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Autore: Yuki Delleran    30/07/2007    10 recensioni
Come sarebbe stata la vita del giovane principe Athem se al suo fianco ci fosse stato un piccolo schiavo? Il suo ruolo come Faraone sarebbe cambiato? E come sarà la vita di Yugi alla corte d'Egitto? La storia di un'amicizia nata durante l'infanzia che a poco a poco si approfondisce diventando il legame più importante.
Soggetto: masayachan
Sviluppo e stesura: Yuki Delleran
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atemu, Yuugi Mouto
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DISCLAIMER: tutti i personaggi appartengono a © Kazuki Takahashi.


The Pharaoh & the Slave 16
THE PHARAOH & THE SLAVE

di Yuki Delleran




16
DICHIARAZIONE E POI...


Quando Yugi aprì gli occhi, la prima cosa che vide fu la sagoma di Athem che si stagliava contro il giallo ocra della sabbia che turbinava all’esterno della grotta. Si alzò lentamente e gli si avvicinò. Subito Athem si voltò nella sua direzione.
«Ti sei ripreso, per fortuna. Come ti senti? » chiese in tono apparentemente tranquillo.
Dietro quelle parole, Yugi capì che in realtà era in ansia. Non avrebbe saputo dire se per lui o per la pessima situazione generale.
«Sto bene. » rispose. «Tu piuttosto, A… altezza, sei ferito? »
Si corresse appena in tempo. Quel clima di familiarità lo potava a dimenticare le forme.
«Sono a posto. Fortunatamente abbiamo trovato questo rifugio. Sai, inizio a pensare che non si tratti di una grotta naturale. »
Guardandosi attorno, Yugi si trovò d’accordo. Quel luogo non gli era nuovo. Alla scarsa luce proveniente dall’esterno, scoprì l’abbozzo di un affresco su una parete e accanto all’ingresso l’inizio di un’incisione rappresentante il geroglifico dell’avvoltoio sormontato da un semicerchio.
«E’ la parte superiore di un cartiglio. » commentò Athem.
«Già. Il tuo. » ripose Yugi con un mezzo sorriso. «La mia prima opera come scultore… Questo è il primo scavo della tua dimora eterna, quello in cui è crollata la parete calcarea, per questo mi appariva familiare. Ci troviamo a ovest dello scavo principale. »
Quando spostò lo sguardo su Athem, vide che stava accarezzando il geroglifico scolpito sulla parete sorridendo a sua volta.
«Così questo l’hai fatto tu. E’ un onore essere il soggetto della tua prima opera di incisione. »
Yugi arrossì leggermente e non rispose.
«Molto bene, visto che non possiamo uscire e non sappiamo quando la tempesta si placherà, direi di occupare il tempo in modo utile. » continuò Athem.
Iniziarono così ad esplorare lo scavo fino a giungere alla parete crollata. La grotta era abbastanza spaziosa ma meno profonda di quanto sembrasse. Poco più avanti dell’ingresso subiva una curva verso destra lasciando lo spazio rimanente fino al cumulo di macerie immerso nella semioscurità. Yugi faceva da cicerone per quel che poteva, illustrando dove avrebbero dovuto sorgere le statue e dove sarebbero stati dipinti gli affreschi, ma ben presto quell’argomento si esaurì. Trovata una torcia abbandonata, la accesero come meglio poterono e rimasero in silenzio a fissare le ombre rossastre che danzavano sulle pareti.
«Quelli erano predoni? » chiese ad un tratto Yugi spezzando la quiete. «Era lo stesso Bakura che ti ha aggredito il giorno dell’incoronazione? »
«Sì, e mirava chiaramente a me. Anzi, credo mirasse più che altro al Puzzle del Millennio. Mi dispiace che tu sia rimasto coinvolto. »
Yugi sospirò.
«E così mi sono fatto di nuovo proteggere da te… è un po’ deprimente…»
Alla sua espressione da cucciolo corrucciato, Athem rispose con un sorriso intenerito.
«Ci proteggiamo a vicenda, evidentemente il nostro destino è quello di stare insieme. »
Yugi si sentì avvampare e sperò che la luce incerta mascherasse quella reazione.
«A proposito, quando siamo arrivati nella grotta hai perso questa. » continuò Athem come se non avesse appena detto qualcosa di sconvolgente.
Aprì la mano e mostrò la piccola ushabti che Yugi aveva scolpito a propria immagine.
«No! » esclamò d’istinto il ragazzino strappandogliela di mano.
Athem sembrava perplesso.
«L’hai fatta tu, non è vero? E’ molto bella. Non volevi che la vedessi? Oppure non vuoi fare parte del mio seguito? »
Il tono addolorato delle ultime parole colpì Yugi.
«Non è questo! »
«Allora cos’è? Yugi, io ti voglio con me. Ti voglio per me. »
La mano che Athem gli aveva posato su una spalla, scivolò lentamente verso l’alto ad accarezzargli il collo e poi la guancia. Poteva sentire il suo respiro sulla pelle. Quando si era avvicinato tanto? Le labbra sulle sue giunsero come una conseguenza ovvia. Quel gesto e le precedenti parole precipitarono il piccolo schiavo nel caos. Perché stava succedendo? Perché in quel momento? E soprattutto, cosa esattamente stava succedendo?
Quando riacquistò un minimo di lucidità, si ritrovò senza fiato, sdraiato sul pavimento della grotta. Aveva gettato le braccia al collo di Athem, abbracciandolo con una passione di cui non si credeva capace. Si irrigidì.
Avrebbe voluto… Ma non doveva.
Avrebbe voluto… Ma non poteva.
La mano di Athem scivolò delicatamente sotto la sua veste leggera.
«Posso?… Yugi…»
Dalle sue labbra uscì un sospiro tremulo e leggermente affannoso.
«Tu sei il Faraone… puoi fare quello che vuoi…»
Un istante dopo quelle mani gentili si staccarono da lui lasciandogli solo una fastidiosa sensazione di freddo. Quando riaprì gli occhi, Yugi scoprì che Athem si era alzato e restava in piedi dandogli le spalle, lo sguardo rivolto verso l’uscita della grotta.
Cosa poteva essere successo? Aveva forse detto qualcosa di sbagliato? Ma certo, che stupido! Era stato un insensibile.
Athem si lasciò cadere sul pavimento di roccia sedendosi a gambe incrociate sempre rivolte verso l’esterno.
«Non voglio che sia per questo. » disse. «Se parli in questo modo mi sento un verme… come se ti stessi costringendo. »
