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Autore: Me91    28/07/2007    18 recensioni
Bulma ha un impegno importante e quindi lascia Vegeta a casa con Trunks, a letto con la febbre, e Bra, che aspetta delle amiche. Come se la caverà il Principe dei Sayan? Riuscirà a badare ad un mucchio di mocciose urlanti senza farsi prendere la mano? [...] "Vegeta balzò giù dal letto e si vestì in fretta... certo non poteva andare di sotto a cacciare le amiche di Bra in mutande. Almeno un po’ di dignità."
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve!!! Sono sempre io con una ff  "Vegeta/Bra" divertente... o almeno credo! Buona lettura!

Un Principe Sotto Stress

Le 9:30 del mattino. Già... forse era un po’ presto per lui. Si, infatti. Meglio riaddormentarsi. Ad occhi chiusi si rivoltò quindi nel letto, ammucchiando a se tutte le coperte come il suo solito, e si accucciò bene. Però... un brutto presentimento. Senza ancora svegliarsi tastò alla cieca, con una mano, il posto del letto solitamente occupato dalla sua compagna... vuoto. Aprì così di scatto gli occhi e al buio riuscì a scorgere un foglio appoggiato sul cuscino. Si mise seduto sul letto e accese la luce. Poi si mise a leggere:

Vegeta... mi dispiace ma sarò assente per tutta la mattinata. Purtroppo ho un lavoro da sbrigare a Satan City e non posso proprio rimandarlo. Ieri sera non sapevo come dirtelo, perciò ho deciso di scrivertelo. Dovrai quindi pensare tu a Bra... sai, oggi dovevano venire delle sue amiche... so che te la caverai. Alla fine, se hai bisogno di qualcosa, telefonami.

Ciao. Bulma.

“CHE COSA?!” sbraitò Vegeta, mentre il campanello squillava.
“Vado io!” gridò la piccola Bra dal piano di sotto e corse ad aprire. Vegeta balzò giù dal letto e si vestì in fretta... certo non poteva andare di sotto a cacciare  le amiche di Bra in mutande. Almeno un po’ di dignità.
Un gran vociare felice riempì la casa. Vegeta aprì la porta della camera e corse di sotto, pronto ad urlare di uscire a quelle sei bambine appena entrate. Però Bra... Bra era così felice... Saltava di gioia come impazzita e abbracciava le sue amiche una per una e le amiche rispondevano con gridolini di gioia. Vegeta, esasperato, si passò una mano sul volto, mentre Bra si voltava a guardarlo.
“Buongiorno papi!” strillò e si avvinghiò alle sue gambe. Nonostante i suoi nove anni aveva forza da vendere.
“Staccati...!” mormorò Vegeta a denti stretti, tutto rosso d’imbarazzo.
“Sei il papà migliore del mondo, lo sai?” gridò Bra con un sorriso da un orecchio all’altro, poi si voltò verso le sue amiche e ribadì allegramente:
“Il mio papà è il migliore di tutti! E’ fortissimo e poi è tanto buono!”
“Ma che sta farneticando?!” pensò Vegeta pieno di vergogna.
“Oh, ma il mio papà è un campione di lotta libera!” ribatté una bambina dai capelli nerissimi “Sono sicura che riuscirebbe a battere il tuo... anzi, a guardarlo bene, basso com’è non mette così tanta paura!”
“Come ti permetti?!” sbraitò Vegeta “Chiudi quel forno che più comunemente chiami bocca e tieni per te certi commenti illogici!”
La bambina si fece piccola piccola e Vegeta riprese, rivolto a tutte:
“Io non voglio essere disturbato, chiaro? Per ciò strillate, ridacchiate come solo delle mocciose possono fare, rompete pure tutto quello che vi pare... però basta che lo facciate fuori dai coglio...”
“Papà!” lo interruppe Bra arrabbiata.
“... fuori di casa!” concluse Vegeta incrociando le braccia.
