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Autore: AliceWonderland    08/01/2013    3 recensioni
Yami era lo specchio del suo tempo: bello fuori e marcio dentro.
Forse il pittore era l’unico a rendersi realmente conto di quanto quel giovane vizioso fosse solo, ed essendo molto solo, come ogni essere umano, ricercava e cercava di procacciarsi affetto e attenzioni con le uniche armi che la natura gli aveva messo a disposizione, e che la famiglia (suo padre, in particolare) aveva coltivato in lui: il suo seducente aspetto esteriore ed uno spirito arguto e di adattamento che non sempre lo spingevano verso i lidi sicuri e di buon costume della capitale...
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri personaggi, Dark/Yami Yuugi, Maximilian Pegasus, Noah Kaiba, Seto Kaiba
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Note: i personaggi presenti in questa storia appartengono al loro rispettivo creatore. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. Buona lettura!



IL RITRATTO DEL CONTE GRAY

-Parte 1: Il conte e il pittore-



-Pegasus, voglio un ritratto-.
Quel pomeriggio, il conte pareva più capriccioso e annoiato del solito, ed il pittore dovette interrompere per qualche minuto il suo lavoro alla tela, per dedicargli le dovute attenzioni.
-Buona giornata, conte Gray. Avete detto?- gli sorrise, paziente, pulendo con cura i pennelli ed alzando lo sguardo su di lui.
Il giovane e affascinante Yami Gray aveva ricevuto il titolo di conte dal padre marchese, ancor prima di essere in grado di pronunciarlo, e nella capitale il suo fascino eccentrico e intrigante generava amanti ed ammiratori, quanto la sua malizia e la sua ostentata arroganza generavano nemici pronti a tutto pur di rovinarlo.
Pegasus J. Crawford aveva visto crescere il conte, figlio del suo mecenate, fra il lusso e gli agi ostentati da quest’ultimo, grande estimatore di tutto ciò che è bello e d'artificio.
Quel giorno, il giovane indossava uno splendido completo di broccato di seta, ornato da jabot e bordato di passamanerie dorate, ma ciò che rendeva il complesso oltremodo sublime erano quelle due iridi intriganti, di un'intensa tinta ametista sanguigna, che avevano il dono di generare parole verso il loro interlocutore, ancor meglio e prima che fossero le labbra a dischiudersi per prendere parola.
A Pegasus la sua compagnia non dispiaceva. Forse lui era l’unico a rendersi realmente conto di quanto quel ragazzo vizioso fosse solo, ed essendo molto solo, come ogni essere umano, ricercava e cercava di procacciarsi affetto e attenzioni con le uniche armi che la natura gli aveva messo a disposizione, e che la famiglia -suo padre, in particolare- aveva coltivato in lui: il suo seducente aspetto esteriore ed uno spirito arguto e di adattamento che non sempre lo spingevano verso i lidi sicuri e di buon costume della capitale. In un certo senso, l’artista si era affezionato al giovane, e sentiva il dovere di essergli di sostegno e conforto, qual’ora se ne fosse presentata l’occasione…
-Un ritratto, dite? Quello che ho terminato il mese scorso non vi soddisfa più?- gli domandò.
-No, tutt’altro. E’ uno splendore, Pegasus, ma io voglio qualcosa di diverso- spiegò il conte Gray, avvicinandosi e osservando sulla tela il ritratto di una grigia capitale celata sotto una fitta pioggia -Voi potete fare molto di più, per me- disse alzando le iridi verso l’esterno luminoso dove, pochi attimi dopo, cominciarono a formarsi nubi plumbee e gravide di pioggia. Il conte dilatò gli occhi sbigottito e tornò sul quadro.
-Vedete? Voi non siete un pittore come tutti gli altri!-;
-Proprio per questo tengo alla mia privacy, giovane conte- rispose Crawford, sollevando un pennello intinto di colore e tracciando delle lunghe strisce sul cielo della tela.
Ora, all’esterno, le nubi si erano diradate, ed un nastro di colori sgargianti stava attraversando proprio in quel momento il cielo, sotto gli occhi increduli di Yami Gray.
-Un arcobaleno a Londra? Originale- ammise sorridendo.
-Presto dovrò partire, conte- gli rivelò il pittore, dopo alcuni brevi attimi di contemplazione.
