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Autore: hikarufly    12/01/2013    3 recensioni
Piccolo inciso ne Lo Hobbit. La compagnia dei nani fanno un incontro che non si sarebbero aspettati, che risveglia vecchi sentimenti di orgoglio, rivincita e fraternità.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bilbo, Kili, Sorpresa, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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C'è una locanda, un'allegra locanda,
Sotto un vecchio colle grigio,
Ove la birra è così scura,
Che anche l'Uomo della Luna
E' sceso un giorno a berne un sorso.

 

Le voci dei nani risuonavano nella foresta, allegre e vivaci. Erano scampati a tanti pericoli che quel pomeriggio soleggiato e tranquillo metteva loro di buonumore. Dovevano reincontrare Gandalf, che li aveva lasciati per “sbrigare suoi affari” e aveva chiesto loro di incontrarsi di nuovo alla Locanda dell'Uomo della Luna. Quel nome aveva suscitato nella compagnia il ricordo di una vecchia canzone che solevano cantare nei giorni in cui la paga era buona e la nostalgia di casa meno forte.
 

Lo stalliere ha un gatto brillo,
Che suona un violino a tre corde;
Su e giù scorre l'archetto,
Stridulo a volte, a volte cheto,
Ed a volte solo un trillo.

«Siamo stati fortunati a non incontrare orchi sul nostro cammino, ma non presumerei che non ce ne fossero altri. Volete tacere?» ordinò Thorin, burbero e accigliato. Gli altri ammutolirono pian piano, mentre Balin si avvicinava al principe.

«Abbiamo avuto giornate difficili... potresti concedere loro un po' di spensieratezza» suggerì, mentre anche Bilbo arrestava il suo canto: conosceva anche lui quelle rime e sembrò molto deluso e vergognoso di aver continuato per qualche secondo in più degli altri.

«La spensieratezza non li salverà se qualche goblin ci scaglierà una freccia in fronte» sentenziò sibillino Thorin, allungando il passo per lasciare Balin dietro di sé. Il nano sospirò e tornò indietro insieme agli altri.

«È un peccato che Thorin non riesca a tranquillizzarsi... ma dall'altra rende il nostro viaggio molto più sicuro» disse Balin a Bilbo, che era arrivato vicino a sé.

«Non ti crucciare, mastro hobbit» disse Gloin, con un tono piuttosto brusco e non rassicurante come doveva «non ce l'ha con te... più con noi, quando ci dimentichiamo l'importanza della missione!»

Bilbo restituì un sorriso poco convinto.

«Preferisce canti più vicini alla sua indole, signor Baggins» spiegò calmo Ori, e Balin approvò che fosse lui ora a rivolgersi allo hobbit.

«Tristi, malinconiche e piene di voglia di riscatto!» esclamò Bofur, decisamente più allegro.

«Nostro zio ha ragione di essere inquieto» disse Kili, annuendo.

«Finché la missione non sarà compiuta, lo resterà, temo» aggiunse Fili.

Bilbo restò in silenzio, e osò parlare solo perché, nel pomeriggio che si tingeva del rosso del tramonto, aveva scorto una locanda, alle porte di un piccolo villaggio.

«È qui che ci aspetta Gandalf?» chiese, indicandola. Thorin restò silenzioso ma fece cenno di sì, quando riconobbe il nome sull'insegna.

«Questo villaggio è abitato solo da uomini, ma anni fa una comunità di nani vi si stabilì per lavorare. Hanno delle stanze della nostra taglia» spiegò Dori, e Oin, con il cornetto acustico al suo posto, borbottò un assenso a quella dichiarazione.

«Potremmo fermarci per la notte, che ne dite?» propose Ori, con la sua solita cortesia.

Thorin restò in silenzio per qualche istante, fermo.

