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Autore: Dark soul_    06/01/2013    2 recensioni
"Alexi? Voleva un bene dell'anima a quel ragazzo, lo amava ... ma come fratello... sì era come se Alexi fosse il suo fratellino e lui dovesse proteggerlo dalle insidie del mondo."
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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COB 11
Carry me away from my pain

Ainoa varma on vain tämä hetki


Janne tornò in macchina e sospirò, doveva pensare. Lui e Alexi si erano riappacificati, ma non lo aveva più visto da nessuna parte e aveva saltato le prove, cosa che non avrebbe mai fatto. Aveva cercato in tutti i posti possibili, a casa sua, nei bar e pub che frequentava di solito e ora anche a casa di janika che, a quanto pareva aveva mantenuto la promessa ed era partita. Ma dov'era il chitarrista? Accese l'autoradio e si lasciò trasportare dalle note dell'ultimo album degli HIM, chiuse gli occhi e cerco di immaginare dove potesse essersi cacciato quel nanetto malefico. I suoi pensieri vennero interrotti dalla suoneria del suo cellulare, lo prese e rispose:
- Pronto? -
La voce del suo interlocutore era confusa e incerta e sembrava provenire dall'interno di un ospedale:
- Sì, mi scusi, ma abbiamo trovato un certo Markku Uula Aleksi Laiho e lo abbiamo portato in ospedale, nel suo portafoglio c'era questo numero di telefono. Lei è un parente? -
Janne si sentì mancare, un forte giramento di testa lo costrinse ad appoggiare una mano sulla fronte, gli si strinse lo stomaco e rispose che era un amico, sarebbe arrivato subito. Così fece, mise in moto l'auto e corse in ospedale bruciando due o tre semafori rossi, arrivò pochi minuti dopo e chiese all'accettazione dove poteva trovare il ragazzo. Un'infermiera al quanto allarmata rispose dicendogli che era in prognosi riservata e che avrebbe dovuto aspettare qualche minuto in sala d'attesa, i medici l'avrebbero chiamato e sarebbe potuto entrare. Raggiunse il luogo indicato e vi trovò l'uomo che, non sapeva come, aveva subito ricondotto alla voce spaesata del telefono. Gli disse senza troppi giri di parole che poteva andarsene, ci avrebbe pensato lui. Così fece, l'omuncolo prese per mano un bambino che doveva avere una decina di anni e uscì.
Il tastierista si sedette su una sedia e aspetto per una buona mezzora cercando di stare calmo. Si chiese cosa avrebbe dovuto fare, probabilmente lui avrebbe chiesto di vedere Janika, e sarebbe stata davvero una scocciatura doverla chiamare e chiederle se poteva tornare in Finlandia dato che era stato lui a mandarla via. Rifletta anche su questo, l'aveva cacciata, aveva scoperto di essere stato tradito, preso in giro e sfruttato e non aveva voluto ascoltare le sue ragioni, le aveva semplicemente chiesto di andarsene. Era giusto? Probabilmente no. Perché questo è schivare i problemi, non affrontarli. Fin da quando era piccolo era stato abituato a prendere il toro per le corna e a reagire mentre ora si stava comportando da codardo. Aveva perdonato Alexi, perché i fratelli litigano e si riappacificano senza un perché. Sì, Alexi non era un suo amico era solo il suo fottuto fratellino. Ma Janika... Chi era Janika? Aveva pensato di amarla, inizialmente l'aveva vista solo come un'amica; In ogni caso pensava che gli avrebbe voluto bene. Non era stato così. Ma, probabilmente, nessuno dei tre si era comportato in modo maturo. Quanti anni avevano? Una settantina tutti insieme. Ma nessuno aveva avuto le palle di affrontare seriamente la situazione. E ora lei era scappata, Janne era nel panico e Alexi aveva tentato il suicidio. Non era stata la prima volta, il Wildchild si era quasi ammazzato un paio di altre volte ma lui c'era sempre stato, per riportarlo a casa e per dirgli che andava tutto bene consolandolo con una tazza di sano the e biscotti.
