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Autore: Silkye53    11/01/2013    2 recensioni
Una one shot che inizia in modo piuttosto deprimente.
Come si risolveranno i problemi?
Cosa accadrà quando Robin diventerà un criminale?
Non vi resta che leggere per scoprire ^^
Stavolta non fa proprio schifo ma ammetto che non è bellissima ... Ogni parere è benvenuto ;)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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One shot Bene e male.
Due parole di opposto significato divise da un filo sottile.
Quanto tempo può passare prima che il bene diventi male o viceversa?
Alzo lo sguardo e ammiro le stelle, quegli splendidi diamanti che illuminano il cielo.
I miei occhi verdi si posano su una stella in particolare, è più scura delle altre.
Sola in un angolo sperduto del cielo notturno.
La mia mente torna indietro e il mio pensiero si rivolge all'unica persona che abbia mai contato qualcosa nella mia vita.
Chiudo gli occhi per un istante e inalo il dolce odore di miele che riempie la stanza.
Decido che qualcosa va fatto!
Non posso ancora capacitarmi di ciò che è accaduto.
Lentamente mi dirigo verso la sua camera.
Queste pareti beige non mi sono mai sembrate così opprimenti,sembrano chiudersi fra loro intrappolandomi  al centro.
Sento mancarmi il respiro.
L'odore di cannela è ancora nitido nel poco spazio presente.
Le ginocchia cedono e crollo sul pavimento.
Raccolgo la sua t-shirt e la stringo al mio petto.
Le lacrime scivolano implacabili lungo le mie guance portandosi via piccole gocce di ricordi.
Mi manca da morire e detesto il fatto che ogni cosa mi riporti alla mente quelle parole.
FLASHBACK:
- Stella ... Si può sapere che diavolo hai che non va?! Era proprio lì! Dovevi solo corrergli dietro! -
- Robin smettila! Mi stai facendo male! -
- Non mi importa! Sei stata sciocca a lasciarlo fuggire! Sei inutile in questa squadra! -
I miei occhi si riempiono di lacrime.
- E tu allora? Sei tu quello inutile! Ci dai ordini ma scommetto che da solo non ce la faresti! - grido in preda alla rabbia.
Altre grida, urla, porte sbattute e poi ....
- Ti nascondi dietro al fatto che i tuoi genitori siano morti e tu sia dovuto crescere con Bruce Wayne! La verità è che sono tutti più felici quando non ci sei! Sei serio e .... E sei un pessimo amico! -
In quel preciso istante se ne va.
Sbatte la porta dietro di sé ed esce dalla torre.
END FLASHBACK
Le lacrime mi rigano ancora il volto.
Come ho potuto trattarlo in quel modo?
Pochi giorni dopo venimmo a sapere che si era unito a Red X creando una spece di associazione a delinquere.
Il dolore che provai in quel momento è pari solo al dolore che provo ora.
Stringo ancora di più la sua maglietta e lascio scendere altri pezzi di ricordi lungo il mio viso irrefrenabili....
Mi alzo e cammino verso il letto e mi ci stendo sopra.
FLASHBACK:
- Stella ? -
- Mh? -
- Credi di riuscire a dirmi una cosa? -
- Di che si tratta? -
- Il materasso ... -
Si butta sul suo letto di schiena e batte la mano sul posto libero accanto a lui.
- Che devo dirti sul materasso? - chiedo divertita mentre mi stendo
- Ti sembra morbido? -
- Sì ... -
- Bene ... Stanotte dormi qui con me ok ? -
- Va bene ... Sai già che avrò paura del film horror che ha comprato Corvina? -
- Sì - ci mettiamo a ridere.
Nemmeno i fidanzati si comportano come noi.
END FLASHBACK
Scivolo via dal suo letto e mi dirigo verso la scrivania accarezzandone i bordi levigati.
Guardo il computer davanti al quale lui passava la maggior parte del tempo a rintracciare criminali ed analizzare i dati che la polizia gli inviava.
Sorrido al ricordo.