«Se Gandalf non sarà già qui, lo attenderemo per un paio di giorni, senza allontanarci troppo. Ricordatevi: siamo in viaggio per raggiungere una comunità di nani stabilitasi poco lontano da qui» spiegò il capo della compagnia, per poi avvicinarsi alla locanda. I festeggiamenti del gruppo per quella sosta non durò molto, fulminata dallo sguardo penetrante del principe, ma continuarono a gioire in maniera più discreta.

Entrarono nella locanda, e gli avventori ammutolirono. Non si vedevano nani da un po' di tempo, e soprattutto non così numerosi. Alcuni uomini al bancone osservarono Bilbo con curiosità, alcuni scambiandolo per una donna nano o per un nano non barbuto.

«Mastri nani! Che piacere avervi qui!» esclamò l'oste, un uomo panciuto decisamente untuoso e viscido. Thorin mantenne il suo contegno principesco, mentre Balin e Dwalin sembravano offesi da quel modo di fare. Gli altri nani, e Bilbo, attesero il da farsi.

«Siamo in viaggio per raggiungere una piccola comunità di nostri consanguinei, qui vicino. Siamo in attesa di un viaggiatore, che si occupa di affari per noi, ma non sappiamo se è già arrivato» si spiegò Thorin, con una dignità che sorprese molti, ma non i suoi compagni.

«Non abbiamo nessuno di diverso dalla solita clientela. L'ultimo forestiero ha alloggiato qui circa un mese fa. Volete delle stanze, lorsignori, in attesa del vostro amico?» domandò ancora l'oste, provocando loro un certo fastidio nel sentirlo parlare.

«Per il momento, solo per questa notte. Siamo sicuri che è sulla via per raggiungerci» aggiunse Balin, con fare cordiale. L'oste allora diede disposizioni a una donnina vicino a lui di accompagnarli nella loro stanza, ma solo dopo un giro di birra offerto dalla casa. Lei annuì, cercando di non mostrarsi, ma Bilbo si incuriosì molto del suo aspetto: era alta più o meno quanto lui e sapeva che, per quanto le donne umane potessero essere basse, non lo erano così tanto!

I tredici nani occuparono un tavolo, chiedendo all'oste se potevano portare formaggio, torte salate, insaccati e carni secche, e funghi e pomodori cotti. La donna venne coperta di ordini abbaiati dall'oste, e sempre con la testa bassa, portò un vassoio pieno di pinte di birra e incrociò per un secondo il suo sguardo con quello de lo hobbit. Bilbo non toccò neppure il suo bicchiere, mentre gli altri brindavano, tutti tranne Thorin, che si era accorto a sua volta della loro cameriera. Quando ella tornò, alzò gli occhi sul capo della compagnia, con una certa meraviglia. I suoi tratti, constatò Bilbo, non erano delicati come quelli delle donne hobbit, ma avevano una loro armonia pur nel naso un po' a patata e la mascella più squadrata delle ragazze che aveva conosciuto. I suoi capelli erano folti e stretti in un fermaglio, e notò che aveva qualcosa, vicino alle orecchie e al mento, che gli sembrava proprio...Thorin bloccò i suoi pensieri con un sussurro ribollente di rabbia, come il ringhio soffocato di un grosso cane.

«Non dovreste servirci voi»

Bilbo lo guardò sconcertato: sembrava che lei avesse fatto qualcosa per indispettirlo. La donna fece un passo indietro e abbassò gli occhi.

«Non potete permettere che vi trattino così» aggiunse poi Thorin, e Bilbo si sentì più confuso di prima. Il resto della compagnia, piano piano, si accorse che il loro capo stava intrattenendosi con la cameriera e tutti, con calma, si resero conto di una cosa, restando sconcertati, e soprattutto dispiaciuti.

«Cosa...?» osò chiedere Bilbo. Balin si voltò verso di lui.

«È una donna nano» affermò, mentre lei si portava le mani al viso e nascondendolo, scappò via in preda alle lacrime.

   
 
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