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Autore: Cinnamon Nya    07/01/2013    13 recensioni
Urania sospirò.
Era partita il giorno precedente dall'aeroporto di Yangon, in Birmania, per raggiungere la capitale greca. Nella sua mente ormai galoppavano pensieri di ogni tipo, misti ad un profondo senso di inquietudine che le stava attanagliando la bocca dello stomaco... Non tornava ad Atene da dieci lunghi anni, e la cosa la stava agitando non poco. Chissà quante cose erano cambiate, in tutto quel periodo. Chissà se avrebbe rivisto i suoi amici d'un tempo, se erano tornati anche loro dagli allenamenti... chissà se erano ancora vivi.
Accenni a Episode G e Lost Canvas - Non tiene conto di gran parte dell'anime (salvo alcune eccezioni), di Saint Seiya Omega, di Saint Seiya Next Dimension e dell'Ipermito.
Genere: Azione, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aquarius Camus, Leo Aiolia, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo, Un po' tutti
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAP.1

Love will keep us alive. ~ 

Ed eccomi qua... con una nuova fic. Ahem, non ho resistito!
L'ispirazione mi è venuta leggendo Episode G. Sì, continuo a pensare che sia disegnato un po'... come dire... con i piedi... però la storia è meravigliosa e mi ha fatto scoprire un lato di Saint Seiya tutto nuovo, fatto di quotidianità e di caratteri più... "umani". L'ho amato fin dal capitolo uno... ma bando alle ciance!
Il titolo, "Love will keep us alive" si riferisce all'amore sotto tutte le sue forme, l'amore fraterno, l'amore inteso come la più pura delle amicizie, l'amore per qualcosa di grande come la giustizia o l'avvenire.
Perchè quando tutte le tue certezze crollano, l'unica cosa che riesce davvero a tenerti in vita... è l'amore! 

Cap.1

Urania.

<< Prossima fermata: Aharnes Railway. Ripeto, prossima fermata: Aharnes Railway >>
Urania sospirò. Ormai era quasi arrivata, quel viaggio era stato decisamente straziante. Sbuffò, guardando fuori dal finestrino del treno: si trattava di una linea suburbana, perciò non poteva nemmeno godere di un po' del panorama della città di Atene. Tutto ciò che vedeva erano muri di cemento dall'aria sciupata, e tanto, tanto buio.
Era partita il giorno precedente dall'aeroporto di Yangon, in Birmania, per raggiungere la capitale greca. Ventisei ore di volo: il viaggio più lungo della sua vita. L'unico pensiero che la rallegrò, era che non avrebbe mai più dovuto farlo, per il resto della sua esistenza.
Nella sua mente ormai galoppavano pensieri di ogni tipo, misti ad un profondo senso di inquietudine che le stava attanagliando la bocca dello stomaco... Non tornava ad Atene da dieci lunghi anni, e la cosa la stava agitando non poco. Chissà quante cose erano cambiate, in tutto quel periodo. Chissà se avrebbe rivisto i suoi amici d'un tempo, se erano tornati anche loro dagli allenamenti... chissà se erano ancora vivi.
Si scostò una ciocca dei lunghi capelli castani ribelli dal viso, sbuffando. Era seduta da troppo tempo, e ormai le gambe le si erano indolenzite e le facevano male: aveva bisogno di camminare, e il prima possibile.
<< Prossima fermata: Larissis. Ripeto, prossima fermata: Larissis >>
Ci siamo... pensò alzandosi. Dopo una quarantina di minuti di treno, aveva finalmente lasciato alle sue spalle l'aeroporto e raggiunto il centro di Atene. Lì, le avevano detto, avrebbe trovato una sorta di scorta che l'avrebbe accompagnata al Santuario della Dea Athena.
Notò che il treno stava cominciando a rallentare, segno che era ormai giunta a destinazione, così si stiracchiò gli arti indolenziti e si caricò in spalla la sua borsa a tracolla con i pochi averi che era riuscita a portarsi dietro e un'enorme scrigno color argento, dall'aria decisamente pesante. Non appena il convoglio fu totalmente fermo, inspirò profondamente e si frugò nella borsa. Quello sarebbe stato un momento di "rottura" per lei: si era concluso il periodo del suo apprendistato, e da quel momento sarebbe diventata una Sacerdotessa Guerriera a tutti gli effetti. Avrebbe consacrato la sua esistenza alla Dea Athena, avrebbe rinunciato alla sua femminilità nascondendo i tratti del suo volto dietro una maschera e, forse, sarebbe morta in battaglia, lottando aspramente per gli ideali di giustizia e verità.
Era ancora in tempo.
