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Autore: Im that boy    12/01/2013    5 recensioni
[JOICK]
Joseph stava seduto su una sedia con i piedi nudi posati sulla ringhiera. Indossava soltanto i jeans della sera precedente, ed aveva i capelli scompigliati. La luce del mattino era bluastra e accarezzava dolcemente il petto nudo del giovane. Sarebbe stata una visione a dir poco sublime, se non fosse stato per quella dannata sigaretta.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Joe Jonas, Nick Jonas
Note: Lime | Avvertimenti: Incest
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‹‹Amore, stasera esco con Nick, a te va bene?››
‹‹Ma certo tesoro, divertitevi e fate i bravi.›› Rispose la voce vellutata della ragazza.
‹‹Promesso. Passo a trovarti domattina, tu riposati, okay?››
Dopo aver riagganciato, Joseph si trascinò fino al divano sul quale si catapultò a peso morto, con gli occhi chiusi, odorando i profumi che arrivavano dalla cucina. La testa gli scoppiava, avrebbe voluto lasciar libero sfogo ai pensieri, ma non voleva farsi vedere depresso, non ancora. Tentò di pensare a mille altre cose, ma, in un modo o nell’altro, quel pensiero sbucava sempre da qualche parte, e allora lui pensava ai regali di Natale, nonostante mancasse ancora un secolo, al suo lavoro, alla neve, ai gattini, invano.
Per fermare la sua sequela di follie, si diresse in cucina, dove una figura stava armeggiando ai fornelli. Lui l’abbracciò da dietro e le diede un lieve bacio sul collo muscoloso.
‹‹Che cucini di buono?›› Domandò con un enorme sorriso stampato sul volto.
‹‹Cos’è questa storia che io e te stasera usciamo?›› Rispose l’altro, continuando a cucinare.
‹‹Non ti va bene?››
‹‹No, va bene, solo che avresti potuto anche dirmelo prima.››
‹‹Perché? Devi fare la manicure?›› Lo prese in giro Joseph.
‹‹Scemo.›› Mormorò il riccio. ‹‹Dai, assaggia.›› Disse voltandosi verso di lui e puntandogli davanti il mestolo.
Joseph si fece imboccare e degustò il riso al curry che il fratello gli aveva preparato. Quello, oltre al sushi, era sempre stato il suo piatto preferito. Nicholas lo conosceva proprio bene.
‹‹Fantastico.›› Sentenziò il maggiore con un sorriso, il quale fece scogliere il riccio. Nonostante stessero a stretto contatto l’uno con l’altro da ormai vent’anni, Nick non si era ancora abituato ai suoi sorrisi mozzafiato, e tutte le volte gli regalavano una gioia nuova, un nuovo batticuore e la piccola ma onnipresente convinzione che non ne avrebbe mai avuto abbastanza.
Joe cominciò a dargli tanti piccoli baci sulle labbra, mentre l’altro sorrideva estasiato. Era come se non volesse più smettere, cosa che fece ridere il riccio.
‹‹Joey, mi si scuoce il riso.›› Disse senza staccarsi neanche di un millimetro dal viso del fratello.
Di malavoglia, il moro lo lasciò fare, perché sapeva quanto si rammaricava se ciò che aveva cucinato non era perfetto. Anzi, a dire la verità Nicholas si lamentava su ogni singola imperfezione che trovava, anche la più superficiale. Era sempre stato un po’ maniaco dell’ordine. Questo pensiero fece sorridere il maggiore, il quale si perse a guardare i movimenti del fratello mentre riempiva i piatti di riso fumante e riordinava la cucina.
Nick era tutto per lui: era un fratello, un amico, ma soprattutto era l’uomo che amava. Joe era ammaliato da Nicholas, lo vedeva come un dono dal cielo, inaspettato ma tanto, tanto bramato. Da quando stavano insieme, Joseph aveva il costante timore che quello fosse solo un sogno e che presto avrebbe dovuto risvegliarsi, perciò il suo scopo era quello d’imprimersi nella testa ogni suo sguardo, ogni sua seppur semplice azione, come quella di pulire la cucina o di cambiare canale in televisione, soprattutto perché, fatte da Nicholas, anche quelle piccole cose erano perfette. Tra l’altro, sapeva che ciò che più temeva, ovvero la loro separazione, sarebbe avvenuta presto, e ciò lo faceva osservare il suo amato ancora più copiosamente.
‹‹Ehi,›› Lo richiamò il riccio, sorridente. ‹‹hai intenzione di fissarmi tutta la sera?››
‹‹Sì, più o meno le mie intenzioni sarebbero quelle.›› Rispose ricambiando il sorriso.
‹‹A che pensavi?››
‹‹Che ti amo.››
Il riccio gli si avvicinò e gli carezzò il volto.
‹‹Anch’io ti amo, Joey.›› Mormorò prima di dargli un tenero bacio, che venne ricambiato con amore. Era un bacio casto, cauto, dove le loro lingue si sfioravano appena, ma l’elettricità che aleggiava tra di loro era più forte che mai.
‹‹Amore il riso si sta freddando.›› Disse Nicholas una volta che si furono scostati un po’, tenendo la fronte appoggiata a quella del fratello.
‹‹Nicky, se interrompi un’altra volta i nostri momenti romantici per un cazzo di riso, giuro che ti uccido!›› Esclamò Joseph. Fingeva di essere scherzoso, ma dentro di sé era leggermente infastidito, dato che quei loro piccoli momenti romantici, i rari spazietti di tempo che riuscivano a ricavarsi ogni tanto solo per loro due, sarebbero durati ben poco.
 
