Titolo:  Petali nel vento
Personaggi:  Sha Gojyo; Cho Hakkai, Son Goku
Pairing: nessuno
Genere: Introspettivo, Malinconico
Rating:  Giallo
Avvertimenti:  nessuno
Conteggio Parole:   440  (FiumiDiParole)
Note  Maritombola   16 Y intende fare una sorpresa a X, ma non ha fatto i conti con l’intervento di Z
          500themesita  456: Petali nel vento

Petali nel vento

Gojyo guardò distrattamente quel mazzo scarlatto, mentre si intratteneva con la prosperosa fioraia. Era una donna non proprio attraente, nell’insieme quantomeno, ma aveva un fisico generoso e sembrava più che disponibile a passare un’oretta di divertimento con lui.
Perché tentennare? A quella stupida idea infantile ci avrebbe pensato dopo.
O almeno così avrebbe voluto. Peccato che una stupida scimmia fosse venuta a disturbarlo proprio sul più bello. E addio dolce fioraia formosa.
Si era limitato a comprare un piccolo mazzo di garofani scarlatti. E se ne era andato, ignorando l’invadente ragazzino.
«Per chi sono quei fiori?» sbottò Goku, sempre dannatamente curioso, sbucando all’improvviso.
«Che te ne importa, stupida scimmia?» replicò supponente dall’alto del suo metro e ottanta l’uomo dai capelli cremisi.
«Voglio saperlo!» berciò l’altro impettito e non ricevendo alcuna risposta decise di fare quello che gli veniva meglio. Pedinare il rosso gigante con tanta costanza da renderlo nervoso.
E così aveva fatto.
Lo aveva seguito per metà giornata, impedendogli di trascorrere il proprio meritato riposo in santa pace.
«Sei un moccioso petulane, che non capisce gli adulti.» aveva sibilato nervoso, una volta tornati alla Jeep. Goku si era addormentato e russava sonoro sul sedile posteriore.
«Siete sempre così vivaci!» la voce gioviale e rassicurante dell’uomo con gli occhiali giunse alle sue orecchie poco prima di trovarselo a fianco, appoggiato al metallo del loro mezzo di trasporto.
Sha Gojyo non disse una parola e glieli porse.
«Garofani rossi?» domandò il pacato autista del loro sgangherato gruppo.
«Sono belli.» fu la sua laconica risposta, mentre si accendeva l’ennesima sigaretta di pessima qualità. Entrambi sapevano il perché di quel gesto ed il significato di quei fiori. Ammirazione.
Era stato il primo sentimento che li aveva legati, quando uno scapestarto e maldestro Kappa aveva salvato la vita ad un youkai che anelava unicamente l’oblio.
Amicizia.
Era occorso molto più tempo perché imparassero a sopportarsi, realmente.
Amore.
Già, amore.
Perduto per sempre, per colpa di un pregiudizio crudele.
Mai ricevuto, nonostante gli inutili sforzi di un bambino triste.
«E’ oggi?» sussurrò a malapena udibile. La sua era una domanda vuota, vana.
Conosceva perfettamente la risposta, come ogni anno.
Cho Hakkai li fissò qualche istante prima di accettarli.
Sciocco, sentimentale di un Kappa.
In fondo il rosso era il loro colore, ciò che li accomunava più di ogni altra cosa.
Rosso sangue: sulle mani, nei capelli, negli occhi, nell’anima.
Hakkai sorrise lieve, carezzandoli in punta di dita poi strinse il pugno, facendoli a brandelli. Il bianco della sua pelle fu vermiglio per alcuni interminabili secondi. E come se nulla fosse allentò la presa e lasciò che il vento li rubasse dalle sue dita.
Petali nel vento.
Rosso nell’aria.
Gojyo non disse nulla. Si limitò ad un sorriso, nascosto dalle lunghe dita agganciate al filtro.