Yugi mosse un passo nella sua direzione, dapprima incerto, poi si avvicinò velocemente e lo abbracciò alle spalle.
«No, non è così! » esclamò. «Ho parlato senza riflettere. Ti chiedo scusa. Davvero, non è affatto così! »
Stava infrangendo tutti i tabù che gli erano stati insegnati, stava toccando il suo re, gli si rivolgeva in modo confidenziale, ma ormai non gli importava. Forse sarebbe stato un sollievo per entrambi affrontare la questione. E… Ra, quanto desiderava vedere i suoi occhi!
Athem si sciolse piano dall’abbraccio e prese qualcosa dalla piccola bisaccia che aveva con sé.
«L’ho preparato durante la tua assenza e volevo consegnartelo una volta tornati a Tebe, ma penso sia meglio dartelo ora. » disse mettendo tra le mani di Yugi un papiro arrotolato.
Il ragazzino lo aprì e ne scorse velocemente il contenuto. Era un atto di affrancamento. Emozioni confuse si fecero strada dentro di lui.
«Ma… hai detto che mi volevi con te! » protestò. «Eppure… mi liberi… vuoi che me ne vada? Non riesco a capire! »
Athem gli posò le mani sulle spalle.
«Quello che voglio è che tu stia con me solo se è una tua libera scelta, non una costrizione dettata dalla condizione servile. Meriti di avere la possibilità di decidere. »
Gli sfiorò il braccio e prese una mano tra le sue portandosela alle labbra.
«Una cosa però voglio che tu la sappia… Ho i brividi al solo pensarti… Mi sono innamorato di te. »
L’emozione che provò Yugi a quella parole fu talmente intensa da fargli salire le lacrime agli occhi. Il suo cuore batteva all’impazzata, le mani presero a tremare leggermente e non riusciva in nessun modo ad alzare lo sguardo.
Athem se ne accorse perché lasciò la sua mano e disse solamente: «Yugi, ti prego, guardami. »
Il ragazzino scosse la testa: non ce la faceva. Era troppo. Tutto quello che aveva sognato, tutto quello che aveva sempre desiderato, si era improvvisamente realizzato in quelle poche parole. Era semplicemente troppo.
Alzò le braccia e circondò la vita di Athem stringendosi a lui senza dire una parola. Se avesse aperto bocca sarebbe scoppiato in singhiozzi di felicità.
«Tu… provi lo stesso…? »
Non aveva mai sentito Athem così incerto. Provò una grande tenerezza unita ad un altrettanto grande imbarazzo, però non poteva continuare a non rispondere.
«S… sì… non immagini quanto… però…»
Si bloccò. Come poteva dirlo?
«Però? »
La voce di Athem si era fatta ansiosa. Doveva parlare e basta, se si fosse spiegato forse insieme sarebbero riusciti a risolvere il problema.
«Ecco… da quel palco… quello del mercato degli schiavi… io ho fatto un voto ad Hathor. Ho giurato di non intralciarti mai più e le ho scarificato i miei sentimenti per avere la possibilità anche solo di rivederti. Per questo non posso…»
Inaspettatamente Athem ridacchiò tra i suoi capelli.
«Dubito che la dea abbia apprezzato il gesto. » disse.
Yugi rimase in silenzio, non comprendendo il significato di quell’improvvisa ilarità.
«Il fatto è che Hathor è una divinità gioiosa, protettrice della musica e delle arti oltre che del sentimento. » spiegò dunque Athem. «Per questo un gesto come il tuo mi sembra contraddittorio… ma lo apprezzo comunque perché l’hai fatto per me…»
Gli posò un bacio sui capelli poi continuò: «Inoltre se le cose stanno esattamente come mi hai detto, non esiste nessun reale ostacolo perché tu non mi intralci affatto, anzi sono io a desiderarti vicino. Se sono io a chiederti di stare con me, il tuo voto perde significato, no?»
Era vero, si rese conto Yugi sentendosi uno sciocco. Messo in quei termini il suo voto veniva rispettato senza che per questo dovesse rinunciare ai suoi sentimenti. Sentì le mani di Athem scivolare sulla sua schiena e insinuarsi sotto la veste a contatto con la pelle. Quelle carezze gli davano i brividi e senza accorgersene si lasciò sfuggire un gemito soffocato. Ben presto la tunica finì a terra e Yugi si ritrovò di nuovo disteso sui mantelli che coprivano il suolo. Le dita di Athem gli accarezzavano la schiena seguendo le linee delle cicatrici di tanto tempo prima. Le cicatrici?
Yugi balzò a sedere.
«Queste… no, non guardare! » esclamò d’impulso.
Athem inizialmente sembrò sorpreso, poi sorrise dolcemente.
«Pensi ancora che potrei arrabbiarmi? Sono il segno della mia passata debolezza e incapacità di proteggerti, ma io amo tutto di te…»
Mentre era ancora raggomitolato tra le sue braccia, Yugi sentì le labbra di Athem posarsi sui segni lasciati dalla frusta e percorrerli lentamente.
«Cosa stai… Athem! »
«Mi hai chiamato per nome… non succedeva da tantissimo tempo. » sussurrò il giovane. «Dillo ancora. »
«Athem…»
Yugi si sentiva le guance in fiamme a causa di quelle carezze sempre più audaci. Stava per perdere completamente il controllo.
«Adesso, per favore, guardami negli occhi. » disse ancora Athem. «Ti giuro che nessuna divinità ti incenerirà per questo. »
Quasi divertito da quell’affermazione, Yugi si distese alzando lo sguardo per incontrare quegli occhi tanto desiderati. Alla debole luce della torcia, le splendide iridi ametista sembravano ancora più belle e luminose. Tremò quando la mano del giovane sfiorò la pelle sensibile al di sotto del gonnellino.
«Hai paura? » chiese Athem esitante.
«N…no… cioè… non lo so… non ho mai…»
«Fidati di me. Andrà tutto bene. »
Yugi alzò le braccia e lo attirò verso di sé in modo da sfilargli a sua volta la veste e stupendosi per primo dell’audacia di quel gesto. Il corpo di Athem torreggiava sopra di lui, slanciato e perfetto. Una visione che gli provocò un’ondata di calore incontrollabile.
«Dammi un bacio. » sussurrò rauco.
Athem si chinò e gli baciò la fronte, le palpebre chiuse, le guance e infine le labbra socchiuse.
«Dimmelo ancora… ti prego…»
Sentir pronunciare quelle parole dalla sua voce era un’emozione indescrivibile che non avrebbe mai dimenticato.
«Ora e per sempre… ti amo. »


