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Autore: Miss Fayriteil    06/01/2013    1 recensioni
Questa raccolta di shot, l'abbiamo decisa insieme io e una mia amica pazza quanto me. Siamo entrambe delle calzoniane quindi mi rivolgo ai fan, non spaventatevi! Dovevano essere due, ma ci sono venute altre idee.
Abbiamo pensato cosa sarebbe successo se le cose a Callie e Arizona fossero andate diversamente.
La prima storia parla di cosa sarebbe successo se Callie avesse ceduto a Sadie, ma per quanto riguarda le altre è una sorpresa. Buona lettura!
1: Callie/Sadie
2: Arizona/Cristina
3: Callie/Teddy
4: Arizona/Lexie
5: Callie/Izzie
6: Arizona/Addison
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Sorpresa
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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CALLIBEL

 
“Mi sono sposata con George O’Malley dopo che suo padre è morto, me l’ha chiesto lui. Non so neanche perchè ho accettato. O meglio ho accettato perchè lo amavo... perchè credevo di amarlo. Comunque siamo andati a Las Vegas a sposarci e pochi giorni dopo siamo tornati a Seattle. Lui ha ricominciato subito a comportarsi come prima, continuando ad andare dietro alle sue amiche Meredith e Izzie. All’inizio mi dava solo fastidio che mio marito preferisse stare con chiunque tranne che con me, ma poi era diventato diverso. Non sopportavo vedere lui e Izzie insieme, mi venivano degli istinti violenti. Ci ho messo un  po’ a capire perchè. Credevo di essere gelosa di lui, ma poi inaspettatamente mi sono resa conto di essere gelosa di lei.  Lo ammetto ci ho messo un po’ prima a capire e poi ad accettare che Izzie mi piaceva. Cioè, era talmente assurdo, talmente impossibile che non potevo neanche pensarci. Perciò mi sono concentrata più del solito nella storia con George. Il giorno del matrimonio, fallito, tra Cristina e Burke gli ho chiesto se facevamo un bambino. Lui ha accettato. Poi al matrimonio io, Meredith e Izzie eravamo le damigelle. È stato strano stare così tanto tempo insieme a Izzie, ero molto nervosa e lei mi sembrava particolarmente bella. Chiunque direbbe che Izzie Stevens è bella, ma lo era in un modo diverso, luminoso. Comunque, poi il matrimonio non c’è stato e io e George abbiamo cominciato a provare a fare un bambino. Non che le due vicende abbiano qualcosa a che fare.
  Poi c’era anche stato l’esame di George, Izzie, Alex, Meredith e Cristina per passare al secondo anno. George non l’ha passato e l’ho trovato profondamente ingiusto perchè aveva studiato con me! E quello stesso giorno ero anche stata nominata specializzando capo. Certo non sono durata, però prima della Bailey quel compito l’avevo io. Il giorno era sempre quello del non-matrimonio, così per chiarezza. Non ero molto brava e infatti il capo mi ha licenziata. Ma vabè non c’entra.
  Il punto è che quei giorni sono stati difficili. Io volevo lasciare George, non vedevo l’ora, ma non sapevo come fare. Vedevo Izzie con lui e mi arrabbiavo, ma non mostravo niente. O meglio mostravo solo una comune gelosia da moglie devota. Tipo lui tornava in albergo o cose del genere, io gli chiedevo: «Dove sei stato?»
  «Ero con Izzie» mi rispondeva e io gli urlavo contro, ma solo perchè avrei voluto essere al suo posto. Stavamo ancora insieme, ma solo per abitudine, anche lui capivo che era stufo di quella situazione. Poi è arrivato un periodo in cui io e Izzie abbiamo dovuto lavorare insieme per alcuni giorni. È stato terribile, dovevamo stare a stretto contatto per tutta la giornata e io ogni tanto credevo di impazzire. Lei, lo capivo, non mi considerava molto simpatica e io mi agitavo ancora di più, spesso rendendomi ridicola. Adesso me ne rendo conto, ma allora non potevo farci niente.