-Non parlerete sul serio, spero. Io ho bisogno di voi- disse il ragazzo, girandosi verso di lui -Ho bisogno del vostro aiuto, Pegasus-;
-Perché è tanto importante?-.
A quelle parole, una sorta d'inquietudine attraversò per qualche secondo il viso del conte Gray.
-Voi potete andare ben oltre questo, Pegasus- disse indicando la tela ancora umida -Non mi direte di non averci mai pensato?-;
-Conte Gray, che cosa volete davvero? Sappiate che non ho alcuna intenzione di cambiarvi un solo capello con la mia…-;
-Non è di cambiarmi che ho bisogno- lo interruppe il suo giovane mecenate, guardandolo negli occhi, deciso –Tutt’altro. Desidero rimanere così per sempre- gli rivelò, mentre un guizzo di bramosia attraversava il suo sguardo.
A quelle parole, Pegasus J. Crawford tacque.
-Una richiesta bizzarra-.
Bizzarra quanto l'uomo che teme lo scorrere del tempo, il rovesciarsi del proprio “io”.
Ogni vanesio mecenate di Crawford era stato ossessionato dal timore che, ben presto, il proprio reale aspetto potesse intaccare e corrodere la perfetta esteriorità che aveva così disperatamente ricercato e ricreato con gli artifici del secolo che correva... Ma Yami Gray fu il primo ad esprimere ad alta voce, dinanzi a lui, la sua più grande paura e, di seguito, quel desiderio.
-Non voglio invecchiare, voglio restare giovane e nel fiore degli anni per sempre. Se dovessi invecchiare perderei ogni cosa, perderei tutto, lo comprendo solo ora, Pegasus- dovette ammettere -Voi potete capirmi, siete un pittore, il vostro occhio è attento e allenato, e il vostro gusto e sopraffino. Ritrarreste mai un’anziana vecchia e storpia, la desiderereste preferendola ad una giovane nel fiore degli anni? Voi restereste accanto ad una persona imbruttita e segnata dal tempo, dalla vita? No… No, è del tutto inutile tentare di inculcare nella gente il culto della bellezza interiore. Questa morale falsamente puritana non è fatta per rappresentare il nostro secolo!-.
Un’altra cosa che Crawford amava di quel giovane era la sua sicurezza e la perseveranza con le quali sosteneva i suoi ideali, che fossero giusti o sbagliati, e chi era lui per mettersi contro le idee ed il volere altrui?
Yami era lo specchio del suo tempo: bello fuori e marcio dentro. Ed il pittore amava ed era maledettamente attratto da quella sua peculiarità.
-Io ammiro la tenacia con la quale portate avanti le vostre idee, conte Gray, siano esse giuste o sbagliate; io non sono nessuno per giudicare. In qualunque momento e situazione metterò a disposizione della gente la mia arte, il mio talento. Ebbene, dipingerò un vostro ritratto, ed esso invecchierà e imbruttirà al vostro posto. Non dovrete più temere il tempo, né sottostare alle sue condizioni, ma prima di acconsentire alla vostra richiesta, devo chiedervi… Siete pronto ad assumervi tutte le responsabilità della vostra decisione? Badate, potrebbe essere…-.
-Sì- sussurrò il giovane conte Gray, senza lasciarlo terminare -Sì, lo sono. Esaudite questo mio desiderio-;
-E sia- acconsentì Pegasus, tendendo la mano che il giovane conte non esitò a stringere -E’ davvero questo ciò che volete?-;
-Sì, lo voglio-.
Sin dal giorno del loro primo incontro, Yami aveva immediatamente compreso che quell’uomo… No, non quell’uomo, quella creatura (in altro modo non avrebbe saputo definirla) era diversa da tutto e da tutti. Con Crawford tutto era ribaltato, un mondo capovolto dietro ogni specchio.
Pegasus sapeva leggergli dentro, conosceva i suoi pensieri, i suoi desideri, e non solo perché l’aveva ritratto e intrattenuto coi suoi trucchetti molte volte, durante l'infanzia e l'adolescenza; non gli chiedeva mai spiegazioni riguardo i suoi continui e controversi stati d’animo, così Yami godeva di quel senso di libertà a cui tanto sembrava anelare.
E poi, il pittore aveva quel dono, quel meraviglioso dono, quando impugnava un pennello e lo lasciava scorrere sulla tela, che Yami era riuscito a portare a suo favore.
Con l’aiuto di Pegasus, Yami Gray sarebbe certamente riuscito a realizzare il suo più grande e segreto desiderio.

