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Autore: IoTiAmo    23/07/2004    10 recensioni
Questo è un sogno che ho fatto.....mi ha lasciato i brividi così ho voluto scriverlo
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Daniel Radcliffe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so cosa mi e preso, ma so soltanto che una mattina nel mondo dei miei tanti sogni, mi ero svegliata… Era l’alba, ed io stavo all’inizio della discesa di “Rocco Giocattoli” vicino a casa mia in Italia Roma. Avevo addosso solo il mio pigiama che mamma mi aveva comprato in spiaggia, a piedi nudi feci dei passi…. La mia pelle si raddrizzo dal freddo che faceva, ma continuavo a scendere la discesa. Un vento leggero ma forte arrivo all’improvviso aiutando la situazione al minimo. Con lui porto delle foglie vecchie e secche. Mi girarono a torno e volarono via. Poi, una foglia verde mi fermo mentre lei danzava dolcemente con il vento. Ero lì a guardarla davanti a me. E come se poi fosse una telecamera a riprenderla, si vede la foglia volare sempre più su, finche dei raggi del sole vengono catturati fuggenti tra i mille palazzi… Di nuovo a me adesso. Finalmente sto alla fine della discesa. Le porte automatiche sono aperte, come se stessero ad aspettare un arrivo, il mio arrivo. Entro dentro senza pensare. Sono come in un trance… Mi fermo. Guardo in giro senza muovere la testa. Avevo la mensa sensazione che qualcuno mi stesse osservando. Ma non cera anima viva… Sorprendentemente, il pensiero non mi fece paura. Non avevo paura per niente. Tranquilla ero tranquillissima. Camminai in mezzo ai banchi pieni di roba. Il primo portone che portava all’altra stanza era chiuso. Lo guardai fisso. E a quel momento mi accorsi che c’era una cosa o qualcuno che mi fissava dall’altra parte con attenzione. Un brivido gelato mi attraverso il corpo. C’era qualcuno… Tolsi lo sguardo dal punto dove credevo che si trovassero gli occhi. E prosegui. C’era molto silenzio.Era tutto così silenzioso che sembrava che il silenzio fosse un rumore orribilmente forte. Apri la bocca per respirare meglio, all’improvviso sembrò come se l’aria fosse sta risucchiata via. Così pensai di chiudere le labbra ormai secche mentre mi avvicino al secondo portone. Era aperto… Entrai dentro. La sensazione di essere osservata aumentò. No c’era né vento n’aria. Ma All’improvviso. Face freddo… Mi girai verso il reparto giocatoli, il freddo aumentò, divenne più forte. Ad un certo punto, fu il freddo a guidarmi. Assumendo totale potere su di me. Il freddo mi spinse piano verso un angolo…E poi si fermò. Ero alla curva. Il freddo però, si senti ancora, più forte che mai. Una visione del mio caldo letto mi venne all’improvviso. Ma fu scacciato via dalla mia mente quasi subito da uno schiaffo gelido… Non c’era vento. Solo qualcosa di freddo. Quell’aria era Fredda….Gelida. Quell’aria…Mi aveva impedito di pensare…Quel aria…Aveva un cervello suo… Averti qualcosa. Ma non capi esattamente cosa. Volevo voltare l’angolo e scoprire cosa cera perché ero li, infondo, erano solo due passi e fatto. Ma, volevo allo stesso tempo girare I tacchi e scappare. Feci un passo. Ero all’estremità. Chiusi gli occhi e feci un altro passo aprendoli prima di chiuderli del tutto. Davanti a me c’erano due occhi blu che mi guardavano come due calamite…Feci un ultimo passo senza togliere lo sguardo da quella creatura dai bellissimi occhi blu. Egli mi guardava con attenzione, forse pure un po’ come un predatore. Il respiro mi mancò dalle labbra mentre finalmente i miei occhi ebbero dato la vincita agli altri dopo aver fissato cosi intensamente. Dandomi la possibilità di guardare il resto di quegli occhi blu. Quei brillanti occhi blu erano coperti da sottili occhiali rotondi… No…Non era possibile… Le sue vesti erano nere con un lungo mantello. Entrambi erano coperti di polvere ma si vedeva che erano nuove. Il colletto della camicia Bianca era chiazzato da una sostanza nera…I mie occhi salirono su del colo un po’ graffiato. Le labbra sottili ma sorprendentemente morbide e rosa a