  Comunque da allora siamo diventate amiche e da un certo punto di vista le cose sono diventate più facili, ma dall’altro vederla tutti i giorni era sempre più stressante. E anche vivere con George lo era, dovevo trovare il modo di lasciarlo. Però prima dovevo parlare con lei, era tutto così confuso. Certi giorni non ne potevo più avrei voluto urlarle la verità, ma non avevo il coraggio. Avevo paura di come potesse reagire, perciò aspettavo. Non so cosa, forse un accenno da parte sua, qualcosa che mi facesse capire che potevo provarci. Però questo messaggio non arrivava e quindi diciamo che più o meno ho lasciato perdere. Siamo andate avanti così, ci vedevamo e basta in ospedale come due amiche, ma non c’era niente da fare, io volevo di più. Non so come ho capito che c’era qualcos’altro nei giorni seguenti. Da parte sua, non mia, però. Cioè io mi sentivo come sempre e cercavo di comportarmi come sempre, ma era lei che era diversa con me. Non saprei dire come fosse diversa, ma non ho potuto fare a meno di pensare che il messaggio che aspettavo fosse quello. Però nello stesso tempo ha cominciato ad evitarmi e diciamo che quello ha confermato la mia teoria.
  Un giorno stavamo visitando un paziente e lei ha fatto un errore stupido, non mi ricordo quale, ma ho capito che non era concentrata. Allora mi sono scusata con il paziente e i suoi familiari e l’ho trascinata fuori e le ho chiesto: «Che ti succede?»
  «Sei tu» mi ha risposto. «Sei tu che mi impedisci di concentrarmi, Callie. Non so perchè, è qualche giorno che quando lavoriamo...»
  «Che cosa?» l’ho interrotta sbalordita. Lei ha scosso la testa.
  «Lo so è stupido... e mi dispiace. È che in questo periodo mi sento strana, credevo che avesse a che fare con George» senza volerlo mi sono irrigidita, «ma poi ho capito che non era vero. Però è una cretinata lo so, quindi...»
  «Smettila di parlare» le ho detto. L’ho afferrata per le spalle e l’ho guardata negli occhi. «Per me è lo stesso» ho continuato. Lei mi ha guardata confusa, sembrava che non capisse.
  «Che cosa intendi dire?» mi ha chiesto. Io l’ho guardata per un po’ senza dire niente.
  «Tutto questo che mi hai detto... per me è la stessa cosa» ho ripetuto. Lei ha continuato a guardarmi in quel modo vagamente perplesso e a quel punto sono sbottata.
  «TU MI PIACI, IZZIE! Dannazione, perchè non lo capisci che mi sto innamorando di te?»
  «Come, scusa?» mi ha chiesto totalmente presa alla sprovvista. Io mi sono zittita, ho creduto di avere frainteso. Dico creduto perchè poi è successa una cosa che mi ha fatto capire di avere ragione. Anche grazie all’intervento di Addison, l’ex-moglie di Derek ovviamente, intevenuta per aiutarmi, da buona amica. Comunque prima di questo sono successe un po’ di cose. Per diverso tempo ho creduto di avere frainteso quello che Izzie aveva cercato di dirmi e non riuscivo più neanche a guardarla in faccia. Credevo di aver perso per sempre la sua amicizia e mi sarebbe dispiaciuto perchè inaspettatamente avevamo stretto un ottimo rapporto. Non avrei mai creduto che avrei potuto diventare sua amica, per via di tutto quello che era successo con George, ma la cosa peggiore era questa, che dopo la mia confessione avevamo smesso di parlarci. Lo so il mio racconto è un po’ confuso, ma è piuttosto complicata, come storia. Dunque, ricapitoliamo.
  Izzie mi aveva detto che quando stava con me non riusciva a concentrarsi, allora ho deciso di aprirle il mio cuore, ma lei mi ha fatto sentire un’idiota facendomi capire che non intendeva quello. Da quel momento abbiamo smesso di parlarci. Punto, è così. E poco dopo ho lasciato George, finalmente. Almeno entrambi eravamo liberi di vivere la nostra vita. Intanto Izzie continuava a non volermi parlare e io ci stavo malissimo.
