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Autore: ElainBlack    10/01/2013    3 recensioni
Non credo esista il colpo di fulmine, non puoi innamorarti di qualcuno senza conoscerlo, dopo un solo sguardo. Credo che il colpo di fulmine o amore a prima vista sia solo una scusa inventata da chi si conosce a malapena per far iniziare la loro storia, che non ha fondamenti. Non credo alle storie di amore che iniziano con uno sguardo, con le farfalle nello stomaco e gli occhi che luccicano…sono tutte stupidaggini...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Mi vide, mi amò; la vidi, l'amai “ disse la professoressa leggendo una frase di Du Ryer  “ Scrivendo ciò in questo testo teatrale, Du Ryer si riferisce al colpo di fulmine, o amore a prima vista...e con ciò arriviamo alla discussione di questo mese...per voi esiste l'amore a prima vista?”
Ecco siamo arrivati al fatidico giorno in cui ci mettiamo a litigare perché non siamo d'accordo tra di noi, eppure dovremo parlare civilmente, o almeno così vorrebbe la professoressa, che organizza un ''dibattito'' ogni mese, per farci esercitare nell’esporre le nostre idee, ma l’unico risultato che ottiene è un gran mal di gola per dirci, anzi urlarci, di usare toni più ‘’pacati’’.

Una mia compagna alza la mano per prendere la parola, e dar inizio alla discussione, così capisco che è arrivato il momento di smettere di ascoltare, e prepararmi solo una frase ad effetto nel caso la professoressa mi chiedesse di intervenire.  Ma a differenza del solito, la mia mente comincia ad elaborare più pensieri del dovuto, e così mi metto a discutere da sola nella mia testa su quel che penso del colpo di fulmine.

Non credo esista il colpo di fulmine, non puoi innamorarti di qualcuno senza conoscerlo, dopo un solo sguardo.
Credo che il colpo di fulmine o amore a prima vista sia solo una scusa inventata da chi si conosce a malapena per far iniziare la loro storia, che non ha fondamenti. Non credo alle storie di amore che iniziano con uno sguardo, con le farfalle nello stomaco e gli occhi che luccicano…sono tutte stupidaggini per quanto mi riguarda.

L’esclamazione esasperata della professoressa, per far abbassare la voce ai miei compagni, mi distoglie dai miei pensieri, così resto in uno stato di semi incoscienza fino alla fine della lezione.
Quando suona la campanella, mi affretto a fare la cartella, dopo cinque ore stancanti finalmente è arrivato il momento di tornare a casa.
‘’Ci vediamo dopo Angelica?’’ mi chiede una mia amica.
‘’Oh…si va bene, ci sentiamo per fissare l’ora’’ le rispondo mentre mi avvio verso la porta della classe.
Accelero il passo per uscire da scuola prima della tradizionale calca.
Quando finalmente esco dal cancello della scuola, rallento e mi avvio verso la fermata dell’autobus.
Ho la testa tra le nuvole e non presto attenzione a quello che succede intorno a me, a poca distanza dalla fermata urto per sbaglio un altro ragazzo.
‘’Scusa, non volevo’’ dico girandomi verso di lui.
 ‘’Non di preoccupare’’ mi risponde.
Incontro per un secondo i suoi occhi…e la terra smette di girare, il mio stomaco si annoda su se stesso e poi si scioglie, e sento il desiderio di non staccarmi più da quegli occhi.

Vi sono secondi che durano secoli. Il colpo di fulmine è un secolo che dura un secondo.

Continuo a camminare fino alla fermata e contino a  guardarlo di sottecchi.


Vestito nero che mi arriva un po’ più in su del ginocchio, troppo corto per i miei standard, collana lunga con un ciondolo a forma di ala, scarpe nere con un po’ di tacco, troppo alto per i miei standard,  e trucco…troppo trucco per i miei standard.  Mi guardo allo specchio prima di uscire per andare alla festa di compleanno di una mia amica.

Dopo un ora arrivo davanti al luogo della festa e saluto le mie amiche. Il luogo della festa è un piccolo locale, con le pareti dipinte di nero e faretti che illuminano ben poco, e ovviamente è fornito di casse per la musica che potrebbero sfondare i timpani ad un elefante (?). Inoltre sul retro del locale c’è un giardino, che sembra il contrario della stanza interna dove già rimbomba la musica, è tranquillo con tre piccoli lampioni che diffondono la loro luce, una piccola fontana da cui sgorga un lento e modesto getto d’acqua.

Resto con le mie amiche finché l’entrata di un gruppo di ragazzi non cattura la mia attenzione, sono quattro, ma potrebbero essere anche cento, perché presto attenzione a solo uno di loro… il ragazzo della fermata. Il mio cuore perde un battito e deglutisco rumorosamente. Il mio cuore comincia a battere all’impazzata…cosa mi sta succedendo?!
Lui si gira e incrocia il mio sguardo e abbozza un mezzo sorriso…chissà magari anche lui mi ha riconosciuta, ma ne dubito fortemente.
La festeggiata va a salutarli tutti e quattro.

