sera.
<< Nessun disgraziato, sono stata invitata a cena da Martha >> rispose Beckett mentre sceglieva un cappotto adatto a ciò che aveva deciso d’indossare.
Lanie le regalò un’espressione confusa << Martha? >>
<< Martha Rodgers >>
<< Ah, ok, ho capito tutto >> si tirò su Lanie scoccando la lingua e alzando le mani << Vai a cena da Castle >>
Kate girò gli occhi << Non è assolutamente così >> si difese << E comunque… non credo proprio che stasera ci sarà anche lui >>
Naturalmente l’allusione della donna riguardo all’indaffaratissima vita privata dello scrittore era del tutto casuale.
<< Certo, certo… >> canticchiò l’altra << Ed è per questo che hai accettato l’invito a mente fredda >>
<< Io… >> iniziò Kate per poi sbuffare rumorosamente << Veramente, Lanie, non è lavoro per te. Non c’è alcun coinvolgimento sentimentale in questa storia, niente attrazioni o romanticismi, davvero >>
<< E chi ti dice che è questo quello che percepisco nell’aria? >>
<< Non lo so, il fatto che riesci a trovare una love story ovunque? >> rise la detective << Riusciresti a far sembrare una coppia anche Ryan ed Esposito! >>
Lanie corrugò la fronte contrariata << In realtà mi piace credere Esposito etero… >>
<< E poi… >> continuò Kate facendo finta di non aver sentito << credo proprio di essere pane per i tuoi denti in queste cose… Cerchi sempre di accoppiarmi con qualcuno! >>
Lanie si versò un po’ di vino << Non cerco di accoppiarti, voglio soltanto che ti svaghi un po’, tutto qui >>
<< Grazie, ma non ho bisogno di svagarmi >>
Lanie alzò le sopracciglia arrendendosi << Come vuoi >> finì il suo vino e prese il cappotto dalla poltrona del salone << Ti lascio finire di preparare, dai… Ci vediamo domani >>
<< A domani >>
Lanie sorrise e si avviò alla porta d’ingresso << E buona serata con Castle! >>
<< Con Martha! >> ribadì divertita Kate.
<< Sì, sì, con Castle! >>
Quella storia non avrebbe mai avuto fine.
 