Prese il cellulare, doveva chiamarla, doveva dirle di tornare perché dovevano parlare seriamente di quella situazione e, sopratutto, perché il chitarrista aveva bisogno di lei. Lei non rispose subito, sorrise pensando che probabilmente aveva lasciato il telefono in qualche angolo remoto della casa e che stava impazzendo correndo da una parte all'altra per cercarlo. Aveva quasi abbandonato le speranze, credendo che, visto il numero, avesse ignorato la chiamata, quando la voce leggermente stupita della giovane risuonò nelle sue orecchie e nella sua testa facendolo rabbrividire:
- Janne? Dimmi! -
Non aveva urlato, non gli aveva chiesto cosa cazzo volesse ancora da lei, con una specie di nodo alla gola e con le lacrime agli occhi gli aveva sussurrato quelle parole. Il tastierista rimase col fiato sospeso qualche secondo poi le disse che Alexi si era quasi ucciso e che ora era in ospedale, gli avrebbe fatto piacere vederla. Janika sospirò pesantemente e trattenne le lacrime:
- Perkele. io .. penso di poter prendere la macchina, non so quanto ci metterò, ma arrivo, siete all'ospedale di Helsinki, vero? -
Janne rispose affermativamente, lei era confusa, sembrava non sapere cosa fare, doveva prendere la macchina o aspettare un aereo? E cosa avrebbe detto una volta arrivata? Era partita da meno di una settimana e il ragazzo con il quale non era neanche stata insieme aveva tentato il suicidio, cosa doveva fare? Avrebbe avuto voglia di urlare, di piangere ma sapeva che doveva mantenere il sangue freddo, erano queste le situazioni in cui si dimostrava di avere i controcazzi. E se non fosse arrivata in tempo? E se la situazione del vocalist fosse stata davvero grave e lei fosse arrivata troppo tardi? Voleva baciarlo. Un ultima volta. Chiuse gli occhi e cercò di immaginare le sue labbra che si schiudevano dolcemente incontrando quelle rosee della biondina. No. Quello non era Alexi. Quello nella sua testa era un altro era... JANNE!? Perché lui? Non lo amava.. lei amava il chitarrista ma che cazzo succedeva alla sua testa? L'altro interruppe i suoi pensieri:
- Janika, ci sono circa dodici ore di macchina fra qui e Stoccolma e c'è un po' in mezzo il mare, quindi o ti fai il giro dalla Lapponia, e non mi sembra decisamente il caso, oppure prendi l'aereo -
L'altra si scosse, rispose che stava controllando su internet, il prossimo volo sarebbe partito fra un'ora, riattaccò e si fiondò in aeroporto.
Un uomo in camice bianco entrò nella sala d'attesa e, come tutti, sembrò individuare subito l'amico del ricoverato -i capelli lunghi dovevano essere una specie di garanzia- si avvicinò a lui e gli disse che si era svegliato, aveva qualche osso rotto e non poteva bere alcool per le prossime dodici ore, gli avevano fatto una lavanda gastrica avendogli trovato un sacco di schifezza nello stomaco. Poteva vederlo. Si alzò dalla sedia e si diresse lentamente verso la camera del compagno. Aprì la porta, stanza numero tredici. Non dovrebbero fare le stanze col numero tredici disse il tastierista fra se e se sorridendo. Il sorriso gli si spense vedendo Alexi inerme e con la testa fasciata accasciato su un letto e intubato. Era bendato anche al braccio sinistro e alla gamba destra senza contare gli ematomi che costellavano il suo corpo, si avvicinò al letto. Il vocalist lo cercò con lo sguardo e sembrò sorridere nel vederlo:
- Janne! Sei qui! Vedi, sto bene alla fine... solo qualche graffio -
Prese una sedia e si mise accanto a lui rispondendogli che oltre ai pochi graffi che si sentiva aveva anche parecchie ossa rotte e, probabilmente, il tour se lo scordavano. L'altro rise poi si fece serio:
- Janika non è venuta? -
Con la più totale naturalezza Janne rispose che sarebbe arrivata un paio d'ore dopo, aveva preso un volo da Stoccolma apposta per lui. Passarono le due ore a parlare del più e del meno, come se fossero normalmente seduti in salotto con una birra in mano, come se nulla di tutto questo fosse mai successo. No, non era la tazza di the e i biscotti, era Janne. Era di lui che aveva bisogno. Tutto il resto poteva andare a farsi fottere, tutti gli altri erano inutili, c'era solo lui, c'era solo il suo Janne che lo capiva davvero, che sapeva sempre quello di cui aveva bisogno e che, in ogni caso, ci sarebbe sempre stato. Perché? Perché lui era Janne, perché era suo fratello.

