Fanfic su artisti musicali > Austin Mahone
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Autore: perfect0vato    05/01/2013    4 recensioni
-Perchè non stai sempre sola? Perchè non cerchi di farti degli amici?
-A te non importa veramente, ti faccio solo pena,e io la pena di qualcuno, non la voglio.
Detto questo presi la mia borsa e mi alzai.
Lui prontamente mi prese per il polso girandomi, trovandoci a pochi centimetri di distanza.
-A me importi invece.E non mi fai pena.
-Ma smettila.
-Basta trattarmi così.
-Perchè,come ti tratto?
-Male.
-E te ne frega?
-Si.
-Perchè?
-Perchè ti amo.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                         Stop. I love u.
                         
                                                                     by semprefederica.





               
                                                                                    Intro.
 

Ciao ragazze c: ,ho voluto scrivere questa piccola Intro per augurarmi un buon anno
(in ritardo)
Ma oltre questo, volevo dirvi grazie.
Grazie, per essere qui a leggere la mia storia.
Grazie per essere voi stesse c:
Grazie per essere come me una mahomies.
Vi voglio bene.
Bene, per parlare del capitolo vero e proprio vi dico un po’ cosa succederà nella storia che credo e spero vi piaccia.

-La protagonista è Victoria Gray, persona per bene, segue le regole, cerca di non sgarrare, ma questo comportamento ha un suo perché.
 
-L’altro protagonista è Austin, persona ribelle, amante degli scherzi, divertente, ama sgarrare, in poche parole l’opposto di Victoria no?
 

( Questa storia l’avrete già sentita, il solito stronzo che finalmente si innamora della ragazza con dei problemi famigliari. Ma credo di averla creata un po’ diversamente)
 
-La protagonista è sola.
-Il protagonista è pieno di amici.
-La protagonista troverà qualcuno che le voglia bene.
-Il protagonista perderà una persona cara.
-I due protagonisti s incontreranno.
 
Il resto lo voglio lasciare al tempo, spero di avervi incuriosito un po’.
Ci sentiamo gente, e ora arriviamo al capitolo vero e proprio.

 
 
 
 
 
 
                                                           Chapter 1.
                                                                         #Alone.
 
 
-Torna prima delle sei, sennò, sai che cosa ti aspetto Vicky.
Gli piaceva chiamarmi Vicky, non so per quale motivo ma non mi ha mai chiamato Victoria, e questo mi dava piuttosto fastidio, soprattutto detto da un verme, come lui.
Borbottai un –Contaci.
-Hai sentito?
-Si.
-Bene.

