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Autore: rosedodgson    07/01/2013    1 recensioni
.....“Noi siamo speciali, non siamo come gli altri. Il nostro corpo e la nostra mente non sono in sincronia, infatti viviamo più a lungo di tutti gli altri esseri viventi.”..................“Ho permesso che si riconciliassero, ho permesso che diventassero una cosa sola, lambendo i confini del mio Stato, ho acconsentito che questo sogno, dell’Italia Unita, diventasse realtà, e ora, la mia stessa città, il cuore della unica e vera religione verrà pugnalato a tradimento e trasformato in una comune capitale! Per la fame dei vostri fratelli, della loro ingordigia! Questo intendo! E voi… cosa intendete fare a proposito?”.....
Genere: Slice of life, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Francia/Francis Bonnefoy, Nuovo personaggio, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Svizzera/Vash Zwingli
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Illic es haud Sancti Peccatorii'
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Somnia



20 a.C., Italia centrale, Spiaggia sul mar Tirreno

“Valeriaaaa!”
Il bimbo biondo la raggiunse sulla spiaggia. Era tutto sudato e i bei capelli ondulati gli erano rimasti appiccicati alla fronte. Aveva stampato in volto il suo solito ghigno e trascinava qualcosa, dietro di sé. Valeria, sentendo il suo nome, lasciò cadere le conchiglie che aveva raccolto e gli andò incontro.
“Ave Francis!” disse lei con tono allegro. L’altro, per tutta risposta, fece una smorfia. “Quante volte devo ripetertelo?! Il mio nome va pronunciato con la c morbida, come una s….. non come fai tu!” Valeria scrollò le spalle con disinteresse. Figuriamoci se cambiava il suo modo di pronunciare le parole per lui! Lei parlava correttamente la lingua del nonno. Semmai era lui che rovinava pronuncia e sintassi. Comunque, Valeria non voleva litigare, quindi pose la sua attenzione su ciò che stava accoccolato dietro la figura smilza dell’amichetto. “Cos’è?” “Vorresti dire -chi è?-!” affermò lui, con tono trionfante, mostrando la sua preda.
Due occhioni verdi la guardarono per un secondo, per poi abbassarsi con aria imbarazzata. No, spaventata. “Allora, che cosa dici?” chiese Francis, soffiando dal naso. Lo sguardo di Valeria indugiò sul corpo del bambino. Aveva la pelle abbronzata, tesa sui muscoli, già abbastanza definiti. Portava una tunica gialla tutta rovinata e non sembrava dimostrare più di 6 anni, forse anche 5. Eppure c’era qualcosa di strano in lui. Sospettosa si voltò verso Francis: “E’ un bambino, e allora?” “Non è un bambino comune!” l’amico fece un sospiro profondo scostandosi i capelli dalla fronte. “E’ uno di noi!”.
Gli occhi dorati di Valeria brillarono. Allora i suoi sospetti erano fondati! Si voltò veloce verso il bimbo bruno che stava ancora fissando con incredibile intensità i suoi piedi nudi. “Uno di noi…” disse fra sé e sé la bimba. Sentì l’eccitazione bruciarle il petto. Nel mentre Francis iniziò a raccontare come il nonno avesse trovato il ragazzino, di come lo avesse preso sotto la sua custodia e di come fosse contento, malgrado tutti i problemi che stesse affrontando. Valeria continuò ad osservare il bambino con interesse.
“Come ti chiami?” chiese di punto in bianco, interrompendo la spiegazione di Francis. Il bimbo con gli occhi verdi, sussultò lievemente a quella domanda diretta. Senza alzare lo sguardo disse: “A- Antonio…”. Era decisamente impaurito. “Bene Antonio” disse Valeria con tono deciso “il mio nome è Valeria Vaticana Vergas, lui è Francis e tu sei uno di noi! Benvenuto!”  Nel sentire quello strano nome, Antonio alzò finalmente gli occhi verdi ed incrociò quello di Valeria. “Va- Vaticana?” era confuso. “ Sì! Come il Dio! Il Dio Vaticanus!” L’espressione di Antonio era ancora vaga “Il Dio Vaticanus è la divinità che assiste la nascita dei bambini! Io porto il suo nome, ma tu, come Francis, puoi chiamarmi Valeria!” La bimba lo guardò entusiasta. Antonio, dopo un attimo di esitazione, mosse il capo bruno come cenno di comprensione. “ Bene, quindi vieni dalle regioni occidentali giusto? ”. “Credo di sì.” “Credi?!” esclamò contrariata Valeria, alzando la voce e spaventando un gruppo di gabbiani a pochi metri da loro. Poi si rivolse a Francis che, offeso per essere stato interrotto, aveva iniziato a scavare una fossa con i piedi. “Ma sa almeno chi è?”. Il biondino fece una smorfia divertita. “Ho provato a spiegarglielo ma, non credo abbia compreso completamente…”. Antonio continuava ad osservarli, taciturno. La curiosità aveva preso il posto della paura. Valeria ci pensò su per qualche secondo, poi corse a prendere un lungo ramo, tutto bagnato, abbandonato lì vicino. Lo liberò dalle alghe e tornò da loro. “Adesso fai attenzione!”. Antonio si sentì leggermente preso di mira.
