Studio del cane da guardia della Regina.
Il maggiordomo ha servito il tea.
Il conte con la sua solita calma sorseggia la bevanda.
“Ho sentito Finnian darti del cattivo… cosa gli avrai mai
negato questa volta.” Un piccolo sorrisetto si fa strada sul suo volto. “Eh si,
sei proprio cattivo Sebastian.”
Il maggiordomo stupito dal commento del padrone inclina la
testa. “Ah
adesso io sarei il cattivo?”
“Ovviamente”
Risponde annuendo. “Tu sei un demone, no? Quindi un diavolo, giusto? Ergo
cattivo... Logica impeccabile.”
“Io
faccio solo il mio lavoro, dipende dai punti di vista… my Lord”
“Nero è
nero, comunque lo guardi... cos'è non mi dire che stai diventando un gatto e
vuoi le coccole?”
“Coccole?
No no, una creatura sporca come un demone non può paragonarsi ad un perfetto e
puro felino, io mi limito ad amarli e coccolarli...”
Il
ragazzo sospira sollevato e sorseggia nuovamente il tea, finché il maggiordomo
riprende facendoglielo quasi andare per traverso.
"E poi
un piccolo Conte non sarebbe in grado di darmi il tipo di coccole giuste”
Il
Phantomhive deglutisce e posa delicatamente la porcellana finissima sulla
scrivania. “Piccolo? Non c’è nessuno piccolo
Conte qui” risponde in modo stizzito.
Col suo
solito sorriso strafottente sulle labbra il demone riprende. “Certamente voi lo
siete... siete ancora un piccolo giovane Conte.”
“Su
giovane concordo, è innegabile, ma piccolo no.”
Il
maggiordomo sospira rassegnato alla cocciutaggine del giovane. “Certamente
Bocchan...”
Notando
il sospiro del servitore il Conte lo fulmina.
“Non
fare tanto il signor te-la-do-vinta-se-no-non-la-smetti-più”
“Certo
che no, non potrei mai... solamente non voglio farla affaticare ed innervosire
con discorsi frivoli ed inutili…”
Ciel fa
un respiro profondo e, tra i denti, in un sussurro “Mi tratta come una bambola
di porcellana”.
Il nero
servitore sorride tra sé alle sue parole. “Avete detto qualcosa forse?”
Il ragazzo
respira molto rumorosamente.
“Forse
qualcosa vi disturba? La temperatura della stanza o il fiocco al collo troppo
stretto?”
Il
giovane nobile si slaccia il fiocco, lascia cadere il pezzo di stoffa e guarda verso
al finestra con nonchalance. “A quale fiocco ti stai riferendo? Non so di cosa
tu stia parlando.”
Sebastian
raccoglie il nastro dal pavimento e si avvicina a lui girandoselo tra le dita. “Credo
che qualcosa si sia accidentalmente sciolta dal vostro collo e sia, sempre
accidentalmente, caduta a terra...” Si posiziona alle sue spalle gli lascia
cadere il nastro sulle gambe.
Ciel guarda
con la coda dell'occhio il pezzetto di stoffa. “Dici? io non noto nulla di
diverso”
Il
demone con entrambe le mani gli solleva il viso all'indietro guardandolo e
piano scende sul suo collo con le dita. “Non notate nulla?”
“Cos'ha
che non va il mio collo?” Risponde il ragazzo sentendo un piccolo brivido al
leggerissimo contatto con le dita guantate del demone.
Sebastian
ritrae le mani e prende il nastro sventolandolo d'avanti al suo viso con un
sorriso sul volto. “Senza un bel nastro il vostro abbigliamento è incompleto,
così le scelte sono due, o lo rimettete al collo o togliete il resto…”
Il
giovane alza le spalle. “Non posso rimetterlo... non so fare i nodi. Spiacente.”
Il
maggiordomo fa passare la stoffa attorno al suo collo e, con pochi gesti veloci
lo annoda in un perfetto fiocco. “Ecco fatto.”
Ciel si
passa il dito tra collo e camicia come per allentare la stoffa. “Vuoi strozzarmi per caso?”
“Sarebbe
un modo fin troppo banale per uccidervi, mi reputate così scontato?” Risponde guardandolo
con la coda dell'occhio mettendosi al suo fianco.
“Affatto
ma sta di fatto che hai fatto il nodo troppo stretto.” Riesce finalmente ad
allentare il fiocco a sufficienza, certo non era più perfetto, ma ora riusciva
a respirare normalmente.
“Volevo
solo assicurarmi che non fuggisse nuovamente dal suo collo in maniera del tutto
casuale”
“Quanta
premura... commuovente. Ma credo che oggi abbia le gambe...” Mentre parla lo scioglie
e lo mette in tasca.