 
‹‹Troia… Troia… Troia... Brutta… Troia…››
Joseph e Nicholas erano seduti al bancone del locale ed il maggiore, davanti all’ennesimo cocktail, stava classificando tutte le ragazze che gli passavano davanti, facendo ridere l’altro.
‹‹Sta’ zitto, dici così solo perché stai con Blanda, altrimenti te le saresti già fatte tutte.›› Anche il riccio aveva bevuto un po’ quella sera, ma decisamente molto meno del fratello dato che la sua malattia glielo impediva, ma soprattutto perché era decisamente più responsabile di quel coglione.
‹‹Non è vero, io non sto con Blanda: io sto con te.›› Mormorò Joe carezzandogli la mano sotto al bancone.
Nicholas roteò gli occhi per poi sorridere dolcemente di quell’affermazione.
Non molto dopo si avvicinò una ragazza al riccio, chiedendogli di ballare. Era davvero bella: alta, mora, scura di pelle, gambe da paura… insomma, proprio il tipo di ragazza che finiva tra le lenzuola di Joseph quando i due non stavano ancora insieme.
‹‹Mi spiace, ma io non ballo.›› Rispose educato, notando gli occhi guardinghi del fratello.
‹‹Beh, se poi cambi idea, io sono sempre disponibile. Che ne dici se intanto mi offri da bere?›› Domandò la ragazza maliziosamente.
‹‹Volentieri.›› Rispose il ragazzo con un sorriso, ordinando al barista due martini.
I due cominciarono a conversare allegramente, e intanto i loro bicchieri si riempivano continuamente, come continuamente si svuotavano.
Joseph li osservava geloso, si sentiva quasi tradito da Nick. Di solito era lui quello che si portava a letto una ragazza nuova ogni sera, ma non si era mai permesso di farlo più da quando stava con suo fratello. Eppure Nicholas, che non l’aveva mai fatto, proprio quella sera si stava dando da fare… perché? Aveva intenzione di lasciare Joe ancor prima di sapere la verità? Oppure già ne era venuto a conoscenza?
La ragazza si era fatta avanti ed aveva posato una mano sul ginocchio del riccio, e lentamente faceva salire, sempre più su. A Joseph si fermò il cuore, ma invece d’intervenire, volle stare a guardare la reazione di Nicholas.
Niente, lui non faceva niente. Stava impalato a scambiarsi sguardi di fuoco con la ragazza, mentre lei aveva carta bianca su di lui. Joseph stava quasi per mettersi a piangere.
I bicchieri dei due ragazzi intanto furono riempiti un’altra volta, ma il moro, spazientito e arrabbiato, mise una mano sul braccio muscoloso del riccio per fermarlo.
‹‹Che c’è?›› Domandò questi, seccato.
‹‹Nick, basta. Basta bere, ti fa male.›› Disse, severo.
‹‹E dai, Joe, solo un altro.›› Piagnucolò. Era completamente ubriaco.
‹‹No, smettila. Vuoi ritrovarti all’ospedale per caso?›› Insisté stringendo la presa.
‹‹Non finirò all’ospedale, Joey, sta’ tranquillo.››
Il moro decise di cambiare tattica. Non ne aveva la minima voglia, visto il suo umore, ma era disposto a fare di tutto pur di uscire da lì.
‹‹Amore, andiamo a casa.›› Mormorò vicino al suo orecchio, sensualmente, per poi lasciargli un bacio sul collo. In un locale pieno di gente come quello, nessuno se ne sarebbe mai accorto.
‹‹Mi hai convinto…›› Rispose l’altro con un sorriso malizioso, per poi rivolgersi di nuovo alla ragazza alle prese con un altro drink. ‹‹Ehi, Dana, mio fratello non si sente bene, devo riportarlo a casa.›› Spiegò.
‹‹Oh, che peccato. Beh, sarà per la prossima volta, Nicholas.›› Ancor prima che i due fratelli potessero dire o fare qualsiasi cosa, la mora aveva già afferrato un pennarello sporgendosi al di là del bancone e stava scrivendo qualcosa sul braccio del riccio. ‹‹Chiamami.›› Gli disse con un occhiolino e un bacio sulla guancia.
Certo, anche il numero di telefono. – Pensò Joseph amaramente, trascinando via l’altro.
Fuori dal locale, montarono sul primo taxi libero che trovarono, e gli diedero l’indirizzo. In macchina, i due fratelli erano seduti distanti, e Joe non dava segno di volersi avvicinare. Gli girava la testa, perché anche lui aveva alzato un po’il gomito prima dell’arrivo di quella sgualdrina.
Improvvisamente, Nicholas si avvicinò al fratello col desiderio di volerlo baciare, ma quest’ultimo posò una mano sul volto dell’altro e lo spinse via. Il riccio, allora, cominciò a ridere senza un apparente motivo, e Joe, suo malgrado, non poté fare a meno di assecondare quel momento d’isteria. Ridevano, ridevano e ridevano, anche se Joseph, dentro di sé stava morendo. Successivamente Nick si avvicinò di nuovo e si sedette in braccio al moro, e i due cominciarono a baciarsi con foga, come se fossero soli. Essendo avvolti dal buio, molto probabilmente il tassista non li aveva riconosciuti, o non aveva notato che erano due ragazzi, ma in quel momento a nessuno dei due importava.
Una volta arrivati e pagato il viaggio, raggiunsero il loro appartamento senza staccarsi neanche per un secondo, desiderosi l’uno dell’altro. Non fecero in tempo neanche a varcare la soglia, che già avevano cominciato a spogliarsi.
‹‹N-Nicky…›› Mormorò Joe quando si furono adagiati sul materasso. ‹‹Ti voglio dentro di me.››
Era certo che la loro storia fosse definitivamente finita, perciò voleva conservare un ultimo, gioioso ricordo di ciò che erano stati.
 