“E va bene.” acconsentì Bra, anche se un po’ scocciata, “Però per qualsiasi cosa chiederemo a te, va bene?”
“No che non va bene!” sbottò Vegeta, ma le piccole si stavano già dirigendo fuori con Bra che gridava:
“Allora siamo d’accordo! Se ci serve qualcosa ti chiamo!”
“Bra!” urlò Vegeta, ma la piccola non lo ascoltò.
“Questo è troppo!” Vegeta si voltò e prese a fare le scale furioso “Ora chiamo Trunks!”
Raggiunse la camera del ragazzo ed entrò con una certa grazia di cui solo i Sayan sono provvisti.
“Papà, ma che cavolo...?!”
Trunks era nel letto, completamente coperto e con un termometro in bocca.
“Trunks, vieni subito giù a badare a quelle rospe rompiballe che tua sorella tende a definire amiche!” ordinò imperativo Vegeta.
“Ma papà!” Trunks si tolse il termometro e controllò la temperatura “Ho 39 e mezzo di febbre!”
“Ma che cavolo me ne frega! Anzi, potresti sterminare quelle sottospecie di bacarozze strillanti che stanno rincitrullendo Bra, attaccando a tutte le febbre!”
“Però non credi che l’attaccherei anche a Bra, in questo modo?” ribatté Trunks conoscendo il punto debole di suo padre.
“Maledizione!” esclamò Vegeta raggiungendo il salotto.
Alla fine aveva deciso di lasciar in pace Trunks e sorbirsi un trattamento “spaccatimpaniequalcos’altro” d’elite, badando ad una mandria di mocciose impazzite. Solo Bra, naturalmente, si salvava tra tutte quelle racchiette. Ma non si poteva trovare amiche migliori???
“PAPÀÀÀÀÀÀ!!!!!!”
L’urlo di Bra risuonò per tutto il giardino.
“Ecco... ci siamo...” sospirò Vegeta e si alzò dal divano. Uscì di casa e trovò tutte le bambine a giocare nel giardino con la palla.
“Papà!” esclamò Bra “Ci porti la Coca Cola (pubblicità occulta nd Tutti)? Abbiamo sete!”
“Non potevate prendervela da sole?”
“E no, si trova nella credenza in alto! Sai che non ci arrivo! Se solo tu mi imparassi a volare...” guardò il padre con due occhi dolci dolci da orsacchiotta.
“Non ci pensare!” sbottò Vegeta “Ho troppo da fare! Se proprio vuoi fatti imparare da tuo fratello!”
“Troppo da fare...” ripeté Bra “Ma se non fai niente tutto il giorno...”
“Insomma, piantala!” Vegeta divenne di nuovo tutto rosso d’imbarazzo.
“Allora, questa Coca Cola?” chiese ancora Bra spazientita.
Vegeta cedette e si avviò verso casa.
“Volare?!” esclamò una bambina “Ma che stai dicendo?”
“Si, il mio papà e il mio fratellone sanno volare e vorrei imparare anch’io.” spiegò Bra felice.
“Ma no, impossibile.” fece una scuotendo il capo e indicò Vegeta “Come può un tappo con una sottospecie di cespuglio in testa, volare?!”
“Ti ho sentito, cosa credi?!” sbraitò Vegeta furioso “Ah, vuoi una dimostrazione? Te la do subito!”
Vegeta non voleva far sfigurare sua figlia davanti tutte le sue amiche. Perciò si alzò subito in volo e si diresse quindi dentro casa, agguantò la Coca Cola e uscì rapidissimo. Poi atterrò tra le bambine che lo guardavano stupite.
Vegeta si esibì in un enorme sorriso soddisfatto.
Bra: -_-‘
“Uhm... si, papà...” fece Bra “Vuoi un applauso?”
“Che c’è?” Vegeta era seccato dall’atteggiamento della figlia.