Rifiutava perfino di mangiare quando era impegnato nel lavoro.
Esco dalla sua stanza e mi dirigo verso la palestra.
Con passo lento e calmo mi fermo davanti al sacco da pugilato.
Quel sacco che ha ancora le sue impronte.
Consumato per via dei troppi calci e pugni tirati a vuoto.
Consumato dalla rabbia,dal livore di momenti poco piacevoli.
Sospiro.
Qualcosa va fatto ... Non posso permettere che lui rovini ciò che ha costruito.
Ha lavorato una vita per poter diventare la persona che è oggi e io non avevo nessun diritto di portargli via tutto questo.
E solo perché non so tenere la bocca chiusa!
Non mi ero mai arrabbiata con Robin.
In effetti sto più male per ciò che ho pensato che per quanto ho detto.
Quando esattamente le parole contano meno dei pensieri?
Quando si finisce per diventare cattivi?
Può un solo pensiero rovinare un rapporto?
Può una sola parola detta con odio, distruggere una relazione?
Un'amicizia ...
- Sei qui ... Ti cercavamo - mormora una voce familiare.
I miei pensieri si interrompono e mi volto lentamente.
Cyborg è dietro di me e mi tiene dolcemente per le spalle.
La sua presa salda ma comunque delicata, mi ricorda i suoi abbracci.
Chiudo gli occhi e lentamente mi lascio scivolare in una piacevole sensazione di beatitudine.
- Stella ... Non dormi da due settimane ... Non fai altro che piangere, ci fa male vederti così - sospira lui.
Mi sembra molto preoccupato per me.
Sorrido debolmente e con occhi certamente lucidi gli rispondo - Lo so Cyborg ma non preoccuparti . ... Recupererò il sonno quando lo avremo riportato indietro -
- E se non ... Se non dovessimo riuscirci? - chiede lui incerto
- Dobbiamo riuscirci! - esclamo ... Quando fa così mi fa infuriare davvero!
- Ce la faremo - afferma BB entrando nella stanza.
La scarsa luce lunare illumina il viso del mutaforma solo a metà.
Il verde della sua pelle appare leggermente più scuro.
I suoi occhi serissimi puntano fuori dalla finestra.
Corvina ci raggiunge poco dopo.
Rimaniamo seduti a terra, in silenzio.





La luce del sole irrompe nella stanza.
La trovo assolutamete sgradevole specialmente per via del colore della mia anima.
Il nero del mio umore contrasta con la luce violenta del sole di fronte alla finestra.
Come se mi stesse prendendo in giro, come se volesse mostrarmi che lui è più colorato e gioioso di me.
Abbasso lo sguardo .
Io e i ragazzi abbiamo dormito in palestra.
L'allarme prende a suonare, riempiendo la torre con quella musica stridula e cacofonica che mi fa provare un senso d'ansia e di nostalgia.
Gli altri si svegliano di soprassalto.
- Titans ... Pericolo! - sbotta Cyborg alzandosi alla velocità della luce.
So già che è lui ... So già che lo vedrò ....
Quello che non so è come affrontare la situazione.
In quei giorni in cui lui e X hanno attaccato Jump City io sono rimasta a casa.
Avevo paura del confronto.
Ho ancora paura .... Una paura folle.
A tentoni mi dirigo verso la finestra e volo fuori cercando di non pensare alle mie emozioni e quindi, di sfracellarmi al suolo.




Arriviamo alla banca.
Li vedo entrambi in piedi lì.
Al centro della stanza .
Non fanno nulla in realtà , se ne stanno solo lì, in piedi.
- Stella ... Che vuoi fare? - chiede Corvina nel momento stesso in cui mi vede camminare verso di loro.
- Solo un secondo ... Lasciami tentare - mormoro con voce tremante.
Lui si volta di scatto, i suoi occhi mascherati incontrano i miei.
Mi chiedo che farà ...
Ma forse è il momento di smetterla di fare domande.
Forse è il momento di passare ai fatti .
