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Autore: somerhalder_    12/01/2013    2 recensioni
Elena Gilbert è una ragazza 'ex' autolesionista e introversa. Damon è un ragazzo senza sentimenti ed egoista. Cosa li farà innamorare? "L'amore non esiste, è solo un'invenzione degli adolescenti per sentirsi meno soli. Nessuno resta per sempre, tutti, per un motivo o per un altro"
NB: Tutti umani
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"Non è vero che un giorno senza sorriso
è un giorno perso,semplicemente è 
un giorno che ci ricorda che siamo nati 
per soffrire"



PROV ELENA
La sveglia quel giorno suonò prima, non so perché, ma non fu un male. Mi serviva tempo per togliere tutto quel mascara colato grazie alle lacrime della sera prima. Mi decisi ad alzarmi dal letto. Tolgo le cuffiette dalle orecchie, dormire con la musica mi fa riposare meglio. Faccio una doccia, mi vesto e cerco di abbellirmi con un pò di mascara. Scelgo uno dei miei tanti polsini per nascondere i miei tagli e sono pronta. Ieri l'ho rifatto, di nuovo, mi sento terribilmente in colpa. Non lo facevo da un mese, da quando i miei lo hanno scoperto e mi hanno mandata dallo psicologo. Una sera di una settimana fa, mi alzai dal letto per andare a prendere un bicchiere d'acqua e sentii mia madre piangere, per me. In quel momento mi sentii tutto il mondo crollare addosso, è già insopportabile pensare di essere la causa del proprio dolore, ma pensare di esserlo per mia madre... In quel momento avrei voluto abbracciarla, ma non l'ho fatto per paura che mi incolpasse di quel dolore. E perché non avrebbe dovuto farlo? Alla fine sono io la causa del suo dolore. Avrei voluto farla finita, ma non potevo, perché mia madre ci teneva a me e io non potevo lasciarla da sola. Lei è l'unica che mi è sempre stata vicina dopo la morte di mio padre. Ah, anche la morte di mio padre è colpa mia. Stavano andando a comprare il mio regalo di Natale quando ebbero l'incidente. Mia madre riuscì a salvarsi per miracolo. Lo psicologo dice che sono un caso strano. Tutte le autolesioniste di solito si tagliano per mancanza di amore nella loro vita. L'amore, una cosa così stupida. L'amore non esiste, esistono solo delle persone che ci sono meno antipatiche. Ma sto blaterando, mi sono persa nei miei pensieri e sto facendo tardi, devo andare a scuola. Bevo di sfuggita una tazza di caffè e salgo nella mia auto. Arrivo a scuola stranamente in anticipo e c'è subito Caroline che mi accorre 'Elena! Eccoti finalmente - ma se sono in anticipo - 'devo raccontarti una cosa. C'è un figo, un ragazzo nuovo è la fine del mondo. Ha un lato B che farebbe concorrenza a quello di Bomer'. Sorrido, dovrei essere entusiasta, ma non me ne potrebbe fregar di meno, tanto non mi noterà. Nessuno nota la piccola Elena, l'amica di Caroline, la morta, l'addormentata, quella che non parla mai e che ha un paio di amici. Scaccio quel pensiero e mi fingo entusiasta 'Non vedo l'ora di vederlo, Car'

PROV DAMON
Il rumore di quei maledetti boscaioli mi ha svegliato alle 6:15. Mi sveglio contemplando quella figura nuda avvinghiata a me, una ragazza su i sedici, diciassette anni appena. Come ha detto che si chiamava? Jessica? Giulia? Qualcosa di simile… Si sveglia e mi guarda con i suoi occhi color nocciola sorridendo. Non avrà pensato che fosse una cosa seria, vero? Dio, mi sa di si… dovrò farglielo capire. Stavo per interrompere il silenzio, ma lo fa lei ‘Ehi trottolino’ TROTTOLINO?! SCHERZA VERO? ‘Ehi…’ le rispondo ‘Hai dormito bene amorino?’ sarà dura farla arrendere. Devo ammettere che sono un bel figo e so come far sciogliere una donna, capelli corvini, occhi ghiaccio, fisico perfetto e anche un sorriso niente male. ‘Senti…’ stavo per continuare, ma mio padre, Giuseppe, mi interrompe aprendo la porta ‘Damon, già te ne sei scopata una? Ma insomma, siamo arrivati da ieri mattina’ la ragazza mi guardava con un’aria sconvolta, mio padre continuò ‘Sbrigati, preparati che tra un ora hai scuola’ detto questo se ne andò sbattendo la porta e continuando a fissare la ragazza nuda. A questo punto io le dissi ‘Senti Jessica, non so in che modo dirtelo, non c’è un modo ‘carino’ quindi te lo dirò e basta’ lei mi guardava con gli occhi lucidi, aveva creduto davvero a tutto quello che le avevo detto la sera prima? ‘Ieri sera ci siamo divertiti, ‘perché farne una cosa noiosa? Finiamola qua.’ Lei versò una lacrima ‘Mi fai schifo, volevi solo scopare e mi hai abbindolato tutte quelle parole belle e non sai nemmeno come mi chiamo. Non mi chiamo Jessica, ma Jennifer, stronzo’. È stato più facile di quello che pensavo. A quel punto feci una doccia, mi vestii, una maglia nera a scollo a V per far risaltare i miei pettorali perfetti e un jeans. Bevvi di sfuggita una tazza di caffè velocemente per sfuggire alla ramanzina di mio padre e salii in macchina. Questo era il mio primo giorno di scuola al liceo di Mystic Falls, una città dove mio padre si era trasferito per lavoro. Il liceo non mi sembrava male, quando parcheggiai la mia Audi r8 spyder tutte le ragazze mi guardarono. Avevo tutti gli occhi addosso, in particolare vidi una biondina che mi guardava il lato B ‘Questa me la faccio sicuro’ pensai tra me e me. Una ragazza con una minigonna che lasciava poco all’immaginazione mi venne vicino e con un sorriso malizioso mi disse ‘Bella macchina, io sono Rebekah’ io avvicinandomi le risposi ‘Grazie, Damon, sono arrivato da poco in città’ lei accarezzò il mio petto con un dito che scendeva sempre più giù, era quasi arrivato a destinazione quando si fermò dicendomi ‘Felice di conoscerti’ mi disse e poi andò via sculettando. Quella era senza dubbio una scuola fantastica

  
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