L’arte culinaria di Richard aveva totalmente preso il sopravvento su ogni altra capacità dello scrittore. Non aveva dato minimo freno alla sua fantasia e da una semplice cena in famiglia con un’ospite, era finito a preparare il pranzo natalizio per uno squadrone.
<< Richard! >> lo riprese Martha sconcertata << Ma che cosa hai capito?! Non ho invitato tutto il distretto, solo Kate. Kate. Quel fuscello con le gambe chilometriche che ti piacciono tanto. Kate >>
<< Ok, ho capito, mamma, quante volte vorrai ripetere il suo nome? >> Castle strinse le labbra interamente concentrato ad abbellire con della finocchiella le sue tartare di tonno. Poi ripensò alle gambe della detective.
<< Aspetta, cosa hai detto delle gambe di Kate? >>
Martha si voltò verso il figlio, seccata dalla sua disattenzione << Ho detto che sono chilometriche! Potrebbero prenderle come unità di misura per calcolare la lunghezza di un percorso ciclistico! >>
Castle scosse la testa << No, no… intendevo quello che hai detto dopo… >>
<< Che ti piacciono tanto >> ripeté con ovvietà la madre.
Fu in quel momento che Castle si chiese quando mai si fosse lasciato sfuggire con la madre un segreto simile… una simile fantasia. Non poteva credere di aver veramente dato voce hai suoi pensieri più occulti.
Cosa farebbe un criminale - convinto nel voler apparire innocente - in un’analoga situazione?
Negherebbe tutto. Spudoratamente.
<< Io non ho mai accennato al fatto che mi piacessero >> con nonchalance tornò alle sue tartare << Mai >>
<< Senti, caro… Le sue gambe piacciono addirittura a me che sono una donna, figuriamoci ad uno sciagurato pervertito come te >>
Castle finse lusinga per lo “sciagurato pervertito” e dentro di sé sospirò di sollievo. Almeno, a certe conclusioni, c’era giunta per fatti suoi.
<< Hey, qualcuno ha visto il mio quad… Whoa! >> Alexis quasi mancò uno scalino di fronte allo scenario di quella tavola imbandita a festa e dell’enorme quantità di cibo elaborato sparso per tutta la cucina << Che sta succedendo, qui? >>
Richard si asciugò le mani sul panno da cucina che teneva in spalla << Questa sera abbiamo ospiti, tesoro >>
La ragazza si rivolse dubbiosa alla nonna << Ospiti? >>
Martha si schiarì la gola << In realtà è solo uno, ma per tuo padre vale per mille… >>
<< Ah, Kate! >> constatò pratica Alexis.
Castle la fulminò stralunato.
<< In ogni caso >> riprese la ragazza dopo essersi concessa una risatina << potevate farmelo sapere prima… vado a mettermi una maglia decente >>
Il campanello suonò proprio in quel momento.
<< Mi sbrigo! >> sussurrò Alexis correndo su per le scale.
Martha ammiccò al figlio e si diresse verso la porta. Nel frattempo Richard sistemò alcuni piattini sulla penisola, si tolse velocemente il canovaccio dalla spalla facendolo sparire nei meandri della cucina, si sistemò i capelli specchiandosi su un coltello trovato al volo e si appoggiò innaturalmente ad una delle sedie del grande tavolo.
Quando la madre aprì la porta, l’unica cosa che riuscì a scorgere fu il bagliore di un sorriso.
Mai gli era capitato di restare affascinato dalla dentatura di una donna - o almeno non l’aveva mai collegata ad un pensiero sensuale - ma Kate… Aveva un sorriso perfetto e ogni qual volta le sue labbra si aprivano come un sipario mostrando quelle due file di perle, Richard ne rimaneva sempre ammaliato.
Se avesse continuato a fissarla, non si sarebbe mai svegliato.
Per fortuna quella donna era la sua musa, ed era sempre pronta a riportarlo sulla terra.
<< Castle, non credevo ci fossi anche tu >> Kate sembrava davvero stupita nel vederlo.
Richard si limitò a sorriderle senza riuscire a professare verbo e così Beckett gli regalò un’espressione tra il confuso e il divertito e si tolse la giacca.
<< Oh, cara, dai a me >> disse Martha prendendo il soprabito di Kate e accarezzandone la stoffa come era sua abitudine fare con qualsiasi capo << Wow, un trench invernale Burberry. Delizioso >>
Kate si morse impercettibilmente il labbro << Grazie >>
<< Buonasera Kate! >> esclamò Alexis scendendo velocemente le scale << E’ sempre un piacere vederti >>
Le due si salutarono baciandosi le guance << Anche a me fa piacere vederti, sei sempre più bella >>
Dopo aver scambiato un ampio sorriso con la detective, Alexis si voltò verso il padre che sembrava volersi mimetizzare con la tappezzeria tanto innaturale era la sua posa.
Pareva ipnotizzato, l’ultima volta che l’aveva visto in uno stato simile fu dopo la stesura dell’ultimo capitolo di un suo romanzo. Erano le quattro del mattino e aveva lavorato tutta la notte… Era comprensibile, per quell’occasione.
<< Padre? >> sibilò la ragazza.
<< Figlia? >> ribatté l’uomo.
Kate alzò entrambe le sopracciglia perplessa e Martha si batté una mano sulla fronte.
<< Richard?! Dove hai spedito il tuo cervello questa volta? >> sbottò la donna.
Lo scrittore chiuse gli occhi << Tra tante collane di perle >> sospirò.
<< Preparaci dei bicchieri di vino >> gli diede una pacca sulla spalla risvegliandolo.
Castle si massaggiò le palpebre e si portò i capelli indietro, finalmente attivo e attento. Squadrò per un attimo Beckett, con i capelli leggermente mossi, in gonna e camicetta. Tacchi rigorosamente alti.
Riuscì con tutte le sue forze a non soffermarsi troppo sulle gambe della detective e rispose alla madre: << Sì, subito >>
<< Ti prego, Kate, scusalo >> giustificò Martha rivolta a Beckett << Oggi ha proprio la testa altrove >>
Kate rise e rivolse uno sguardo veloce all’uomo << Sì, tra le perle… Probabilmente è stato il servizio fotografico di oggi ad averlo scombussolato >>
<< Ecco, a proposito di quel servizio… >> iniziò Alexis << Papà non mi ha detto molto… com’era? >> poi abbassando la voce si avvicinò a Kate << Sinceramente mi fido molto di più del tuo parere femminile… conoscendo la rivista >>
Kate sorrise complice con la ragazza << Be’… io e tuo padre abbiamo modi diversi di intendere volgare… >>
<< Erano delle semplicissime poliziotte… proprio come te >> disse con fine malizia l’uomo mentre offriva elegantemente bicchieri a tutte << Per te… soda >> si rivolse alla figlia.
<< Semplicissime poliziotte >> ripeté Beckett prendendo un sorso dal suo calice << Fino a prova contraria nel mio distretto mai nessuno si è presentato in shorts o mostrando l’ombelico >>
Castle simulò con il labiale un << Dovresti provare >> che la figlia non avrebbe potuto scorgere. Kate lo fulminò sostenuta ma allo stesso tempo inspiegabilmente divertita.
<< Avrei dovuto immaginarlo >> disse Alexis tranquillamente << In fondo è sempre Cosmopolitan… Ora capisco perché eri così soddisfatto quando sei venuto a prendermi e comprendo anche la tua scarsa concentrazione di adesso >>
Richard fece un lamento offeso e poi guardò Beckett che stava sorridendo prima di posare le labbra sul bordo del calice di vino rosso. Distolse subito lo sguardo.
<< Allora, ci mettiamo a tavola? >> suggerì schiarendosi la gola, non sapendo dove guardare.
Martha fece un risolino. Aveva osservato tutto attentamente e se la stava godendo.
<< Wow, chi ha cucinato tutto questo >> sgranò gli occhi Kate, stupita.
<< Mio figlio ai fornelli è equiparabile ad una massaia >> spiegò Martha.
Castle rise e scosse la testa mentre si sedeva di fronte a Kate.
<< E tu che ne sai di come cucina una massaia? >> la punzecchiò.
Martha alzò il viso con superiorità.
<< E’ la mia vendetta per quello che hai detto sui miei libri, sappi >> dichiarò Richard.
<< Oh mio Dio, adoro quando i libri di Castle vengono commentati sarcasticamente >> esclamò Kate vibrante sorprendendo Richard << Che cosa hai detto, Martha? >>
<< Be’… >> la donna sorrise angelicamente al figlio prima di riprendere << Vedi, Kate… Richard è rimasto imbottigliato nella serie di Derrick Storm per tanti anni e ha portato avanti la vita di quell’uomo per quasi una dozzina di libri… E sappiamo tutti che, se si aggiunge troppa acqua al brodo, diventa una brodaglia… >>
<< Arguta osservazione, mamma >> commentò Castle interdetto.
<< Perciò… >> riprese integerrima Martha << Credo onestamente che questa nuova serie di romanzi sia stata una vera e propria benedizione >> posò una mano sull’avambraccio di Kate << E sono felice che sia stata una donna come te… a renderne possibile la creazione >>
Beckett riprese un attimo a respirare << Io… non so davvero che cosa dire, Martha… Grazie >> le strinse la mano << Ma sono fortemente convinta che, in un modo o nell’altro, Richard sarebbe comunque riuscito a scrivere un… fantastico libro anche senza il mio aiuto >> sorrise << se così lo posso chiamare >>
Richard guardò Kate intensamente. Era incredibilmente eccitante avere una fan devota come lei.
<< Ma non credere, Richard… >> alle orecchie dell’uomo quel tono di voce era apparso tremendamente caldo perciò - per ascoltarla meglio - si era chinato in avanti verso il tavolo  << Che questo pensiero faccia di me la tua fan numero uno >>
Ok, la voce sensuale della detective l’aveva solo immaginata.
Alexis scoppiò a ridere.
<< Miss Cosmopolitan è stata molto espansiva oggi pomeriggio e mi ha raccontato della voce che sei andato a spargere in giro… della mia devozione per te >>
Kate inarcò le sopracciglia con un’espressione critica.
<< La cosa buffa è che ha detto lo stesso anche a noi >> confessò Alexis divertita.
Castle alzò le spalle sotto lo sguardo incredulo di Beckett.
<< Oopsy! >>
 