“Per esempio potresti insegnare anche a me a fare una cosa del genere...” disse Bra, poi sospirò “Ma lasciamo perdere per ora... Ci apri la bottiglia?”
Vegeta afferrò bene il tappo e stappò in un attimo la Coca Cola che, vi ricordo, era stata ben agitata quando lui la era andata a prendere in volo. Perciò dopo tutte le bambine assistettero ad una scena alquanto bizzarra... cioè, assistettero fino un certo punto visto che la Coca poi finì anche sui loro occhi. Più che una bottiglia di Coca, ora quella sembrava un baratro da cui fuoriusciva un forte getto simile ad un geyser, il quale obbiettivo era proprio la candida maglietta di una bimba che si trovava di fronte Vegeta che, per allontanare il getto da sua figlia che stava lì vicino a lui, diresse la bottiglia verso le altre bambine, che furono colpite in pieno tra strilli in generale.
“PAPÀ!”
Vegeta riuscì ad arrestare il getto di liquido e si voltò verso Bra che lo guardava furiosa, con un’espressione che al Principe dei Sayan ricordava tanto Bulma e che... non gli piaceva per niente.
Sotto le minacce della figlia Vegeta dovette andare, accompagnato da lei, fino la sua cameretta a scegliere dei vestiti per le bambine.
“Allora a Sandra questo rosa, a Anna questa maglia blu e questi pantaloni, a...” elencava Bra tirando fuori tutto dal cassetto e porgendolo a Vegeta che ormai teneva tra le mani una pila di panni.
Dopo che furono discesi, Vegeta posò tutti i panni su un tavolino all’aperto, poi decise bene di rientrare dentro casa.
“Non ne posso più!” annunciò ad alta voce una volta entrato in cucina.
Avanzò a gran passi al frigorifero ed estrasse, con la solita grazia, un cartone di succo di frutta e prese a bere senza nemmeno versarlo nel bicchiere.
“Non si fa così!”
Vegeta sputò il succo che aveva ancora in bocca e prese a tossire. Si voltò verso la porta della cucina e si trovò lì una bambina dai ricciolini dorati che lo guardava severamente.
“Non si beve in questo modo! A casa mia non si fa così! Non dovresti farlo nemmeno tu!” insistette la piccola.
“NON ME NE FREGA UN FICO SECCO DI COME BEVETE A CASA TUA!”
Con quell’urlo Vegeta spaventò la bambina che scappò via da lì.
“Mocciose...!”
Borbottando, il Sayan raggiunse la cornetta del telefono e l’agguantò.
Seguirono diversi istanti si silenzio........
“E come funziona sto coso?!” sbottò improvvisamente guardando confuso il telefono che non aveva mai usato. Si ricordava che Bulma tirava sempre su la cornetta poi schiacciava dei tasti sulla tastierina, infine iniziava a parlare. Perciò pensò di farlo anche lui. Prese a digitare a caso dei numeri e attese. Dopo qualche squillo rispose una voce di donna. Ma non era Bulma.
“Qui istituto estetico.” annunciò la brillante vocina.
“Bulma dov’è?” chiese subito Vegeta bruscamente.
“Eseguiamo massaggi shiatsu, corsi di yoga, offriamo rilassanti bagni in confortevoli terme, ci occupiamo della tua persona.” proseguì la voce.
“Dove si trova Bulma?!” ripeté Vegeta iniziando a perdere la pazienza.
“Ti consigliamo trattamenti di bellezza adatti a te, ti prepariamo la dieta su misura, abbiamo fantastici bagni turchi dove potrai sognare ad occhi aperti.” continuò la vocina.
“BULMA!” urlò Vegeta “BULMA! HAI CAPITO? VOGLIO BULMA!”
Se Vegeta fosse stato un terrestre si sarebbe accorto che quella era una voce registrata. Infatti ad un certo punto la voce disse:
“Per altre informazioni sul nostro servizio e i nostri prezzi, premi: 1. Se vuoi parlare con un nostro consulente, premi: 2.”