 
Nicholas aprì gli occhi, esausto, e si ritrovò solo nel grande letto matrimoniale che divideva con suo fratello. Confuso e con un gran dolore alla testa si guardò intorno e indossò i primi indumenti che gli capitarono, trovati su una sedia: pantaloni blu di una qualche tuta e canottiera bianca.
Vagò per casa alla ricerca di suo fratello, che trovò nel terrazzo.
Joseph stava seduto su una sedia con i piedi nudi posati sulla ringhiera alla sua sinistra. Indossava soltanto i jeans della sera precedente, ed aveva i capelli scompigliati. La luce del mattino era bluastra e accarezzava dolcemente il petto nudo del giovane. Sarebbe stata una visione a dir poco sublime, se non fosse stato per quella dannata sigaretta. Quando il moro fumava, significava che era preoccupato per qualcosa, ma limitava il consumo ad una sola sigaretta, massimo due. Dentro il posacenere, invece, Nicholas ne contava ben sette.
Avvicinandosi, il riccio notò che l’altro aveva gli occhi rossi e gonfi, come se avesse pianto tutta la notte.
‹‹Amore… Amore, che ti è successo?›› Mormorò inginocchiandosi davanti a lui. Joseph lo guardò posando i piedi a terra. La sua espressione era mista tra strazio e terrore. ‹‹Butta quella merda, ti prego.››
I suoi occhi castani tornarono a scrutare l’orizzonte, mentre prendeva un’altra boccata di fumo.
‹‹È per ieri sera, vero? Joey mi dispiace molto, io non…››
‹‹Non è per ieri.›› Soffiò con un filo di voce. ‹‹Come stai?››
‹‹Il diabete non mi sta dando problemi, se è questo che vuoi sapere. Ma tu come stai? Che ti è successo?››
‹‹Nick…›› Joseph si voltò verso suo fratello, e i loro occhi s’incontrarono. ‹‹Io ti amo, tanto. N-non voglio che mi lasci.›› Disse con la voce straziata.
‹‹Certo che non ti lascerò amore, perché mai dovrei farlo?››
‹‹Lo farai. Mi dispiace, Nick, mi dispiace tanto… Non ce la faccio senza di te.›› Le lacrime non avevano mai smesso di sgorgare dai suoi occhi, ma in quel momento erano più accentuate che mai. La sua sofferenza era sincera, Nicholas l’aveva capito subito.
‹‹Joey stai delirando. Cos’è successo?››
‹‹B-Blanda è incinta.›› Mormorò con la morte nella voce, prima di alzarsi e dirigersi in casa.
‹‹Joe, dove…?›› Esclamò il riccio, incredulo di ciò che aveva sentito.
L’altro non lo ascoltò e si chiuse in camera.
 