Nessuno può sapere ciò che succede dietro ad una porta chiusa.
Magari potrei riuscire ad aprirla.
Potrei affacciarmi sul mondo in un attimo anche solo sbirciando dentro alla sua testa per un secondo.
Voglio capire ... Voglio trovare una risposta.
- Non avvicinarti - dice fermo e deciso.
Mi blocco.
Forse la porta è ancora chiusa.
- Robin .... - mormoro con un tono di lamento, inizio a camminare di nuovo verso di lui
- Non avvicinarti ti prego - continua lui.
Sembra che mi stia scongiurando.
Mi blocco di nuovo.
- Cosa ... Cosa c'è che non va? Sei ancora arrabbiato con me? - chiedo con voce tremante.
Avverto una sensazione di bagnato sulle mie guance e capisco di aver già iniziato a piangere.
Tutti i ricordi ... Le paure ... Torna tutto indietro, questo peso che mi opprime il cuore non mi lascia respirare.
- Non si tratta di questo - mormora lui , sembra nervoso, spaventato.
Abbasso lo sguardo - E allora che cos'è ? - insisto disperata
- Stella ... -
Cammino di nuovo verso di lui.
- Stella no! - esclama lui
- Non avvicinarti zuccherino lo dico per il tuo bene - s'intromette Red X.
- Ma perché ? - chiedo incerta
- Ci puntano con le pistole dolcezza - borbotta il criminale.
Mi guardo attorno sorpresa e noto ben otto poliziotti nascosti qua e là con le loro armi in mano.
In quel momento ragiono sulle persone, momento poco adatto? Forse.
Ma c'è mai un momento adatto?
Oppure è solo una convinzione per evitare di guardare in faccia la realtà?
Ad ogni modo, ci sono persone che dirigono la loro frustrazione su un sacco da boxe e altre che scelgono di fare un lavoro nel quale bisogna usare una pistola.
Si sentono importanti per quei cinque minuti di fama durante i quali il mondo ruota attorno a loro.
Non pensano che potrebbero parlare e risolvere un sacco di problemi.
Loro sparano, minacciano, si rendono forti e distruggono tutti gli altri.
- Non ho paura delle pistole - dico con fermezza.
La mia voce è salda e il mio sguardo serio ed impassibile.
Sono determinata a riaverlo indietro.
Mi avvicino ancora e avverto il suono delle pistole che vengono caricate.
Robin mi prega ancora di non avvicinarmi, di fare attenzione, di non rischiare.
Io però sono testarda e continuo.
Avanzo senza timore.
Vedo un poliziotto puntarmi addosso l'arma.
- Ma che vi prende?! Siete tutti impazziti?! Sono un'eroina non una criminale! E nemmeno loro sono criminali! Sono solo persone che probabilmente sono state ferite .... Da parole, azioni ... Atteggiamenti ... Non dovete puntarci addosso quelle armi! Le pistole non risolvono i problemi! - grido in lacrime.
La polizia abbassa le armi e batte in ritirata.
Afferro Robin per un braccio.
Lo stringo e gli getto le braccia al collo - Tu non puoi ... Non puoi continuare a fare questo a te stesso ... Tu hai lavorato sodo per essere la persona che sei e io ... Io non avevo il diritto di dirti quelle cose orribili,  ho sbagliato e sono terribilmente spiacente -  esclamo .
In questo preciso momento, sfogo la mia rabbia, la mia frustrazione, il mio dolore e spero solo che lui possa trovare in sé la forza per perdonarmi.
Lo vedo abbozzare un tenero sorriso e ricambia il mio abbraccio senza pensarci due volte.
- Non fare così ... Ho capito ... Capisco , capisco bene ... Non ... Ho sbagliato anche io e ... Mi sei mancata -
- Anche tu mi sei mancato - mormoro fra un singhiozzo e l'altro.




Mentre Corvina, BB e Cyborg risolvono le cose con la polizia io accompagno Robin a casa.
X è riuscito a scappare.