 
 
“L’arrivo di Addison è stato provvidenziale. Ovviamente non era venuta a Seattle per me, ma perchè doveva seguire un caso con la dottoressa Hahn. Era il capo di cardiochirurgia, è andata via qualche mese fa... non è stata qui tanto. E non so molto di lei tranne che ce l’aveva con Cristina senza un motivo valido, e questo lo so perchè me l’ha detto Cristina. Comunque, nessuno sa perchè se ne sia andata, sappiamo solo che un giorno c’era e il giorno dopo non c’era più. Qualcuno dice che è stato per una storia finita male, ma sono solo pettegolezzi.
  Comunque. La dottoressa Hahn non c’entra. Ho detto questo solo per spiegare perchè Addison si trovasse in ospedale, tutto qui. Non mi aspettavo di trovarla lì, è stata una bella sorpresa. Le ho raccontato che stavo divorziando da George e lei ci è rimasta molto male, ma io le ho detto che una cosa migliore non avrebbe potuto capitarmi. In quel momento è passata Izzie che mi ha lanciato lo sguardo misto di rabbia e spavento che in quei giorni riservava solo a me. «Che succede?» mi ha chiesto Addison incuriosita.
  «Ehm... già sì... le ho detto una cosa l’altro giorno...» ho risposto imbarazzata.
  «Cioè? Sembra che tu l’abbia minacciata» ha esclamato, lo sguardo sulla nuca di Izzie che si allontanava. Io ho cercato di non fissarla come facevo di solito.
  «Le ho detto che mi sto innamorando di lei e a quanto pare lei si è spaventata» ho risposto. Addison ha sbarrato gli occhi. «Che cosa?»
  «Già... Eravamo diventate amiche, poi lei mi ha detto una cosa... che quando c’ero io non riusciva a concentrarsi e allora io le ho detto così. Ma il punto è che lei non intendeva quello. Mi sono sentita l’idiota più grande del mondo». Addison mi ha guardata, cercando di non ridere.
  «Ti piace la Stevens?» mi ha chiesto. «Sul serio?»
  Io non ci trovavo niente da ridere. Anzi, era una cosa che avrei preferito non fosse mai successa. Addison poi mi ha fatto sapere che Izzie era sul caso con lei.
  «Cercherò di capirci qualcosa» mi ha detto prima di andarsene.
  L’ho rivista a pranzo, quando l’ho raggiunta fuori e mi sono seduta al tavolo con lei.
  «Non ha fatto altro che parlare di te» mi ha detto come prima cosa.
  «Che?!» ho esclamato sbalordita. Addison  ha annuito, seria.
  «Sa che siamo amiche e ha continuato a parlarmi di quello che è successo. Lascia che te lo dica, Callie, sembrava una fidanzata offesa».
  «Davvero?» le ho chiesto. «E quindi?»
  «E quindi credo che inconsapevolmente intendesse quello che le hai detto tu, solo che non lo sapeva. A meno che non mi sbagli di grosso la tua confessione le ha aperto gli occhi e si è spaventata».
  «Secondo te che cosa dovrei fare?» le ho chiesto in tono impaziente. Addison mi ha guardata a lungo senza parlare.
  «Se fossi al posto tuo» ha detto infine, «non perderei tempo e correrei subito da lei. Qualcosa mi dice che adesso è pronta a parlarti».
  Io non aspettavo altro. Mi sono alzata di corsa, sono tornata in ospedale e mi sono messa a cercare Izzie. Ci ho messo poco a trovarla, era in un corridoio. Cioè eravamo tutte e due nello stesso corridoio, alle estremità opposte. Lei mi ha vista, stava camminando e si è bloccata, allora io ho cominciato a muovermi verso di lei. Lei si è guardata intorno e invece di venirmi incontro si è infilata in una porta alla sua destra. Io l’ho rincorsa e sono entrata in un magazzino. Lei era di spalle, con la fronte appoggiata al muro. «Che cosa vuoi?» mi ha chiesto senza voltarsi.
