Serie TV > Gossip Girl
Ricorda la storia  |      
Autore: Maddy Pattz    06/01/2013    3 recensioni
Un Natale un po' particolare del NJBC. Adoro scrivere dei quattro protagonisti, in qualunque momento della loro vita. Stavolta ho scelto di raccontare il loro primo Natale insieme. Spero che leggerete e che recensirete.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass, Nate Archibald, Serena Van Der Woodsen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il grande salone dei ricevimenti del Palace Hotel era tutto addobbato in stile natalizio e quattro enormi abeti troneggiavano nei quattro angoli della stanza. Al ricevimento presenziavano tutti i più importanti esponenti dell’alta società newyorkese. Blair Waldorf, fasciata in un delizioso vestitino di velluto rosso con cerchietto coordinato, camminava mano nella mano con il suo papà, scrutando sognante le luci colorate e i vestiti eleganti delle signore.

<< Ti piace qui, Blair?>> le domandò dolcemente Harold.

<< Si! È tutto così brillante!>> annuì con un sorriso radioso.

<< Miss Blair andiamo a cercare Miss Serena?>> domandò Dorota, la tata polacca di Blair, che aveva accompagnato lei ed Harold alla festa solo perché la signora Eleonor era a Parigi. La bambina acconsentì ed abbandonò la mano grande e calda del padre per quella piccola e grassoccia della tata. Non ci misero molto a trovare Serena, se ne stava seduta con aria annoiata su una sedia, ma appena vide la sua migliore amica balzò in piedi e le corse incontro.

<< B!>> esclamò abbracciandola.

<< Ciao S!>> rispose ricambiando l’abbraccio.

<< Sono felice che tu sia qui. Mi stava annoiando da morire>> disse Serena lanciando un’occhiata di rimprovero a Lily e Cece, che poco lontano chiacchieravano con Bart Bass, il papà di Chuck.

<< Dove sono Nate e Chuck?>> domandò Blair curiosa scrutando la folla elegante alla ricerca dei due amici.

Serena alzò le spalle. << Non ne ho idea>>.

<< Andiamo a cercarli>> propose sottovoce con aria cospiratoria, lanciando un’occhiata furtiva a Dorota per accertarsi che non avesse sentito. Un sorrisetto birichino delineò le labbra di Serena ed allungò una mano per stringere quella di Blair. Le due amiche si scambiarono un’occhiata complice e corsero fra la folla ridendo come matte. Sentirono la voce di Dorota richiamarle, ma la ignorarono continuando a fare lo slalom fra le gambe degli ospiti e dei camerieri. Si fermarono di colpo quando intravidero la chioma bionda di Nate e quella bruna di Chuck. I due se ne stavano in disparte, ma, vedendole, andarono loro incontro.

<< Hey ragazze>> esclamò allegro Nate stringendo prima l’una e poi l’altra in un abbraccio. La piccola Blair adorava gli abbracci di Nate, erano sempre affettuosi e pieni di calore. A lei Nate un po’ per gli occhi azzurri, un po’ per i capelli dorati ricordava il principe azzurro delle fiabe, che il suo papà le leggeva prima di dormire.

Se Nata assomigliava al principe azzurro, il suo migliore amico, Chuck, sembrava più un cavaliere oscuro. Era infatti sempre serio e composto, rideva raramente e non amava stare in compagnia. Perfino l’abbigliamento sembrava evidenziare le differenze fra i due bambini: Nate indossava sempre jeans e felpe, mentre Chuck era sempre abbigliato con completi eleganti adatti più ad un adulto che a un bambino.

Quando Serena e Blair sciolsero l’abbraccio di Nate, Chuck se le vide piombare addosso e la sua vista fu oscurata dalle onde dorate di Serena e dai boccoli di mogano di Blair. Non si poteva dire che amasse gli abbracci. Bart non lo aveva mai abbracciato e, quando le sue baby-sitter lo facevano, si sentiva come soffocato e i loro profumi dolciastri gli facevano venire la nausea. Gli abbracci di Serena e di Blair erano tutta un’altra storia, soprattutto quelli di Blair sapevano sempre di peonie e cioccolato, non lo soffocavano, ma lo avvolgevano in una morsa familiare e confortante, calorosa.

