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Autore: Seiya112    07/01/2013    2 recensioni
Il campionato nazionale in cui lo Shohoku è stato sconfitto dall'Aiwa è ormai passato. I ragazzi hanno proseguito con i loro studi. Ora Miyagi frequenta la 3a, ed è ancora compagno di classe di Ayako; il rosso, Haruko, Rukawa, e l'armata Sakuragi sono in 2a, mentre tutti gli studenti anziani si sono diplomati con buoni voti. O meglio, tutti tranne Mitsui che è rimasto bocciato. Un nuovo studente arriva allo Shohoku, giusto in tempo per creare nuovo scompiglio in istituto già pieno di teppisti e teste calde...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yohei Mito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mini capitolo di inizio anno, che si svolge a gennaio dell'anno successivo all'arrivo di Sara in Giappone. Tanti Auguri a tutte! Enjoy!



Capitolo Extra

Buona Befana!



Il sole splendeva già alto a Kanagawa quando Sara uscì dalla villetta. Istintivamente portò la mano a stringere la sciarpa di lana viola che teneva attorno al collo, in modo da respingere le prime folate di vento gelido. Aveva sperato che l'essere vicino al mare avrebbe reso le mattinate invernali meno rigide, ma anche quella era una speranza morta sul nascere, come quella di poter trascorrere le vacanze a riposarsi.

Si incamminò verso la più vicina fermata del treno, sperando di non dover rimanere troppo tempo in piedi ad aspettare la coincidenza, o che per lo meno trovasse un posto libero a sedere nella sala d'attesa interna.

Mi si stanno congelando anche le dita dei piedi, accidenti. Forse avrei fatto bene a prendere quei maledetti stivali di pelo. Se pensa però che gli mostri che aveva ragione si sbaglia di grosso. Stupido decerebrato inaffidabile!

Guardò l'orologio della torre civica, e quasi le venne un colpo.

Maledizione! Non ce la farò mai ad arrivare in tempo per l'apertura!

La sera prima Ayako l'aveva supplicata di accompagnarla all'apertura dei grandi magazzini Konpachi, proprio il giorno di inizio dei saldi. Come se la giornata potesse migliorare essendo sballottolate qua e là da donne invasate che cercavano l'affare del secolo e finivano per comprare sempre gli stessi modelli che già indossavano.

Ok, è vero, anche io sono così. Non migliorerà certo la giornata se mi faccio influenzare dal mio umore nero. Il signorino non poteva venirmi a prendere perché aveva altro da fare. E io stupida che ho passato la notte alzata per lui.


Fece passare la tessera elettronica nel lettore, poi la ripose nella tasca del cappotto bianco panna e rimase ad aspettare.



Mezzora dopo...



Ayako l'aspettava trepidante in fila per entrare nei grandi magazzini. La fila era assolutamente immensa. Sara si dovette far largo attraverso la fila di donne e ragazze che stazionavano davanti alle porte ancora chiuse del centro commerciale.

“Oh, finalmente sei arrivata!”

“Scusa il ritardo, non volevo farti aspettare.”

“Di nulla”, rispose Ayako risistemando un capello ribelle nella cuffia.

Sara controllò l'orologio.

“Apriranno tra poco, non preoccuparti.”



Aprirono poco dopo in effetti, ma la folla davanti all'entrata non sembrò diminuire.

“Possibile che non si riesca ad entrare? Anche se le porte sono aperte c'è così tanta gente che non ci si può neanche avvicinare ai negozi! E odio essere spinta!”

“Si può sapere perché sei così nervosa?”

“Niente”

“Niente? Sei proprio una donna quando rispondi così.”

Sara esitò, soprattutto perché non è che fossero proprio sole e confidarsi le creava ancora qualche problema. Poi decise che poteva anche parlare alla sua migliore amica.

“E' che Mitsui mi doveva venire a prendere stamattina in moto. Invece quando l'ho chiamato mi ha piantato in asso.”

“Cioè?”

“Cioè mi ha detto che aveva da fare e non poteva. Chissà cosa aveva da fare di così importante.”

“Cioè avevate un appuntamento?”

Sara arrossì bruscamente.

“No, assolutamente no, si era solo offerto di accompagnarci per la giornata.”

“Un pazzo suicida quindi...”

“Esatto”

Sara sorrise. Ayako la guardò un attimo, poi le tirò un pizzicotto amichevole.

“Dai, ti farò passare una bella giornata e non ci penserai più. Almeno finché il nostro baldo giovane non arriverà.”

Ayako la trascinò in un negozio della Fornarina, e diede letteralmente l'assalto al reparto mini abiti, costringendo Sara a farle da gruccia per togliere i vestiti possibili candidati dalle grinfie delle altre acquirenti. Dopo di che entrarono in altri due negozi dove la mora non acquistò nulla.

Le permise di fermarsi a fare una pausa in un caffè solo dopo essere passata nel negozio di dischi e aver comprato l'ultimo uscito di Alanis Morissette. Intanto Sara continuava a guardare l'orologio, aspettando l'arrivo del compagno e sentendosi pian piano meno nervosa. Fu una pausa fin troppo breve però, perché la ricerca delle occasioni di Ayako ricominciò più intensa di prima, volendo anche rinnovare il guardaroba dell'amica, troppo sciatto a suo dire.

