Il vestito viola
Inverno 2002.
L’aeroporto è gremito di gente, ma
l’allegra ed eccentrica famigliola non vede nessuno dei propri conoscenti.
“Uffa, nessuno ci è venuto a
prendere!!”si lamenta la madre, una curiosa donnina minuta.
“Mamma, siamo arrivati con tre ore
di ritardo, credo proprio che se ne siano andati!”
“Sì, ma avrebbero potuto, anzi dovuto, prevederlo, Mimi… tesoro!” esclama il
padre, abbracciando la consorte nel proprio dolore, di ignorati dal mondo.
“Come sono plateali…”sussurra l’adolescente
figlia, accasciandosi su una valigia.
Indossa un vestito viola forse
troppo elegante; ha infatti provocato un infarto alla madre vederglielo addosso
per un lungo viaggio in aereo. Ma sapeva bene che doveva congedarsi degnamente
da Michael, e salutare i suoi vecchi amici.
Mimi, che anche se non l’ammetterà è
delusa anche lei dall’assenza dei suoi migliori amici, si ferma a pensare,
facendo attenzione alle pieghe della lunga veste.
Cosa strana per lei, pensare, lei
sempre pronta all’azione!
Ora…Ora è tornata a casa. Tokyo. Wow.
E tra poco rivedrà i suoi amici!
Sora…Koushiro…e tutte le “new entry”! Chissà se Miyako la adora ancora...!
“Ci hanno abbandonati al nostro
destino…Ma non importa!!” sorride il padre della tredicenne sconsolata.
“Si torna a casa!”conclude euforica
la signora Takikawa.
Mimi raccoglie le proprie tre
valigie con difficoltà, e il suo beauty-case crollerebbe dal precario
equilibrio se non fosse per una mano gentile che lo afferra appena in tempo.
“Grazie mille…”
La voce le muore in gola quando il suo sguardo s’incrocia con due profondi
occhi neri.
“Ehi, dovresti fidarti un po’ più di
noi!Credi davvero che ce ne saremmo andati senza prima vederti?!”
Una voce garbata, quei capelli rosso
mattone…Quello sguardo…
“KOUSHIRO!!!” strilla eccitata lei,
conficcandogli il beauty-case nello stomaco ed abbracciandolo,uccidendolo
quasi.
“Sì…Anch’io…Contento, ma…”
La voce soffocata del ragazzo esce a più riprese.
Oh, cavolo, reazione forse un po’
troppo esagerata.
Mimi, rendendosi più o meno conto
dell’aver attentato alla vita del suo povero amico, lo libera dalla morsa, non
riuscendo a smettere di sorridere.
Controllati, diamine! Le dice una
voce dentro di sé. Così si capirà subito!!
“E gli altri?”
“Oh, bè, tu ci hai fatto aspettare tre ore, lo stomaco di Taichi ha un basso,
anzi infimo, livello di sopportazione…”
La voce di Koushiro ha una sfumatura
insieme di rimprovero e di ironia.
In quel momento, si vede un gruppo
di circa dieci ragazzi avvicinarsi ai due, circondati dai genitori che piangono
a dirotto nel vedere la loro Mimi ritrovare i suoi amici. Eh, sì, hanno la
lacrima facile.
Mimi riconosce subito Taichi con un
enorme cheeseburger in mano.
“Se lo vedesse sua madre, sarebbe
morto…”osserva Koushiro, i cui occhi ridono e sfavillano di gioia.
“Non è cambiata, la signora Yagami?”
chiede Mimi, aggiustandosi la bandana che le copre i lunghi capelli rosa pallido.
“Lo sai come va, tutti cambiano per
non cambiare mai fino in fondo.” Le sorride Koushiro.
Mimi non è sicura di aver capito il
senso di quell’epigramma e rivolge lo sguardo al gruppetto, che intanto la sta
mettendo a fuoco.
“Oh, ecco Jyou… E Takeru e Hikari,
che carini che sono!”
Mimi non si cura affatto delle
occhiate della gente, mentre lei indica tutti i suoi amici!
