Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Ricorda la storia  |      
Autore: Raella    06/01/2013    3 recensioni
One shot di 875 parole incentrata unicamente sui pensieri e le emozioni che vorticano furiosi nella mente di Thorin Scudodiquercia appena diventato re in seguito alla scomparsa del padre Thràin II. Sarà in grado di essere il sovrano di cui il suo popolo ha bisogno?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

« There is one who I could follow.
There is one who I could call King. »

 

Da una settimana ormai l’intera Shakik’abad (1) era in lutto per la perdita del suo amato re. Le attività erano ferme, i commerci bloccati. Le immense aule scavate nella montagna erano addobbate con stendardi completamente neri, e di nero erano vestiti tutti i nani, dai più poveri ai più facoltosi.
Thorin, però, non riusciva proprio a piangere. Vedeva Dìs, sua sorella minore, disperarsi come non mai, e tuttavia continuava a non versare una lacrima. Era come se fosse diventato un pezzo di roccia: duro, freddo ed insensibile.
Non piangeva, no, ma ciò non significa che non provasse alcun dolore. Lo manifestava in un modo meno evidente ad occhi superficiali. Si aggirava per le aule di Shakik’abad senza un motivo, sembrava un fantasma. Non mangiava, non beveva, non parlava, non dormiva.
Forse, pensava, se avesse avuto il suo corpo, allora l'avrebbe pianto con tutte le sue lacrime, ma di Thràin II non era rimasto nemmeno quello. Era sparito, qualcuno diceva rapito, ma ormai era passato più di un mese dalla sua scomparsa e non c’era più stata alcuna notizia. In cuor suo Thorin sapeva che l’Anello era stato la causa di tutto. Suo padre aveva cercato di tenerglielo nascosto, ma col tempo era diventato così sospettoso, così nervoso da suscitare nel figlio maggiore qualche dubbio. La sera prima che scomparisse definitivamente avevano avuto una lite a riguardo, durante la quale Thràin aveva perso ogni parvenza di umanità. Thorin ricordava con un brivido freddo lungo la schiena che lo sguardo del padre, quando aveva solo sfiorato l’Anello, era diventato letteralmente di fuoco e aveva scagliato il figlio contro la parete opposta con una forza inaudita per la sua età.
Avevano seguito le sue tracce fino alle Terre Selvagge, ma queste ad un certo punto sparivano nel nulla. Come se, effettivamente, fosse stato rapito. Nessun riscatto però era pervenuto alla famiglia, e dopo un mese di vane ricerche era stato ufficialmente dichiarato morto.
 
Thorin era re di Shakik’abad, la Montagna dell’Esilio, e legittimo Re sotto la Montagna, se solo avesse ancora avuto una montagna di cui essere sovrano. Questi titoli, infatti, non gli recavano alcuna felicità. Aveva sempre immaginato che li avrebbe ottenuti in seguito ad una gloriosa morte del padre, che sarebbe stato coraggioso e senza paura fino al suo ultimo respiro. Mai, nemmeno nei suoi incubi più terribili, avrebbe immaginato di ottenerli in seguito ad avvenimenti così tristi.
 
Quella notte si era allontanato dalla città nanica e aveva camminato a lungo, prima di raggiungere il mare. Stava in piedi di fronte a quell’immensa forza della natura e si sentiva solo, immensamente solo.
Realizzò in quel momento che dalla scomparsa del padre, la ricerca e la speranza di ritrovarlo erano tutto ciò che l’aveva tenuto in vita e ora, che anche quelle labili illusioni si erano dissolte, non aveva niente che lo sostenesse.
Il mare era il suo specchio interiore, ruggiva di una rabbia senza fine, soffriva per un dolore senza rimedio. Contemplava la propria anima nello svolgersi infinito delle onde, nel loro infrangersi con violenza inaudita contro le scogliere. E il suo spirito non era un abisso meno profondo di quello che stava nel cuore del mare. Entrambi tenebrosi e discreti. Nessuno aveva mai sondato le profondità dell’animo di Thorin, nessuno aveva mai conosciuto le ricchezze che il mare nascondeva nel suo seno.
 
Dove avrebbe trovato la forza per essere Re? Dove avrebbe trovato la forza per guidare il proprio popolo? Non era nessuno, era re di una montagna che non gli apparteneva. Certo, Shakik’abad era nata con tutte le promesse di diventare una prospera colonia, ma sapeva che non avrebbe mai potuto sostituire nel suo cuore la Montagna Solitaria.
Un’onda s’infranse davanti a lui ed era così alta e violenta che degli schizzi d’acqua raggiunsero il suo viso.
La Montagna Solitaria. Non aveva bisogno né di chiudere gli occhi né di concentrarsi per rivederla davanti a sé come se fosse reale. Vedeva le immense aule, i ricchi forzieri. Camminava nei corridoi della sua infanzia, incrociava nani che conosceva da una vita. Il sole che penetrava dall’entrata principale scaldava le sue membra mentre contemplava con orgoglio il primo atrio decorato con le insegne del suo casato.
Un’altra onda lo bagnò e Thorin si riscosse dal suo sogno ad occhi aperti.
 
Shakik’abad e le Montagne Azzurre non erano la sua casa, non potevano essere la sua casa. Non avrebbe riposato fino a quando la Montagna Solitaria non fosse tornata sua. La sua vita sarebbe stata consacrata a quello, alla riconquista della patria perduta.
Ruggì con il mare, sentendosi nuovo, rinato.
Ritrovò in se stesso la forza che l’aveva animato durante la battaglia di Azanulbizar, in cui per la prima volta il suo popolo aveva guardato a lui come a un condottiero, come a un salvatore.
Ruggì nuovamente con il mare, sentendosi pieno di forza, potente.
Sentiva scorrere nelle sue membra la rabbia, l’odio e la paura della morte, com’era successo quando per la prima volta aveva imbracciato un ramo di quercia come scudo.
Ruggì un’ultima volta, con tutta la voce di cui era in possesso.

Non avrebbe riposato.
Non prima di riconquistare la Montagna Solitaria.
Non prima di tornare a casa.











(1) Shakik'abad = Montagna dell'Esilio, o almeno nelle mie intenzioni avrebbe questo significato. Ho provato a cimentarmi nel Neo-Khuzdul, ovvero la rielaborazione del Khuzdul originario di Tolkien realizzata per le trasposizioni cinematografiche. Siccome però non avevo voglia di perderci troppo tempo (cosa che sono proprio brava a fare), mi sono accontentata di questa traduzione superficiale. Se è sbagliata (e lo è sicuramente D:) fatemelo notare, per favore (:

n.d.a
Ieri sera ho visto finalmente il film di Lo Hobbit *-* e mi sono (di nuovo) innamorata di Thorin. Mi sono presa la libertà poetica di inventare la città di Shakik'abad, perché mi pare di aver capito che da nessuna parte sia specificato il nome dell'insediamento nanico sulle Montagne Azzurre.
Aspetto tanti commenti, con consigli, suggerimenti e critiche :D

BUONA BEFANA!

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Raella