  «Voglio parlare con te» le ho risposto. «Lo so che hai parlato con Addison, me l’ha detto e non puoi più far finta di niente. Sono spaventata anche io, cosa credi? Non ho mai provato niente del genere per un’altra donna, ma mi fa stare bene e non può essere sbagliato no? Voglio solo capire quello che pensi tu, magari andrà male, ma possiamo almeno provarci!»
  «Va bene» ha risposto Izzie, girandosi finalmente a guardarmi. «Parliamo. Cosa vuoi che ti dica? Vuoi che ti dica che mi dispiace per aver smesso di parlarti? Va bene, mi dispiace. Senti questa cosa... quando mi hai parlato l’altra volta, davvero credevo di non provare niente per te... solo che poi ho avuto modo di rifletterci su e ho cambiato idea, solo non sapevo come affrontare l’argomento. È vero, ho parlato con la dottoressa Montgomery perchè dovevo sfogarmi con qualcuno. E perchè so che siete amiche. Ero già confusa di mio, poi tu hai lasciato George e tutto è diventato così reale... Avevo paura, seriamente, avevo paura e non sapevo come comportarmi!»
  «Possiamo avere paura insieme, imparare come comportarci insieme. Io voglio provarci, non credo che sia una cosa così terribile. Tu sei con me?» le ho detto avvicinandomi a lei e prendendole una mano. Lei ha preso un respiro profondo e ha ricambiato la mia stretta. Ha mosso qualche passo verso di me, che ho capito cosa sarebbe successo. Senza sapere bene cosa fare, col cervello praticamente paralizzato, i miei piedi si sono mossi da soli. Izzie era sempre più vicina, vedevo i suoi occhi scuri, il suo naso perfetto e all’improvviso non ho visto più niente. Sentivo solo la mano di Izzie sul collo e la sensazione delle mie labbra sulle sue. Senza neanche rendercene conto ci eravamo baciate. Alla fine lei mi ha guardata, ha sorriso e ha detto: «Sì, possiamo avere paura insieme».
  Siamo uscite dal magazzino separatamente, perchè volevamo tenerlo per noi almeno per i primi momenti. E poi non era carino farci vedere che uscivamo insieme da quello stanzino. Comunque poco dopo l’avrebbero scoperto tutti, più per sbaglio che per nostra scelta. Ma l’importante è che da quel momento ovviamente abbiamo ripreso a parlarci. L’unica che sapeva il perchè era Addison, ma lei poco dopo quell’episodio era tornata a Los Angeles. Gli altri credevano solo che ci fossimo chiarite, per un qualche nostro litigio dovuto al lavoro.
 
 
Qualche giorno dopo ero appena tornata a casa di Cristina dall’ospedale, quello che lei continuava a chiamare l’appartamento di Burke, quando Meredith mi aveva chiamata.
  «Devi venire appena puoi» mi aveva detto.
  «Che succede?» le ho chiesto. Lei mi ha spiegato che Izzie sembrava impazzita, da giorni non faceva che cucinare, quasi non si muoveva dalla cucina tranne che per andare in ospedale e sembrava tornata allo stato d’animo post-morte di Danny, il suo fidanzato-paziente malato di cuore. In quel momento mi è venuto in mente che non la vedevo da un paio di giorni, ma credevo che mi stesse semplicemente evitando per qualche motivo. E mi è venuto anche in mente che prima che sparisse ci eravamo viste qualche volta, sempre in segreto, ma lei era sempre piuttosto nervosa e questa cosa mi aveva confusa non poco. Ci eravamo scambiate qualche bacio, ma sempre di fretta, senza fare niente per far sospettare di noi agli altri. Avevo continuato a chiamarla in quei giorni, ma le non rispondeva mai. Non che mi aspettassi il contrario a quel punto. Cioè se fosse stato qualcun altro mi sarei preoccupata e anche un po’ arrabbiata, ma ormai avevo capito come era fatta Izzie.
  Non ho perso tempo sono uscita di nuovo e sono andata da Meredith. Lei era sulla porta e quando mi ha vista, ha detto: «Senti non ascolta nessuno, a quanto pare l’unica a cui da retta sei tu, perciò ti prego, falla tornare alla ragione!» 