Poteva decidere di non scendere da quel treno, di non incontrare mai la scorta che la attendeva, di liberarsi una volta per tutte dall'opprimente fardello che ormai da tredici lunghi anni si era ritrovata a dover sostenere sulle proprie spalle, quando alla tenera età di quattro anni era stata abbandonata davanti al Santuario, senza conoscerne ancora la ragione. L'aveva trovata il Gran Sacerdote del Tempio, Shion, che piangeva disperatamente cercando la sua mamma. In tasca, teneva una lettera che le era stata infilata in fretta e furia dai genitori prima di fuggire via... Così piccola com'era, non aveva potuto leggerla,  ma Shion aveva notato subito quel pezzetto di carta stracciata che faceva capolino dal cappotto della bambina. Il biglietto, recitava più o meno così:

"Questa bambina si chiama Urania. Noi, i suoi genitori, non possiamo più tenerla. Vi prego di accettarla al Santuario sotto la vostra protezione, affinché possa crescere sana e felice. Potrà essere una brava ancella, o quello che vorrete voi."

Non una firma, non una spiegazione, niente. Lo sguardo di Shion si era posato sui grandi occhi turchesi della bambina, allora arrossati dal pianto sgomento, e le aveva sorriso dolcemente, porgendole con gentilezza una mano.
<< Vieni con me >> le aveva detto amabilmente << Non avere paura... ti porterò al sicuro da ogni male >>
Benché titubante per lo shock dell'abbandono, Urania aveva comunque allungato la piccola mano esile verso quell'uomo così gentile, lasciandosi accompagnare verso la sua nuova vita.
Sì, avrebbe dovuto essere un'ancella inizialmente: ma strane circostanze l'avevano portata ad acquisire la capacità di generare un Cosmo dentro di sé, e ciò l'aveva portata a scegliere la strada che l'avrebbe condotta verso un futuro come Saint al servizio di Athena.
Il ricordo di Shion, quell'uomo così gentile che l'aveva accettata al Santuario come una figlia, le generò un immenso calore nel cuore. Estrasse la sua maschera argentata dalla borsa e la indossò, facendola aderire perfettamente al suo volto, dopo di ché scese in fretta dal treno, sotto gli sguardi sorpresi delle persone che la fissavano dubbiosi.
Non appena scese alla stazione di Larissis, situata al centro di Atene, Urania si guardò intorno preoccupata. Lei non avrebbe mai potuto riconoscere la sua scorta fra la folla di gente che assediava l'area, quindi la sua unica speranza era che fosse la persona che l'aspettava a riconoscerla, visto che indossava la maschera, segno imprescindibile del suo legame col Santuario. Uscì fuori dalla stazione, sempre guardandosi accuratamente in giro nella speranza di essere individuata nel minor tempo possibile. Ma, notando che nessuno le faceva cenni o provava a chiamarla, iniziò a scoraggiarsi.  Forse la sua scorta era in ritardo? O, più semplicemente, si erano totalmente dimenticati del suo arrivo, al Santuario, e non le avevano mandato nessuno?
Si lasciò andare su una panchina vuota, sospirando. Non ne poteva più di stare sola... i dieci anni di isolamento sull'Isola Ramree, in Birmania, l'avevano temprata nel corpo e nello spirito, ma non erano riusciti a mutare il suo carattere socievole e amante della compagnia. Aveva sofferto così tanto su quell'isola maledetta, che adesso avrebbe dato qualsiasi cosa per poter parlare con qualcuno.
<< Mi avevano detto che sarei rimasto particolarmente stupito, quando avrei incontrato il Saint da scortare al Santuario... ma non pensavo che il mio stupore sarebbe stato generato dal trovarmi davanti... una donna! >>
Una voce alle sue spalle la fece sobbalzare. Si voltò di scatto, trovandosi davanti un ragazzo di circa la sua età, biondo e con due grandissimi occhi verde smeraldo. Indossava un paio di jeans neri e una semplice t-shirt bianca, con stampate davanti delle scritte il lettering gotico. Rimase per qualche secondo a fissarlo, felice che il ragazzo non potesse leggere l'espressione di estrema sorpresa dipinta sul suo volto, celata dalla maschera argentata.
<< Tu... devi essere... >>
<< ...la tua scorta >> concluse lui sbrigativamente << Direi di partire immediatamente, il viaggio non è breve. >>
Ancora non riusciva a capacitarsi di come un ragazzo apparentemente così normale potesse essere in realtà un inviato del Santuario. Si era aspettata un distinto uomo vestito con una tunica, o al limite un anziano in abiti borghesi, ma mai e poi mai un suo coetaneo vestito in jeans e t-shirt. Per di più, aveva un'aria tremendamente familiare, ma non riusciva davvero a ricordarsi dove l'aveva già incontrato.
<< Allora, vogliamo andare o continui a restartene lì impalata? >> borbottò il biondo incrociando le braccia al petto con aria spazientita.
<< N... No, arrivo! >> esclamò lei alzandosi di scatto dalla panchina.
<< Ti dispiace se andiamo a piedi? Sai... questo mese sono un po' a corto di soldi, e vorrei risparmiare un po' sulle piccole spese. >>
<< Ehm... no, va benissimo. Avevo proprio bisogno di sgranchirmi un po' le gambe, dopo ventisei ore di aereo >> rispose sospirando.
