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Autore: LORIGETA    30/07/2007    19 recensioni
Si amano a lungo, i loro corpi si esplorano insaziabili di nuove emozioni, l’alba si avvicina, fuori ha smesso di piovere, è l’inizio di un nuovo giorno e di una grande storia d’amore. Lei lo guarda e sussurra: “Dimmi che mi ami." Quegli occhi arroganti accusano il colpo, ma Vegeta tace, solo un lieve sorriso gli incurva le labbra. Non riesce ad ammetterlo, ma in fondo sa che dentro di lui qualcosa è cambiato. ATTENZIONE: Il terzo capitolo è volutamente scritto con il tempo presente. ^^
Genere: Romantico, Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Dimmi che mi ami.

 

 

 Le dita sottili muovevano nervosamente sulla tastiera del computer, Bulma non si concedeva tregua cercando di scacciare l’immagine del principe dei sayan che  viaggiava nella sua mente e annientava ogni altro pensiero.
Vegeta, con la sua figura indomabile e la sua prepotenza le era entrato nelle vene, il cuore accelerava i battiti ogni volta che la tenebrosa presenza si trovava davanti a lei. Persino la sua  voce arrogante  che pretendeva  senza concedere nulla in cambio, le suscitava intense emozioni.
Era già trascorso parecchio tempo da quando l’avvenente scienziata lo aveva accolto sotto la cupola della Caspule Corporation. Da allora lei si era sempre prodigata per soddisfare le esigenti richieste del saiyan.
Era stata costruita una camera gravitazionale, in modo che principe  potesse allenarsi e  raggiungere l’ambito  livello dotato. Ogni giorno lui dedicava  ore ad estenuanti allenamenti, interrotti soltanto per saziare lo smisurato appetito.
 La scienziata non eccelleva ai fornelli, ma per accontentarlo aveva trascorso lunghe nottate a leggere libri di cucina, imparando a memoria delle  ricette prelibate e tutto sommato i risultati si mostravano soddisfacenti.
Bulma lanciò un occhiata all’orologio e si rese conto che il tempo era trascorso in fretta. Sospirò, sicuramente Vegeta non avrebbe tardato ad apparire sulla soglia affamato. La donna scostò la sedia per alzarsi, una minigonna nera contrastava il pallore delle gambe affusolate e le scarpe rosse davano un tocco estroso per niente stonato.
“Devo sbrigarmi” pensò, intenta a lasciare il laboratorio per risalire al piano superiore.
Il lungo corridoio si divincolava e portava ad una ampia scala, Bulma con passo svelto cominciò a risalire, il rumore dei tacchi rimbombava mettendole ansia.
L’ultima porta, quella della cucina era ancora chiusa.
 “Per fortuna” disse lei ad alta voce, si sentiva quasi obbligata a prendersi cura del sayan, senza mai ricevere nulla in cambio.
In un momento si ritrovò davanti ai fornelli e abilmente cominciò a preparare un invitante spezzatino.
 La pentola  ribolliva sul fuoco, e liberava un delizioso profumino che si diffondeva nell’aria. 
“Bene è quasi pronto” disse soddisfatta, senza accorgersi della presenza che si era affacciata sulla  soglia.
 Soltanto il rumore dei passi la fece voltare, il suo cuore ebbe un sussulto.
“Vegeta, sei arrivato” sussurrò, mostrando un timido sorriso, ma da lui ottenne soltanto un freddo cenno del capo.
 “Ho fame donna” grugnì sedendosi rozzamente.
 “Un attimo! Quanta fretta” esclamò Bulma,  non era facile intimorirla, malgrado conoscesse  le potenzialità e la ferocia di Vegeta, non provava paura di fronte a lui.  Si voltò verso la pentola per mescolare la pietanza e gli diede le spalle, mostrandogli la lunga chioma turchina che scendeva ribelle.
Il principe posò lo sguardo sul  corpo armonioso, non era la prima volta che ciò accadeva, gli occhi cupi spesso erano stati attirati dalle forme tornite e di frequente capitava che i pensieri lo trascinassero tra quelle esili braccia.
Tanto tempo, era trascorso dall’ultima volta che aveva posseduto un corpo femminile, non ricordava chi fosse e se avesse resistito alla potenza delle sua spinte. 
Un amplesso veloce e sbrigativo per sfogare un istinto represso dopo i vari combattimenti intrapresi
Lui era Vegeta, rude, insensibile, vendicativo, incapace di amare, nessuna donna in tutto l’universo era riuscita a strappagli una sola goccia di sentimento, il sesso e soltanto quello, aveva concesso al proprio corpo.
Bulma riempì il piatto fino all’inverosimile e glielo mise davanti.
“Spero tu sia soddisfatto” disse notando la voracità con cui si riempiva la bocca senza degnarla di uno sguardo.
“Grazie Bulma” lei con tono sarcastico imitò la voce dura e insensibile del sayan e questi smise di masticare.
“Perché dovrei ringraziarti donna ? Tu e la tua inutile famiglia mi servite, solo per questo vi ho risparmiato la vita, ma  stai bene attenta potrei ripensarci!”
Bulma riusciva ad infastidirlo quando cercava  di tenergli testa.
Ti ricordo “principe” che sei in casa mia e che io pago i conti salatissimi dei tuoi capricci, poi non sono un oggetto, che puoi prendere e comandare a tuo piacere, mi chiamo Bulma e non donna!”
Era frequente che i loro brevi incontri sfociassero in plateali battibecchi. Come sempre la ragazza si era avvicinata con le mani sui fianchi pronta a dargli battaglia, senza accorgesi di quella strana espressione apparsa sul rude e pallido volto.
“Devi smetterla, non intendo più sopportare i tuoi insulti...” Bulma urlò osservandolo con aria minacciosa.  
Vegeta colto di sorpresa si sollevò e la sedia si ribaltò sul pavimento. Lei  sbarrò gli occhi quando sentì una mano stringerle il polso.
 “Così io non ti posso comandare a mio piacere? Sicura?” Il respiro di Vegeta le scaldava il viso, un odore selvaggio ed eccitante le inebriava la mente.
 “Lasciami brutto scimmione, non mi fai paura!”
In realtà le ginocchia cominciarono a  tremare  quando lo sentì farsi più vicino, notando  gli occhi d’ebano che fissavano la piega del petto...

 

Continua...

 

  

  

  
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