“Ho
sempre premura nei vostri riguardi...” Lo sguardo di Sebastian diventa una
fessura e i suoi occhi seguono quei movimenti fino alla tasca. “Avete voglia di
giocare, per caso?”
“Mi
reputi così scontato?” Lo guarda negli occhi. “Voglio respirare in libertà, me
lo neghi forse?”
“Assolutamente”
S’inchina portandosi al suo livello “Avete altre richieste in particolare?”
“Mi
dovresti un bagno...” Si appoggia alla poltrona. “Ieri il nervoso e la stanchezza mi hanno
fatto addormentare sul bordo vasca...”
“Come
desiderate..” Senza dire altro lo prende in braccio e, uscendo dalla stanza, si
incammina verso il bagno della sua camera.
Dopo
pochi passi nei corridoi della magione il ragazzo rompe il silenzio.
“Toglimi
una curiosità, ma ti tieni in allenamento portandomi in braccio?” lo guarda con
la testa leggermente inclinata.
“Non ho
bisogno di tenermi in allenamento, e poi, anche volendo, sareste un peso troppo
piccolo per me..”
Il
maggiordomo giunto al bagno apre la porta ed entra, lo fa sedere e inizia a
preparare la vasca.
“Lo
immaginavo... quindi, visto che lo fai indipendentemente da un mio ordine o
meno, lo fai per... diletto? “
Ciel si
accomoda e gli si rivolge con tono quasi di sufficienza.
“Lo
faccio per non farvi affaticare, solitamente... ma in questo caso direi per
evitare di perdere troppo tempo e soddisfare il suo ordine di fare un bagno
caldo... “ si gira e gli toglie la giacca poggiandola lì accanto “Siete lento
quando camminate.”
“Io
sarei lento? Oggi è la giornata critica il tuo padrone, per caso?”
Il
demone accenna un sorriso mentre finisce di spogliarlo. “Che domanda sciocca,
no ovviamente... sono solo sincero…” Slega il filo della benda e la fa
scivolare via guardandolo in entrambi gli occhi. “La vasca è pronta, my Lord.”
“Sei
sinceramente irritante ecco quello che sei.” Si alza ed entra nella vasca, con
cautela si siede e s'immerge nell'acqua piacevolmente calda.
Sebastian
si toglie la giacca e svolta le maniche della camicia. “Non era mia intenzione
irritarvi...” poi s’inginocchia vicino al bordo della vasca alle sue spalle. “Chiedo umilmente perdono…”
“Umilmente?
Tu sei tante cosa ma non umile.” Il Conte si immerge con la testa e riemerge
con i capelli appiccicati sul viso, poi tira indietro il capo per togliersi i
ciuffi dalla fronte.
Il
maggiordomo versa del sapone sulla mano ed inizia a massaggiarle la testa del
ragazzo. “Cosa ve lo fa dire?”
Ciel chiude
gli occhi sentendo le dita del demone sul suo capo. “ Tu sei orgoglioso di chi
e cosa sei, indipendentemente dal fatto che momentaneamente sottostai ai miei
ordini.” Inclina un po' la testa in avanti per farsi massaggiare il collo, per
poi ritornare alla posizione iniziale.
“Inoltre sebbene tu sia un mio servitore non sei realmente sottomesso al
sottoscritto, il tuo rispetto è limitato all'apparenza, infine sei superbo, lo
sei dannatamente e non negarlo” ghigna leggermente pronunciando tali parole “Tutto
ciò fa di te un essere che di umile non ha nemmeno un unghia.”
Sebastian
si china verso di lui e sussurra al suo orecchio. “Che descrizione accurata e
dettagliata... ma devo fare una piccola correzione, non ho mai negato di non
essere tutto ciò... ed inoltre, il sottoscritto è totalmente sottomesso a voi
fino a che il contratto non sarà finito.” Poi si alza dirigendosi agli scaffali
per cercare il sapone adatto.
Il
sussurro del demone è inaspettato e lo sorprende, si riprende solo sentendolo
allontanare “La tua sottomissione resta
comunque legata all'estetica”
Il
maggiordomo afferra una bottiglietta di vetro e ne versa parte del contenuto
sulla spugna mentre si china al suo fianco. “Ho scelto per voi latte e miele,
visto quanto vi piace…” Dice prendendo la sua mano ed iniziando a strofinare
lungo il braccio.
Il
giovane conte si appoggia al bordo vasca, piega la gamba destra e tira la testa
indietro socchiudendo gli occhi a quella "coccola" della spugna.
Lo
sguardo del corvino si sposta sulla sua gamba, poi velocemente sul suo viso e
prende l'altra mano per ripetere gli stessi movimenti di prima.