<< Bene. >>
Camminarono in silenzio per alcuni minuti, nei quali Urania continuava a domandarsi cosa diavolo era passato per la testa del Grande Sacerdote di spedirle un tipo così strano a recuperarla. D'un tratto però, le venne in mente che non si erano neppure detti i loro nomi, così esclamò:
<< Che sbadata!  Non mi sono nemmeno presentata... io sono... >>
<< Un Saint d'argento, lo vedo. E' incredibile quante Sacerdotesse Guerriero stiano arrivando al Santuario, di questi tempi... >> mormorò il ragazzo scuotendo la testa.
<< N... Non volevo dirti il mio rango! Ma il mio nome! Mi chiamo Urania e... >>
Ma non proseguì, perché il ragazzo si bloccò di colpo, sgranando gli occhi smeraldini e fissandola con enorme meraviglia.
<< Urania?! >> ripeté, convinto di non aver capito bene.
<< S... sì. Ci conosciamo? >> balbettò lei, confusa.
<< Sciocca, come hai osato dimenticarti di me? Io sono Aiolia! >> il tono della sua voce si fece sempre più concitato << I... Il fratello minore di Aiolos del Sagittario... >>
A quelle parole, Urania si lasciò sfuggire un gridolino per la sorpresa.
Conosceva bene Aiolia: i due avevano vissuto per tre anni al Santuario insieme, quando Urania vi era stata condotta e prima che partisse per l'Isola di Ramree. All'epoca erano solo dei bambini; Urania era partita per l'addestramento quando aveva appena compiuto sette anni, per questo non era riuscita a riconoscerlo fin da subito. Ma adesso che aveva capito chi era, non poteva non distinguere la cascata di capelli biondicci e i grandi occhi verdi come prati incontaminati di Aiolia: avevano trascorso parte della loro infanzia insieme e rivedersi lì, a distanza di ben dieci anni, li aveva gettati in un turbinio di emozioni indicibili. Avrebbe voluto corrergli incontro e abbracciarlo, come avrebbero fatto due amici di vecchia data, ma sapeva bene che il codice dei Cavalieri le imponeva di mantenere un certo decoro.
<< E' bello vederti sano e salvo... e Aiolos, come sta? Lo incontrerò al Santuario? >> domandò eccitata.
Aiolia non rispose, e un silenzio gelido calò fra i due. Urania vide perfettamente gli occhi del ragazzo riempirsi per un istante di lacrime, leggendo poi sul suo volto uno sforzo incredibile per ricacciarle dentro, troppo orgoglioso per mostrare così apertamente il suo dolore.
<< Sono... cambiate molte cose, da quando te ne sei andata. >> disse con la voce che gli tremava per i singhiozzi.
Urania voleva dire qualcosa, ma le parole le si spezzarono in gola e non riuscì a spiccicare neppure una sillaba.
Aspettò che Aiolia recuperasse il contegno perduto,  poi sussurrò con voce flebile:
<< Cosa è successo? Vuoi... vuoi raccontarmelo? >>
Malgrado il sole fosse alto nel cielo e la giornata particolarmente afosa, Aiolia rabbrividì come se fosse stato scosso da un freddo glaciale.
<< Vorrei non farlo, a dire il vero >> mormorò evitando accuratamente il suo sguardo << Ma è giusto che tu sappia... mio fratello Aiolos, è morto poco dopo che tu hai lasciato il Santuario. >>
Urania aveva pregato dentro di sè di non sentirgli pronunciare quelle parole. Le arrivarono dritte al cuore, come un dardo invisibile, ferendola nel più profondo dell'anima. Non poteva credere alle sue orecchie: ricordava Aiolos come un ragazzo dalla potenza smisurata... com'era possibile che fosse morto? Chi l'aveva ucciso, e soprattutto, perché? Avrebbe voluto fargli queste e altre mille domande, ma l'idea di far tornare a galla dolorosi ricordi per Aiolia non le piaceva per niente. Decise così di tacere, ingoiando quella notizia così difficile da digerire. Avrebbe conosciuto la storia della morte di Aiolos con calma; infondo era giunta al Santuario per restarvi: di tempo ne avrebbe avuto a sufficienza.
La cosa però, l'aveva profondamente traumatizzata.
Quando si trovava al Santuario da bambina, solo due Saint erano stati insigniti di una delle Sacre Gold Cloth: Aiolos del Sagittario e Saga dei Gemelli. Li ricordava come due ragazzi avvolti da un'aura mistica a dir poco incredibile, quasi più simili a degli dei che a due umani, adorati per la loro infinità bontà d'animo e per la loro cieca fedeltà alla Dea Athena. Soprattutto Saga dei Gemelli, che, oltre ad avere una forza straordinaria, possedeva un cuore così puro da sembrare la reincarnazione di un dio: era sempre gentile con chiunque, tanto che la gente aveva preso ad adorarlo come una vera e propria divinità...