vedere erano formate in un ghigno. Non più in una linea stretta. La guancia destra era graffiata, la sua faccia era tutta zozza. Ma quello non mi fermo a farmi battere forte il cuore… Abbassai gli occhi al petto, sul davanti del mantello c’era ricamato sopra un leone dorato. Il mio cuore batto più forte. Alzai gli occhi ai capelli un po’ spettinati ma perfetti. E gli abbassai di nuovo verso quegli occhi… Mi guardavano come da predatori e io la loro preda… Ero sicura adesso. Stavo in un trance... Era possibile? Mi domandavo. Quello- Ma non potrei mai finire quel dubbio. Quello schiaffo d’aria gelato era apparsa subito, facendo congelare ogni mio dubbio. Per poi lasciandomi sola di nuovo. Lo sguardo a calamita era diventato più intenso. “Lo sai il mio nome, Flaminia.” Disse piano pronunciando il mio nome con possessione. L’improvviso gesto mi allarmò. Ma non mi fece star zita. “Credo che sia impossibile…” la mia voce era piccolo e debole. Come se fosse impaurita dalla sua voce forte e chiara. In risposta sorride, ma il suo sorriso non arrivo agli occhi. I suoi occhi ora si erano a cessi di una luce che non sapevo dire se fosse, di più stile predatore o semplicemente maliziosa. Fece un passo vicino al bancone di giocattoli vicino a lui senza togliere lo sguardo. Afferrò un oggetto di plastica. Lo rompe dallo scatolone e all’improvviso quell’oggetto di plastica era diventata vera. Era quella spada… Il suo sorriso si allargo di un centimetro. Stavolta mi rispose. “Che cosa è impossibile, Flaminia. Aver potuto trasformare questa spada giocatolo in quella vera oh semplicemente il fatto che io sono qui?” Pronuncio ogni parola parlando piano come se fosse spigando un bambino di sei anni come contare. Le mie pupille si dilatarono dallo stupore… Stavo per rispondere quando, lui feci cadere la punta della spada attera facendo un rumore assordante. C’erano 5 metri massimo di distanza fra me e lui ma la vibrazione l’avevo sentita forte e chiara. Poi, la trascino su davanti a lui puntandola un pò a me e un pò in alto. Fece un passo in avanti. Il cuore mio stava andando a mille. “Dimmi, Flaminia…Di il mio nome…Chi sono io, Flaminia, chi sono?” Senza volerlo, andai avanti di un passo. L’azione fece avere uno sguardo tipo divertito su di lui. Alzò una sopraciglia tenendo quegli incredibili profondi occhi blu fissi su I miei. Ero come attratta da lui, quegli occhi…Ero certa che erano due calamite, ero cosi attratta da loro che stavo per fare un altro passo… La forza era incredibilmente forte. Sentivo che stava per prendere totale controllo verso di me. Lo sentivo. Le mie gambe erano mole, il mio cervello non lavorava bene. E tutto per colpa sua… Un altro schiaffo gelido arrivo, facendo dimenticare quel mio pensiero. Senza che me n’ero accorta, lui stava avanzando su di me. Il respiro mi manco, non l’avevo mai visto cosi da vicino. Il cuore andò più forte, la grave mancanza d’ossigeno era dispensabile. Dovevo scappare. Sotto lo sguardo di quegli occhi, l’unica cosa che potei fare era un piccolo passo indietro. “Paura?” era una domanda breve e semplice. Paura. Mi sorrise con l’aria divertito. Lo sguardo da predatore a mille. Mi feci coraggio. Dovevo dire qualcosa. Leccai le mie labbra ormai asciutte, sorprendentemente, tolse lo sguardo dai miei occhi per fissare le mie labbra. Una strana luce aveva subito preso vita nei suoi occhi. Era desiderio di…Volere. Tutto accade cosi veloce ma, la breve mancanza dei suoi occhi su di me era stata, torturante. Dovevo vederli, dovevo sapere che qui occhi guardavano me e soltanto me. Che quegli occhi dovevano essere per me. Feci un altro passo indietro dalla mia possessione verso lui ne ero sorpresa. Lui avanzo di un altro passo. “Non ho paura.” La mia voce era ancora debole ma stavolta era più decisa. Lo sguardo a calamita mi fece dire una cosa invece che non pensavo. “Sono terrorizzata.” Alzò di nuovo le sopraciglia. Lo sguardo fisso. Era vicinissimo adesso. Se lui puntasse la punta della spada a me, mi avrebbe certo toccato il collo. Per mio terrore, era la sua esatta