“Non dimenticarti Daisuke…”
“Uff, non gli è ancora passata la cotta per Hikari?”
“No, anche se forse sta incominciando a rassegnarsi… E poi, scusa, quei due
sono solo amici, chi ha mai detto che…”
“Uh, ecco Miyako!!!” esclama lei, totalmente incurante della risposta di Kou. D’altronde,
è sempre stato così…Mimi è una persona totalmente incostante.
“Sempre con Ken…”continua lei,
imperterrita. “E il piccolo Iori… Ma si può sapere la mia migliore amica
dov’è?!”
“Starà cercando di depistare assieme a Yamato Jun!” sorride divertito Koushiro,
ripensando all’espressione funerea di Yamato quella mattina, quando Jun aveva
seguito tranquillamente Daisuke, con la scusa di poter finalmente conoscere
Mimi, sebbene in realtà volesse solo stare vicino a Yamato…
“Chi è Jun?” chiede candidamente la
ragazza.
“Già, tu non la conosci! È la
sorella maggiore di Daisuke, ed è innamorata persa di Yamato…”
“Senza speranza, tra l’altro.”
“Sai già della notizia?”
“Dimentichi che Sora è la mia migliore amica…RAGAZZI!!!”
Mimi si scaraventa ad abbracciare tutti
quanti, spezzando così il fragile equilibrio delle valigie, che precipitano sul
povero Koushiro.
Lacrime, abbracci, baci, saluti…
Mimi è entusiasta, estasiata,
elettrizzata!
Il dolore di aver lasciato Michael e
tutti i suoi amici americani è svanito d’incanto, di fronte a tutti quei volti
cresciuti, ma sempre gli stessi!
Miyako la prende d’ assalto,
gridando al mondo quanto le sia mancata, anche se non si conoscevano certo così
bene…Oh, avranno tempo! E com’è bello il suo vestito!
E finalmente compaiono anche Sora e Yamato…
Sora la stringe stretta, con le
lacrime agli occhi. Yamato, invece, è sempre il solito.
Solo che stavolta le ispira più
simpatia.
“Ciao fidanzatino…”
“Mimi…Sono contento che tu sia tornata!”ammette lui, sincero, ma con la paura
negli occhi. Si gira nervoso da ogni parte, come se aspettasse da un momento
all’altro un’aggressione.
“Dove s’è cacciata quell’inutile
sorella?!” domanda in maniera poco educata Daisuke.
“Eccomi! Yamatuccio, non è stato
gentile da parte tua abbandonarmi in quel negozio!”
Yamatuccio…?
Una testa rossa scarmigliata, che in
effetti somiglia tanto a Daisuke, esce allo scoperto, rivolgendo uno sguardo
incantato al povero biondo, che cerca conforto nella sua ragazza, che
puntualmente, offesa, si gira dall’altra parte.
È una reazione a catena.
Così questa è la fantomatica Jun,
eh?
“Jun, cara, non volevi conoscere
Mimi?”
Sora, caustica come non mai, cerca
di mantenere tutto il suo sangue freddo, ma è evidente che le da fastidio avere
una fan di Yamato tra i piedi.
“Oh, sì!”
Finalmente Jun stacca le proprie occhiate dall’oggetto del suo incommensurabile
amore per rivolgerli sulla bentornata.
Rimane senza parole.
“Ciao, Jun! Io sono Mimi…” si
esprime cordiale la ragazza, tendendole una mano.
Jun la osserva, attonita. Ne ha
sentito parlare, sì, ma…
È splendida.
La carnagione così luminosa,
l’altezza giusta, gli occhi chiari…E i capelli di quel colore meraviglioso! E
quel vestito, poi!
Al suo confronto, si sente un vermiciattolo…
Ancora stupefatta, le stringe la
mano, con un groppo in gola.
“Piacere di conoscerti… Jun, Jun
Motomiya…”ripete, con tono trasognato.
Kami, quant’è strana quella ragazza!
Mimi agita la mano per mezzora ad un baccalà, in pratica.
“Sorella, ti vuoi
riprendere?”scherza Daisuke, dandole un piccolo colpetto sulla schiena.
