Non sono mai stata una persona affettuosa, neanche prima di essere
presa dal dottor Gelo. Certo, indiscutibilmente amo Crillin, e amo
anche te, Marron, ma non sono mai stata capace di esternare i miei
sentimenti.
Tsk!
Prima di fare la conoscenza di colui che in futuro sarebbe stato mio
marito non usavo termini come “esternare i miei
sentimenti”. Sapevo a malapena cosa erano, questi ultimi.
Sapevo che le persone li provavano, che tutta la gente innamorata
condivideva questo calore all’interno del petto, e che io non
avevo provato.
Non capivo perché la gente cercava di proteggere le persone
amate, anche a costo della vita. Ero affezionata a c17, ma non mi ero
mai effettivamente preoccupata per lui tanto da provare dolore. Forse
perché non ce n’era neanche il motivo, dato che
lui non provava sofferenza, ma lo faceva provare alle vittime.
Sta di fatto che io rimanevo perplessa nel vedere le persone
sacrificarsi e proteggere una persona cara, e cercavo di capire i
motivi che spingevano una persona a farlo. Ma dentro di me mi
rassegnavo al fatto che non l’avrei mai scoperto.
E così continuava la mia esistenza, si poteva dire che
vivevo per uccidere. Ero una macchina della morte. Non passa giorno che
io non mi penta degli atti orribili che ho commesso nel mio passato.
Non passa giorno che io non ripensi alle mie colpe, che mi provocano
un’ incontenibile frustrazione. Ricordo che a quei tempi mi
divertivo, a fare quelle cose oscene. Me la spassavo a vedere
i volti esangui colmi di pena e di tormento.
Ero una donna orribile.
Poi, è apparsa una persona. Questa mi ha tolto dal baratro
in cui mi trovavo, e mi ha fatto vedere cose che non avrei mai
immaginato esistessero.
Questa persona era Crillin.
Lui fu l’unico dopo tanto tempo a vedere del buono in me.
Credeva che io un giorno avrei messo la testa a posto, e che sarei
stata una perfetta donna, gentile e amorevole.
Si sbagliava.
Io ero colpita dalla fiducia che un quasi completo sconosciuto riponeva
in me. Ma non mi scomponevo, e rimanevo sulle mie idee. Lo trattavo
male, mi infuriavo quando faceva qualcosa di gentile per me.
Ma intanto pensavo. Pensavo al fatto che solo un angelo poteva trovare
qualcosa di buono in un diavolo come me.
Man mano che passavano i giorni, io cedevo alle sue lusinghe, ai suoi
apprezzamenti, alle sue gentilezze.
Era veramente dolce vederlo sempre intimidito da me. Sentivo
già un qualcosa che sgorgava nel petto, ma subito dopo
ripensavo alle persone che avevo torturato. Allora il calore che
sentivo si trasformava in un vento gelido, e mi ripetevo da sola che
non meritavo di essere felice.
Eppure lui aspettava fiducioso che io mi decidessi a cedere, e togliere
la corazza che da anni mi circondava e impediva al mio vero io di
uscire e mostrarsi.
E un giorno mi decisi.
Accettai l’amore di Crillin, che mi era stato sempre accanto
con paziente dolcezza e comprensione, e provai a dargli affetto. Anche
se dentro sapevo che si sarebbe meritato molto più di me.
Dal nostro amore nacqui tu, mia dolce Marron. E dopo la tua venuta al
mondo, mai, un solo secondo, mi sono pentita di come le cose sono
andate a finire.
Ti adoravo, amavo ogni singolo particolare di te. E ti adoro e amo
ancora. Mi piaceva abbracciarti e lasciarmi inebriare del tuo profumo
di bebè. Eri il mio tesoro, che custodivo con assoluta
gelosia. Avevo giurato varie volte di proteggerti a qualsiasi costo.
Finalmente avevo capito del tutto le mie vittime e i loro sentimenti.
Ho affidato il mio cuore a te e a Crillin, e voi ve ne siete presi cura
come se fosse un tesoro inestimabile, e io ve ne sono grata.
Tu e tuo padre siete stati la mia salvezza. Avete dissipato il buio che
mi circondava e che mi opprimeva, facendomi conoscere i colori che una
persona può vedere semplicemente amando.