Mentre camminiamo e il sole si riflette sulla mia pelle non posso fare a meno di pensare a come una giornata orribile, possa trasformarsi in una giornata ricca di luce.
Forse dipende tutto da come si affronta la vita.
Dalle nostre decisioni, dalle promesse, dai ricordi.
Tutto dipende dalla nostra visione della vita.
Dalla nostra visione della NOSTRA vita.
Quando arriviamo davanti alla torre mi volto lentamente verso di lui.
- Io ... Mi scuso ... Mi sono comportata male e non te lo meritavi - mormoro .
Non ho problemi a chiedere scusa, specialmente se sbaglio e stavolta, stavolta ho davvero errato.
Ho fatto tutto male e pretendevo anche di aver ragione, ma la ragione non sempre serve.
- Non preoccuparti ... Hai fatto bene a dirmi quelle cose, mi hai svegliato un po' - bisbiglia lui.
- Ora posso svegliarti io ? - chiede .
Non capisco, faccio ciondolare la testa da un lato in chiaro segno di confusione.
- Di' solo sì - ordina lui.
Annuisco anche se incerta.
Lo vedo avvicinarsi sempre di più, lentamente, come se avesse paura, come se fosse terrorizzato all'idea di spaventarmi.
Delicatamente, mi posa una mano sulla spalla, molto leggera al contatto, quasi come se avesse paura di rompermi.
Come se fossi fatta di cristallo.
Le sue labbra si posano sulle mie in un modo dolce ed imprevisto.
Ora l'odore di cannella pervade ogni angolo del mio corpo.
Chiudo gli occhi e apro la bocca non appena avverto la sua lingua sul mio labbro inferiore.
Ricambio in fretta.
Non ho mai ricevuto un bacio del genere.
Quando ci stacchiamo inizio ad avvertire qualcosa di gelido cadermi sulle spalle.
Mi volto e piccoli pallini ovattati scendono dal cielo posandosi dolcemente sull'asfalto, duro e grigio.
E come la neve e l'asfalto, io e Robin , ci siamo mescolati insieme.
La dolcezza delicata e senza pretese della neve pura e la durezza seria e pretenziosa dell'asfalto.
Due persone così diverse eppure così uguali.
Così vicine eppure terribilmente lontane.
Mentre ci guardiamo negli occhi riesco solo a pensare .... Come finirà ?
E chi può dirlo?
Tutto sta nel vivere il momento.
Un'altra domanda però pervade la mia mente.
Delicatamente gli sfilo la maschera.
Lui rimane sorpreso in un primo momento.
Quano vedo i suoi occhi, il mondo si blocca.
La neve smette di scendere imbarazzata dalla purezza del suo sguardo.
Quegli occhi azzurri congelano la frenesia attorno a noi.
Sono carichi d'amore, dolcezza e finalmente riesco a vedere il bambino dietro alla maschera.
Quello che gioca a fare l'eroe ma poi non riesce a tenere a freno le emozioni una volta dismessi i panni di paladino della giustizia.
Riesco a vedere Richard Grayson ed è disarmante.
Un altro bacio.
Altre parole buttate al vento.
Le parole non servono.
Per noi ... Per noi è sufficente uno sguardo.
Uno sguardo che nasconde parole mai dette che da tempo sognavano di sgattaiolare fuori e fare il loro ingresso nei nostri cuori.
- Ti amo - sussurro stringendolo a me
- Io ti amo di più - mormora lui con sicurezza.
Lui mi ama di più?
Forse.
Importa?
No.
Sorrido.
L'amore che proviamo è sincero , onesto e ci lega stretti l'uno all'altra, intreccia i nostri destini e le nostre vite.
E come neve al sole, il giorno svanisce e lascia spazio alla sera che ci avvolge nel chiarore bianco delle strade ovattate.
Il pensiero che mi viene in mente ora?
Non sono mai stata così felice in vita mia!
Alla fine non è importante ciò che si è perso ma ciò che si è guadagnato dopo aver perso il resto.
  
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