<< B, S non respiro>> sbuffò Chuck dopo qualche secondo, nascondendo il buonumore che in realtà le due amiche gli avevano suscitato. Serena rise ed entrambe sciolsero l’abbraccio.  

<< Cosa facciamo?>> domandò Chuck annoiato,

<< Potremmo giocare a nascondino>> propose Nate, ma l’idea fu immediatamente scartata. Il Palace era decisamente enorme e il gioco sarebbe  andato avanti per ore.

<< O ad acchiapparello>> aggiunse Serena. A Chuck non sfuggì la smorfia di Blair, che detestava correre, rovinandosi i capelli o il vestito, al pari di quanto lo amava la sua migliore amica.

<< O potremmo combinare qualche monelleria>> disse  Chuck, gli occhi scuri furono attraversati da un guizzo malizioso. Sapeva bene che Bart si sarebbe infuriato terribilmente, ma almeno per rimproverarlo avrebbe dovuto degnarlo di una qualche attenzione.

<< Chuck! Mancano pochi giorni a Natale e se non ci comportiamo bene Babbo Natale non ci porterà nessun regalo!>> lo rimproverò Blair.

<< Babbo Natale non esiste Waldorf>> esclamò Chuck con aria sprezzante. Tutto il Natale era un’enorme bugia: i regali, i dolci, i sorrisi, la magia … Chuck odiava il Natale, perché, contrariamente ai suoi amici, non lo trascorreva in allegria con la sua famiglia. Ogni Natale della sua vita si era svegliato da solo nel suo enorme letto, nella sua enorme stanza, nella sua enorme suite. Non aveva mai scartato un regalo, Bart dicevano che erano inutili e che l’acquisto di quotazioni in borsa era decisamente meglio. Quando Nate, Blair e Serena raccontavano entusiasti i loro Natali, lui mentiva raccontando una marea di bugie, perché aveva paura che se avessero scoperto la verità lo avrebbero lasciato solo proprio come faceva Bart.

<< Non è vero Bass! Babbo Natale esiste!>> esclamò Blair furiosa.

<< Non esiste! È solo una bugia e tu sei una stupida perché ci credi!>> sbottò, pentendosene quando vide gli occhi di Blair riempirsi di lacrime.

<< Sei cattivo Chuck!>> esclamò voltandogli le spalle e correndo via in lacrime, seguita a ruota da Serena. Chuck rimase come congelato mentre quelle parole affondavano prepotentemente dentro di lui, dopo qualche secondo di smarrimento mormorò angosciato: << Non volevo farla piangere>>.

<< Non ti preoccupare Chuck lo sai com’è Blair, poi le passa>> lo rassicurò Nate battendogli una mano sulla spalla. Le parole del suo migliore amico, per quanto sincere e dettate da un buon cuore, non lo confortarono. “Mi dispiace davvero tanto Blair”, pensò dispiaciuto affondando le mani nelle tasche dei pantaloni.

Ci vollero parecchi abbracci di Serena e diversi baci di Harold per calmare Blair, che passò dalla tristezza alla rabbia verso Chuck. Rabbia che esternò mentre il suo papà le rimboccava le coperte.

<< Papi odio Chuck!>> esclamò con convinzione incrociando le braccia al petto.

<< Amore non si deve odiare nessuno>> la rimproverò bonariamente Harold.

<< Ma Chuck è cattivo! Non crede a Babbo Natale!>> rispose.

<< È un bambino molto solo Blair – bear. Sua mamma è morta quando era molto piccolo e il suo papà è molto …>>. Harold strinse le labbra alla ricerca della parola giusta. << impegnato>> concluse leggermente contrariato. << Per lui il Natale deve essere molto triste>>.

<< A noi racconta sempre dei suoi bellissimi Natali con Bart  a Londra, a Parigi, a Roma, a Praga>> disse la bambina scettica.

<< Vi racconta una bugia, perché ha paura che se sapeste la verità non gli vorreste più bene>>.

<< Ma che sciocchezza! Gli vorremmo bene anche se passasse il Natale con le sue baby-sitter. Sarebbe sempre Chuck>>. Blair era profondamente indignata. Davvero Chuck pensava che avrebbero potuto smettere di volergli bene?