“Di che t’impicci tu?!”
Ecco la Jun che tutti conoscono. Si
gira infuriata verso Daisuke, per poi mordersi un labbro e sorridere colpevole
verso Yamato.
Taichi, intanto, ha finito il suo
mega panino- ha rischiato di sporcare Mimi, sacrilegio!
“Ehi, ma dov’è finito Kou?”
“Come? Era qui fino a un momento fa!” si gira preoccupata Mimi.
I suoi genitori che discutono
amorevolmente, le valigie ammassate…Ma di Koushiro nessuna traccia!
Poi una voce spettrale si erge dal mucchio di valigie.
“S-sono qui…”
Un braccio quasi esanime si leva
dagli innumerevoli bagagli.
“Che figura..! Ma certo, tu a stare
attento, no, eh?”
Il povero Koushiro è stato salvato, ed ora Mimi gli sta effettuando un check-up
completo.
“Pare che non ci sia niente di
rotto.ӏ il suo verdetto.
Koushiro si massaggia una spalla,
mentre tanti occhi lo fissano.
“Stai bene?”chiede Jyou, semi
divertito.
“Credo di sì…Mimi, ma quanta roba vi
siete portati?!”
“Tu sei un maschio, certe cose non le puoi capire!”
“Tesoro, scusa se c’intromettiamo,
ma si sta facendo tardi!”
Mimi torna all’ordine per merito di sua madre. “Giusto, dobbiamo tornare a
casa!”
Ricompone il set di valigie, e tutti
si apprestano ad uscire.
Jun si offre volontaria per aiutare
Mimi a portare qualche valigia, ma un’occhiata assassina di Miyako la fa
desistere.
Inoltre, se ne sta già occupando
Koushiro.
“Sicuro che non sia pesante?”
“Mi sono crollate sopra, tranquilla,
il peggio è passato!”
Il gruppetto dei digiprescelti è tornato quello di un tempo.
Taichi intanto racconta ai due
fidanzatini cosa ci fosse nel suo cheeseburger, provocando il disgusto di
Yamato, e le risate di Jun, che non si stacca più dal loro terzetto, con gran
disappunto di Sora.
“Come mai non te ne sei andato in
giro per l’aeroporto anche tu, Koushiro?”
Koushiro diventa rosso fino alla radice dei capelli- che già lo sono per
natura-, bloccandosi.
“Oh…Bè, non m’interessava fare
shopping…”
“Male, amico! C’era un negozio d’informatica che ti sarebbe
piaciuto!”s’intromette Jyou, superandoli per raggiungere Iori.
Koushiro scocca un’occhiata feroce
al ragazzo dagli occhiali, prima di rispondere agli occhi pieni d’interrogativi
di Mimi.
“E poi, per evitare che te ne
andassi, come già stavi facendo!”
“Ma vi avrei rivisti il giorno dopo…Giorno più, giorno meno, che differenza
c’è?” fa Mimi leggera.
Ventiquattro ore sono tremende, per
chi aspetta un ritorno,specialmente se è un ritorno agognato da tanto, troppo
tempo, ma Koushiro si limita a rispondere:“Ma in fondo, che importa? Ora siamo
tutti qui riuniti, ed è questo ciò che conta!”
Mimi sorride. “Ma quanti taxi
dovremo prendere ora?!” si chiede sconcertata.
Oh, in effetti sono tanti!
E quando arriva anche l’ultimo taxi, Koushiro e Mimi sono costretti a
separarsi.
“Allora, a domani!!” fa Mimi,
allegra. Almeno in apparenza.
“Ok…”
Koushiro chiude la portiera del taxi
dove prendono posto lui, Jyou e Iori, ma prima che l’autista parta, apre lo
sportello e grida: “MIMI!”
Lei si gira, stupenda, con il cuore
in forse, che aspettava ancora qualcos’altro.
“Sì?”
“Ti sta bene quel vestito.” È tutto
quello che riesce a dire lui.
Quel qualcos’altro dovrà aspettare.
7 gennaio.
Compleanno di Yamato.