“Io voglio parlare con Bulma!” sbraitò Vegeta.
“Se vuoi domandare semplicemente qualcosa su un trattamento che magari stai già seguendo, premi: 3. Se vuoi prenotare una giornata qui all’istituto, premi: 4.”
“QUALE C***O È IL TASTO PER PARLARE CON BULMA?!?” gridò Vegeta alla cornetta, ma lo voce proseguì imperterrita:
“Per disdire una prenotazione, premi: 5. Per...”
“Adesso basta!” Vegeta posò di botto la cornetta, poi la rialzò e provò a digitare qualche altro numero.
“Tanto prima o poi acchiapperò quello di Bulma!” esclamò deciso e si mise in ascolto.
Un paio di squilli e poi rispose una voce di un ragazzo.
“Qui pizzeria: “Ti amo pizza”. Che cosa vuole ordinare?”
“Io ti ordino di fammi parlare con Bulma!” disse imperativo Vegeta.
“Allora...” qualche istante di silenzio, poi il ragazzo riprese:
“Mi dispiace ma non abbiamo una pizza con quel nome. Che cosa vuole ordinare?”
“Io voglio Bulma!” insistette Vegeta.
“Abbiamo la Pizza con i Funghi. Oppure la Pizza con la Mozzarella. O anche...”
“BULMA!” urlò Vegeta “B, U, L, M, A! BULMA!”
“Mi dispiace signore, ma niente Bulma.”
“Potevi dirlo prima, no?!” Vegeta sbatté di nuovo la cornetta, poi la ritirò su, pronto a digitare un altro numero, borbottando:
“Ma se Bulma non c’era, perché non l’ha detto subito?!”
Altro numero. Il Sayan attese, poi rispose la voce di un altro ragazzo... che strano, a Vegeta quella voce sembrava di conoscerla.
“Pronto?” fece la voce all’altro capo del telefono.
“Bulma è lì?!” chiese in fretta Vegeta.
“Bulma? Ma chi è? Vegeta, sei tu?” la voce sembrava sorpresa, ma in parte anche felice.
“Come? E tu chi sei?” si stupì Vegeta.
“Ma come? Non mi riconosci? Sono Goku!”
Vegeta si pietrificò.
“Che piacere sentirti!” continuò Goku “E’ da qualche giorno che non ci si vede! No, Bulma non è qui, ma se vuoi puoi venire tu...”
Vegeta aveva posato in un attimo la cornetta ed era rimasto immobile.
“No, Kakaroth non lo voglio nemmeno sentire!” dichiarò furente, poi, per caso, lo sguardo gli cadde su un foglio posato sul tavolo del telefono. Sbirciò lì e lesse:

Vegeta, so che non sei molto pratico di telefoni, perciò ti spiego cosa devi fare se dovessi telefonarmi per qualche motivo:
1 Alza la cornetta (è quella specie di banana bianca, tanto per intenderci)
2 Digita sulla tastierina questo numero: 5558426
3 Aspetta e ti rispondo
Spero tu abbia capito. In realtà sono operazioni molto semplici... buona fortuna.
 Baci, Bulma.

“E non poteva dirlo prima!” sbottò Vegeta e prese a digitare il numero “E poi per chi mi ha preso! Mica sono così stupido da non capire certe cose che ha  scritto!”
Attese, poi finalmente Bulma rispose:
“Pronto, Vegeta?”
“No, non sono pronto!” sbraitò Vegeta.
“Ehm... dal tuo tono deduco che c’è qualcosa che non va...”
“C’è qualcosa che non va?! MI HAI LASCIATO CON UN BRANCO DI MOCCIOSE STRILLANTI, CERTO
CHE C’È QUALCOSA CHE NON VA!”