CONTINUA...



NOTICINA DI YUKI:
Haloa! Mamma mia, il penultimo capitolo! Ah, com'è passata in fretta questa storia! E dire che mi sembrava così lunga! E poi per la prima volta ho superato le 100 recensioni! Grazie tantissimo e tutti!!! Spero tanto che LA scena vi sia piaciuta, mi sento un po' imbranata a descrivere certe cose...
Francesca Akira89: Ecco, aggiornato! Mi perdoni?? ^_^ Cosa ne pensi della scena sweet sweet? ^///^
lunachan62: MENZIONE D'ONORE!!! RECENSIONE N. 100!!! Che bello che sia proprio tua! Lo sai che ti adoro, vero?
wans: Una new entry! Wow! Sono contenta che seguendo il fumetto di Masayachan ti sia venuta voglia di leggere la fic.! Se non fosse stato per la sua idea probabilmente non mi sarei mai nemmeno sognata di scrivere una storia così, quindi la devo davvero ringraziare! Spero che il capitolo "più importante" ti sia piaciuto!
egittofona: Ah, carissima! Allora, che mi dici dei fatti? Sai, un pochino mi hai fatto vergognare... In effetti anche i miei mi dicono che ad una certa età dovrei perdere interesse per certe cose e che invece che crescere regredisco, (:-p) ma per me scrivere una fic o una mia originale ha la stessa importanza e mi impegno nello stesso modo. Scrivo più o meno da quando andavo alle medie, ma il mondo delle fic l'ho scoperto relativamente di recente, quindi prima non avevo la possibilità di scriverne. Bhè, consolati, se tu leggerai fic in ufficio, ti posso dire che nei tempi morti io le scrivo in negozio ^_^ Spero che riuscirai a leggere sia questo che l'ultimo capitolo! Un bacio!
Selly: Mi fa piacere che lo scorso capitolo non ti sia sembrato noioso, mi sono impegnata a cercare le descrizioni sui libri! In compenso qui abbiamo un bel capitoletto ricco di "fatti"! ^///^ Spero ti piaccia! Bacioni!
E con questo è tutto anche per stavolta! Arrivederci all'epilogo!
YUKI-CHAN



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(Se ami qualcuno non puoi vivere senza.)
   
 
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