  Ho annuito e sono andata in cucina. In effetti Izzie era in piedi dietro al bancone con un mestolo in mano e davanti una ciotola, diversi ingredienti e due o tre teglie piene di muffin. Ho capito, era ora di darci un taglio. Mi sono avvicinata a lei in silenzio e le ho dato un bacio sulla guancia, togliendole contemporaneamente il mestolo dalla mano. Lei si è voltata di scatto.
  «Che ci fai qui?» mi ha chiesto.
  «Sono venuta a dirti di smetterla. Devi smetterla di cucinare e nasconderti qui. È per me? Ho fatto qualcosa di sbagliato? Avevo anche provato a chiamarti un po’ di volte, ma non rispondevi mai. Meredith ha ragione sembri impazzita, cos’è successo?»
  «Ero confusa, avevo bisogno di pensare e cucinare mi aiuta a farlo. D’accordo, adesso basta. Grazie». Si è tolta il grembiule e lo ha appoggiato sul tavolo. Io le ho ridato il mestolo, ma lei invece di metterlo giù me l’ha appoggiato sul naso, sporcandomelo di impasto. Io l’ho preso su un dito e l’ho assaggiato, poi mi sono messa a ridere e l’ho baciata. Era una bella sensazione. A quel punto entrambe abbiamo lasciato la prudenza sul tavolo insieme ai muffin. Lei ne ha preso uno e me l’ha fatto assaggiare e intanto mi baciava. Siamo andate avanti così per un po’, un morso e un bacio. Poi siamo finite per terra e abbiamo continuato a baciarci per un po’, finchè io non ho fatto il gesto di toglierle la maglietta. Lei però mi ha bloccato il polso.
  «Che c’è?» le ho chiesto.
  «Non qui» mi ha risposto. Mi ha preso per mano e mi ha fatto alzare. «Vieni con me».
  Mi ha portata in camera sua, dove... vabè dove è successo di tutto, ma senza entrare nei dettagli.  
  Alla fine ci siamo addormentate così, abbracciate con poco o niente addosso.
 
 
“Ed è così che ci ha trovate George il mattino dopo, quando è entrato in camera di Izzie per svegliarla. A quanto pare era una cosa normale.
  «Izzie, sevgliati dobbiamo andare in ospedale» ho sentito la sua voce e mi sono svegliata. Ho aperto gli occhi e lui in quel momento mi ha vista. Ha visto che ero nel letto con Izzie e che entrambe eravamo praticamente nude. «Ma che succede?» ho biascicato ancora mezza intontita dal sonno.
  «Callie?» ha esclamato lui inorridito. «Izzie? MEREDITH!!»
  Izzie ha preso in mano la situazione. Si è messa addosso qualcosa e si è alzata dal letto. «George sta zitto» gli ha detto. «Vuoi che lo sappiano tutti?»
  «George che succede?» abbiamo sentito la voce di Meredith nel corridoio. Io mi sono nascosta la faccia tra le mani. Poi è entrata e ci ha viste. «Perchè stavi... Oh mio Dio!»
  «Mer... Meredith ti prego» ha cominciato Izzie. «Va bene, è evidente, quello che è successo lo capisci da te. Ma ti prego non dirlo a nessuno, nemmeno a Cristina. Nemmeno tu George, per favore. Soprattutto non ditelo ad Alex, per favore, d’accordo? Alex non deve saperlo». Io l’ho guardata per un po’ senza dire niente, ma prima di parlarle ho aspettato che George e Meredith fossero usciti dalla stanza, dopo aver promesso che non avrebbero parlato.
  «Perchè Alex non deve saperlo? Perchè proprio lui? Cosa vorresti dire con questo? Che nonostante tutto pensi ancora a lui, che io sono un ripiego per te?» le ho chiesto con voce crescente. In realtà non volevo che uscisse così, solo che la gelosia aveva preso il soppravvento. Lei è tornata verso il letto e ci si è seduta. Poi si è voltata verso di me.