Con Saga però, non aveva mai instaurato un rapporto troppo intimo, a differenza di Aiolos che invece era sempre gentile e premuroso con lei, proprio come un fratello maggiore. L'idea che adesso quel ragazzo dall'animo così nobile non fosse più vivo, le aveva spezzato completamente il cuore. Gli occhi le si erano riempiti di calde lacrime, mentre la maschera sul suo viso mostrava un volto impassibile e freddo. Quanto la odiò, in quel momento. Avrebbe voluto mostrare ad Aiolia tutto il dolore che stava provando alla notizia della morte di suo fratello, e invece era costretta a celare così la sua femminilità e, con lei, i suoi più intimi sentimenti. Le parole non avrebbero mai potuto descrivere la sofferenza che le attanagliava il cuore in quel momento...
<< Siamo arrivati... >> sussurrò Aiolia d'un tratto.
Avendo la testa completamente immersa in altri pensieri, Urania non si era resa conto che si trovavano ormai già al cospetto dell'imponente complesso di Templi che formavano il grande Santuario della Dea Athena. Alzò lo sguardo, scrutando ogni edificio con attenzione, indugiando su tutti i particolari con minuziosità, e finalmente si sentì felice. Non era cambiato niente... tutto era al suo posto, tutto era rimasto immacolato come lo ricordava dieci anni prima.
<< I... Il Santuario... >> balbettò << E'... proprio come lo ricordavo... >>
<< Non esserne così sicura... >> sussurrò piano Aiolia.
Avrebbe voluto domandargli cosa intendesse, ma una piccola vocetta femminile e acuta la interruppe.
<< Nobile Aiolia! Nobile Aiolia! >>
Una bambina stava correndo loro incontro con aria preoccupata. Era vestita con abiti tipicamente greci, così come infondo Urania si sarebbe aspettata di veder vestito anche Aiolia, e stringeva in mano una pergamena accartocciata. Non appena li raggiunse si fermò a riprendere fiato, appoggiando le mani sulle ginocchia e chinandosi in avanti, respirando affannosamente.
<< Nobile Aiolia, che significa questo?! >> gridò poi lanciando la pergamena direttamente sul naso del ragazzo.
<< E' un bigliettino che ti ho lasciato questa mattina, no? >> borbottò lui con fare annoiato.
<< Mi... mi sono svegliata e voi non c'eravate! E poi che razza di avviso sarebbe "Ciao torno fra un po', non cercarmi"? Mi... mi sono preoccupata tantissimo! Non lo fate mai più! >> sbraitò la ragazzina sempre più infuriata. Sul volto di Aiolia si dipinse un piccolo tenero sorriso, mentre le scompigliava i capelli lisci.
<< Sono dovuto partire presto per una missione affidatami dal Santuario all'ultimo momento. Ma niente di grave... dovevo solo andare alla stazione e scortare questa nuova Sacerdotessa fino al Tempio. Va tutto bene, Lythos. >>
La sua voce era così tenera e fraterna, mentre cercava di consolare quella bambina arrabbiata, che Urania si sentì stringere un po' il cuore al ricordo della solitudine provata all'Isola di Ramree.
<< Ah, giusto. Forse dovrei fare le presentazioni... >> borbottò Aiolia imbarazzato << Lythos... lei è Urania. Urania... questa è Lythos, la mia sorellina. >>
<< Sorellina? >> domandò Urania stupita << Ma non ricordo che tu... >>
<< In realtà non sono sua sorella >> spiegò Lythos stringendosi nelle spalle << Il nobile Aiolia ha salvato l'anima di mio padre, dopo di ché essendo rimasta io orfana ho deciso di diventare la sua ancella. >>
Ancora Urania non capiva. Perché mai Aiolia avrebbe avuto bisogno di un'ancella? E perché mai quella bambina si ostinava a dargli del voi?
<< Temo... di essermi persa qualcosa. >> mormorò poi.
Un altro individuo si era intanto avvicinato al gruppo: era un uomo alto e magro, con i capelli corti biondi e un amichevole sorriso stampato sul volto. Quando Aiolia lo vide, sbuffò subito, fissandolo in cagnesco.
<< Galan! Mi hai dato troppi pochi soldi! Siamo dovuti tornare a piedi dal centro di Atene! Hai idea di quanto ci abbiamo impiegato? >>
<< Nobile Aiolia, sono desolato. Gestire le finanze della Quinta Casa non è facile... >> rispose l'uomo ossequioso, ma nascondendo in realtà fra le labbra un sorriso divertito.
<< G... Galan?! >> balbettò Urania << Siete proprio voi? >>
Galan la squadrò da capo a piedi ma, complice la maschera che le nascondeva il volto, non riuscì a riconoscerla, e continuò a fissarla con aria interrogativa, in cerca di una risposta sensata.