Martha e Alexis si erano casualmente offerte di riordinare la cucina e così lasciarono soli Richard e Kate a chiacchierare sul divano… con del buon vino rosso sempre alla mano.
<< E’ stata… veramente una bella serata, Rick >> si sorprese ad affermare la detective << E sei un cuoco eccezionale! >>
Castle rise e versò ancora del vino nei loro bicchieri - se quello era l’effetto che aveva su Kate, l’avrebbe voluta sempre alticcia.
<< Devo dire che sei un’ospite molto soddisfacente >> sorrise sornione l’uomo alzando leggermente il bicchiere << Guardati… un fuscello con le gambe chilometriche che mangia per un esercito >>
Kate rise << Come mi hai chiamata? >>
Richard si mise dritto sulla sua postazione maledicendo la madre per avergli mandato il cervello in pappa parlando sempre delle gambe chilometriche di Beckett.
<< Non lo so, non ricordo >> cercò di deviare << Partita a biliardo? >>
Kate si morse un labbro desolata << Non lo so… vorrei poter dare una mano a Martha ed… >>
<< Non ti preoccupare per noi, tesoro! >> la tranquillizzò immediatamente Martha.
<< Vedi? >> Castle si alzò e le porse la mano << Non ti preoccupare per loro, tesoro, e preparati ad essere sconfitta >>
<< Sei così prevedibilmente arrogante, Castle >> sussurrò Kate al suo orecchio per poi trovare la sua strada verso il biliardo << Già immagino quale sarà la tua posta in gioco >>
Ma quanto vino aveva bevuto?!
Richard non sapeva capacitarsene e l’unica certezza che aveva in quel momento era quella di essere incredibilmente agitato. Stava prendendo fuoco - e ancora non aveva pensato alla posta in gioco.
Si avvicinò al tavolo da biliardo cautamente. Le luci erano soffuse in quella parte della sala e con l’aggiunta di una lieve coltre di fumo, quel posto sarebbe probabilmente diventato luogo di perdizione.
Castle si lisciò la camicia e offrì una stecca a Kate. Sembrava stramente a suo agio e la posizione che assunse non appena prese in mano l’oggetto fece capire a Richard che probabilmente la partita non si prospettava facile come credeva. Le biglie si trovavano già nel triangolo e a Castle bastò soltanto eliminare la presenza di quest’ultimo per dare inizio ai giochi.
<< Beckett… prima le signore >>
Sembrava un gesto galante, ma in realtà doveva prendere tempo per raffreddare un po’ il suo animo bollente.
<< Che gentiluomo, Castle… >> Kate si mise in posizione. Castle si girò verso la finestra.
Colpo secco di stecca, fermo e preciso.
<< Ti piacciono le ragazze che sanno fare la spaccata, Castle? >>
Un demonio aveva preso il suo corpo, non c’erano dubbi.
Richard si voltò verso Beckett come richiamato all’appello. Le biglie correvano per il tavolo, e molte trovarono la loro strada nelle buche.
Kate sorrise al biliardo e poi concesse uno sguardo malizioso allo scrittore.
<< A chi non piacciono le ragazze… sportive…? >>
Kate rise << Hai una strana concezione di sport, non è vero? >>
Lo stava facendo apposta… voleva metterlo in difficoltà. Ma lui era pur sempre Rick Castle; serviva molto di più per incantarlo.
<< Per tua informazione la danza è uno sport… qualsiasi tipo di danza, lo è >> Richard si avvicinò alla donna usando elegantemente la stecca come bastone da passeggio.
Lei sorrise mostrandogli la dentatura perfetta e gli si avvicinò all’orecchio. I suoi capelli profumavano di ciliegia.
<< Io parlavo del biliardo, Castle >> soffiò suadente e petulante. Poi si allontanò dall’uomo tranquilla e riacquistò un’aria piuttosto rispettosa.
Richard rimase ammaliato da quella sua elasticità fisica e mentale, che sfoggiava raramente e che pochi avevano l’onore di conoscere.
Proprio quando Kate si chinò sul tavolo per sferrare un altro colpo vincente sotto gli occhi tormentati dello scrittore, il suo cellulare squillò.
<< Ah, maledizione >> borbottò Beckett.
Castle batté forte le palpebre << Già, maledizione >> sussurrò a denti stretti.
La detective si congedò momentaneamente con uno << Scusami >> al quale Castle rispose con un cenno della mano verso la sua borsetta.
Nel frattempo accorse al secchiello del ghiaccio.
<< Ghiaccio, ghiaccio, ghiaccio. Freddo, freddo, freddo >> sibilò nervoso mentre non sapeva proprio dove metterselo. Si guardò i pantaloni. << No, assolutamente no! >>
Si limitò a spingersene un cubetto in bocca.
 