  «No, Callie non è... non volevo dire questo è solo... non so, è strano, Alex è stato importante, anche se non siamo mai stati davvero insieme e...»
  «Va bene, ho capito» le ho detto, mettendole una mano sulla spalla. «Per ora non l’avremmo detto a nessuno in ogni caso. George e Meredith lo sanno e manterranno il segreto. Di Mer mi fido, e George... be’ lui è bravissimo a mantenere i segreti che gli interessa mantenere. E ho la sensazione che questo rientri nella categoria». Alla fine abbiamo deciso di non dirlo a nessuno. Mai.
  In ospedale non lo sapeva nessuno, quindi George e Meredith non avevano parlato. Io e Izzie avevamo deciso di comportarci normalmente come prima che le dicessi quello che provavo per lei. Tutti avevano semplicemente pensato che ci fossimo chiarite nel nostro litigio tra amiche e ovviamente noi dicevamo a tutti che era vero. Non so bene perchè abbiamo deciso di non dire niente a nessuno, soprattutto visto che più avanti quando ci eravamo già lasciate abbiamo scoperto che ad un certo punto erano venuti a saperlo più o meno tutti nell’ala di chirurgia. Credo più per intuito, che per incauta confessione di qualcuno. In effetti devo ammettere che da quando ci eravamo abituate alla nuova situazione, entravamo e uscivamo dall’ospedale quasi sempre insieme e credo che questo abbia dato da pensare a tanti. E non solo quello, lavoravamo spesso insieme, a pranzo ci vedevamo e cose così. Noi cercavamo sempre di essere, come potrei dire?, discrete, ma a quanto pare non abbastanza.
  Ad un certo punto, in quel periodo io e Cristina abbiamo deciso di andare a vivere in un nuovo appartamento. Abbiamo cercato una casa perchè la convivenza nell’appartamento di Burke ci era piaciuta e abbiamo voluto continuare. Abbiamo trovato un appartamento carino a due passi dall’ospedale, ovviamente è quello attuale, e ci siamo trasferite un giorno di gennaio. Ad aiutarci con gli scatoloni erano venute Izzie e Meredith, ovviamente. Abbiamo diviso tutte le scatole nelle nostre stanze e quando abbiamo finito Izzie a sorpresa mi ha presa da parte.
  «Che c’è?» le ho chiesto interrogativa. Lei ha sorriso e ha cominciato a far scorrere un dito sulla mia schiena in modo molto... direi provocante. Non è bello da dire, ma è così.
  «Che ne dici di uscire domani? Ceniamo al ristorante e poi potremmo andare da qualche parte, ma anche tornare a casa» mi ha risposto lei.
  «Izzie, mi stai invitando a un appuntamento?» ho detto alzando un sopracciglio.
  «Sì... sì. Ti sto invitando a un appuntamento, Callie». Io ho annuito, l’idea mi piaceva. Ci siamo guardate negli occhi e dato che eravamo nella stanza da sole, abbiamo azzardato un bacio. Subito dopo sono apparse Meredith e Cristina e noi due abbiamo fatto finta di niente. È vero che Mer sapeva di noi due, ma non ci sembrava il caso di... dare spettacolo. E comunque Cristina non sapeva niente.
  E le cose hanno continuato ad andare bene per un po’ di tempo. Quella cena era stata piacevole e dopo eravamo andate a fare un giro sul ferry-boat, nonostante facesse molto freddo e mi era piaciuto tantissimo. Eravamo sul ponte e guardavamo il panorama di Seattle davanti a noi. Lei era lì appoggiata al parapetto ed era così bella che non ho resistito e l’ho abbracciata da dietro appoggiando il mento sulla sua spalla. Lei si è voltata verso di me e mi ha sorriso, appoggiando la sua guancia alla mia. Eravamo rimaste così per un po’ ed era molto piacevole.
  Per il resto ci vedevamo in ospedale, pranzavamo insieme, capitava che fossimo sullo stesso caso e lo ammetto che la richiedevo come assistente più spesso di quanto fosse lecito e le nostre giornate erano farcite di parecchi incontri nella stanzetta, dove fino a quel momento ero andata solo con Mark.
