Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: Erhien    08/01/2013    3 recensioni
Cosa accadrebbe se al ritorno di Sherlock sulla scena londinese John preferisse espimersi con una canzone?
One-shot ridicola e comica, non saprei come altro definirla. Forse anche parodica, bah!
Genere: Commedia, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Allora, la canzone a cui mi sono ispirata mentre passeggiavo per andare a prendere la metro è “Take a bow”, cantata da Rihanna. Ragazzi, buona lettura, perché… è talmente esilarante… e mi sono divertita così tanto! OMG xD I commenti, al solito, sono graditissimi!

 

 

Take a bow or That’s a parody!

 

Era strano che dopo tutto quel tempo la Signora Hudson lo contattasse per telefono chiedendogli di raggiungerla appena possibile al celebre indirizzo di Baker Street, numero 221b.

Il medico John Watson aveva infatti traslocato da anni, perché si era reso conto che sarebbe stata solamente una sofferenza inutile e masochista continuare a vivere là dove tutto era partito, e tutta la sua vita era implosa.

Ha cercato di rimediare al disastro dovuto alla scomparsa di Sherlock creandosi delle cose da fare, accettando di lavorare in un ospedale dove i turni e lo stile di vita avrebbero tenuto a bada i ricordi, lasciando così il posto all’ambulatorio dove aveva incontrato Sarah, di cui in effetti non aveva saputo più nulla.

Inutile dire anche che i rapporti con Mycroft, Molly e Lestrade erano andati disfacendosi, semplicemente perché ognuno di loro ricordava prepotentemente il consulente investigativo. Inoltre, gli altri male sopportavano l’idea di non poter fare nulla per John, poiché nessuno stava soffrendo come lui.

Per tutte queste ragioni per Watson fu difficile spiegarsi come mai la sua vecchia padrona di casa, e non cameriera, come era solita sottolineare, l’avesse chiamato dopo ben tre anni da… dopo ben tre anni.

Avrebbe di gran lunga preferito ignorare il suo messaggio in segreteria e continuare a esistere senza troppe pretese, ma un po’ per educazione, un po’ per senso del dovere, un po’ per nostalgia, il dottore si portò, o quantomeno lo fecero le sue gambe, all’orario stabilito davanti il suo precedente appartamento.

- John?! Gesù, come stai? – lo sorprese il commissario Lestrade alle porte di casa sua. No, della sua vecchia casa.

- Hey. Bene, me la cavo. E tu? Mi sorprende parecchio vederti qui, perdona la sincerità – rispose confuso Watson.

Molly apparve alle loro spalle alla stregua di un fantasma, facendoli letteralmente saltare sul posto:

- Credo che sia arrivata semplicemente ora di ricevere qualche spiegazione –

- Riguardo a cosa? – domandò l’ispettore.

- Oh, cari! Siete già qui! Bene, bene. John, caro, fatti salutare per bene – li salutò all’improvviso la Signora Hudson.

Perché oggi tutti quanti spuntano come fantasmi? Sono io che sono diventato deficiente, o loro sono in segreto ninja? Rifletté il dottore mentre andava ad abbracciare con un carico eccessivo di imbarazzo la vecchia donna.

Fu inevitabilmente difficile riuscire a salire quegli scalini dopo tutto quel tempo. La sola forza che lo spinse a proseguire fu la volontà di non apparire debole e bisognoso di compassione agli occhi dei presenti. Già troppe volte aveva dovuto sopportare con fare diplomatico la loro invadente preoccupazione.

Il tipico, nostalgico e disarmante odore della casa lo accolse tragicamente, ma non si lasciò abbattere da ciò.

Nulla era stato toccato, a parte quelle poche cose che gli appartenevano e che si era naturalmente portato dietro.

Mycroft si presentò a loro dopo essersi levato dalla sedia. Watson non seppe mai se la rabbia che gli salì vedendolo era ancora quel vecchio rancore o il fatto che era seduto nella sedia su cui abitualmente di accovacciava suo fratello.

- John, è un piacere rivederti – lo salutò Holmes, prima che agli altri.

- Ti offendi se ti dico che non è lo stesso per me? – replicò il medico.

Il politico, se così si può definire, accusò il colpo e accennò un segno di saluto agli altri presenti.

- John, caro, forse è meglio se ti siedi per via della gamba? – chiese la Signora Hudson.

- No, sto bene così come sto. Piuttosto sarebbe ora di chiarire alcune cose, come ad esempio questo incontro dei nostalgici anonimi –

- Non essere così duro. Ci sono spiegazioni per tutto quanto, e finalmente potranno essere date – esordì Molly.

- Spiegazioni? Per cosa poi? Scusate, ma vi rendete conto che questa situazione ha dell’incredibile? Ho spostato il mio turno all’ospedale per incontrarci tutti insieme allegramente in questo cavolo di appartamento che sono riuscito ad evitare come la peste per tutto questo tempo senza sapere perché. Intendi dire che mi darai spiegazioni per questo? – sbottò il biondo senza preoccuparsi di ferire qualcuno.

La dottoressa rispose alla sfida che gli aveva lanciato l’uomo con un sorriso di compassione, il che fece alterare ulteriormente Watson.

- Hai ragione, ma ora le parole credo saranno superflue. John, forse è davvero meglio se ti siedi – fece la ragazza.

Il dottore sbuffò per l’impazienza, ma seguì il consiglio sperando così che la situazione si sarebbe evoluta.