La scena peggiore si svolse nel negozio di intimo al secondo piano. Più per far sta zitta l'amica che perché le importasse veramente entrò a provare l'abitino di seta nera, che le arrivava a mala pena al ginocchio, e che più che un abito le sembrava una camicia da notte. Dopo aver tirato su la cerniera, e sperando che non si strappasse da quanto lo sentina attillato, uscì dal camerino. Ayako lasciò subito cadere quello che stringeva in mano, e la guardò con la bocca spalancata.

“Stai da Dio con quello!”

Sara si guardò allo specchio. La sua faccia cambiò colore, virando verso il rosso più che acceso. No, non era decisamente un abito per uscire. Come sempre, cercò di stemperare il suo imbarazzo, che naturalmente l'amica aveva notato, con il sarcasmo.

“Sembra che abbia ingoiato un anguria. E che sia finita tutta sul culo.”

Ayako rise.

“Beh, in effetti ti fascia un po' il sedere, ma è questo il suo bello.”, disse Aya dandole un pizzicotto proprio su una chiappa.

“Maniaca!”

“Oh, piantala! Non vorrai dare spettacolo.”

“Io o tu?”





Alla fine uscirono dal negozio con una mini gonna nuova per Ayako ed una gonna pantalone di jeans per Sara, che andarono ad aggiungersi alle borse che già avevano accumulato nelle due ore precedenti. Anche l'abito finì nella busta, anche se l'italiana si ripromise di usarlo per dormire. Si sedettero su una panchina vicino alla fontana posizionata al centro dell'edificio, ringraziando entrambe della pausa. Sara sbirciò per l'ennesima volta l'orologio, chiedendosi se alla fine sarebbe davvero arrivato. Non le importava che fosse in ritardo. Voleva semplicemente vederlo.



Mitsui entrò nel centro commerciale, ignorando la folla di donne che entravano e uscivano dalla porta principale. Sapeva di essere in ritardo, ma sapeva che la piccola sorpresa che aveva in serbo avrebbe sciolto ogni tensione esistente. Il ragazzo non ci mise molto ad avvistarle all'interno dell'edificio, sedute su di una panchina che chiacchieravano. Loro alzarono lo sguardo, notandolo, e gli rivolsero un gesto della mano, quindi si alzarono in piedi. La rossa non sembrava essere per nulla nervosa per il suo ritardo.

Mitsui si avvicinò, e prima di fare ogni altra cosa le sorrise, con il sorriso più gentile che potesse fare, in parte anche per scusarsi per averle dato buca la mattina. Già pregustava la sua espressione, quando lo avrebbe sentito dire una frase interna in italiano, anche se breve. Si sentiva sicuro della traduzione, che aveva fatto fare da google translate.

“Bella Befana!”

Ok, ogni istinto riappacificatore svanì in quello stesso istante. Si lasciò sfuggire in italiano.

“Stronzo.”

Mitsui non capì, ma l'espressione e i tono di voce non gli sembravano dei migliori. Forse aveva pronunciato male la parola.

“Befana, Befana.” Ripeté cantilenando. Intanto Ayako seguiva la scena abbastanza divertita. Sentendoselo ripetere Sara levò la mano destra, e gli stampò cinque dita sulla guancia, facendo voltare i presenti per il suono.

Hisashi, che naturalmente non aveva compreso la gaffe, si portò la mano alla guancia.

“Ma, perché?”

“Perché? Hai il coraggio di chiedermelo? Mi hai appena dato della brutta vecchia strega!”

Ma Ayako mi aveva detto che era tradizione dirlo alle donne!”

“Non dare la colpa ad Ayachan, cretino!!”

Il ragazzo rimase lì sbigottito, mentre Sara si allontanava infuriata.

Ayako lo guardò stupita, chiedendosi come potesse essere stato così stupido da farlo veramente. Poi, mossa a pietà, gli chiese in realtà scusa, proponendogli un modo per rimediare.



Hisashi raggiunse Sara trafelato poco dopo, facendosi largo nella folla di ragazze, che subito si scansavano quando passava loro accanto. Sara non poté fare a meno di innervosirsi notando gli sguardi che lanciavano in direzione del ragazzo.

Quando fu completamente visibile notò una macchia di colore giallo che spiccava sul lungo cappotto blu del ragazzo. Stringeva in mano una rosa gialla. Le sue rose preferite.

Quando le fu davanti si piegò in avanti per riprendere fiato poi, senza quasi guardarla, allungò la mano, offrendogliela.

Scusa”. Sara guardò la rosa un attimo, cercano di tenere ancora il broncio. Ma uno sguardo all'espressione preoccupata del ragazzo la intenerì. Questo non voleva dire che non poteva lanciargli un'ultima stilettata.

Comunque è bello ricevere il simbolo della gelosia come richiesta di perdono...”

Hisashi sbarrò gli occhi, temendo già cosa sarebbe successo all'ennesima gaffe della giornata. Sara rise, dandogli un bacio sulla guancia ancora rossa.

Scuse accettate.”

Poi, come ricordandosi di qualcosa che aveva scordato del tutto, infilò una mano nel giaccone, e porse un pacchetto chiuso artigianalmente al ragazzo.

Lui colto alla sprovvista non disse nulla.

E' per te, aprilo. Mi avevi detto che ti piacevano....” e senza permettergli di dire nulla, ma più in imbarazzo e preoccupata che non gli piacessero, aggiunse.

.. Sono cioccolatini ripieni al liquore, li ho preparati ieri sera, non sono belli come fatti in negozio, ma, come dire, sono fatti apposta per te.”

Hisashi sorrise vedendola arrossire, e le scompigliò i capelli rossi.Beh, Buona Befana.”

“Anche a te.”

   
 
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