“Noi siamo speciali, non siamo come gli altri. Il nostro corpo e la nostra mente non sono in sincronia, infatti viviamo più a lungo di tutti gli altri esseri viventi.” Antonio la guardava con sincera curiosità ma l’espressione rimaneva disorientata. “Ad esempio, tu quando sei nato? Te lo ricordi?”.  Il bimbo, dopo pochi secondi, scosse la testa. “Comunque, di certo, non sei nato pochi anni fa.” Affermò Francis con fare sornione. “Già!” riprese Valeria “ tutti e tre sembriamo dei bambini, e spesso abbiamo dei comportamenti o atteggiamenti simili ma, le nostre menti seguono il corso della vita reale e quindi crescono. Il corpo cresce più lentamente e a volte, rimaniamo bloccati per decine o centinaia di anni….” “Inoltre” la interruppe Francis “siamo più forti, più veloci, più intelligenti e guariamo in fretta”.  I due sorrisero con aria compiaciuta.
Fu allora che Antonio fece per la prima volta una domanda: “ E perché?”. I due si guardarono per un attimo, poi Valeria indietreggiò di due passi e, con movimenti sicuri, iniziò col ramo a tracciare linee contorte sulla sabbia. “Noi tre siamo qui” disse indicando una figura allungata, “Francis è nato qui”, puntò il bastone a sinistra “e tu dovresti essere qui” disse spostandosi ancora a sinistra. “No, guarda che è tutto sbagliato!” si lamentò Francis, allungando le mani per prendere il ramo ma Valeria si scostò velocemente “E’ così! Ho osservato bene le carte del nonno!”.
Quei due sembravano davvero dei bambini.
“Comunque” riprese con decisione la bimba, scostando un ciuffo ribelle dagli occhi “le nostre anime sono legate a questi rispettivi posti” ripassò il ramo sui tre punti indicati precedentemente “ e le nostre memorie seguono la storia di ciascun posto di appartenenza. Come noi ce ne sono un bel po’, soprattutto della nostra…. sì, diciamo della nostra età…. Ad esempio il mio, cioè… il nostro nonno si chiama Impero Romano! Ora anche tu sei sotto la sua protezione! E’ molto, molto forte!” Gli occhi di Valeria brillarono come due stelle mentre pronunciava quelle parole. Invece il viso di Antonio si rabbuiò. “Sì lo so, è arrivato da noi molto tempo fa.” Si sedette sulla sabbia incrociando le gambe, poi prese coraggio e chiese “Allora…. Cosa facciamo noi durante tutto questo tempo?”.
“Ovvio, cresciamo!” fu Francis a rispondere, nel mentre, Valeria si era piegata nuovamente a tracciare altre linee “Sopra e sotto di noi si estendono vastissimi continenti, il nonno ne ha già occupati, in parte, e a oriente c’è immensa Asia. Noi, con i nostri rispettivi Imperi, conquisteremo tutti questi continenti e condivideremo con i popoli nativi le nostre culture. Francis sarà la Francia, mentre tu sarai…” si rese conto di non conoscere il nome del territorio di Antonio, ma Francis le venne in aiuto. “Spagna! Giusto Antonio?” chiese con tono zelante. L’altro rispose con un cenno di assenso. “Bene” disse Valeria raddrizzando la schiena “è deciso! Saremo i padroni del mondo, regneremo in modo giusto e saremo sempre leali tra di noi! Lo prometti Antonio? Lo prometti? ”
Le iridi dorate vedevano un futuro lontanissimo, che per lei era già chiaro ed immutabile. Lo sguardo di Antonio vagò sui due bambini, entrambi biondi e sorridenti. Ancora leggermente confuso, sorrise di cuore ai suoi nuovi amici. “Prometto.”
“Ottimo! Ora, per iniziare, vediamo chi di noi tre è il più veloce! Così il migliore potrà aiutare gli altri! Da qui fino a….” il ditino di Valeria si alzò deciso e puntò un gruppo di scogli vicino alla riva. “Lì! Siete pronti? Francis? Antonio?”. Il bimbo dagli occhi verdi si spostò accanto alla bambina. Valeria Vaticana Vergas. Strano nome, ma voleva ricordarselo. Francis sarebbe stato la Francia, lui, invece, avrebbe rappresentato la Spagna…. “Ehm, Valeria?” chiese d’impulso. Quando entrambi si voltarono arrossì lievemente. “Ma tu… tu chi sarai?”. Il volto di lei si illuminò e il suo sguardo si fece fiero. “Io?” chiese, voltandosi verso il punto di arrivo, pronta allo scatto.
“Io sarò Italia”.
 