<< Urania... ti ricordi di lei, Galan? Abitava qui al Santuario, dieci anni fa. >>
<< Urania! Ma certo! >> esclamò lui dandosi una pacca sulla fronte << Eri una delle giovani reclute. Sei tornata dal tuo viaggio? Con quella maschera non ti avrei mai riconosciuta, chiedo perdono...  ma noto con immenso piacere che siete riuscita a conquistare una Sacra Cloth. I miei più vivi complimenti e... un caro bentornato. >>
C'era qualcosa in quell'incontro di completamente surreale, per Urania. Galan era un caro amico di Aiolos, ed era considerato il possibile futuro Saint della costellazione del Leone... ma adesso, aveva sentito chiaramente affermargli che gestire le finanze della Quinta Casa non era facile. In più, continuava anche lui a dare del voi ad Aiolia, proprio come Lythos.
Un'idea le balenò nella mente, facendola sobbalzare.
<< Aiolia! Vuoi... vuoi spiegarmi cosa sta succedendo? >> esclamò infine, afferrandolo per un polso << Un'ancella... Galan tuo servitore... Cosa significa tutto questo?! >>
<< Oh, sì. Me ne stavo dimenticando. Io sono Aiolia di Leo, Gold Saint della Costellazione del Leone... >>
Per un attimo, Urania pensò che la stesse prendendo in giro. Però, pensandoci bene, la cosa non era poi così strana: Aiolia era sempre stato un piccolo genio, sin da bambino. Già alla tenera età di cinque anni, quando ancora in lei non si era manifestato alcun tipo di Cosmo, lui era già capace di lanciare attacchi di straordinaria potenza.
Buon sangue non mente... si disse sorridendo, mentre il suo pensiero volava verso Aiolos.
Entrarono dentro la prima Casa, e Urania si sorprese di non percepirvi nessun Cosmo all'interno. Chieste spiegazioni ai suoi accompagnatori, venne a conoscenza del fatto che il Saint dell'Ariete era sì stato scelto, ma viveva nel lontano Jamir e tornava raramente ad occupare il suo posto al Santuario.
<< Jamir? >> esclamò sorpresa << Sbaglio o è una regione fra l'India e la Cina? >>
Aiolia, palesemente in difficoltà, cercò l'aiuto di Galan con lo sguardo, il quale ridacchiando mormorò:
<< Sì, esattamente, Nobile Urania. >>
<< Non troppo lontana da dove mi sono allenata io, quindi. >> notò lei, pensierosa << La Birmania si trova al confine con la Cina. >>
Galan annuì, mentre continuavano la loro scalata verso la Seconda Casa, la Casa del Toro d'Oro. A presiederla, trovarono un uomo gigantesco, alto più di due metri e dall'aria decisamente massiccia.
<< Buongiorno, Aldebaran. >> lo salutò Aiolia calorosamente.
<< Buongiorno a te, Leone. Qual buon vento ti porta nella mia Casa? >> domandò il gigantesco Toro.
<< Sto scortando questa ragazza dal Gran Sacerdote >> spiegò il ragazzo stringendosi nelle spalle << Dovresti ricordarti di lei, era al Santuario con noi dieci anni fa. >>
I piccoli occhi di Aldebaran indugiarono sul corpo della donna, cercando qualche particolare che gli facesse tornare la memoria.
<< Mi dispiace, ma non riesco davvero a rammentarmi di lei. >> mormorò poi massaggiandosi la mascella.
Urania storse la bocca in una smorfia.
Poco male... pensò Nemmeno io mi ricordo di te!
Abbandonata la seconda casa, fu il turno della Terza, quella dei Gemelli. Urania si preparò ad aspettarsi di incontrare Saga, curiosa di scoprire come il tempo avesse cambiato anche lui. Chissà se aveva ancora quel dolce sorriso capace di calmare anche l'animo della più tormentata delle persone?
Non appena misero piede nella sala principale del Tempio però, tutta l'emozione di Urania svanì istantaneamente. Non vi era traccia di alcun Cosmo al suo interno... Saga non era forse al Santuario?
<< Ma... Saga? Cosa gli è successo? Non era forse lui, il Saint dei Gemelli? >> domandò, non riuscendo a tener a freno la lingua.
Aiolia borbottò qualcosa sottovoce, in segno di disapprovazione.
<< Saga è scomparso dieci anni fa... la stessa notte che mio fratello è morto. >> spiegò poi.
Urania non poteva crederci: Aiolos morto e Saga scomparso?! Le due pietre miliari della sua infanzia, i due modelli che l'avevano guidata nella sua scelta di diventare una Sacerdotessa Guerriera... non erano più Saint del Santuario? La cosa la gettò nuovamente in uno stato di profondo shock.
Era tutto così cambiato... tutto così diverso. Quei dieci anni lontana da Atene avevano davvero stravolto ogni sua certezza...
Ancora scossa per la quantità di rivelazioni che aveva avuto quel giorno, si avviò strascicando il passo verso la quarta casa, quella del Cancro. La trovarono vuota, poiché il suo inquilino si trovava momentaneamente in missione.