La festa va avanti, c’è chi comincia a non ricordarsi più il proprio nome, chi perde l’udito e chi invece si siede in un angolo a pomiciare con un perfetto sconosciuto.
Decido di uscire per ritrovare un po’ di calma, tutto ciò non fa per me!
Esco nel piccolo giardino camminando in modo quasi ridicolo per il mal di piedi.
Giuro che questa è l’ultima volta che mi metto i tacchi! Mi dico mentre percorro un vialetto segnato con la ghiaia bianca.
Poi mi appoggio al muretto che delimita la fontana e comincio a guardare l’acqua.

Mi perdo dentro ai miei pensieri quando all’improvviso sento una presenza accanto a me.
‘’Ti nascondi dalla festa?’’ dice una voce all’improvviso.
Mi giro di scatto e mi ritrovo lui, capelli castano scuro, occhi verdi, più alto di me, che guarda l’acqua della fontana.
Mi sento il cuore in gola…non so cosa mi stia prendendo!?
‘’Non fa per me tutto ciò’’ rispondo cercando di ritornare ad essere calma.
‘’Non ami la confusione?’’
‘’Esatto e non capisco come ci si posso divertire ubriacandosi o pomiciando con il primo che capita, con la scusa di essere ubriachi’’
‘’Capito’’ risponde semplicemente.
Intanto continuiamo a guardare entrambi l’acqua della fontana.
‘’Sai quando ti ho vista la prima volta alla fermata mi eri sembrata una ragazza molto più espansiva’’ dice senza distogliere lo sguardo dal nostro debole riflesso nell’acqua.
Arrossisco…allora si ricorda di me.
‘’Le prime impressioni possono essere sbagliate alcune volte’’ replico seccamente.
‘’Già…ma non tutte’’ comincia ‘’una prima impressione che ho avuto di te si è rivelata giusta…’’
Abbasso lo sguardo sulle mie mani, non riesco nemmeno a guardare il suo riflesso, non mi piace quando gli altri parlano di me.
‘’Quale?’’
‘’Ho avuto l’impressione che tu mi piacessi’’ dice girandosi lentamente verso di me.
‘’Non sai nemmeno il mio nome, non posso piacerti!’’ affermo convinta.
‘’Mai sentito parlare di amore a prima vista?’’ .
‘’Si, ma non ci credo…’’ dico mentre la mia convinzione comincia a diminuire.
Non voglio ragionare su quello che sta succedendo, so che se cominciassi a ragionare arriverei ad una sola conclusione, e farei crollare tutte le mie convinzioni sul fatto che non esista il colpo di fulmine e tutto il teso…ma cosa potrebbe essere la sensazione che sento nel mio stomaco ogni volta che lo guardo se non le famose ‘’farfalle nello stomaco’’! Perché sennò sorriderei ogni volta che lo vedo? Perché il mio cuore batte a mille ogni volta che incrocia il mio sguardo?
Cosa potrebbe essere tutto ciò se non le prove del fatto che lui mi piaccia?!
Ma la mia parte razionale continua a dirmi Non sai nemmeno il suo nome, o quanti anni ha, non sai nulla di lui.
‘’So che senti le stesse cose!’’ dice avvicinandosi a me e accarezzandomi il viso con la mano.
‘’Non mi conosci, non puoi saperlo’’ rispondo cercando di sottrarmi al suo tocco.
‘’Lo vedo, da come mi guardi, e anche da come non mi guardi…l’ho visto dalla tua reazione quando mi hai visto stasera…lo vedo dai tuoi occhi in questo momento…’’
Sposto di scatto lo sguardo verso terra, e resto in silenzio fissando la punta delle mie scarpe..
‘’Non dare ascolto alla tua parte razionale che dice che non può esistere il colpo di fulmine, ascolta il tuo cuore’’ sussurra avvicinandosi sempre di più alle mie labbra.
Potrei voltarmi, rispondergli, dirgli di allontanarsi, girarmi e andare via, ma ogni centimetro del mio corpo rimane li fermo aspettando quel contatto con le sue labbra.
Si avvicina lentamente finché non mi sfiora le labbra con le sue, dandomi un bacio leggero come un soffio ma importante come l’acqua. Lentamente diventa più insistente finché non rispondo al suo bacio.
Quel bacio dura un secondo, o forse un secolo, o forse molto di più, oppure molto meno.
Continuo a pensare al fatto che non è possibile, che tutto ciò non dovrebbe succedere, ma continuo a rispondere al suo bacio, finché non ci stacchiamo e lui mi attira in un abbraccio contro il suo petto.

‘’Come ti chiami?’’ gli chiedo quasi in un sussurro.
‘’Mattia  e tu?’’
‘’Angelica’’

Tutto ciò dovrebbe essere sbagliato, ma siamo con una calamita e il ferro…può la calamita impedire al ferro di attirarla? Può il cielo separarsi all’orizzonte dal mare? Così noi due come cielo e mare, come ferro e calamita sento che non potremo separarci.


Oneshoot scritta di getto.
Spero vi sia piaciuta...comunque in qualsiasi caso grazie per aver letto.
  
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