 

1870, Roma, Basilica di San Pietro

“Tutto  ciò è inammissibile!”. L’affermazione alterata di Pio IX rimbombò tra le fredde mura di marmo. “Non tollero una tale assenza di rispetto  nei miei confronti! Nei confronti della Chiesa!” Con un sospiro rauco si passò il candido fazzoletto sul volto paonazzo. “Siete sicuri?” Il tremante cardinale Giacomo Antonelli prese coraggio e ripetè “Sì Eminenza, è così. Sono da poche ore, partiti dall’Umbria… dobbiamo immediatamente organizzare l’esercito, prima che… che sia tardi.” Il Papa sospirò profondamente una seconda volta, poi, dopo essersi calmato, chiese“Sono arrivati i volontari e i loro rappresentanti?” “Certo Eminenza, attendono gli ordini di Vostra Grazia…vado a chiamarli?” Il cardinale non desiderava altro che uscire da quella stanza. Il Papa fece cenno con la testa e, in un attimo, il cardinale era sparito.
“Spero voi siate soddisfatta… ormai prossimo ex-Stato Pontificio …”. La ragazza, che era rimasta nell’ombra per tutto l’incontro, si fece avanti e si inchinò ai piedi del Papa, mantenendo una certa distanza. “Non comprendo esattamente cosa intenda Vostra Eminenza…”. “Intendo la prepotenza dei vostri cosiddetti fratelli”. Il tono dell’uomo era basso, falsamente calmo e pieno di rancore. “Ho permesso che si riconciliassero, ho permesso che diventassero una cosa sola, lambendo i confini del mio Stato, ho acconsentito che questo sogno, dell’Italia Unita, diventasse realtà, e ora, la mia stessa città, il cuore della unica e vera religione verrà pugnalato a tradimento e trasformato in una comune capitale! Per la fame dei vostri fratelli, della loro ingordigia! Questo intendo! E voi… cosa intendete fare a proposito?”
La ragazza mantenne lo sguardo basso, come segno di rispetto: “ Sarò breve Vostra Eminenza. Era da tempo che si sospettava un colpo di questa natura. Siamo preparati a sufficienza per poter difendere la città e buona parte dello Stato.” Il suo tono era calmo, formale. Ormai era abituata a questo genere di cose. “Tuttavia” aggiunse sollevando lo sguardo “ritengo giusto ammettere che questa carneficina possa non dare i risultati sperati.” La mano di Pio IX afferrò spasmodicamente il bracciolo del trono. “Smettila con questi inutili giri di parole!” disse tralasciando ogni formalità. “Dimmi chiaramente, riusciremo a tener testa ai tuoi amati fratelli? ”. Dopo pochi secondi di silenzio, la ragazza si alzò e guardò direttamente il viso del Papa. “Non lo so” disse mestamente“ è per questo che le chiedo di poter parlare direttamente con la Francia e la Spagna…. in modo tale, riusciremmo ad organizzarci meglio ed in minor tempo”. L’uomo si coprì il viso con il fazzoletto. Non riusciva più a guardare ciò che aveva davanti. “Vai…” disse stancamente. Prima che la ragazza potesse sparire dietro la porta aggiunse “… e non tornare, se non porti buone notizie”.