Jun sta combattendo da mezzora con creme e impacchi per dare luminosità alla
sua pelle e soprattutto, far scomparire quei maledetti punti neri!
L’intento riesce, sia pure
parzialmente, ma ora si propone la sfida maggiore, la più impegnativa, prima di
una festa fondamentale.
Cosa indossare.
Jun è ben consapevole di aver poche
speranze di far colpo su Yamato, ancor meno di fargli lasciare Sora. È
frustrante da pensare, ma Yamato non la considera proprio…Forse, se si
comportasse in maniera più amichevole…Ma chi vuole prendere in giro? Non
riuscirebbe ad essere amica di Yamato, non ora che la ferita del suo
fidanzamento ancora scotta.
Nemmeno sarà contento, lui, di
averla alla sua festa, peraltro voluta caparbiamente da Sora, non da chi oggi
compie 15 anni.
“Questo vestito giallo? No, mi
ingrassa… Il completo…? Macché, non è una cerimonia ufficiale!Oh…Non ho niente
da mettermi!!”
Nell’altra stanza, Daisuke gioca tranquillamente ad un nuovo videogioco, e non
si cura minimamente degli strepiti della sorella maggiore, vista l’abitudine.
Si accorge dell’esistenza della
sorella solo quando Jun strilla: “HO TROVATO! IL VESTITO VIOLA!” e bussa
violentemente alla sua porta.
Cosa vorrà, stavolta?
Daisuke apre molto lentamente la
porta, con un sorriso enigmatico. “Sì?”
“Dai, mi devi assolutamente aiutare!
L’ invocazione di Jun sortisce due effetti: l’allargamento del sorriso di
Daisuke, e la sorpresa di un atteggiamento così implorante.
“Perché?”
“Devo sapere dove abita Mimi, e alla svelta!”
Oh, si potrebbe ricattare Jun a vita per questa segreta informazione… Peccato
che… nemmeno lui lo sappia!
“Cara, credimi, mi piacerebbe tanto aiutarti, ma…non lo so.” Ammette con
semplicità lui, se solo sapesse bluffare avrebbe potuto avere servigi per un
po’!
“Certo che lo sai! Siete tutti
digiprescelti!!”
“Ma che vuol dire…io non ne ho la più pallida idea! Dovresti chiedere a Sora,
o…”
“Sì, mi farebbe a pezzi!Ho capito… Maledetto, andrò in giro e la troverò!”
Jun esce di casa adirata, infilando
velocemente il cappotto e lasciando Dai con un’espressione stupefatta, che
lascia intendere quanto sia volubile e ineffabile l’animo femminile. Almeno per
gli uomini.
Una mezzora dopo, la scena si svolge
esattamente uguale in casa Inoue.
Miya ha chiamato a raccolta tutti i
suoi fratelli per farsi dare una mano. Hikari è irraggiungibile, chissà dov’è,
e non può chiederle un consulto!
La situazione è grave.
Oggi c’è la festa di Yamato, ci sarà
anche Ken e lei… Non ha uno straccio decente!! I fratelli, poi, litigano sui
propri gusti e non c’è nulla da fare.
A chi piace quel vestito, a chi quel
jeans, a chi niente, a chi tutto, e Miyako ha le idee confuse più che mai.
Finché non lancia fuori dalla porta
tutti i suoi familiari e si ferma a pensare.
Dunque, alla festa di Natale, Ken si
è dimostrato così gentile con lei! E com’era rosso al suo complimento! Questo
ha fatto ben sperare Miya, ma Ken sicuramente rinuncerà ad invitarla ad uscire
se lei non è perfetta!
Pensa, Miyako…Chi potrebbe darti una
mano?
Hikari è introvabile, Sora è fuori
discussione perché si sta occupando della festa…Mimi!!
Ma certo, la dea della moda potrà
darle una mano! E se magari le prestasse quel vestito…Bè…le erigerebbe un
monumento!
Sfortuna vuole che Tokyo abbia
milioni di abitanti.
Jun va alla cieca, e sente che prima
o poi si perderà se qualche anima caritatevole non le indicherà la strada per
casa Takikawa. Ormai girovaga da venti minuti.