“Renderà
la vostra pelle più morbida di quanto è già...” parla più a se stesso che a lui
e, senza rendersi conto, si lecca le labbra.
Ciel dischiude
leggermente gli occhi, quasi in modo percettibile al suono delle parole, vede
il gesto involontario del demone. “Non bado a queste cose... in fondo nessuno
può o potrà giovarne...”
“Farà
piacere alla vostra promessa” Gli solleva la gamba facendola poggiare sulla
propria spalla e, con la spugna, la massaggia lentamente lasciando scivolare la
schiuma.
“Non ho
intenzione di sfiorarla o farmi sfiorare da lei nemmeno con un dito” sussurra lasciandosi
muovere dal demone come un bambola.
“Dovrete
prima o poi, dopo le nozze certamente, ma dovrete...” Reimmerge la gambe
nell'acqua e si posiziona dietro lui, lasciando che poggi la testa sul proprio
petto, strofina il suo collo con delicatezza.
“Sposarmi?”
Fa una finta risatina. “Ti prego non farmi ridere. Rimanderò in eterno, o
meglio, finché non avrò il mio... scaccomatto.”
Calca la parola e apre gli occhi, il suo sguardo è serio. “A quel punto tutto
sarà finito.”
Il
maggiordomo mette del sapone sulle proprie mani e scende a massaggiare il suo
petto con estrema cura.
“Bocchan
devo dirle che dubito seriamente che sua zia le permetterà di rimandare in
eterno…” Sorride beffardo.
“Può
sbraitare quanto vuole, in ogni caso fino alla mia maggiore età non se ne fa
nulla.” Respiro più profondamente. “E poi conto sul fatto che non dovrò
aspettare di avere i capelli bianchi per avere la mia vendetta... O vuoi essere
il mio cane fino ad allora?” Si accomoda meglio e respira pesantemente di
nuovo.
“Il mio
più grande desiderio è darvi la vostra vendetta al più presto e ricevere il mio
pagamento, non utilizzeremo più tempo di quello necessario, non si preoccupi… “
Con le mani continua a massaggiare il
suo addome con movimenti abitudinari e distratti.
“Quindi,
Sebastian, il problema direi che non si pone assolutamente” Un leggero ghigno
si disegna sul giovane volto.
“Anche
se, devo ammetterlo, l'idea di vederla indaffarata nei preparativi di nozze mi
diverte e non poco… ma soprattutto “ le mani del demone scendono ancora facendo
volutamente più pressione con i palmi mentre sul suo viso appare un ghigno “...mi
diverte il pensiero della sua prima notte di nozze e della sua totale inesperienza
con una donna…”
Le
labbra del ragazzo ritornano rilassate e
gli occhi si riaprono leggermente. “Io non preparerei nulla, ci saresti tu per
quello o, con le parole adatte, farei fare tutto a lei.” Resta impassibile, o
almeno ci prova, alla pressione maggiore delle mani demoniache. “Come dicevo
prima... il tuo rispetto è apparenza...” evita liberamente l’attacco sulla sua
inesperienza.
“Ma il
parere dello sposo è sempre di estrema importanza...” Gli parla quasi in un
sussurro vicino all’orecchio risalendo e scendendo ancora con le mani.
“Basta
dire sempre sì...” Respira profondamente. “Lizzy adora scegliere...”
Le
labbra sfiorano l’orecchio del nobile mentre entrambe la mani scendono sulle
sue cosce e le allargano piano.
“E cosa
adorate voi invece?”
Il
ragazzo si morde l'interno delle labbra per non emettere fiato e le palpebre si
abbassano solo di pochi millimetri per poi rialzarsi.
“Adoro
giocare... dovresti saperlo, ormai...” la sua voce è leggermente meno ferma del
solito.
“Non mi
è nuovo sapere che adorate gli scacchi ma... che altri giochi amate...?” Gli lascia
un leggero bacio, quasi impercettibile, sulla sua spalla mentre le dita
scivolano lungo le cosce.
Il lieve
tocco di quelle labbra e le carezze sulle sue gambe lasciano una scia bollente
sul suo corpo, come se il contatto lo bruciasse e il suo respiro diventa più
pesante.
“Ogni
genere...”
Sorride
alle sue spalle e ritrae le mani voltandogli il viso. “Credo che sia ora di
uscire dalla vasca, Bocchan…”
Il
Phantomhive annuisce senza emettere fiato.
Il
demone avvolge il ragazzo in una tovaglia, lo prende in braccio e lo fa
adagiare sul letto iniziando ad asciugarlo piano, senza graffiare la sua pelle
delicata.
I
respiri del ragazzo sono profondi per cercare di riprendere il controllo.