<< Tu prova a farglielo capire, con dolcezza, senza dirglielo direttamente>> le consigliò.

<< Grazie papi. Ti voglio bene>> mormorò accocolandosi contro uno dei suoi morbidi cuscini di seta azzurra.

<< Anch’io amore>> rispose lasciandole una carezza sui capelli. L’indomani mattina quando la piccola Blair aprì gli occhi aveva trovato il modo perfetto per aiutare il suo amico.

Chuck fu svegliato poco prima delle dieci dalla sua baby-sitter. Quella settimana era bionda con gli occhi azzurri e un sorriso malizioso, che sfoderava ogni volta che Bart era nei paraggi. Fece svogliatamente colazione, quella mattina aveva poca fame, poiché sentiva un peso gravargli sullo stomaco. Non riusciva a dare un nome a quella strana sensazione. Per chiarire il suo dubbio dovette chiamare Nate, che assentì con sicurezza che la sua mamma, la dolce e protettiva Anne Archibald, li chiamava “sensi di colpa”.

<< E come faccio a farmeli passare?>> chiese curioso Chuck.

<< Devi chiedere scusa a Blair>> sancì con tono saputo il suo migliore amico.

Rimase qualche istante in silenzio.

<< Dici che i cioccolatini bastano?>> chiese infine.

<< Oh si, così magari ce ne offre qualcuno>> affermò l’altro con entusiasmo.

Fu così che Chuck fece fare dal pasticcere del Palace un enorme scatola di cioccolatini, che portò con se quando la sua baby-sitter lo accompagnò a Central Park, dove doveva incontrare i suoi amici.

Quando li raggiunse Nate e Serena giocavano a tirarsi le palle di neve, mentre Blair li guardava, seduta su una panchina poco lontano, probabilmente temeva di sgualcire la gonna nuova. Si sedette silenziosamente accanto a lei e le posò la scatola di cioccolatini, a forma di cuore, sulle gambe.

Vide mille emozioni animare il viso di porcellana di Blair e sentì il cuore battergli forte quando la vide sorridere radiosa. Lo abbracciò e Chuck le sussurrò: << Mi dispiace per ieri sera>>.

<< Lo so>> rispose Blair dolcemente sciogliendo l’abbraccio.

<< Quelli sono cioccolatini?>> chiese Serena entusiasta raggiungendoli insieme a Nate, che strizzò complice un occhio a Chuck.

<< Mmm no>> rise Blair.

<< Blair!>> esclamarono indignati i tre amici.

<< Scherzavo!>> disse allungando loro la scatola di cioccolatini.

Trascorsero tutto il pomeriggio a ridere e giocare nel grande attico dei Waldorf, dove furono invitati a rimanere per  la notte da un allegro Harold. Chuck esitò prima di accettare, fu Blair a convincerlo. << Non puoi non esserci. È la vigilia di Natale e dobbiamo passarla tutti insieme>> decretò con quel suo tono dispotico, ma gli occhioni castani erano insolitamente dolci.

<< Blair, amore, devo andare a un ricevimento, ma tornerò presto>> annunciò Harold entrando nella camera della figlia, che stava disegnando, sdraiata sul grande letto, con i suoi amici. Chuck vide un’ombra scurire gli occhi dell’amica, la quale tuttavia sorrise al padre annuendo. Harold raccomandò loro di comportarsi bene e di ubbidire a Dorota in sua assenza, quando si richiuse la porta della camera alle spalle, Blair sospirò tristemente.

<< La mamma non c’è, lui va a una stupida festa. Sembra che non vogliano passare il Natale con me>> mormorò Blair con gli occhi lucidi torturandosi le mani.

<< Mio papà non verrà domani e Lily va in Italia. Sarò sola con la nonna>> disse Serena e anche i suoi occhi, come se fossero stati contagiati da Blair, divennero umidi.

<< Anche io passerò il Natale senza mamma e papà. Loro rimangono qui a New York ed io vado da solo dal nonno>> sospirò Nate colto dalla tristezza generale.