<< Molte delle Case sono vuote, in questo periodo >> le spiegò Aiolia << Sono quasi tutti in missione, non incontrerai molti Saint, oggi. >>
Alla Quinta Casa, salutarono Galan e Lythos, che decisero di fermarsi poiché non era loro concesso di recarsi fino alle stanze del Gran Sacerdote senza una motivazione importante.
Trovarono la Sesta Casa vuota perché, a detta di Aiolia, il suo proprietario si trovava a meditare profondamente in una delle sue stanze, ma che era sicuramente al corrente del loro passaggio e lo approvava.
Pure la Settima Casa era vuota, così come l'Ottava e la Nona. Non si sorprese per la prima e l'ultima: conosceva Dohko di Libra, il Saint della Bilancia, e sapeva che si trovava sul Monte Goro Ho, in Cina, a vegliare sul Sigillo che teneva rinchiuse le Centootto Stelle Malefiche e l'anima di Hades da oltre duecento anni; mentre la Nona doveva essere presieduta da Aiolos...
<< Che ne è stato del Saint dello Scorpione? >> domandò.
<< Si trova in missione assieme a quello dell'Acquario >> spiegò Aiolia sbrigativamente << Hai così tanta fretta di conoscere tutti i Gold Saint? >> aggiunse poi, alzando un sopracciglio. Urania arrossì vistosamente, ed ebbe l'istinto di portarsi una mano al viso per coprirsi malgrado ci fosse già la maschera ad adempiere a tale compito.
<< B... Beh... >> balbettò imbarazzata << Sono solo... curiosa di sapere quali saranno i Saint che dovrò servire, tutto qua. >>
Aiolia storse il naso in segno di disapprovazione, mentre entravano nella Decima Casa.
<< Aiolia del Leone, custode della Quinta Casa... quale motivazione ti spinge a raggiungere il mio territorio, la Casa del Capricorno? >> domandò un uomo avvicinandosi. La sua armatura dorata splendeva come un raggio di sole, tanto che Urania rimase senza fiato. Non era più abituata alla maestosità delle Gold Cloth...
<< Ciao, Shura >> borbottò sbrigativamente il ragazzo << Sto scortando questa ragazza dal Gran Sacerdote, è una nuova Silver Saint. >>
Lo sguardo impassibile del Cavaliere del Capricorno si posò su di lei, guardandola dritta negli occhi, come se avesse voluto penetrare la sua maschera e, forse, anche la sua anima.
<< Potete passare. >> disse infine, facendole lanciare un enorme sospiro di sollievo.
<< Questo Shura... mi mette una soggezione terribile. >> mormorò quando si furono allontanati.
<< Effettivamente, sembrava volesse farti una radiografia. >> scherzò Aiolia, portandosi una mano alla bocca per nascondere un riso leggero.
Come già annunciato, trovarono l'Undicesima Casa vuota, in quanto il Saint dell'Acquario si trovava in missione con quello dello Scorpione.
Finalmente, dopo una scarpinata che sembrava non dover finire più, arrivarono ala Dodicesima e ultima Casa, quella dei Pesci.
Il suo inquilino, un giovane dalla bellezza alquanto femminea e delicata, era seduto ad un tavolo, sorseggiando quello che apparentemente sembrava Tè verde. Non appena li vide, staccò leggermente le labbra rosate dalla tazza, sgranando gli occhioni azzurri.
<< Aiolia? Qual buon vento ti porta fin quassù? >> domandò poi, sorridendo gentilmente.
Il Saint del Leone, evidentemente scocciato di dover spiegare per l'ennesima volta le sue motivazioni, sbuffò, massaggiandosi la fronte con la mano destra.
<< Mi permetta di rispondere, Sommo Saint della costellazione dei Pesci >> s'intromise Urania, inchinandosi leggermente << Il mio nome è Urania. Vengo dall'Isola di Ramree, nella lontana Birmania, a seguito del completamento del mio addestramento come Sacerdotessa Guerriero. Giungo al vostro cospetto insieme al Sommo Aiolia per chiedervi di poter attraversare la vostra Casa, in quanto diretta alle stanze del Grande Sacerdote che mi ha chiesto udienza. >>
L'uomo la guardò, sorpreso, e posò la sua tazza sul tavolino di mogano, ravviandosi una ciocca di capelli biondi dietro le spalle.
<< Conosci le buone maniere, Cavaliere. >> notò compiaciuto.
<< Vi ringrazio. >> rispose lei, ossequiosa.
<< Aphrodite >> disse poi, indicandosi il petto con un gesto elegante della mano << Mi chiamo Aphrodite. >>
Urania annuì.
<< Sommo Aphrodite. >> aggiunse poi.
Il ragazzo si alzò dal suo tavolo, facendo ondeggiare il mantello bianco dietro di lui.
<< Volete seguirmi? Vorrei fare in fretta, perché il mio Tè potrebbe freddarsi. Odio bere il Tè freddo. >>
Ma se fuori ci saranno trenta gradi all'ombra... avrebbe voluto dirgli Aiolia, ma si morse la lingua ed evitò.