Gli occhi
cremisi si abbassano su di lui e, con quanta più perfidia mista a desiderio, il
servitore si sofferma con calcolata lentezza ad asciugarlo tra le cosce,
fingendo alla perfezione, un'aria del tutto distratta ed innocente.
Ciel si
morde le labbra, lo odia, lo sa che lo sta facendo apposta. Lo guarda da una
fessura tra le palpebre e ad ogni movimento lento stringe la presa sui denti e
a fatica non chiude del tutto gli occhi.
Il
demone solleva lo sguardo suoi suo occhi continuando il suo straziante
massaggio.
“Qualcosa
non va… Bocchan?”
Fa un
respiro profondo “Assolutamente” un pausa “niente”, ma nei suoi pensieri gli
insulti meno proponibili si avvicendavano, si sarebbe stupito anche lui qualche
ora dopo di quello che la sua mente stava partorendo.
“Molto
bene…” Si alza e toglie la tovaglia abbassando lo sguardo su di lui e
fingendosi sorpreso. “Noto che state più che bene...” Sorride mostrando i denti
affilati soddisfatto in volto.
Il
ragazzo arrossisce a quel gesto ma il suo sguardo è furente, e nella sua mente
la sequela d'insulti continua.
Lo
sguardo cremisi arriva agli occhi zaffiro e lo riveste velocemente. “Spero che
Lady Elizabeth” abbassa veloce lo sguardo e lo rialza sui suoi occhi” Sia
altrettanto capace nel… risvegliarvi”
Il
giovane Conte si alza a sedere e lo tira per la cravatta. “Non ho nessuna
intenzione di farmi toccare da lei chiaro?”
Il
demone lo fissa dritto negli occhi e parla restando immobile “Cristallino...”
“Ti sei
divertito…” il ragazzo non molla la
presa, anzi la rinsalda “…a giocare?”
Gli
occhi carmini si illuminano di un rosso vivo. “Oh... non immaginate quanto sia
dilettevole torturavi…”
Lo
sguardo rovente viene ricambiato senza timore. “Sei solo una lurida bestia
affamata che spasima anche solo per annusare il suo pasto.”
Un sorriso
demoniaco dipinge sul suo volto mentre afferra il viso della sua preda
con una mano. “Esattamente, ed avete un'odorino
davvero niente male…” Dice passandosi la lingua sulle
labbra.
Il
ragazzo non batte ciglio fatta eccezione il tirare la striscia di stoffa nera,
così facendo fa chiudere il cappio intorno al collo dell’altro. Con sua voce gelida
ma ricca di astio “Allora continua a sbavare, cane”
La presa
sul viso si serra, ma il diavolo continua a sorridere divertito. “ Volete
strozzare un Demone?”
“No.” Un
leggero ghigno si forma sul suo volto. “Ti faccio solo saggiare il tuo
guinzaglio.”
Sebastian
lascia la presa sul viso di Ciel e prendendo la mano che tiene la sua cravatta,
vi posa le labbra. “Non stringete
troppo, non vorrei che vi faceste male, dopotutto, le bambole di porcellana si
rompono facilmente.” Sorride sistemandosi il vestito.
Le iridi
blu si assottigliano a quelle parole poi, riprendendo la sua aria gelida “Si da il caso che questa bambola di
porcellana sia già incrinata da molto tempo. Ma non si romperà prima del
dovuto. Non darà occasione al suo cane di sfamarsi prima del tempo.”
Il
demone lo guarda serio, parecchio irritato. “Non ho la minima intenzione di
prendere ciò che mi spetta prima del tempo, abbiamo un contratto Conte, non
metta in dubbio il mio sigillo sul suo occhio.”
Ciel ricambia
lo sguardo. “Mai fatto, sarebbe come mettere in dubbio me stesso, visto che
questo contratto è tutta la mia vita... o meglio... tutta la mia morte”
“Eccellente,
non ho altro da aggiungere... con permesso”
Il
servitore prende la tovaglia sul letto e entra in bagno per sistemare.
Il
giovane si distende sul letto tirandosi su le coperte con un piccolo ghigno sul
volto per la piccola rivincita, se poi lo è stata, sul massaggio del demone.
Dopo
alcuni minuti Sebastian esce dal bagno sistemandosi i guanti una volta finito
tutto il lavoro
“Desiderate
altro, Padrone?”
Il
ragazzo dorme beatamente tra le coperte calde, il ghigno con il rilassamento
del sonno è diventato un sorriso. Quello probabilmente è l'unico modo per il
giovane Phantomhive di sorridere sinceramente.
Il
maggiordomo afferra il candelabro e si dirige verso la porta, fermandosi, per
un istante, lo guarda dormire sereno.
“Buonanotte
Bocchan…” Si chiude la porta alle spalle, soffia sulle candele e
sparisce inghiottito dal buio della notte.