“Mi dispiace tanto tanto!” si scusò Bulma “Ma ho molto da fare! Dovevi dirmi qualcosa in particolare?”
“Si! Devi tornare subito a casa!”
“E no, non posso... E dai, tra un’ora o due sono di ritorno...”
“UN’ORA  O DUE?!” ripeté furioso Vegeta.
“Te la caverai benissimo! Senti, se non hai nient’altro da dirmi io vado! In bocca al lupo!”
“Non provare a riagganciare!”
“Coraggio, quando torno ti farò un regalino...” disse con un tono stuzzicante Bulma “Promesso... fatti trovare nel letto, ok?”
Vegeta sembrò riflettere sulla proposta e Bulma ne approfittò:
“A più tardi, allora! Ciao!” e riagganciò.
“Bul...” Vegeta si interruppe visto che ora non udiva altro che un: TUT, TUT, TUT, TUT...
Sbatté forte la cornetta e urlò:
“Questa me la paghi, donna!”
“Papi...”
Vegeta si voltò di scatto e si trovò così davanti Bra.
“Papi” ripeté Bra “abbiamo fame ed è ora di pranzo. Che ci prepari?”
“Che cosa stai farneticando?” Vegeta era seriamente preoccupato da quelle parole.
“Noi vogliamo la pasta.” proseguì Bra “Ci cuoci gli spaghetti con il sugo?”
“Io non...”
“Bravo papi!” Bra corse di nuovo fuori a giocare, lasciando di stucco Vegeta.
“TRUUUNKSSSS!” urlò Vegeta spalancando la porta della camera del figlio che stava sonnecchiando.
“Papà...” fece lui assonnato tirandosi su e grattandosi il capo, arruffandosi così ancor di più i capelli “... ma che ti prende?”
“Vieni giù a preparare il pranzo! Subito!” ordinò Vegeta.
“Ma non posso...” disse lui sbadigliando “La febbre è ancora alta...”
“Il Principe dei Sayan non cucinerà mai per un gruppo di marmocchie con il mucciolo al naso!”
“Ma non vorrai che l’attacchi a Bra, vero?” fece Trunks guardando con aria di sfida il padre, che rimase un attimo immobile a fissare i brillanti occhi azzurri del figlio, ricordandosi così della sua piccola Bra...
Le istruzioni di Trunks erano relativamente semplici. Vegeta le aveva seguite dettagliatamente e ora aspettava davanti il gran pentolone che l’acqua bollisse.
“Ma quanto caspita ci mette?!”
Spazientito gettò gli spaghetti (dieci pacchi) quando ancora non bolliva e fissò il tempo in una sveglietta lì accanto.
10 minuti.
“No, il Principe dei Sayan non attenderà tutto questo tempo!” dichiarò e, dopo appena 4 minuti, tirò fuori gli spaghetti e li posò, grazie lo scolapasta, in un pentola dove aveva versato cinque barattoli di pomodoro che, prontamente, non aveva fatto scaldare. Diede una veloce mescolata e poi annusò il tutto e assaggiò una sforchettata. Il suo viso si arricciò in un’espressione di disgusto per via del cattivo odore che emanava iltutto e il cattivo sapore... dovevano fare proprio tanto schifo per non piacere ad un Sayan!
“E va bene, vorrà dire che io mangerò qualcos’altro!” decise e portò tutta la pentola alle bambine sedute in giardino.
“Ma come facciamo a mangiare qui?” domandò una.
“E senza posate, per di più!” aggiunse un’altra.
“Arrangiatevi!” disse Vegeta e tornò dentro casa.
Si avviò al frigorifero e afferrò metà torta avanzata la sera prima... come aveva fatto a farla avanzare, nemmeno lui lo sapeva... forse i cinque arrosti e le dieci torte trangugiate prima di quella erano state sufficienti per lui!
Mentre mangiava la torta che gli avrebbe fatto d’antipasto, arrivò Bra con una seria espressione.