 
 
“Poi ad un certo punto ha cominciato ad andare tutto storto. Non saprei dire come di preciso, ma so che dopo un po’ le cose hanno cominciato gradualmente ad andare da schifo. Forse c’entrava il destino, non lo so, forse loro due erano destinati a stare insieme e io l’ho solo aiutata a capirlo. In realtà anche a me è servito. Mi è servito per capire che mi piacciono le donne, oltre agli uomini, credo. Nonostante tutto avrei preferito che fosse finita diversamente, non in modo così brusco, direi quasi brutale. Non è stato improvviso, però mi ricordo che ci ero rimasta male.
  Cioè gradualmente mi ricordo che Izzie aveva cominciato a essere un po’ evasiva e a vedersi sempre più spesso con Alex Karev, anche se all’inizio era solo per lavoro. Però io a volte le telefonavo per vederci, ma lei aveva cominciato sempre più spesso a dirmi che non poteva. Avevo sopportato per un po’, però a un certo punto avevo cominciato ad essere gelosa. Chiedevo spesso a Izzie se c’era qualcosa che non andava, ma lei mi rispondeva invariabilmente di no e finivamo sempre per farlo. Come se quello bastasse a farmi passare la gelosia. Infatti di solito funzionava, finchè non ho deciso di affrontare seriamente l’argomento con lei. Una sera eravamo nella stanzetta e nonostante non fosse un tema da affrontare mentre eravamo a letto, nel dopo, le avevo chiesto: «Izzie, ti vedi con qualcun altro? Puoi dirmelo».
  «No» mi aveva risposto lei, arrossendo. Io l’avevo guardata per un po’ e avevo scosso la testa.
  «Non mentirmi, Izzie. Ti conosco, non sei capace di mentire. Chi è? È Karev, vero? Avanti dimmelo, lo so che è lui. Non può essere altri che lui. Se ti sei innamorata di lui, va bene, però dimmelo».
  «Callie...» aveva cominciato lei, guardando ovunque tranne che dove c’era il mio viso. «Senti, è complicato, lo sai che lo è. È sempre stato complicato quando si trattava di noi».
  «Noi chi?» le avevo chiesto costringendola a guardarmi negli occhi. «Tu ed io, oppure tu e Karev?»
  «Non lo so» mi aveva detto scuotendo la testa. «Tutti e due, siete entrambi coinvolti, io sono coinvolta con tutti e due. Sai, sto cercando di capire... insomma... sto cercando di capire con chi voglio stare di più, quindi...»
  «Quindi vai a letto con tutti e due, per capire chi ti piace di più?» l’avevo interrotta tremante di rabbia. Mi stava usando, chissà da quanto tempo e io non me n’ero mai accorta! Comunque gliel’avevo chiesto. «Da quanto ti vedi con lui? Noi due stiamo insieme da tre mesi, dannazione, tu da quando sei impegnata a decidere chi scegliere?»
  «Quasi due settimane» aveva risposto lei abbassando lo sguardo. Io disgustata mi ero vestita e me n’ero andata dalla stanzetta. Lei però mi era corsa dietro.
  «Callie aspetta!» mi aveva detto prendendomi per un braccio e facendomi voltare. «Mi dispiace di averti ferita, davvero. Solo che lo sai, ero...»
  «“Confusa e avevo bisogno di capire con chi voglio stare di più”. Sì l’hai già detto. Lasciami stare». Me ne sono andata senza voltarmi indietro.
 
 
“Vorrei poter dire che da quel momento non ci siamo più viste. Lo vorrei davvero. Solo che io sono fatta così, mi affeziono a una persona, la faccio entrare nella mia vita e alla fine mi spezza il cuore. È stato così anche con Izzie. Ero decisa a non vederla più, volevo smettere di vederla, sul serio, ma il cuore era più forte della mente, come spesso succede. È bastato che Izzie arrivasse fuori dall’ospedale la mattina dopo con un caffè e un muffin con scritto ‘scusa’, oltre a un invito a cena per quella sera, per farmi cadere di nuovo tra le sue braccia.  Quella giornata poi era andata molto bene, avevamo pranzato insieme e ci eravamo viste tutta la giornata, come all’inizio della nostra storia. Poi eravamo andate cena fuori e alla fine eravamo tornate a casa di Meredith dove stranamente non c’era nessuno e vabè avevamo concluso come sempre.
