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Autore: Demolition    06/01/2013    3 recensioni
«C’era una volta una mangusta. E anche una faccia da checca, ripensandoci.»
La piccola Emily Hummel-Anderson storse la bocca, cercando di concentrarsi.
«Una man… man…» balbettò, giocherellando con la sua gonna rosa.
«Mangusta» la aiutò Sebastian, ridacchiando.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt, Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«C’era una volta una mangusta. E anche una faccia da checca, ripensandoci.»
La piccola Emily Hummel-Anderson storse la bocca, cercando di concentrarsi.
«Una man… man…» balbettò, giocherellando con la sua gonna rosa.
«Mangusta» la aiutò Sebastian, ridacchiando.
«Ed è un maschio o una femmina?»
«Sono due maschietti» le rispose Sebastian, piuttosto impaziente di continuare la storia.
«Come Timon di Timon e Pumba?» chiese Emily, con un’espressione buffamente curiosa. Aveva guardato spesso quel cartone animato con i suoi papà, sul divano: Kurt abbracciato teneramente a Blaine e lei accucciata sulle ginocchia di quest’ultimo.
«No, quella è un suricato, non una mangusta» borbottò Sebastian, alzando un sopracciglio.
«Papà Kurt dice che Timon  è una mangusta e che non gli sta affatto simpatico» ribatté la piccola, con un tono che non ammetteva repliche.
Sebastian strinse gli occhi verdi, guardando Emily in cagnesco.
«La vuoi sentire o no questa storia?» ribatté, incrociando le braccia al petto con espressione offesa.
«Dai zio Sebastian, raccontami della man…man… busta
«Mangusta» replicò Sebastian, sciogliendosi in un sorriso e sistemando la bambina sulle sue ginocchia.
«E anche di faccia secca» aggiunse lei, agitando le manine paffute.
«Faccia da checca» la corresse l’uomo, pensando all’espressione che avrebbe fatto Kurt se li avesse sentiti in quel momento.
 

C’era una volta una mangusta che si chiamava semplicemente Mangusta. Era un maschio ed era molto sexy; era provvisto di una simpatia travolgente, ma spesso il suo raffinato senso dell’humor non era compreso dai provinciali che era costretto a frequentare.
Ok, lasciamo perdere.
Mangusta era il re di un paese chiamato Dalton, un luogo abitato solo da maschietti; gli abitanti di Dalton venivano chiamati da tutti Usignoli. Era un paese molto bello perché gli Usignoli passavano le loro giornate a cantare per le vie della città e, al loro passaggio, tutti erano più felici. Tuttavia Mangusta era spesso triste e, chiuso nel suo palazzo magico, piangeva tutte le sue lacrime: era molto infelice e i suoi singhiozzi risuonavano per tutto il castello e anche per le strade della città. Gli Usignoli erano molto addolorati, perché sapevano che Mangusta soffriva a causa dell’amore di un Nano.
I nani sono delle creature magiche che prendono il nome dalla loro scarsa altezza. Il Nano in questione era molto bello: era ancora giovane e aveva dei riccioli scuri e una bellissima voce che faceva innamorare tutti. Quando veniva in visita a Dalton, spesso cantava per le strade con gli Usignoli: Mangusta lo osservava dalla finestra del suo castello, sognando ad occhi aperti di poterlo sposare e di regnare accanto a lui, ma il Nano non aveva mai dato l’impressione di ricambiare quell’amore.
Inoltre il Nano era promesso in sposo a un potente signore di un paese vicino: Faccia da Checca. Faccia da Checca era un buffo omino che viveva in una scuola pubblica e che aveva tentato in ogni modo di conquistare l’amore del Nano con delle canzoni d’amore: aveva una voce molto potente e acuta che era in grado di spezzare in mille frantumi uno specchio.
In realtà il Nano non era affatto innamorato di Faccia da Checca e, inoltre, non aveva mai visto re Mangusta, perché non aveva mai osato spingersi fino al castello. Si diceva che il re fosse una mangusta molto triste, ma il Nano non ne conosceva il motivo.
Un giorno un Usignolo gli rivelò che Mangusta soffriva proprio a causa sua, così egli, che era un Nano molto buono e sensibile, decise di vedere con i suoi occhi chi fosse quel re così innamorato di lui. Prendendo coraggio e armandosi di gel e papillon, si avventurò verso il castello; lungo la strada cantò una canzone triste perché, in cuor suo, si sentiva in pena per l’infelicità di re Mangusta.
Continuando a cantare entrò nel castello, camminando fino alla sala del trono: qui trovò il re che, piangendo, lo accolse a braccia aperte, commosso dalla bellezza della canzone che il suo amato stava intonando. Sollevandosi dal trono, Mangusta corse ad abbracciare il Nano e lo baciò, completamente innamorato. 
Ma improvvisamente le pareti del palazzo tremarono e con un rumore tremendo il portone si spalancò: era il terribile Faccia da Checca che era stato tempestivamente informato da una spia del bacio tra Mangusta e il Nano.
«Chi osa profanare il mio promesso sposo?» tuonò e le pareti del castello tremarono ancora una volta. Aveva veramente una voce profonda, nonostante fosse un piccolo ometto.
Ma Mangusta non aveva di certo paura di Faccia da Checca: sguainò la spada e si avventò contro di lui, sentendosi forte come non mai.
Faccia da Checca spalancò la bocca ed emise un acuto fortissimo che spezzò le finestre in mille pezzi. Mangusta cadde a terra, portandosi le mani alle orecchie, ma fortunatamente il Nano era immune alla voce di Faccia da Checca: sguainò la sua spada ornata da un papillon rosso e lo uccise con un unico colpo mortale.
Infatti il Nano si era innamorato subito di Mangusta quando lo aveva visto e soprattutto quando era stato baciato.
Così i due si sposarono davanti agli Usignoli e vissero felici e contenti, regnando insieme e cantando per il resto delle loro vite.
 

«E Faccia Secca?» si informò Emily, guardando di sottecchi il narratore.
«Faccia da Checca è morto, te l’ho detto» ribatté Sebastian, con tono pratico, accarezzando i capelli della bambina.
«Faccia da checca? Seriamente Sebastian?» li interruppe la voce di Kurt, con una risatina.
I due si voltarono e videro proprio Kurt appoggiato al portone di ingresso, con un sorriso ironico sul viso.
«Papà!» esclamò Emily, correndo verso di lui e abbracciandogli le gambe.
«Vai in camera tesoro» le disse Kurt e la bambina obbedì. Quando ebbe la certezza che Emily non potesse sentirlo si avvicinò a Sebastian, con un sopracciglio alzato.
«Stavi deviando mia figlia?» chiese, sbuffando sonoramente.
«Era solo una storia. Sai, i baby-sitter raccontano spesso le storie» rispose Sebastian, con un’alzata di spalle.
«Che succede?» chiese Blaine, entrando in quel momento in casa portando due grandi buste della spesa.
«Niente, Nano» borbottò Sebastian, prima di superarlo con un sorriso e uscire, chiudendosi la porta alle spalle.
 


 
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