Beckett si diresse verso l’attaccapanni reprimendo una fragorosa risata. Stava sfoggiando le sue più discrete armi di seduzione per mostrare a Castle il vero fascino di una detective. Altro che spogliarelliste ammanettate. Il troppo stroppia. Con poche mosse l’aveva messo a tappeto - ed il tutto nei limiti del PG 13.
<< Hey, Kate, chi sta vincendo? >> chiese dietro di lei Alexis.
Kate prese il cellulare dalla borsa e scambiò un’occhiata eloquente con la ragazza << Per ora credo di aver avuto la meglio, lo vedo un po’ perso >>
<< Oh, be’, sicuramente credeva non ci capissi nulla di biliardo >> sbuffò la ragazza poco sorpresa << E’ fatto così, cerca di spingerti a fare qualcosa che non conosci per vederti sbagliare e aiutarti… Ma non capisco ancora se lo fa solo per essere gratificato, o se è soltanto stranamente altruista >>
Kate sorrise << Mi piace pensare la seconda, probabilmente è altruista a modo suo >>
<< Posso venire a vedervi giocare? >>
<< Certamente! >> Beckett lanciò uno sguardo alla cucina << Dov’è Martha? >>
Alexis si voltò << Ah, sta al telefono con un signore >> fece una smorfia << Un buon partito, a sua detta >>
Le due si scambiarono un’espressione allucinata.
<< Oddio >> commentò Kate scherzosa aprendo il messaggio che le aveva inviato Lanie.
 

