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Autore: Iwantasmile    10/01/2013    15 recensioni
Fu in quel momento che l'anima mi vibrò.
Non ero altro che la sua serva, una semplice ed inutile serva.. e lui, era il mio padrone e il padrone di queste terre: il conte Justin Bieber, d'Inghilterra.
Era appena diciottenne, eppure il padre aveva messo nelle sue mani il potere di quel vastissimo territorio.
Ed io?.. Io ero solo uno dei suoi accessori. Eppure quando il suo sguardo si posò su di me, capii che non avrei fatto altro che stargli accanto per il resto della mia vita.
"Caroline.." Si affrettò a chiamarmi, risvegliandomi dai miei pensieri.
Mi voltai verso di lui e lo guardai aspettando che mi desse qualche compito da svolgere.
"Resta quì con me per oggi." Disse.
Farfugliai qualcosa, dopo di che aggiunse: "è un ordine.E tu, devi eseguire i miei ordini."
Cosa stava succedendo? .. Il mio cuore stava per esplodere.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1789, Providence, Inghilterra


Anche al buio riuscii a vedere Justin farmi cenno di tacere con la mano.
Annuii spaventata. Perché ci nascondevamo? Non stavamo facendo niente di male.
Sentimmo dei passi avvicinarsi allora Justin iniziò a trascinarmi verso un vecchio capanno posizionato proprio dietro il palazzo.
Feci fatica a stargli dietro durante il tragitto così lui mi strattonò qualche volta per incitarmi a correre.
Il vestito mi impediva fare grandi passi, e se provavo a farne piccoli ma veloci, potete solo immaginare quanto mi sentivo ridicola.
Per cui, ad un tratto senza sapere perché, d’impulso, mollai la mano di Justin e mi alzai il vestito fino alle ginocchia dopo di che ripresi a correre.
Justin si voltò per cercare di capire perché avessi mollato la sua mano, e quando si accorse del motivo cercò in tutti i modi di ridere silenziosamente.
Frettolosamente entrammo nel capanno e ci nascondemmo nell’angolo più remoto.
Lui si mise con le spalle al muro costringendomi a comprimermi sul suo corpo.
Non che non volessi.. anzi.
“Perché ci nascondiamo Justin?” Chiesi poi a bassa voce mentre lui circospetto sbirciava fuori da una fessura nel capanno.
“Non hai capito chi era che ci cercava?” Chiese, quasi mimando.
Scossi la testa e cercai di ricordare quella voce. Niente, non mi era familiare.
“Il secondo braccio di mio padre Caroline. Ho pensato che vedendoti li appartata con me a strillarci contro avrebbe sicuramente pensato a male.. così..” Farfugliò respirandomi sulla testa.
“Non so chi sia.. ma.. perché?” Dissi allarmata.
“Credo che lui ci controlli.” Concluse.
“Grazie.” Lo interruppi sorridendo.
A lui non avrebbe fatto nulla, a me sicuramente me ne avrebbe fatte passare delle belle.. in sintesi.. l’aveva fatto per me.
Ci furono altri passi attorno al capanno.
Alzai le testa e il mio sguardo si scontrò con quello di Justin che mi fece cenno di tacere.
Poi pian piano, non si sentii più nulla.
Mi distaccai da Justin e feci per uscire dal capanno, quando lui mi afferrò da un braccio e mi trascinò nuovamente dentro attraendomi a se.
“Aspetta.. sicuramente starà aspettando di vederci uscire. Non possiamo andarcene subito.” Disse.
Annuii gravemente.
Dopo quello che mi aveva detto non era facile restare sola con lui..
E poi.. mi aveva quasi baciata o me l’ero solo immaginato? Scrollai le spalle cercando di pensare ad altro, e non fu difficile visto che le sue parole continuavano a rimbombarmi nella mente.
Mi aveva offesa gravemente, e senza una ragione ora  mi sentivo a pezzi.
Mi allontanai ugualmente da lui e mi misi a sedere qualche centimetro più in la.
Poco dopo si mise a sedere affianco a me. Doveva smetterla di avvicinarsi così, mi confondeva.
“Mi.. dispiace.” Sussurrò dopo tanto sforzi.
Si stava forse scusando?..
Annuii gravemente sentendomi lusingata. Si stava scusando, un conte, con me che sono la sua serva.
Aveva ragione mamma a dire che mi sarei trovata bene.
“Dimmi qualcosa.” Aggiunse poco dopo sempre sussurrando.
“Cosa dovrei dirti Justin?.. Non mi hai lasciato nemmeno il tempo di chiederti per cosa ti fossi arrabbiato?” Risposi.