Ciliegina sulla torta, il fatto che
abbia visto solamente negozi di musica con chitarre elettriche in bella mostra,
coppiette, fratelli che si aiutavano l’un l’altro…E vetrine sfavillanti colme
di vestiti firmati, che lei non si può assolutamente permettere.
Se almeno fosse bella, non avrebbe
bisogno di Mimi! Le persone belle stanno bene con tutto!
Jun si passa una mano tra i capelli,
sfinita.
“Uffa!! Ma perché tutte a me?!”
urla, sfogando il suo malumore, che ha radici ben più profonde, su una povera
lattina, scagliata ad una velocità fulminea.
Un piede la raccoglie, ci gioca ed
infine riesce a buttarla in un cestino con manovre acrobatiche.
“Mi stavo giusto chiedendo chi
avesse tanta forza da imprimere a quella lattina, ed eccoti qui. Ciao, Jun…”
Oh, il fratello di Hikari.
Jun lo guarda confusa, cercando di
ricordare il suo nome. Lui ha fatto sì, una volta, che lei viaggiasse assieme a
Yamato… Non si scorderà mai la gratitudine infinita che ha provato in quel
momento, ma quel momento… è già passato, e Yamato non stava assieme a Sora.
Come diavolo si chiama?!
“Ciao, ehm…ehm…”
“Ah, scusa, evidentemente sei stata così presa da Yamato che non ricordi il
nome di nessuno di noi. Taichi, il fratello di Hikari, la ragazzina che…”
“…piace a mio fratello, sì.” Jun sorride, avvicinandosi a lui. Spera almeno di
non essere sembrata troppo isterica e di essere presentabile.
“Si può sapere cosa ci fai qui?
Pensavo che voi donne, prima di una festa, ecco…passaste tre-quattro ore a
prepararvi!” dichiara con la genuinità che lo contraddistingue. “Almeno, per
Sora e Hika è così.”borbotta a mezza voce.
“Già, ma il problema è che devo
assolutamente andare da Mimi!”
“Mimi?”
Taichi non capisce cosa c’entri Mimi
in tutto questo.
“Sì, ecco…”
Jun deglutisce, selezionando ciò che
deve dire.
“Vorrei che mi prestasse un vestito,
lei ne ha tanti!”
“Oh, sì, Koushiro ne sa qualcosa!”ridacchia Tai, ripensando alla scena in
aeroporto.
“Ma ancora non capisco cosa ci fai
qui se devi andare da Mimi!”
I processi mentali maschili sono decisamente lenti.
“Non so dov’è, come faccio ad
andarci?!”
Jun, spazientita ed esasperata,
svela uno dei tanti problemi che l’affliggono ora.
“Non me lo potevi dire prima? Ti
accompagno, no?”
Jun alza gli occhi.
“Cosa?”
Taichi si incammina, rispondendo naturalmente: “Ti accompagno. Muoviti, è un
po’ lontano!”
Buffo come alcune persone riescano a
fare delle cose belle, ma senza un briciolo di delicatezza, pensa Jun prima di
accorrere al fianco di quello strano ragazzo.
È la seconda volta che gli deve
qualcosa!
“Quindi tu vuoi andare da Mimi nella
speranza che ti possa aiutare a scegliere il vestito?”
“Esatto.” Risponde Jun, arrossendo lievemente. Si sente quasi in colpa ad
ammetterlo, chissà perché.
“Perché proprio Mimi?”
“Bè…perché credo sia la persona
giusta a darmi questo genere di consigli!Avere un fratello non aiuta…”
“Neppure avere una sorella, se vuoi fare due tiri a pallone, sai?” fa Taichi,
ridendo.
Jun allunga le mani in avanti,
stirandosi.
“Ti sono sembrata così sola e
disperata?”
“Cosa?”
“Bè, se mi vuoi aiutare, significa che ti sono sembrata senza speranza.”
“Accetti così tutti gli aiuti che ti vengono offerti?”
Jun preferisce non rispondere. Di solito non accetta aiuti, è convinta di poter
fare tutto da sola. Quanto pagherà l’orgoglio?