Janika arrivò dopo una corsa assurda in Taxi e dopo essersi girata mezzo ospedale alla ricerca della stanza del giovane che l'infermiera all'accettazione aveva indicato vagamente come la terza porta a sinistra. Finalmente arrivò alla stanza tredici. Ma perché proprio la tredici? Sembrava che i medici volessero giocare uno scherzo di cattivo gusto al vocalist. Bussò leggermente e sentì le voci che provenivano dall'interno interrompersi, come se si fosse tolta improvvisamente gli auricolari. Entrò e corse ad abbracciare... Janne. Gli corse in contro e lo strinse a se, l'altro rimase immobile, incerto sul da farsi e senza una spiegazione logica per i gesti della ragazza. Si staccò da lui e gli sorrise, poi si rivolse ad Alexi baciandogli le labbra accidentate, Il biondo gli disse che gli era mancata e poi, insolitamente, le chiese cos'avesse detto a sua madre. Lei cercò una sedia e la avvicinò al ragazzo:
- Nulla. Lei non sapeva che fossi a Stoccolma. Se avesse saputo che tipo il giorno dopo che lei se n'era andata io ero scappata da Helsinki mi avrebbe uccisa, quindi lei non sa nulla. Ho trasferito i mobili nell'appartamento che ho preso in affitto in Svezia -
Janne sorrise:
- Non hai preso i mobili all'Ikea? -
Tutti scoppiarono a ridere. Sì, gli svedesi erano conosciuti anche lì come il paese-Ikea nonostante fossero i più importanti della penisola Scandinava. Poi si accorsero che c'era qualcosa che non andava, un conto in sospeso da risolvere. Tutti lo sapevano e tutti sapevano che era arrivato il momento di affrontare la cosa. Janika, che per la prima volta riuscì a farsi coraggio, prese in mano la situazione dicendo che si scusava infinitamente con entrambi, sapeva che scusarsi era inutile e che lei era inutile, aveva rovinato la vita di tutti. Ma aveva bisogno di loro e non voleva perderli. Janne le era stato sempre vicino e lei ne aveva approfittato, lo riconosceva e sapeva che non avrebbe mai chiesto abbastanza scusa. Alexi, si era accorta di amare quel ragazzo dalla prima volta che lo aveva visto ma le era sembrato troppo uguale al suo ex e credeva di ricevere un'altra delusione. Ma si era accorta che era l'opposto del norvegese  e che il suo cuore batteva per lui, tuttavia non aveva mai avuto il coraggio di dirgli davvero quello che provava, perché Janne si era preso cura di lei e l'aveva fatta sentire a suo agio, ma lei lo vedeva come un fratello, come un amico e, per la prima volta senza piangere e guardandolo negli occhi, gli chiese scusa. Alexi prese la parola, come se in un taciturno accordo, Janika gli avesse passato lo skeptron:
- Janne, tu non sei mio amico. Tu sei mio fratello. Lo sai. Sai che non ti farei mai del male senza un motivo. Se me la sono portata a letto è perché la amo. Ma, tu hai tutte le ragioni del mondo per essere arrabbiato, io conoscevo i tuoi sentimenti, sapevo cosa provavi per lei e anche se non me l'avessi detto l'avrei intuito. Ti chiedo scusa, perché tu mi hai salvato la vita un sacco di volte, perché mi hai sempre tirato fuori dalla merda e io ti ho deluso. Mi sono innamorato della stessa ragazza della quale ti sei innamorato tu e ho combinato un casino perché non riesco a tenerlo nei pantaloni. -
Sorrise vedendo che Janne non riuscì a trattenere una risata, rilassò i muscoli e si lasciò cadere sulla sedia:
- Ragazzi, ci ho pensato, tanto anche. Non mi importa come mi stiate vicino, voglio bene a entrambi e, Janika, tu eri debole e io ho approfittato di te. Eri confusa e ho cercato di trattenerti. Ho sbagliato anche io. Quindi direi che siamo pari. E se volete stare insieme per me non c'è problema, non sarà il motivo per cui vi toglierò il saluto-
Detto ciò abbracciò prima Alexi e poi Janika. La giovane si avvicinò al chitarrista e gli sfiorò le labbra con un bacio lui, però, la trattenne a se con il braccio buono e la coinvolse in un appassionante scambio di saliva.

****
Sì *^* Perché io voglio bene ai miei personaggi e non riuscirei mai ad uccidere Alexi... Picchiarlo, ridurlo in fin di vita, umiliarlo sì ... ma ucciderlo mai xD
Ok, gente è 1:24 ed è l'ultima notte che passo in Finlandia, sono triste e depressa. Ma alla fine ci tornerò in questo cazzuto paese ò_ò Ovviamente, anche perché mio zio vive qui xD ook, nulla, un grazie a tutti - sì, ancora xD - quelli che seguono e sopratutto quelli che recensiscono :)
Alla prossima
D.
  
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