Ho da sempre
rifiutato ogni
carezza,
schiva e rabbiosa,
nella mia gabbia dorata.
Mi hanno lasciata in solitudine,
buio e
soffici incubi neri,
come spettri,
per la mia compagnia.
Cos'era il cielo?
Solo storie di
sirene
che da sempre bramano la Luna
e falchi amanti del Sole.
Il mio collare...
la mia
maledizione...
mi lasciavano inchiodata al suolo.
Percepivo cori di anime pie
e latrati di
dannati dall'Inferno...
la mia ninna nanna per dormire...
dormire per
sempre.
Poi la luce...
bianca, calda,
solo
per me... solo mia.
Perchč non ho paura?
Volevi solamente
essere amata...
Nei suoi occhi
sorgeva
eterna
l'aurora...
Perchč non ha paura?
La prima mano
che accarezza la mia
pelliccia
e libera il mio corpo dalle sbarre...
dal mio collare...
Mi hai mostrato il paradiso,
curato il
mio cuore sfilacciato, stirato...
hai accolto questo piccolo cucciolo
selvatico,
cresciuto con il dolore e la solitudine.
Avevo imparato
che non tutti erano
corvi
o solo colombe...
Credevo di essermi scrollata via
la
rugida ghiacciata
dal mio folto manto,
ricordo dell'algida notte.
Ed ora...
ora che mi hai dato
tutto
non puoi spingermi,
di nuovo,
nell'oscuritą...
ho parura del
buio
ora pił che mai.
Se ora...
ho veramente scorto
l'amore
nei tuoi occhi d'alba
voglio solamente urlare,
affinchč
tutti,
anche le stelle pił lontane sentano:
TI AMO