“Più che altro mi sei
sembrata…diversa, sì.”
“Diversa? In che senso?”
Taichi fa spallucce, certo non
saprebbe definire il cambiamento dalla gioia euforica ed incosciente che
caratterizzava Jun prima, e la ragazza sola e triste che ha visto poco fa.
“Perché sono innamorata senza
speranza, altroché!” sussurra, più a se stessa che a Taichi.
“Puoi dirlo forte.” Gli conferma
lui, tranquillo.
“Grazie, eh!” reclama indispettita.
Non vorrebbe conferme, ma comprensione.
“Ehi, mica sei l’unica che ne è
uscita a pezzi.”
“Di certo non eri innamorato di Yamato. E io che mi facevo i sogni per
aria…Sono nata nello stesso mese di Yamato!” Esclama scettica lei, ridendo
dell’assurdità delle proprie ipotesi e sorridendo alla dolcezza dei ricordi.
“Di lui no, certo” Taichi inarca un
sopracciglio, schifato, ma continua, stavolta più dolcemente, abbassando gli
occhi.
“Ma di Sora sì.”
Jun si sente una stupida integrale a
continuare a camminare al fianco di qualcuno che ha involontariamente offeso.
“Non…Non lo sapevo. Mi dispiace.” Mormora,
avvilita e sentendosi ingrata.
“Diciamo che ci dispiace per lo stesso motivo.”
“Ma tu sei stato più sportivo, hai accettato…”cerca di giustificarsi lei.
Non li conosce affatto, quei
digiprescelti. Forse è stata troppo affrettata nei giudizi.
“Accettato è una parola grossa, ma so che è giusto così. Forse tu non li
conosci abbastanza, ma stasera te ne accorgerai.”
“Accorgermi di cosa?”
“Non ti tolgo il gusto di scoprirlo. Eccoci arrivati.”
Taichi si ferma, indicandole un
edificio che si staglia davanti a loro.
Casa Takikawa.
Ecco un’altra delle mie grandi
trovate, carissimi lettori di fic che mi sopportate!XD Questa fic è un po’
particolare, nata un giorno per caso- grazie a DarkSelene e alle sue insistenze
per far nascere Jun il 22 gennaio! Inoltre, Jun e Mimi, mai incontratesi, mi
hanno fornito un’ottima idea! E così eccomi qui, ma non vi preoccupate! Non
sarà una long-fic, il prossimo cap, ossia l’ultimo, è in fase di scrittura, e
per quanto me lo consentiranno internet e i lavori a casa, pubblicherò il più
presto possibile! Avevo in mente una cosa un po’ comica, un po’ romantica, ma
con coppie che non utilizzo spessissimo- e, per la cronaca, non mi ricordo
affatto se compare casa di Mimi a Tokyo…ecco perché la descrizione lascia un
po’ a desiderare!-.
E quindi ecco una koumimi, junichi-
ammesso che poi si chiami così- e kenyako! Originariamente constava di un solo
capitolo, ma sarebbe risultata troppo lunga! Dunque, la festa- e inserirò
elementi sorato^^- si svolge nel prossimo cap! Se ho scritto song-fic negli
avvertimenti, è perché nel prossimo cap saranno presenti due canzoni molto
carine, almeno per me!
Dedico quest’altra chicca a Memi-…teso spero tu abbia finito gli
esami!-, Sae- che tornando a casa si
è trovata a Foggia…!-, Sora89- carissima,
non ti preoccupare se sei un po’ a corto d’ispirazione…io ti aspetto sempre e
comunque!-, Onigiri- che è una mia
affezionatissima lettrice- e a DarkSelene
che ha la pazienza di sopportarmi ogni sacrosanto pomeriggio, ormai! XD E a
tutti i lettori che aspettano solo che io continui a scrivere, siete la mia
motivazione principale! Oggi mi sento buona col mondo e piena di gratitudine,
sarà perché sono in Francia?
HikariKanna
Ps: Forse ora vi stupirete, ma credo
che Tk e Kari per questa fic resteranno amici- eh, come ha avuto a dire
DarkSelene, ora viene l’apocalisse! XD