Uscita, corse lungo il corridoio dove incrociò il cardinale. “”Sono tutti e quattro laggiù. Mi auguro sappiate esattamente ciò che si deve fare.” “Meglio di quanto voi possiate credere Eminenza” fu la secca risposta di lei. Senza aspettare la rispostaccia del cardinale si diresse verso la sala indicatole. Quattro persone? Un attimo dopo fu tutto chiaro. Francia, Spagna, Svizzera ed Austria, in alta uniforme, si misero sull’attenti appena fece il suo ingresso. “Mio Dio…” disse sommessamente tra sé e sé. Chiuse delicatamente la porta e vi si appoggiò con la schiena.
“Signori” iniziò sorridendo “aspettavo meno persone al mio funerale.” Quattro paia di occhi la guardarono colmi di shock. Il primo a riprendersi fu Svizzera che si fece avanti. “Non perdiamoci in chiacchere inutili…” tirò fuori dal nulla una cartina del centro Italia e la stese sulla cattedra più vicina. I quattro si piegarono su di essa ed iniziarono a parlare, a pianificare. Per diversi minuti lei rimase immobile, appoggiata alla porta a guardarli. Fece svanire ogni singolo ricordo riguardanti ciascuno di loro. No. La malinconia non l’avrebbe distratta. Bei ricordi e dolorose tragedie erano ormai il passato. Si lisciò la lunga veste bianca e li raggiunse. “Ora ascoltatemi per favore”. Tutti e quattro tacquero, alzarono gli occhi e tesero le orecchie. “Vi ringrazio anticipatamente per la vostra disponibilità ed il vostro appoggio, sono chiaramente in debito con tutti voi”. Guardò con attenzione il viso serio di Austria, il cipiglio poco convinto di Svizzera, l’espressione confusa di Francia e gli occhi preoccupati di Spagna.
“Vorrei comunque, prendere io stessa il comando, naturalmente se siete d’accordo”. “Hai già pianificato la controffensiva?” chiese immediatamente Austria. “Se è così possiamo subito schierare le truppe” aggiunse Francia mentre Svizzera osservava la mappa con attenzione. Stato Pontificio si voltò verso la finestra. Era una bellissima giornata autunnale. Appoggiò una mano sul vetro guardando l’orizzonte. “Cristiana?” il tono di Spagna era teso e deciso. Aveva capito tutto.
“Gli ordini sono questi.” La ragazza pronunciò lentamente ogni singola parola senza voltarsi, gli occhi dorati persi nell’orizzonte. “Andate dai vostri eserciti e… tornate a casa. Subito.”  




- Angolo dell' Autrice -

Seconda parte! Avvertite il dramma che preannunciano queste righe??? 
*Silenzio. Balle di fieno attraversano il pesaggio desertico*
Mmmmm... ma se state leggendo questo angolino, vi sarà piaciuta la storia no?!
*Silenzio. ENORMI balle di fieno attraversano il pesaggio desertico* 
Capisco... siete confusi... lo faccio apposta! (o no?!)
Comunque sto cercando di seguire correttamente gli eventi storici. Se avete domande potete farmele tranquillamente!
Scriverò prestissimissimissimo la terza parte e spero di renderla veritiera e drammatica!
                                                                                                                                                         RD
P.s. se scrivete una recensione, non vi viene l'influenza intestinale!
  
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