prossima mossa. La punto sul collo sotto il mio orecchio destro. La lama era gelida. Con la spada spinse la mia testa verso sinistra. Fece scorere la lama quasi delicatamente sul mio collo e gola fino giù al top del mio pigiama. Spinse il bordo del top in giù facendo cosi mostrare il mezzo del mio seno. Poi tolse la spada ed era di nuovo acanto al mio collo. “Chi sono? Dai, di il mio nome. Non ci credo che non lo sai.” Fece un passo in avanti. La spada gelida striscio lungo il mio collo senza tagliarmi. Il suo sguardo era cosi…Dominante che mi sfidava a prendere un altro passo indietro. “Tu…” adesso si, ero veramente terrorizzata. Fece un altro passo in avanti. Era altissimo. Dovevo spostare la testa un po’ in su per mantenere lo sguardo. “Si?” spinse la lama un pò più forte. “Tu sei…” mi mancava l’aria. Non per la gelida pressione della spada sul mio collo ma per il fatto di averlo cosi vicino mi era venuta un improvvisa voglia di stare più vicino a lui… La mia mano fece un movimento per toccarli i cappelli o qualsiasi altra parte basta che era lui…La tirai indietro quasi subito, pentita dal mio show di debolezza. Anche se non era una buna idea, chiusi gli occhi. Sentivo solo silenzio… Riapre gli occhi e feci un leggero balzo indietro. In quei secondi d’occhi chiusi, lui aveva avanzato su di me. Abbassò la spada a terra. E mi guardo per prima volta con un altra espressione. Dolcezza. Ero rimasta colpita. Lo guardai a bocca leggermente spalancata. Il suo volto era rilassato, come se fosse in pace. Le sopraciglie prima tese erano lasciate libere…Lo sguardo a predatore era stato dolcemente trasformato in amorevolezza. Nei suoi occhi c’era tenerezza. Il cuore batto ancora più forte. Tutto di un tratto volevo abbracciarlo. Volevo proteggerlo dal mondo. Piegai la testa un po’ da una parte. “Harry…” sussurrai il suo nome. Una scossa di piacere gli sciolse il corpo. Lo sapevo perché aveva chiuso gli occhi e aveva un leggero sorriso sulle labbra. Un brivido passo a traverso me stessa. E adesso? Apri gli occhi brillanti. Brillavano davvero, di felicità. “Hai detto il mio nome.” A vedere sembrava cosi felice che gli sorrisi solo, e lui cambio il sorriso. “Non ai paura di me allora…” Alzo la mano per accarezzarmi la guancia. Ad un tratto mi accorsi che stava succedendo e fessi un passo indietro. Lo sguardo sorpreso di lui si trasformo in uno triste per poi in uno di collera e follia. Era arrabbiato? Strinse gli occhi forte come se scacciare la rabbia. Quando li riapri erano di nuovo quello sguardo da predatore. “Sarai mia lo stesso.” “Che cosa?” il sorriso malizioso era riapparso sul suo viso. Per un momento pensai a come volevo che quel suo sguardo fosse come prima…Ma quello schiaffo gelido venne subito. Butto la spada. Fecce un rumore forte e si fermo un paio di metri più giu. In un lampo lui mise le sue braccia intorno a me bloccandomi. Mi strinse forte a lui. “Che fai?” la mia voce tremava. Il cuore che batteva forte poteva benissimo scoppiare da un momento o l’altro. Mi strinse più forte. Senti il suo battito del cuore. Andava forte come il mio. Una delle su mani andò accarezzarmi la mia testa. Mi carezzo I cappelli. Nonostante la rabbia e tutto, il suo gesto era delicate. Aveva un odore bellissimo. Lui profumava d’avventura e di liberta. Essere nelle sue braccia mi dava una sensazione di sicurezza. Il suo calore andò nel mio corpo. Era l’unica cosa calda che mi avesse toccato. Tutto di un tratto, volevo stare li. Non m’importava niente, basta che stavo vicino a Harry. Al mio Harry. La sensazione di possessione venne più forte accecandomi. Misi le mie braccia attorno il suo collo, guardandomi in giro se ci fosse qualcun altro. Guardai tutto minacciosamente. Nessuno veniva a prendere il mio Harry via. Nessuno. Harry posso il mento dolcemente sulla mia testa. Sentivo che stava sorridendo. Ma sorridendo di felicità Il mio Harry...Sicura che non chi fossero intrusi, affondai la faccia nel collo suo. Strinsi la presa. Harry…Il MIO Harry…
  
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