Chuck si rese improvvisamente conto che i Natali dei suoi amici non erano affatto perfetti come li immaginava, ma vi albergava, seppur in maniera meno evidente e dolorosa, la stessa tristezza dei suoi. Nella stanza vi era un silenzio pesante e Chuck, racimolando tutto il suo coraggio, lo spezzò: << Io vi ho raccontato una bugia>>. Gli occhi dei suoi amici scattarono sorpresi su di lui. << Io e Bart non siamo mai andati a Parigi o a Roma per Natale. Il Natale lo passo da solo con le mie baby-sitter e nessuno mi fa mai un regalo>> confessò con gli occhi bassi, sentendo la vergogna impossessarsi di lui. Aspettava la rabbia e il rifiuto amaro e doloroso che sarebbe seguito.

<< Perché non ce l’hai mai detto?>>  domandò Nate confuso facendogli alzare gli occhi, stupito. Il suo migliore amico non sembrava arrabbiato o deluso, solo … triste. Per lui, forse?

<< Perché avevo paura che ve ne sareste andati anche voi>> mormorò vergognoso e per la  prima volta nella sua vita Chuck fu sincero. Si sentì anche straordinariamente debole, finché non sentì le braccia dei suoi migliori amici stringerlo in un abbraccio. Sgranò gli occhi scioccato.

<< Siamo qui>> mormorò Serena con la sua semplicità, che riscaldava il cuore, perfino il più granitico.

<< Anche noi siamo soli come te>> disse Nate.

<< Possiamo essere soli tutti insieme?>> propose Blair.

Chuck ricambiò l’abbraccio e sussurrò: << Si. Direi che possiamo essere soli tutti insieme>>.

<< Bambini c’è la neve>> esclamò allegra Dorota entrando nella stanza. Si precipitarono giù da letto e ridendo corsero al piano inferiore per ammirare la neve dalle grandi vetrate.

<< Nevica>> mormorò Blair sognante schiacciando il visino di porcellana contro il vetro.

<< È bellissima>>. Serena pareva incantata quanto la sua migliore amica.

Chuck accostò il viso al vetro e dovette ammettere che New York con la neve era davvero magica. Desiderò ardentemente di avere i suoi amici accanto per sempre, anche se era un periodo davvero lungo. Fu uno dei Natali più belli della sua vita.

 

<< Qualcosa non va, Chuck?>> domandò preoccupata la voce di Blair riportandolo alla realtà.

<< Tutto a posto. Ero solo sovrappensiero>> rispose sorridendole dolcemente e circondandole la vita con un braccio, posando la propria mano sul suo pancino, così teneramente pieno di … loro.

<< A cosa pensavi?>> gli chiese curiosa poggiando la testa contro la sua spalla.

<< Alla prima Vigilia di Natale che abbiamo passato insieme>>. Le accarezzò la pancia e sorrise felice sentendo suo figlio dare un piccolo calcio. Le dita di Blair corsero ad intrecciarsi con le sue. La sentì sospirare felice e si beò di quel suono, come se fosse la più soave delle melodie. << Desiderai che potessimo stare tutti insieme per sempre>> continuò. Gli venne da ridere ripensando alla sua ingenuità di bambino.

<< Direi che il tuo desiderio si è avverato>> mormorò Blair guardando le persone che affollavano il loro salone: Nate chiacchierava con Jenny da poco tornata a New York, Cyrus ed Eleonor ballavano ridendo come due ragazzini, Eric e Serena si prendevano a cuscinate sotto gli occhi divertiti di Lily, Dan e Rufus scherzavano allegramente.

<< È anche meglio di quanto potessi sperare>> rispose.

<< Buon Natale Bass>> gli disse Blair.

<< Buon Natale Waldorf>>. Forse i desideri si avverano davvero, ogni tanto.      

 

Angolino Autrice:

Questa shot è decisamente più dolce e allegra rispetto a quelle che sono solita scrivere, ma complice l’aria natalizia e la malinconia per la fine di Gossip Girl, mi è venuta in mente. L’ho ambientata dopo il Natale successivo alla scoperta dell’identità di GG. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, perché francamente ho dei seri dubbi su questa shot. Sarò felice di ascoltare anche le vostre critiche, che spero mi aiuteranno a migliorare. Spero vivamente di non annoiarvi e in una vostra recensione.

Xoxo Maddy Pattz

 

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Gossip Girl / Vai alla pagina dell'autore: Maddy Pattz