“Non possiamo mangiare quella roba!” disse furiosa.
“Allora prendete i soldi e andate alla pizzeria qua vicino!” fece Vegeta a bocca piena.
“E va bene! Però poi, quando torniamo, dovrai giocare con noi!”
“Manco morto!”
“Ti avverto, lo dico alla mamma!”
“Ma sai che m’importa! Io non ci gioco con quelle oche!” ribatté Vegeta arrabbiato.
Bra ci rimase male a questa affermazione. Pian piano i suoi occhioni si riempirono di lacrime.
“Sono mie amiche...” mormorò tirando su con il naso.
Vegeta, colpito, si pietrificò. No, la sua Bra non poteva piangere! E non avrebbe pianto.
 

“Sono tornata!” annunciò Bulma entrando dentro casa.
Era il primo pomeriggio e faceva particolarmente caldo.
“Uff... ora una bella doccia mi ci vuole...” disse Bulma posando la borsa.
“Mamma!” strillò Bra scendendo le scale.
Abbracciò forte Bulma che le sorrise.
“Dove sono le tue amichette?”
“Sono andate via da poco!” rispose Bra “Si sono divertite tanto quest’ultima ora! Papà pure penso si sia divertito!”
“Papà?” ripeté Bulma preoccupata.
“Oh, si! Ha giocato con noi! Abbiamo giocato con la palla, ma sai... papà spesso non regola bene la sua forza e per poco non decapitava Marisa che stava ridendo di lui perché non è molto pratico di pallavolo... però sono sicura che non voleva farle davvero del male!”
“Ehm...” tossicchiò Bulma.
“Poi abbiamo giocato con le bambole!”
“Anche... Vegeta?!” si sorprese Bulma.
“Oh no... lui ha detto che quello non poteva farlo. Perciò abbiamo cambiato gioco e abbiamo fatto nascondino!”
“Ah, ecco...” sospirò Bulma sollevata. Se Vegeta fosse stato costretto a giocare con le bambole... non poteva immaginarsi il cattivo umore che aveva ora!
“Papà faceva sempre tana a tutte...” continuò Bra “Percepiva le loro auree, credo, perché non si muoveva dalla tana. Continuava a dire con tono annoiato: ‘Tana a quella, tana a quell’altra...’ però io riuscivo sempre a fregarlo e fare: ‘Tana libera tutti’! Sono brava a non farmi percepire, vero mamma?”
“E già...” commentò Bulma, sapendo che in realtà Vegeta lo faceva perché adorava sua figlia.
“Ma dimmi, dov’è ora papà?” chiese Bulma.
“E’ nel letto! Dice di avere un forte mal di testa...” confessò Bra.
“Vegeta?” domandò Bulma timidamente aprendo la porta della camera matrimoniale.
Silenzio.
“Vegeta, tutto bene?” Bulma si avvicinò al letto e lo trovò lì sdraiato a pancia in sotto, che russava come un ghiro. (i ghiri russano? nd Tutti)
“Com’è dolce...” pensò Bulma teneramente, ma poi ci ripensò immaginandosi la scenata che Vegeta le avrebbe fatto di lì a qualche ora, quando si sarebbe svegliato.
“Beh” pensò Bulma “allora per dopo sarà meglio addolcirlo con qualcosa da mangiare!”
“Mamma, mamma!” chiamò Bra appena Bulma fu di sotto “Posso chiamare anche un’altra volta le mie amiche per giocare con papà?”
“Meglio di no, Bra!” disse in fretta Bulma “Se no, la prossima volta, penso che tuo padre non si farà scrupoli a commettere uno sterminio di massa!”

Eccomi quindi di nuovo con una ff incentrata su Vegeta alle prese con la sua dolce Bra! Adoro troppo questa coppia! ^^    Ditemi come vi è sembrata, ci tengo tanto! Spero abbia fatto almeno un po' ridere... ^^   Ciao, ciao!

  
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