I tre uscirono fuori dalla Dodicesima Casa, con grande curiosità di Urania che non capiva perché il Cavaliere dei Pesci li stesse accompagnando. Non appena mise piede all'esterno però, rimase completamente senza fiato: una grandissima distesa di rose, di vari colori e dal profumo intenso e avvolgente, copriva completamente la scalinata diretta alle stanze del Gran Sacerdote.
<< Ma... è meraviglioso! >> esclamò avvicinandosi.
<< Ferma lì, dove pensi di andare? >> esclamò Aiolia afferrandola per un braccio << Ci tieni davvero a morire giovane? >>
<< Ehm... eh?! >> balbettò lei, senza capire. Il suo sguardo si posò allora su Aphrodite, che rideva leggermente tappandosi la bocca con due dita.
<< Quelle sono le mie Rose Demoniache >> spiegò poi tranquillamente << Sono altamente velenose... chiunque venga esposto troppo a lungo al loro veleno, è destinato a morte certa. >>
Urania trasalì, cercando conforto nello sguardo di Aiolia che, per tutta risposta, si strinse nelle spalle.
Nel frattempo il Cavaliere dei Pesci si era avvicinato ad una gigantesca roccia, e ne stava tastando la superficie con la mano guantata.
<< Oh! Eccolo qua. >> esclamò poi d'un tratto, inserendo un dito in una fessura.
Ci fu un rumore assordante, che fece tremare la terra attorno a loro, tanto che Urania dovette impuntare i piedi per non rotolare via. Il masso si spostò, mostrando una sottospecie di galleria scavata nella montagna, provvista di una lunga scalinata.
<< Che... che diavoleria è mai questa?! >> balbettò lei sorpresa, sbirciandovi all'interno.
<< Il mio giardino di Rose Demoniache è l'ultima difesa per la Tredicesima Casa >> sorrise Aphrodite << Ricoprono interamente la scalinata che conduce alle stanze del Gran Sacerdote. Di conseguenza, è stato creato questo espediente per poter raggiungere tali alloggi... >>
<< Un passaggio segreto, insomma... >> mormorò Aiolia sbrigativo.
<< Scusatemi, ma come vi ho già spiegato, sarei di fretta >> lo interruppe Aphrodite << Se volete entrare... >>
Aiolia afferrò una titubante Urania per il polso, trascinandola dentro la galleria. Il masso che prima copriva l'entrata tornò al suo posto, con il suo solito rumore assordante e lasciandoli nell'oscurità più totale.
<< Maledetto Aphrodite! >> sbottò Aiolia inferocito << Almeno un fiammifero poteva anche darcelo! Attenta a dove metti i piedi, Urania... qui è tutto così scivoloso... >>
Camminarono per alcuni minuti, quando finalmente intravidero la luce dell'uscita.
Non appena Urania si rese conto di essere ormai giunta al cospetto del Gran Sacerdote, il suo cuore prese a battere all'impazzata: avrebbe rivisto Shion, colui che l'aveva accolta come una figlia e le aveva dato una speranza di vita e di amore quando ormai tutto le sembrava perduto. Era stato, per i tre anni in cui aveva vissuto al Santuario, come un padre, per lei.
Adesso non era più una bambina; era diventata una Sacerdotessa Guerriero, un Saint, un Cavaliere: avrebbe dovuto resistere alla forte tentazione di saltargli addosso ed abbracciarlo, quando avrebbe rivisto il suo sguardo dolce e comprensivo.
Fremendo dall'eccitazione, Urania irruppe nella stanza principale del Tredicesimo Tempio, travolgendo quasi un'ancella che stava portando via una cesta di panni sporchi. Ma, non appena si trovò di fronte al trono sacerdotale, il suo cuore smise di battere per qualche secondo.
Seduto sul suo seggio, stava un uomo il cui volto era coperto da una pesante maschera nera. Indossava gli abiti papali; era dunque sicuramente il Gran Sacerdote del Santuario, ma...
Qualcosa, infondo al suo cuore, le diceva che quello seduto davanti a lei non era Shion.
Eppure doveva essere lui, non c'erano altre spiegazioni...
S'inginocchiò, titubante, mentre un senso di profonda angoscia le inibiva i movimenti, rendendola legnosa e innaturale.
<< Tu devi essere Urania, non è così? >> disse l'uomo infine, con una voce gutturale che la fece trasalire.
<< Sì, vostra Eccellenza. >> rispose lei, gettando un'occhiata interrogativa a Aiolia, che non si era inchinato e sbuffava guardando fuori da una finestra con fare annoiato.
<< Ho ricevuto la lettera di Nikol dell'Altare, il tuo maestro. Complimenti per la tua investitura a Silver Saint. >> gracchiò.
<< L... La ringrazio, vostra Eccellenza. >>
<< E bentornata ad Atene. Suppongo che l'addestramento in Birmania sia stato molto duro. >> aggiunse l'uomo, alzandosi.
