Il momento che odio di più è arrivato un'altra volta. Come un'ulteriore punizione per non so quale reato, la mia carceriera apre lo spiraglio nella porta che usa per tenermi d'occhio. La cosa buffa (per lei lo è di sicuro) è che lo sappiamo entrambe che da qui non potrei mai riuscire ad evadere. Pareti imbottite che non mi permettono di fare uscire un suono e un'unica piccola finestra di un vetro infrangibile rendono impossibile anche solo pensare a una fuga. In più sono totalmente disarmata. Eppure lei deve trovare molto divertente venire a fissarmi attraverso quell'apertura mentre mi rannicchio spaventata sul letto. Si, non posso farci niente, mi fa paura. I suoi occhi sono tutto quello che riesco a scorgere di lei ed è già abbastanza. So che è stata lei a rinchiudermi qui dentro, vedo nel suo sguardo che si compiace nell'avermi sotto chiave. Non so per quale motivo ma devo averle dato fastidio, suppongo. Certe volte ho paura che entri e mi uccida perché forse si è stancata di questo gioco e non le servo più a nulla. Ma non è ancora successo, invece si limita a fissarmi con quegli occhi freddi, cattivi, totalmente privi d'amore che penetrano nelle mie deboli difese come coltelli affilati. Per quanto ancora andrà avanti così? Per quanto dovrò aspettare il mio salvatore? Chiudo gli occhi e prego che quella donna se ne vada e poi con la mente chiamo lui, perché mi trovi in fretta.