Presi lo zaino e mi catapultai all’uscita.
-Non dimentichi nulla?
Mi sentii sollevata quando gli diedi come risposta il suono della porta chiusa.
Ora vi chiederete che cosa avevo dimenticato,bene, avevo dimenticato di dargli “il bacio del mattino” come lo definiva lui, per me era appiccicare le mie labbra alle sue generando dentro di me un insieme di vomito che non avrei aspettato di versagli addosso.
Lui ,come lo chiamo io, è il morto di figa, chiamato comunemente padre.
Fa male pensarlo, ma è così.
Mio padre mi usa per sfogarsi.
Sono il suo gioco preferito, quando è in astinenza, o ha avuto una giornata brutta, o se è stato respinto da qualcuna, prende me e mi sbatte per “sfamarsi”.
E se mi comportavo male, o parlavo a qualcuno di quello che mi faceva,passava a qualcosa di molto più crudele.
Le botte.
Per questo stavo da sola tutto il tempo, per questo non avevo amici, per questo ero sempre sola all’intervallo, alle lezioni e al tempo libero.
Per questo ero invisibile.
Durante il cammino mi promisi di non parlare a nessuno, di non alzare le maniche del maglione e di non raccogliere i capelli marrone chiaro che avrebbero dato ampia visibilità ai recenti lividi violacei.
Ogni mattina arrivavo a scuola mezzora prima dei miei compagni poiché non avevo nessuna intenzione di fare la mia entrata attirando l’attenzione di qualcuno.
Mi sedetti nei soliti gradini dedicati ai “Louser” e tirai fuori il mio cellulare di ultima generazione, cioè un nokia con i tasti piccoli quanto un seme e con lo schermo con le stesse proporzioni dei tasti.
Oggi mi ero messa dei jeans larghi –poiché mio padre non aveva un senso dello stile e delle proporzioni fantastiche- , un maglione larghissimo, quasi potevo metterlo come camicia da notte e delle scarpe da ginnastica–fortunatamente- della mia misura.
I lunghi capelli castano li avevo lavati ieri con l’unico shampoo che mi era permesso mettere,cioè quello al miele,che non sa di niente, ma che almeno li rendeva lucidi.
Iniziai a mordicchiarmi le unghie, com’era mio solito fare, prima dell’inizio delle lezioni.
L’entrata iniziava a riempirsi di ragazzini e ragazzine che iniziavano a parlare e a salutarsi come se non si fossero mai viste prima.
Mandai un messaggio al morto di figa –Sono arrivata, sta per suonare la campanella.
Pochi minuti dopo mi arrivò la sa risposta –Buona giornata, fai la brava come sempre.
Cercava sempre di essere prudente per telefono perché pensava che la polizia l’abbia potuto scoprire e così arrestato, il mio sogno.
La campanella,come appena detto, suonò.
Io spensi il cellulare e lo riposi dentro la tasca dello zaino.
Mi alzai e mi diressi verso la classe in cui avrei dovuto passare la prima ora, quella di chimica.
Odiavo chimica.
La odiavo per il semplice motivo che ogni santissima volta il professore ci metteva in coppie per fare qualcosa a degli innocenti animali.
E non scherzo quando dico ‘ogni santissima volta’.
Ogni volta che mi metteva con qualcuno, loro si rifiutavano di venire vicino pur di prendere una nota e uscire fuori dalla classe.
Li trovo ridicoli quando fanno così, che alla fine non puzzo nemmeno.
Mi siedo all’ultimo banco, tanto per non avere il timore di pensare che qualcuno possa vedere i lividi sul collo e sulle spalle.
Metto lo zaino rosso per terra, dato che sulla sedia non ci vuole stare.
Prendo i libri, anche se so che non serviranno a niente.
In poco tempo la classe si riempì e io dovetti sopportare tutti gli sguardi dei miei compagni che si tenevano a debita distanza da me.
Poco dopo entrò il professore Firkley.
-Ragazzi, oggi sezioneremo una rana.
Io sbuffai roteai gli occhi, non avevo nessuna voglia di fare del male ad una rana.
-Bene, formerò io le coppie.
O bene, su facci vedere con chi mi metterai questa volta brutto vecchio deformato.
-Allora Chlare con Kiry, Lina con Meet, Hope con Tom, Jack con Valery, Victoria con…
Tutti quelli non chiamati tenevano il fiato sospeso, compresa me.
-Victoria ehm..direi con Mahone, non siete mai stati vicini quindi su.
Non avevo mai visto o sentito il nome Mahone dato che la mia vita sociale era…. no aspetta ,non avevo una vita sociale. Beh, intanto non gli avrei rivolto la parola quindi mettiamoci l’anima in pace.
Sentì uno sbuffo.
Perfetto, sto qui era pure un maleducato, molto bene.
Si sedette accanto a me un ragazzo.
Un ragazzo con i capelli marroni e gli occhi azzurro-verde si sedette accanto a me.
Il suo sorriso era meraviglioso.
-Ciao.
Disse in maniera dolce.
Io abbozzai un sorriso e mi girai dall’altra parte, attenta a non spostare i capelli.
-Bene ragazzi, ora vi metterò sul banco una rana imbalsamata, come sapete in questo periodo abbiamo studiato la parte interna di questo animale, quindi ora lo osserveremo dal vivo.
Ingoiai rumorosamente.
-Anche a te fa schifo fare questo lavoro?
Feci cenno di si.
Si comportava bene con me questo Mahone.
-Ma ce l’hai la lingua?
Ecco, come non detto.
-Si.
-Ah ok.

Il professore passò da noi mettendo davanti a noi una povera rana mezza stecchita, un taglierino e due paia di guanti.
-Ecco, con questo abbiamo finito,ora, ascoltate le mie istruzioni e poi incominciate. Tagliate la pancia e ne togliete gli organi interni e ne annoterete le caratteristiche che le distinguono. Buon lavoro.
Io respirai e feci una smorfia.
-Lo fai tu vero?
-Ahah no Grey, io non ce la faccio senno’ giuro che  ti vomito in faccia.

Feci un sorriso, se io lo dovevo tagliare, a lui toccava annotare e quindi avrebbe dovuto guardare gli interni degli animali.
-Ok.
Presi il taglierino e con mano ferma tagliai la pancia a quel povero animale.
Le tolsi gli organi interni che misi in una vaschetta.
-Bene, a te l’onore.
Lui mi guardò con gli occhi spalancati.
Un sorriso trionfante comparì sul mio volto.
-E..cosa dovrei fare?
-Annotare tutte le caratteristiche di sto schifo.
-Ah, ok.

L’ora passò.
-Ehi Austin, che ti succede vai insieme alla strana?
Il ragazzo mi guardò dall’altro in basso e poi si mise a ridere.
-Ma figurati, dai andiamo che sennò ci contagia la sua malattia.
Rimasi scioccata dalla sua risposta.
Ero sola.
Di nuovo.



                                                                                      ***

Ciao ragazze, eccomi qui con una storia di Mahone c:
Allora..ehm..è tardi quindi non ho molto da dire.
Dico solo che la voglio fare un po' lunghetta sta storia quindi boh..spero che vi piaccia.


In the next chapter.


-Perchè mi fai questo?
-Perchè tu non sei nulla.


-Cos'è questo?
-Eh,no niente sono caduta ieri.


Un litigio in arrivo e una nuova amicizia nel prossimo capitolo.


by semprefederica




  
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