<< Non direi duro... direi... giusto. >> rispose lei, chinando il capo.
Lo sguardo dell'uomo sembrò saettare fra la ragazza e lo scrigno del suo Cloth, che nel frattempo aveva poggiato accanto a sé.
<< Molto bene, avevamo bisogno di più forza militare qui al Santuario... in questi giorni, per mancanza di guerrieri, siamo stati costretti a mandare in missione più Gold Saint del dovuto... Ti assegno quindi la Via che dovrai proteggere, alloggerai in una delle abitazioni destinate ai Silver Saint, quale tuo rango. >> spiegò iniziando a camminare avanti e indietro fra il trono e la ragazza.
<< Accetterò ogni vostra decisione con gioia, vostra Eccellenza. >>
<< Si è da qualche anno liberato un alloggio sulla Via dei Pesci, sotto la giurisdizione della Dodicesima Casa >> mormorò poi tornando a sedersi << Apparteneva a un Silver Saint deceduto durante una missione, Noesis del Triangolo. Abiterai là; così è deciso. Da oggi risponderai solo ai miei ordini e a quelli di Aphrodite dei Pesci. >>
Urania annuì. Attese poi il congedo del Gran Sacerdote e uscì dalla Tredicesima Casa, con il cuore in gola e le gambe che le tremavano. Non sapeva se essere felice perché non le era capitato un tipo come Shura come guida, o dispiacersi di non aver avuto la fortuna di essere a difesa della Via del Leone, con Aiolia. Inoltre, il dolore di aver trovato un Shion così cambiato e così freddo nei suoi confronti, l'aveva disturbata non poco.  
<< Ehi... va tutto bene? >> le chiese Aiolia, notando che la ragazza camminava a testa bassa.
<< Accidenti a te, Aiolia >> sbuffò lei << Perfino con la maschera in viso riesci a capire come mi sento? >>
Il Leone si strinse nelle spalle.
<< Piuttosto Aiolia... ma non è una grave mancanza di rispetto, presentarsi al cospetto del Gran Sacerdote senza indossare le proprie sacre vestigia? >> gli fece notare Urania, sviando il discorso.
<< Nemmeno tu le indossi. >>
<< Io sono appena arrivata! Dammi il tempo di... ambientarmi! >> sbottò lei incrociando le braccia al petto.
<< La verità è che non m'importa di mancare di rispetto al Gran Sacerdote >> disse poi Aiolia, sospirando << Quell'uomo è... cambiato. Non mi fido più di lui. >>
Urania trasalì.
Allora non era stata solo una sua impressione.... davvero qualcosa era cambiato, in Shion! Cosa mai poteva aver provocato una tale metamorfosi in un uomo così colmo di bontà, tanto da trasformarlo in un essere freddo e impassibile? Guardò a lungo il volto di Aiolia, così sereno e tranquillo anche in un momento del genere, e sospirò. Il suo ritorno al Santuario non era stato proprio come se lo aspettava...


Cap.1 - The End.
To Be Continued...

Ok, qualche spiegazioncina di rito! Come avrete visto sono presenti alcuni personaggi di Episode G (come avevo un po' anche preannunciato nell'intro) ovvero Galan e Lythos (e ne vedremo altri!).
Urania... è la mia amata OC! E' già presente in altre storie, vedi: Clash of the Gods (mia long-fic, in cui compare come Sacerdotessa di Artemide), I Cancelli d'Oro (long fic di JaneJ) e Liceali (fic AU demenziale di Gemini_No_Sabriel). Diciamo che l'Urania che abbiamo in questa fic è nella sua "versione ufficiale"... Un'altra cosa che ci tengo a precisare, è il discorso delle "Vie". Per ideare questa cosa, ho preso spunto dal gioco per la PS3 in cui prima di affrontare ogni Casa ci si trova a dover attraversare la "Via" della Casa a cui si aspira ad arrivare, pullulata da alcuni soldati semplici... così mi sono chiesta, ma tutti gli abitanti del Santuario, dove piffero stanno? Ed ecco la mia idea di creare come degli eserciti, ognuno con a capo un Gold Saint, che poi abiterebbero in delle baracche (insomma delle piccole abitazioni!) poste ai lati di ogni "Via"... ecco come avrei voluto spiegare l'affluenza di ancelle/servitori/soldati semplici/Saint vari al Santuario u_u Insomma, così avrebbe un po' di senso... vero? Vero???
Ultima cosa... il passaggio segreto di Aphrodite! Questo è totalmente frutto della mia immaginazione! Anche perchè, scusatemi, come facevano a recarsi al cospetto del Gran Sacerdote senza calpestare il suolo di Rose Demoniache del Saint dei Pesci? Un'altra strada adiacente sarebbe stata facilmente vista anche dai nemici... così ho optato per questa idea, che mi pareva la più sensata (o almeno spero!).
Detto ciò... grazie a chiunque abbia letto e... al prossimo capitolo! 




   
 
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