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Autore: Sirene Chan    30/07/2007    12 recensioni
Piccola fic su una coppia che nessuno calcola (neanche io): Tenshinhan e Lunch.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tenshinhan e Lunch

Tenshinhan e Lunch

 

Uno, due, uno due….

Le braccia iniziano a dolermi. Bene, segno che l’allenamento funziona.

Continuo, imperturbabile, anche se ogni tanto sollevo lo sguardo per ammirare l’incantevole panorama che la cima di questa montagna offre.

E’ estate, perciò niente neve. Peccato. Il freddo rigenera, rinvigorisce. E poi io amo il freddo, mentre il caldo non lo posso soffrire. Rende deboli, affatica.

Mi prendo 5 minuti di relax, dopo ore ed ore di allenamento.

È quasi l’ora di pranzo, ed i raggi del sole sbattono violentemente sulla mia testa, protetta da neanche un capello.

Il mio amico Jiaozi si è preso un periodo di tempo per pensare, e fare meditazione. Io ho acconsentito, pur sapendo bene che ne avrei sentito la mancanza.

Ed ora sono qui, a godermi un panorama mozzafiato, che sarebbe più giusto gustarsi affianco ad una persona cara.

E invece io sono solo.

- Tenshinhan!!!-

Mi correggo. Non sono solo.

Lunch sta venendo verso me, con un cestino in mano.

Maledizione, perché quella donna sa sempre dove mi trovo?

Assumo la faccia più contrariata che posso, cercando di farla allontanare. Ma lei sembra quasi non accorgersene, e continua ad avanzare verso me.

Appena mi è lontana solo un metro, sorride, iniziando a parlare.

- Ti ho preparato il pranzo, Tenshinhan! Sapevo che eri qua! -

Ora ha i capelli blu. Significa che è la sua parte gentile. Meno male, perché l’altra è davvero terribile!

Poggia il cesto di vimini sull’erba, e toglie il fazzoletto che copriva il contenuto, e scopre un sacco di leccornie.

Io, seppur tentato, me ne sto fermo ad osservare freddo quello che la ragazza con tanto amore stava facendo.

Dice di volermi far felice, e non mi da tregua. Mi sta sempre appiccicata, e non molla mai. E’ un osso duro perfino per un combattente come me.

Tsk!

Ripenso alle figuracce che ho fatto in battaglia, quando sia io sia il mio amico Yamcha venivamo subito sbattuti a terra, già feriti.

La frustrazione di non poter far niente ci riempiva di rabbia, ma non potevamo far altro che aspettare e sostenere moralmente i veri eroi delle situazioni, ovvero i sayan.

Lunch allunga la mano verso la mia bocca. Tiene in mano un pezzo di qualcosa che ha tirato fuori dal contenitore.

Io, svogliato, giro la testa, per evitare di avere in bocca del cibo non gradito. Ma con la coda dell’occhio vedo la delusione sul volto dalla ragazza.

- Perché mi rifiuti sempre, nonostante io mi preoccupi per te? -

Io, per tutta risposta sbuffo, e mi rialzo in piedi. Devo allenarmi, non fare un pic-nic!

- Lunch, vai via. Mi disturbi. -

Una lacrima vuole scendere sul suo viso, devo ammettere molto grazioso.

Io la guardo, e mi addolcisco. In fondo è una ragazza così gentile. Si occupa di me come fosse mia moglie e…

Alt. Frena.

Mia cosa?

Moglie?

Lo sguardo ridiventa duro, irrigidito da quello che ho appena pensato.

- Non sto cercando una moglie, Lunch. -

Lei, da una parte sollevata perché avevo capito il suo intento, dall’altra intristita dalle mie parole, si alza, puntando a terra i piedi e stringendo i pugni.

- Perché, Tenshinhan? Cosa ho che non va? Perché semplicemente non mi ami come ti amo io? -

Io me ne sto zitto, e rifletto. Non ho mai pensato di potermi trovare veramente una moglie. A me interessano solo gli allenamenti. Niente altro.

Lei si gira, sofferente. Mi impedisce di vedere il suo volto, ora bagnato da grosse e sofferte lacrime.

Io sono ancora confuso dalle sue parole, di cui solo ora ho realizzato il significato.

Lei mi ama?

Come può fare una cosa stupida come questa?

Non sono bello come Trunks, non sono intelligente come Vegeta, non sono affascinante come Yamcha, non sono dolce come Crillin, non sono FORTE come Goku.

Come può amarmi?

Le chiedo il perché del suo affetto.

Lei si gira, mi guarda negli occhi. I suoi sono ancora lucidi, e devo ammettere che sono proprio belli.

- Io ti amo per come sei. Mi piaci così, e non cambierei una sola virgola di te. Per me sei perfetto! -

Grida, sconvolta.

Io, non sapendo che fare, resto li, fermo come un soprammobile, guardandola singhiozzare, con le mani sulla faccia.

Che faccio?

Che le dico?

In fondo, ora che ci penso, l’unico motivo per cui la tratto male è perché mi interrompe gli allenamenti. Non ho nulla di personale contro di lei.

Mi decido a muovermi, e mi avvicino a lei. Le metto una mano sulla spalla, e lei alza la testa verso me.

- Scusa… - riesco a mormorare.

Lei, dopo essersi velocemente asciugata gli occhi, mi sorride. E poi fa una cosa inaspettata.

Con uno slancio mi viene incontro, e mi circonda con le braccia affusolate. Mi sta abbracciando.

Oddende, che situazione imbarazzante. Arrossisco, ma la circondo con le mie braccia forti nonostante il mio disagio.

In fondo, non è tanto male.

Si, potrei anche abituarmi.

Non che le abbia detto esplicitamente che ricambiavo qualcosa per lei.

Ma da questo abbraccio avrà pur intuito qualcosa, no?

Spero vivamente di si, perché a parole per me, esprimere qualcosa è un impresa impossibile.

Effettivamente è un bel momento…

Starnutisce.

Oddende, NO!

Abbassò lo sguardo, e vedo che la testa, poco fa blu, è diventata bionda. Anche lei alza lo sguardo, e noto con terrore che non è più dolce ed intimidito, bensì forte e determinato.

- Tenshinhan!!! Sei mio!! -

Si mette a gridare, ed io mollo la presa, terrorizzato da quel volto.

Come un codardo, mi volto ed inizio a correre. Beh, se non altro faccio allenamento.

Lei mi insegue, assatanata.

Quando fa così fa paura. E’ pericolosa, e non si può alzare un dito contro di lei, perché è pur sempre una donna.

Ecco l’inconveniente di essere innamorato di una donna dalla doppia personalità.

Continua ad urlare di fermarmi, che staremo insieme per l’eternità.

Accipicchia, un eternità è un bel po’ lunga…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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