E fu così.

Un ulteriore fantasma fece la comparsa in quella strana giornata e in quello strano appartamento.

Ho un tumore al cervello, lo sapevo. Non potrebbe essere altrimenti. Eppure il rumore che fece la padrona di casa svenendo a terra dopo un grido strozzato gli fece intendere che nessun cancro gli aveva dato l’illusione che Sherlock si trovasse in quella stanza con loro. In persona, di ritorno dal mondo dei morti.

- John, bentornato a casa – esordì il giovane Holmes.

Watson rise in una maniera così nervosa e da pazzo che fece preoccupare quei pochi che prima non si erano fiondati sulla donna che si era spalmata a terra.

- Mycroft, lo so che sei un bastardo, ma farmi uno scherzo del genere diventa di cattivo gusto pure per te. Cos’è un attore pagato per farmi venire un infarto? O un qualche ologramma di ultima generazione top-secret? – chiese con rabbia ed isterismo l’uomo col bastone.

- John, è tutto reale! – cercò di dire Hooper.

- Ottimo! Allora se davvero è reale posso fare questo! -. Watson si alzò in preda ad una furia cieca caricando un colpo col bastone per mollare un fendente sulla testa dell’alto uomo riccioluto. Mycroft e Lestrade lo braccarono, ma lui continuò con gli ingiuri.

- Ho visto la tua testa spiaccicata e affogata nel tuo sangue su quella dannata strada! Eppure eccoti qui, vivo e vegeto. Non c’è problema, ci posso sempre pensare io a rimettere in ordine le cose, bastardo! -

- John, per l’amor del cielo calmati! – gridò qualcuno.

- Ho dovuto inscenare la mia morte perché non avevo altra scelta. Ragiona, John, perché altrimenti sarei qui? – cercò di difendersi il consulente investigativo.

- Hai pure il coraggio di usare quel tono di sufficienza con me?! – replicò il suo vecchio compagno di indagini. L’uomo si divincolò dalla presa degli altri due, e non per partire con una nuova carica di botte, ma per… cantare?!

Delle note invasero il salotto impolverato cogliendo tutti di sorpresa, soprattutto Sherlock.

John Watson si stava preparando a cantare?!

Ma ecco che le prime parole uscirono dalle sue labbra, incorniciate da uno sguardo pieno di dolore, risentimento, confusione e rabbia.

http://www.youtube.com/watch?v=J3UjJ4wKLkg

Oh, how about a round of applause, yeah

A standing ovation, Oooh, yeah, yeah, yeah…

 

- John ma che stai…? – cercò di chiedere l’Holmes appena resuscitato, ma uno sguardo di fuoco del cantante lo fece desistere.

Nel frattempo la Signora Hudson si era ripresa e ora si stava disponendo alle spalle di Watson accompagnata dagli altri presenti, nello sconcerto più totale di Sherlock.

 

You look so dumb right now

Standing inside my old house

Trying to apologize

You’re so ugly when you cry

Please, just cut it out.

Don’t tell me you’re sorry

Cuz you’re not

C.D. when I know you’re only sorry

You got caught.

 

John lo indicò con fare drammatico, e con le sue pose ricordò terribilmente allo stangone le boy-band degli anni ’90.

 

But you put on quite a show

You really had me going

But now it’s time to go

Moriarty’s finally closing

That was quite a show

Very entertaining

 

Il gruppo di ballo mimò un pubblico lodante con un applauso muto.

 

But it’s over now

But it’s over now (Fecero il verso gli altri)

Go on and take a bow.

 

Grab your clothes and get gone get gone

You better hurry up!

Before the paparazzi come on come on

Talkin’ bout’

John, I you’re my blogger, the only one

This just looks like a re-run

Please, what game is on

 

And don’t tell me you’re sorry

Cuz you’re not

Sherly when I know you’re only sorry

You got caught

 

But you put on quite a show

You really had me going

But now it’s time to go

Moriarty’s finally closing

That was quite a show

Very entertaining

But it’s over now

But it’s over now

Go on and take a bow!

 

- John, ti supplico, calmati! –

 

Oh! And the award for

The best liar goes to you

Goes to you

For making me believe

That you could be faithful to me

Let’s hear your speech, oh!

 

- Be’, se insisti vorrei ringraziare Molly, perché senza di lei… - ma la musica lo sovrastò.

 

How about a round of appaluse

A standing ovation

But it’s over now…

 

E con queste parole che andavano a scemarsi in note sempre più basse e flebili John guardò con grande commozione e teatralità il vecchio coinquilino, che lo fissava basito. Fu così che Sherlock venne lasciato da solo nel salotto del 221b di Baker Street, perché Watson volò via giù per le scale per riversare il suo dolore in strada, seguito dal suo piccolo coro che come era comparso si disperse negli angoli più remoti di Londra.

 

Ma ecco che Sherlock sì lanciò al suo inseguimento, e per strada lo fermò afferrandolo per un braccio e facendolo voltare per guardarlo negli occhi.

 

- Oh, John, non voglio perderti ancora! L’ho già fatto una volta, non voglio che accada di nuovo! – gli confessò.

- Oh Sherly, e cosa diranno i giornali? E tutti i criminali?! –

- Francamente, caro, me ne infischio! –.

Così Sherlock Holmes e il suo migliore amico, il dottor John Watson, si persero in un bacio in stile film anni ’30, nella più commovente posa che ci possa essere al mondo.

 

Fin

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Erhien