-Amare…-;
-Come dite?-.
Il giovane trasalì sulla méridienne, sentendo ogni fibra del proprio essere intorpidita, come se tutto quel tempo fosse trascorso in un sogno di cui però non conosceva e non ricordava la trama.
-No, nulla-;
-Siete molto silenzioso, stamane- gli fece notare il pittore.
-Non mi va di parlare, oggi- sussurrò Yami, restandosene disteso a contemplare i giardini esterni -E’ forse merito vostro?-;
Pegasus sorrise divertito: -No di certo, conte Gray. Forse state semplicemente divenendo cosciente di ciò che mi avete chiesto di fare-;
-Ne ero ben cosciente anche prima- lo contraddì il ragazzo, arricciando le labbra -Non mi sembra vero… Resterò per sempre così come sono. A differenza di tutti coloro che mi stanno intorno, io non dovrò mai più temere il trascorrere del tempo. Sarò l’invidia di tutti…-.
-Ed è per questo che mi avete chiesto un favore così impegnativo?- domandò l'uomo; i suoi occhi, in parte, sembravano già conoscere la risposta.
Le gote del giovane conte si incipriarono di un rosa intenso, nel notarlo. Sembrava a disagio. -Potrei averlo fatto per un motivo così sciocco... da vergognarmi di rivelarlo persino a voi, signor pittore. Perciò basta domande- lo riprese scherzosamente questo, tornando a voltare il viso verso la veranda -E poi, a volte, le cose più semplici bisogna guadagnarsele con metodi drastici, ne convenite?-;
-E' un punto di vista come un altro, conte. Senz'altro interessante- sussurrò amorevolmente Crawford, soffermandosi con il pennello sulle labbra sottili e vellutate del suo giovane modello, donando il colore dei fiori di ciliegio al suo gemello della tela.
Un capolavoro. Il conte Gray sarebbe stato il suo più grande e soddisfacente capolavoro.

-E’ meraviglioso da togliere il fiato. Sono così fortunato ad avere una persona come voi al mio fianco- disse il conte, allacciandogli le braccia al collo e posandogli un bacio sulla guancia -Voi siete l’unico che mi comprende- sussurrò, mentre le iridi vermiglie si spostavano dal pittore al ritratto appena concluso, che li osservava con silente superbia.
Al pittore sfuggì un sorriso amaro e quasi impercettibile e, prendendo la mano di quest’ultimo nella sua, la baciò con tenerezza.
-E, a differenza di quanto dice la gente di voi, signorino, voi siete la persona più vergognosamente sincera che abbia mai avuto l’onore di incontrare-;
-Per questo sono amato e odiato allo stesso tempo- ridacchiò Yami –Non resta che trovare un buon posto in cui esporlo. Cosa ne pensate dello scalone nell’atrio?-;
-Dimenticate che questo ritratto invecchierà al vostro posto- gli ricordò Pegasus -Fate molta attenzione. Vi consiglierei di celarlo e di non mostrarlo mai a nessuno. Le persone potrebbero trovare la faccenda molto strana-.
Nonostante la malcelata delusione di non poter mostrare una tale opera d’arte neanche ai suoi amici più intimi, il ragazzo decise di ascoltare il consiglio dell’artista.
-Sì, suppongo abbiate ragione...-;
-Su, non fate quel faccino sconsolato. Dimenticate forse che, d’ora in poi, sarete voi stesso un’opera d’arte vivente, per sempre?- gli ricordò sollevandogli il viso e scoccandogli un occhiolino che sembrò convincere definitivamente il giovane conte.
-Vedete? Voi siete assolutamente unico nel vostro genere, Pegasus. Avete sempre una buona parola per tutto-;
-Conte Gray, prima di lasciarvi, c'è una sola cosa di cui desidererei mettervi al corrente. Ricordate: voi mi avete chiesto la giovinezza eterna. Questo dipinto, pertanto, non svolgerà altro ruolo se non quello di prendere su di sé gli anni che incalzano, e, di conseguenza, vi negherà la morte, a meno che...-;
Le sopracciglia sottili di Yami si inarcarono e la sua fronte nivea si aggrottò: -A meno che?-;
-Se qualcuno dovesse farvi del male, attentando alla vostra esistenza, il dipinto non accoglierà in sé le ferite mortali. Non è stato creato per questo e, pertanto, non vi elargirà l'immortalità, in questo caso- gli spiegò con pazienza -Mi raccomando, dopo che sarò partito, abbiate cura di voi, e prestate sempre molta attenzione- gli sussurrò con profonda devozione.
-Sì, lo farò-.