Salve detective Beckett, mi chiamo Jane Doe.

 
In allegato al messaggio c’era la foto raccapricciante di un cadavere che neanche Kate riusciva a capacitarsi. Sembrava mummificato, ma aveva l’aspetto pietrificato di un gargoyle.
<< Oddio >> questa volta il suo tono non era affatto scherzoso.
Il messaggio continuava:
 

Non ha documenti e si trovava in una casa di campagna sperduta.
Incrocio tra Hastings Road e Lewis Path…
Trovalo nel GPS mentre noi cerchiamo questa tipa
 nel database dei cockblocker della città.

 
L’umorismo perverso di Lanie le fece corrugare la fronte.
<< Qualcosa non va? >> chiese Alexis preoccupata dall’espressione della detective.
<< Tutto ok? >> giunse anche Castle.
Kate sospirò rumorosamente << In realtà no… E’ stato trovato un cadavere >>
Richard strinse i denti come se si fosse ferito << E dove? >>
<< Tra Hastings Road e Lewis Path… >>
<< Into The Wild! >> esclamò Castle  << Nelle terre selvagge… >>
Beckett sorrise amara << Così sembra… >> poi scrisse all’amica:
 

Datemi il tempo per un caffè ed arrivo subito.

 
Poi alzò lo sguardo << Ti dispiace se… >> iniziò rivolta allo scrittore.
<< Te lo preparo subito! >> la interruppe prontamente Richard mentre volava in cucina.
Alexis le passò davanti ridacchiando e si sedette sul divano afferrando una rivista.
Beckett tamburellò con le dita sulle labbra, pensierosa, e poi raggiunse Castle in cucina.
Le arrivò un altro messaggio:
 

Certo, prenditi tutto il tempo per rindossare la tua biancheria.

 
Questa volta arrossì, scioccata. Lanie sarebbe stata in grado di metterla a disagio anche se si fosse trovata dall’altra parte del mondo.
Castle le offrì una tazza di caffè fumante con scritto su Special Guest e le fece compagnia sorseggiando dalla sua, Perfect Dad.
<< Allora… chi è la nostra vittima? >> chiese Castle professionalmente.
Beckett inarcò entrambe le sopracciglia << La nostra vittima? >> ripeté scettica << Veramente, Castle, non ti permetterei mai di venirmi dietro a quest’ora >>
<< Perché? E’ già successo svariate volte >> ribatté lo scrittore.
Kate alzò gli occhi << Sì, ma senza il mio esplicito consenso! >>
<< Con tutto il rispetto, Kate, ma non credo di… >> Richard si fermò prima di risponderle a tono e si riprese con un: << Vuoi veramente litigare per questo? >>
Kate scosse la testa e finì il suo caffè.
<< Sono abbastanza maturo da decidere della mia serata, non trovi? >>
<< No >> scoccò la lingua la detective << Non trovo, ma non posso neanche costringerti a restare a casa se non vuoi >>
<< Esatto >> sorrise trionfante e con un’espressione tanto infantile da irritare Beckett.
Kate si alzò e ravvivò i capelli con le mani << Bene, vado a salutare Martha >>
<< Ok, io vado a chiedere il permesso di uscire ad Alexis >>


 

****** 

Salve gente!
Ringrazio chiunque si sia cimentato nella lettura di questo - ammetto - lunghissimo capitolo.
Spero di aver catturato il vostro interesse e di poter conoscere l'opinione di qualche fan di questa magnifica serie ;)
Le recensioni sono sempre gradite! :D 
Alla prossima!!

- jade 146 

 

   
 
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