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Autore: Letizia14    06/01/2013    4 recensioni
La Doccia.
Quella cosa che si dovrebbe fare almeno una volta al giorno.
La si può fare di corsa o per rilassarsi.
Lunga o corta.
Pensando ai fatti propri o cantando a squarciagola.
Ma per Licia questa doccia sarà indimenticabile...
Una storia che esula da Amy e Rory pur tenendone conto.
Cos'avrà Licia di speciale? Perchè il Dottore è arrivato a lei...di nuovo? Perchè è così affine al TARDIS? ma, soprattutto, che legame avrà Licia con il Dottore?
La mia unica storia su questa fantastica(in tutti i sensi) serie TV che mi ha avvolta nel suo vortice temporale e ha scatenato la mia fantasia.
Insomma, la storia è la produzione di una mente assolutamente Whoviana.
Genere: Fantasy, Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio, TARDIS, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Doccia. Ho bisogno di farmi una doccia! Era quella l'unica cosa a cui riusciva a pensare in quel momento. La giornata era stata pesante perchè era in piedi dalle 5 del mattino. Prese il cellulare, lo appoggio sul mobiletto del bagno accanto alla doccia e tolse il silenzioso. Poi aprì l'acqua, si svestì ed entrò nel box. Ah! Il getto caldo era davvero piacevole. Permise ai pensieri di vagare da soli e si lasciò andare a quella stupenda sensazione di relax. Si udì un breve, strano suono; un misto tra il rumore di un tir messo in moto e un risucchio d'aria. Uffa, proprio ora pensò. Doveva rispondere al messaggio appena arrivato. Spense l'acqua, si asciugò le mani e il viso, e prese il cellulare. Sapeva che era da parte della sua migliore amica e sapeva anche di doverle rispondere subito perchè se avesse lasciato passare troppo tempo l'amica non le avrebbe più risposto e già si vedevano poco ora che il liceo era finito. Finito di scrivere il messaggio Licia rientrò nella doccia e lasciò che i suoi pensieri vagassero come prima mentre si insaponava i folti capelli ricci e li districava con balsamo e pettine. Un spiffero freddo la fece rabbrividire: Dannazione! Eppure sono certa di aver chiuso la porta del bagno. Di nuovo il rumore di prima, ma Licia non si accorse che questa volta era più lungo perchè si stava sciacquando i capelli e l'acqua calda le cadeva sul viso isolandola dalla realtà.
Un grido la riportò con i piedi per terra: “Neeeew Yoooorrrk!”.
“Chi c'è?!?”: urlò lei spaventata quasi cadendo per il fondo scivoloso.
“Oh no, l'hai fatto ancora vecchia mia!”-sentì di rimando-“Io volevo andare nella New York del 2222 e invece dove mi hai portato? In un bagno!”.
“CHI SEI TU?”: chiese di nuovo Licia tentando di sembrare minacciosa, anche se in realtà la voce le tremava parecchio.
L'estraneo cominciò: “Oh, beh, io...non ti preoccupare...”.
“NON TI PREOCCUPARE?”-lo interruppe lei-“c'è un estraneo, un uomo probabilmente, nel MIO bagno mentre IO mi sto facendo la doccia e questo estraneo mi dice NON TI PREOCCUPARE?!?”.
“Veramente non sono un semplice uomo...”.
“Ma bene, ho un estraneo un po' uomo un po' donna nel mio bagno, ora sì che mi sento più tranquilla!”.
Di nuovo il rumore, breve questa volta.
“Ma cosa...” cominciò a dire l'estraneo.
“Non ti preoccupare, è il mio cellulare, mi è arrivato un messaggio” disse Licia, la voce che le tremava meno, rassicurata dalla conversazione poiché il tizio non sembrava volerle fare del male, ma ancora confusa dalla situazione alquanto bizzarra “ora che ti spiaccia o no vedi di girarti e guardare la porta dalla quale sei entrato perchè devo prendere l'accappatoio”. Sapeva che era una mossa rischiosa, ma non poteva certo starsene nella doccia per sempre.
“Il tuo cellulare fa un rumore, come dire, particolare” disse quello che lei definiva comunque un uomo nonostante l'affermazione dello stesso.
“Già” convenne lei mentre allungava il braccio per agguantare l'accappatoio.
“Se posso...come mai questa scelta?”.
Questo tizio è pure un ficcanaso insistente, pensò lei e poi disse: “Che tu ci creda o no, quando ero piccola sognai questo rumore e da allora non l'ho più scordato. Ci ho messo mesi per riprodurlo e lasciarlo sul pc era sprecato data la fatica fatta, quindi ho deciso di usarlo come suoneria per i messaggi. Almeno sono certa che il cellulare sia il mio quando squilla”.
Mentre diceva questo, Licia uscì dalla doccia.
Quello che vide le mozzò il fiato: una cabina blu, di quelle vecchie della polizia, troneggiava nel bel mezzo del suo bagno. Ma ciò che più la lasciò senza parole era l'uomo che le dava la schiena. Aveva già visto quella giacca, aveva già visto quei pantaloni e aveva già visto quelle scarpe. Li aveva visti anni prima, da bambina. Centinaia di emozioni diverse si riversarono in lei in moto così violento che non le resse e svenne. 

  
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