  Invece il giorno dopo era andato tutto da schifo un’altra volta. Al mattino quando mi sono alzata lei non c’era più, George mi aveva detto che si era alzata presto per andare in ospedale. Benissimo. Poi durante la giornata non l’avevo mai vista e quando la chiamavo, o non rispondeva o si inventava una scusa per evitarmi. Sapevo che tutto questo avrebbe dovuto mettermi in allarme, ma non so, forse ero troppo cieca. Alla fine di sera è arrivato il capolinea. Ero uscita dall’ospedale da sola, pensando che magari l’avrei incontrata da Joe. E in effetti l’ho incontrata. Fuori dall’ospedale. Con Alex. Mentre si baciavano. «Izzie...» ho detto piano. Non ci potevo credere. Lei si è voltata di scatto.
  «Callie» ha esclamato, improvvisamente ansiosa. «Senti, non ti dirò ‘non è come sembra’, perchè è esattamente come sembra. Lo sapevi che sarebbe successo, ora ho fatto la mia scelta e mi dispiace... non sei tu. Ora... ora devo andare». Ha preso Alex per mano e ha fatto per andarsene, ma lui non si è mosso. Il suo sguardo passava da Izzie a me e aveva un’aria incredula.
  «Voi due stavate insieme?!» ci ha chiesto. «Izzie io non ne sapevo niente! Perchè non ne sapevo niente? Da quanto andava avanti questa storia?»
  «Tre mesi, più o meno»ho risposto io. «Ma Izzie me l’aveva detto che vedeva anche te. Doveva fare una scelta, era indecisa tra noi due. Congratulazioni hai vinto».
  Izzie era imbarazzata. Ha stretto la mano di Alex e l’ha trascinato via. Io sono rimasta immobile a guardarli andare via. In quel momento ha cominciato a piovere”.
  “Okay senti” Arizona mi interrompe all’improvviso. “Vuoi spiegarmi perchè mi hai trascinata qui nella cappella e mi hai raccontato per filo e per segno come sono andate le cose con la tua ex?”
  “Non lo so” le rispondo. Mi sdraio sulla panca dietro la sua e lei si volta a guardarmi. “Credo sia per la storia del cancro, ha fatto ritornare a galla un sacco di cose. Cioè sapere che potrebbe morire...”
  “Lo capisco” osserva Arizona pensierosa. “So com’è rischiare di perdere qualcuno che ami. O che hai amato”. Non le chiedo perchè lo sa.
  «Sì, infatti» dico con un sospiro. «Ma l’avevo già persa. L’ho persa da quando mi ha lasciata per mettersi con Karev”.
  “Come stai?” mi chiede. Io la guardo per un po’, poi le rispondo: “Bene, credo. Sapere che con me ci sei tu, mi aiuta. Non so come avrei fatto senza di te”. Lei mi sorride, uno di quei sorrisi meravigliosi, che mi fanno sempre tornare il buonumore.
  “Possiamo restare qui quanto vuoi. Puoi raccontarmi tutto, non mi interessa. Oppure se non vuoi più parlare, possiamo restare sdraiate a fissare il soffitto per tutto il pomeriggio. Qualunque cosa ti faccia sentire meglio, Calliope” mi dice.
  “Grazie” replico. Mi siedo di nuovo e incrocio le braccia sul ripiano di legno, poi ci appoggio il mento. Sono un po’ triste, ma poi guardo Arizona e so di non avere niente da temere. Qualunque cosa succederà a Izzie, lei sarà con me. Almeno spero.

 

 
NdA: Ecco qui. Non so neanche come commentare questa idea totalmente pazza. Ditemelo voi! Solo una cosa, non uccideteci, era solo un esperimento! XD
 
  
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