“Non so nemmeno io per cosa. Quando il marchese ti ha presentato quel ragazzo non so per quale motivo non ci ho visto più.” Disse a voce bassa appoggiando la testa al muro.
“Mi stava solo presentando suo nipote.. credo che fosse.” Dissi corrugando la fronte al pensiero di quel ragazzo.
“Anche il tipo all’entrata.. lui.. “ Disse prima di sbuffare e scuotere la testa.
“Scusa.. non centri nulla e non dovevo farti quella sfuriata.” Disse poi alzandosi.
Mi porse una mano e mi alzai anch’io, accettando le sue scuse.
“Andiamo.” Dissi poi seguendolo verso l’uscita.
La sua mano stringeva ancora la mia, e inaspettatamente mi fece salire dei brividi lungo la schiena.
Si guardò intorno furtivamente dopo di che a passo svelto rientrammo a palazzo, fortunatamente senza nessun intoppo.
“Aspetta.” Disse prima che tornassimo agli ospiti.
Mi voltai e lo guardai.
“I capelli.” Disse indicando la mia acconciatura.
Lo guardai senza capire, dopo di che mi fece girare e lentamente iniziò ad armeggiare con i miei capelli.
“Ecco fatto.” Disse ad un tratto.
Sorrisi e insieme tornammo agli ospiti. Questa volta non mi staccai da lui nemmeno per un istante.. per evitare che il marchese Bekilin mi presentasse qualche altro membro della famiglia.
“Che cosa dicevi delle ragazze che mi vengono dietro?” Mi chiese ad un tratto Justin prendendomi sotto braccio dolcemente.
“Victoria,Susanne e tutte le loro amichette. Non ne ho la certezza.. ma noi donne abbiamo una specie di linguaggio in codice.” Dissi prendendo un calice con dentro una strana bevanda da ricchi, come quella del Conte Bieber.
“Avanti, non c’è nessun linguaggio in codice fra donne Caroline.” Disse sorridendo ad un uomo di fronte a noi.
“C’è invece fidati.” Replicai sicura di me.
Già, tutte loro con uno sguardo, un gesto, una parola.. mi avevano fatto capire che mi odiavano.. grazie a lui.
“L’uomo di tuo padre qui non può vederci?” Chiesi improvvisamente.
“No, lui non entra.” Replicò prendendo anche lui un calice.
“Come facevi a sapere che ci spiava?” Chiesi ancora.
“Conosco mio padre talmente bene che posso prevederlo Caroline.. Shh ora fingi.” Disse mentre Susanne ci venne incontro.
Sorrisi maliziosamente e mi aggrappai ulteriormente al braccio di Justin.
“Justin..” Disse fermandosi di fronte a lui.
Justin sorrise e la baciò sulle guance velocemente, dopo di che anche lui si accorse di tutte le altre ragazze in lontananza, fra cui Victoria che guardavano verso la nostra direzione.
Dio quanto erano infantili.
“Lei è Caroline.. Contessa di Roma, Italia.” Disse Justin indicandomi.
Levai lo sguardo dal gruppetto di ragazzine e guardai Susanne con aria trionfante.
“Ci hanno già presentate.” Dissi poi.
Susanne annuì velocemente, dopo di che tornò a Justin.
“Voi due?..” Chiese poi fingendo un sorriso.
“Si, ho chiesto al padre di Caroline il permesso di poterla frequentare, e lui ha acconsentito..” Disse voltandosi verso di me e sorridendo.
Ricambiai il sorriso.
Eccome se avrebbe acconsentito mio padre. Avrebbe fatto i salti di gioia addirittura.
“Oh beh.. devo.. io.. vado.” Balbettò prima di voltarsi per tornare dalle sue amiche.
Iniziarono poi a sibilare, probabilmente contro di me.
“Ora ti è chiaro?” Chiesi a Justin fissandolo negli occhi.
“Avevi ragione forse.” Ammise.
“Sai fingere.” Dissi poi.
Lui scosse le spalle e sorrise.
“Mi sono immedesimato. E ho cercato di immedesimare te. Tuo padre dici che avrebbe acconsentito?” Chiese poi ridendo.
Scoppiai a ridere, facendo girare qualche nobile verso di noi.
“Saremmo già marito e moglie caro.” Risposi abbassando i toni.
Un ragazzo si avvicinò a noi, e pensai che volesse salutare Justin, fin quando lui non mi spinse dietro le sue spalle.
“Signorino Bieber.. suo padre..” Disse con aria affannata.
“Che succede Primo?” Chiese Justin severamente.
Sicuramente quell’uomo era quello mandato da suo padre.
“è morto.” Disse poi senza indugiare.



Salve ragazze :33
Tutto bene? Mi dispiace di aver pubblicato tardi e mi dispiace che il capitolo sia un po’ confuso.
Ma ho un sacco da studiare çç
Spero recensirete comunque.
Scappo, un bacio
-Erika
@I_amawolf

MI SCUSO PER GLI ERRORI
  
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