Joseph dormiva prono sul letto, abbracciato al cuscino. Il suo respiro era regolare e i capelli coprivano le sue palpebre. Non si era neanche infilato sotto le coperte, perciò Nicholas lo aveva avvolto in un lenzuolo, temendo che avesse freddo.
Il riccio si sedette a terra con le spalle appoggiate al muro, ad osservarlo. Il suo volto era talmente dolce e innocente mentre dormiva, che era impensabile il fatto che avesse così tanti crucci che lo torturavano.
La sveglia sul comodino segnò le una del pomeriggio e il pranzo era pronto, perciò decise di svegliare suo fratello. Delicatamente gli carezzò il viso, chiamandolo a bassa voce.
Non appena l’altro aprì gli occhi trovò dinanzi ad essi il volto del riccio, il quale lo fece confondere più di quanto già non fosse.
‹‹Che ci fai qui?›› Biascicò mettendosi seduto.
‹‹Perché? Non mi vuoi?›› Chiese innocentemente l’altro. Joseph lo osservava, senza sapere a cosa pensare. ‹‹Non ti lascerò, se è questo che ti preoccupa. Prima o poi doveva succedere, mi ero già preparato. E poi Blanda è una ragazza fantastica, non avrei potuto chiedere cognata migliore, ed io ti amo.››
‹‹Nick…›› Mormorò Joseph, con gli occhi umidi dallo stupore.
‹‹Da quanto lo sai?›› Lo interruppe il riccio.
‹‹Da tre settimane. Non te l’avevo ancora detto per paura di perderti, io…››
Nicholas lo zittì con un bacio a fior di labbra che fece rabbrividire il fratello.
‹‹Spero solo di essere un bravo zio.››



Ciao a tutti. :3
Sono tre giorni che lavoro a questa schifezza, non ho mai impiegato così tanto tempo per una semplice one-shot.
Di solito le mie storie su Joick si basano solo su loro due, mentre qui ho voluto aggiungere anche Blanda (la mia piccola, dolce, tenera Blanda. dbfghgn).
Lasciate perdere il titolo più che scontato, ma sono sempre stati il mio cruccio. (Tra l'altro ho controllato e di storie con la parola "stay" ce ne sono ben quattordici se non di più. ._.)
Vaabeh, ditemi che ne pensate, sono curiosa ! c:
Un bacio a tutti,
xx

-Giuls;

   
 
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