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Autore: envy_Misako93    31/07/2007    9 recensioni
cosa è successo a Ed?
cosa l'ha spinto a fare una cosa del genere?
cosa, poi?
un Ed diverso dal solito, che deciderà di unirsi sotto il segno dell'ouroborus... con l'aiuto di un homunculus a noi ben noto...
il rating è giallo per presenza di termini volgari
Genere: Generale, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro personaggio, Edward Elric, Envy
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Chapter I - Sangue

Entrai nel locale. Lanciai un’occhiata intorno e storsi il naso.
Sangue sul pavimento.
Sangue sulle pareti.
Sangue sui bicchieri posati sul bancone e sulle bottiglie negli scaffali dietro esso.
Sangue e cadaveri ovunque.
In mezzo ai tavoli coperti da tovaglie una volta candide e pulitissime, lui.
Il grazioso figlio di quel maledettissimo bastardo figlio di puttana che m’aveva costretto a vivere.
L’unico, secondo quella persona, in grado di aiutarci.
L’autore di quel cruento casino.
Voltava le spalle alla porta da cui ero appena entrato. Ai suoi piedi c’era il cadavere dell’Alchimista Scarlatto, quel Kimbly… sicuramente era stato lui a iniziare la carneficina.
Mi avvicinai, evitando un ammasso di carne sanguinolenta che una volta era un essere umano con un certo disgusto: oh, cielo, non che mi facesse impressione, ma non avevo la minima intenzione di sporcarmi. Avete idea di quanto sia difficile eliminare il sangue dai vestiti?!?
Si accorse di me e si voltò lentamente, pronto ad attaccare, un’espressione dura sul bel volto fine.
- Envy - mi salutò freddamente.
- Acciaio - replicai. Con un certo fastidio aggiunsi - Odio doverlo ammettere. Ci serve il tuo aiuto.
Sospirai.
- Vieni con me…
Acciaio, o Edward Elric a dir si voglia,  fece una smorfia.
Be’, io ci ho provato…
- Tanto non puoi tornare nell’esercito - replicai.
Lanciai uno sguardo a un cadavere squartato non molto distante da me.
- Non dopo aver fatto questo macello.
Per qualche istante, mi godetti la faccia del piccoletto d’Acciaio: aveva l’espressione inconfondibile di chi era stato incastrato.
Gli risi in faccia. - Come faccio a saperlo? ’O Chibi-san, il tuo automail puzza di sangue! E non solo di quello di quel rifiuto umano ai tuoi piedi…
Acciaio sembrava un animaletto in mezzo alla strada che sta per essere investito.
- Sai - rincarai - Se vieni con me e ti unisci a noi, potrai recuperare quello che hai perso… ma prima devi venire con me.
Edward scoppiò a ridere, una risata che aveva un che di amaro…
Poi mi guardò, un qualcosa negli occhi che mi fece tremare, e mi disse stancamente - Envy. Ho perso mia madre. Ho perso mio fratello. Ho perso un braccio e una gamba. Ho perso la mia coscienza. E ora - guardò l’automail macchiato di sangue - anche la mia onestà.
Mi fissò, ancora quel je ne sais que inquietante in fondo alle iridi dorate.
- Dici che recupererò quel che ho perso. No, Envy. Non credo proprio.
- Quindi verrai? - ripetei senza scoraggiarmi.
Acciaio sospirò - Cos’altro ho da perdere?
Sogghignai. Sapevo che avrebbe accettato.
Trasformai la mia mano in una lama con un elegante gesto del polso, puramente esibizionista.
- Ti do il tempo di dire un’ultima preghiera. - concessi.
“ma che cazzate vado dicendo?”. forse cercavo scuse perché avevo paura di ucciderlo…
Ed passò lo sguardo dalla lama a me. Era panico quello che vedevo nei suoi occhi?
- Be’ - spiegai paziente - non puoi pretendere di essere uno dei nostri senza essere un homunculus.
Mi guardò spaventato.
- Farò in fretta. Davvero. - promisi.
Rimanemmo lì così per un po’ io con la lama sollevata e lui che guardava un punto imprecisato sopra la mia spalla, senza realmente vederlo.
Cominciai a scocciarmi: avevo tempo, vero, ma non tutto quello del mondo, anche se gliene avevo concesso un po’… senza contare che prima o poi qualcuno sarebbe entrato, magari per farsi un cicchetto…
- Be’?!? - chiesi seccato.
- “be’” cosa?
- Ti avevo… ti avevo lasciato il tempo di dire una preghiera… - borbottai.
Che assurdità. Come se Edward Elric credesse in qualche dio.    
Infatti lui rise.
- Envy. Credevi davvero che volessi pregare?
Finsi di pensarci, perdendo altro tempo; davvero avevo paura di farlo fuori?
Decisi di non rifletterci più. Con una mossa rapida gli affondai la lama nell’addome. Sentì il suo sangue caldo scorrermi addosso.
- No, in effetti… - sussurrai sfilandogli la lama dal corpo.
Non mi sentì. Era già morto.


ed ecco a voi il primo chappy!!!
lo so che non ve ne frega nulla, ma l'inizio l'ho scritto ascoltando "you know what they do to guys like us in prison" dei My Chemical Romance
ringraziamento a Envy99 che mi ha convinto a cominciare a pubblicare il primo cap anche se nn avevo ancora deciso il titolo dell ff e nn ho ancora finito di digitalizzarla...

recensite!!!
  
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