Storie originali > Avventura
Ricorda la storia  |      
Autore: Book boy    08/01/2013    4 recensioni
Il lupo di frontiera. Un lupo, nelle terre fredde e desolate del nord America, racconta una delle sue giornate...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L’alba. La notte cede il passo al giorno e la luna scende per fare spazio al sole. Il cielo ha mille sfumature, tendenti al giallo, al rosso ed all’arancione, con qualche pennellata di violetto, qua e là. Osservo meravigliato quel magnifico spettacolo, mentre il vento mi arruffa il pelo. Abbasso lo sguardo sul terreno innevato. Riprendo il cammino, mentre intorno a me la foresta si infittisce sempre di più, le mie zampe affondano completamente in quel terreno così candido ed immacolato, mentre mi guardo intorno, sempre pronto a difendermi dall’attacco di un predatore, primo fra tutti, l’uomo. Non ho mai avuto buoni rapporti con quella razza, ma, alla fine, sono un lupo, malvisto dal genere umano. Proseguo per la mia strada, ma, ad un certo punto, improvvisamente, mi blocco, come pietrificato: sento dei passi poco lontano da me, ma non so in quale direzione, così resto fermo e mi guardo intorno, cercando di scorgere la preda o il predatore. Ora lo sento più vicino, non so di cosa si tratti, ma non è a più di dieci zampate. Sono ad un bivio: o attendere che mi attacchi, o attaccarlo e sperare di avere la meglio. Qualcosa mi fa balzare il cuore in gola, dietro di me sento un grugnito, non c’è più alcun dubbio, si tratta di un cinghiale. Aspetto ancora alcuni attimi, che mi paiono interminabili, dopo di che mi decido: lo attacco. Mi volto e, fulmineo, corro verso di lui, con falcate lunghe, ma leggere e, in un batter d’occhio, gli sono addosso. Lui grugnisce ancora più forte, mentre, con le sue zampe, cerca di colpirmi, inducendo ad andarmene, ma sono più agile di quest’ultimo e riesco a schivare ogni attacco. Il cinghiale tenta un altro attacco, caricandomi, io mi getto di lato e poi gli risalto addosso, azzannandolo alla schiena, ma, con un colpo, lui mi getta nuovamente al suolo; allora punto alla zampa anteriore sinistra, ma, anche qui, mi respinge, però io non mi arrendo e, con un ultimo balzo, gli sono alla gola e, con una zampata decisa lo sgozzo, facendo zampillare il sangue dalla ferita profonda. Lui, ormai, sa che è giunta la sua ora e, con un ultimo sforzo, grugnisce e si sdraia a terra, imbrattando di sangue la candida neve che si è posata silenziosamente sul terreno durante la notte. Ce l’ho fatta, non ci credo, sono riuscito a sconfiggere il mio avversario e, cosa più importante, potrò fare colazione con un succulento pezzo di carne di cinghiale. Finito l’abbondante pasto, mi rialzo e osservo la posizione del sole: è quasi mezzogiorno. Riprendo la mia strada, mentre la neve cade dagli alberi, sciolta dal caldo tepore del sole. Dopo diverso tempo, per fortuna, arrivo al ruscello, la mia meta originale, dove posso dissetarmi e lavarmi il pelo. Di fronte a me sembra che la foresta non finisca mai, che prosegua all’infinito, con quegli alti pini sempreverdi che si stagliano al cielo. Ad un tratto, però, il sole viene coperto da grandi nuvole e subito capisco che, a breve, arriverà una bufera. Devo trovare riparo, ma, in quella terra fredda ed inospitale, non si trova riparo molto facilmente. Devo trovare per forza una grotta o una caverna, dove stare al sicuro e aspettare che il maltempo passi. Incomincio a cercare un rifugio, quando sul muso mi si posa un fiocco di neve, inizia a nevicare debolmente, la bufera è sempre più vicina. Mi affretto, ma non so quale direzione prendere, allora inizio a correre verso la grande montagna, che ho soprannominato “Cima della Foresta”, dove, forse, troverò asilo all’interno di una delle sue grotte. Corro sempre di più, mentre nevica sempre più forte; le mie falcate si allungano a dismisura e il cuore, nel petto, batte molto velocemente. Riesco a raggiungere la carcassa del cinghiale, che inizia ad essere coperta dalla neve. Poi, fortunatamente, la vedo: è piccola e oscura, ma sembra l’unico riparo nel raggio di diverse miglia: è una grotta. Vi entro e vado fino in fondo, per ripararmi meglio. Mi sdraio a terra, con le zampe anteriori che fanno da cuscino al muso e mi raggomitolo su me stesso per scaldarmi un po’ di più e non patire troppo il gelo della bufera, poi chiudo gli occhi e mi addormento. Mi sveglio dopo molto tempo, fuori sembra che la bufera sia passata. Mi alzo, faccio qualche passo incerto verso l’uscita ed esco. Il tramonto. Le nuvole si tingono di rosa e di arancione, mentre il sole tramonta dietro ai monti ad ovest. Questa volta è lui a fare spazio alla luna, è il giorno a cedere il passo alla notte. Ora il mio obbiettivo è di trovare qualcosa da mangiare e addormentarmi con lo stomaco pieno e la fame placata. Come ad esaudire il mio desiderio, da dietro un albero salta fuori una lepre che saltella a destra e a manca. Io faccio qualche passo felpato e silenzioso verso di lei, poi con una zampata la blocco e con un morso le spezzo l’osso del collo. Anche la cena è servita. Gusto con piacere il buon pasto, mi alzo e, tenendo tra le fauci un altro pezzetto di carne che mangerò domattina, torno nella grotta, mentre il cielo è diventato buio e oscuro, illuminato solamente dalla luna piena e dalle poche stelle intorno ad essa. Mi sdraio nuovamente e chiudo gli occhi, ripenso a tutto ciò che p accaduto durante la giornata e penso al domani, ma poi entro nel mondo dei sogni.
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: Book boy