Dopo quel giorno, Yami Gray non incontrò più Pegasus, ma fu troppo impegnato a vivere la sua eterna giovinezza per dare spazio alla nostalgia e ai ricordi.
Conduceva una vita sempre più discinta, tra un eccesso e l’altro, ed il suo narcisismo era divenuto per lui ancor più giustificabile, vista la nuova situazione; d’altra parte chi, oltre a lui, in quella vecchia e fuligginosa città, possedeva la giovinezza eterna ed un quadro che imbruttiva e invecchiava al posto suo?
Solo lui.

CONTINUA

Disse l’autrice:
Riprendere a scrivere e tornare in sezione dopo mesi di ‘nulla cosmico’ fa uno strano effetto, anche se non mi sento ancora in grado di ufficializzare il mio ritorno. Questi ultimi tre mesi, in particolare, sono stati davvero strani. Strani e… stupidi. Non saprei in che altra maniera descriverli. Ma parliamo della fanfiction.
Salve a tutte! Avete appena letto il primo dei due capitoli che comporranno la storia qui presente. Ritrovarsi improvvisamente a scrivere dello Yami vittoriano e decadente mi riporta indietro a quando feci il mio esordio nel fandom; da allora è già trascorso un po’ di tempo, a ben pensarci, ma non sono ancora a metà del mio lavoro. C’è davvero tanto da fare, ho una lunga lista di ff che vorrei scrivere, tra cui il maledetto prequel Pride dello Strano Caso.
Rimettendomi alla tastiera ho tentato di focalizzare il primo incontro fra i due protagonisti della mia prima ff, e quando ho alzato lo sguardo sullo schermo mi sono ritrovata fra le mani “Il ritratto del conte Gray”, che in parte ha rubato i contenuti del suddetto prequel (Le mie ff si rubano descrizioni e dialoghi a vicenda. OAO Cose strane accadono nello strampalato mondo di Alice!), perciò, quando pubblicherò anche il prequel, è probabile che si notino molte descrizioni di Yami riconducibili a quella che ho dato in questa storia!
D’altronde, lo Yami dandy è questo. Riprendere a scrivere di lui in questa veste è sempre stimolante, a tratti un po’ complesso, ma non mi pento di nulla. L’unica cosa che detesto è apporre l’avviso OOC, che fa scappare molta gente, ma d’altronde è anche giusto sottolinearlo.
Questo Yami si è adattato ad un contesto storico ben preciso, dove le abitudini, gli ideali, i costumi e tutto il resto sono ben altri rispetto all’ambientazione in cui il suo ‘gemello’ originale è stato inserito u_u, capirete perciò che un po’ d’artifiZio l’ho dovuto inserire!
Credo proprio che smetterò di parlare fra, 3, 2, 1… e mi rimetterò ai giudizi della corte, perciò a tutte voi, lettrici, va il mio più sincero augurio di buona serata e buonanotte, nell’attesa della seconda e ultima parte del racconto.
A presto!

+AliceWonderland+
  
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