Just for therapy ~
di cose morbide, colorate e seccanti
«Uh, Jess?»
Gli occhi della
ragazza sono due piccole macchie celesti perse in un mare più grande e più
variopinto. Non gli risponde, lo guarda soltanto, sorridente come una bambina
sotto l’albero di Natale. Nick prende posto con cautela in poltrona – piano, molto piano, perché non è sicuro che un movimento brusco non gli darebbe il giusto
input per fare qualcosa di cui in seguito si pentirebbe amaramente, come ad esempio urlarle addosso – e la
scruta per un po’ prima di finire di esprimere il difficile concetto.
«Cosa... sono...
quelli?»
Jess non cambia
espressione, ma si stringe ancora di più al morbido coso giallo – giallo – che tiene tra le braccia e che
fa a pugni col suo rossetto fucsia.
«Hai decisamente
poco colpo d’occhio, Nick Miller. Ci credo che tu non abbia mai sfondato come
avvocato. Sono cuscini.»
Pronuncia le
ultime due parole nel tipico tono di Capitan Ovvio vestito da maestrina delle
elementari che spiega a un bambino che due più due fa quattro, quindi sfodera
un sorriso più sfrontato del solito. Nick comincia già a pentirsi anche solo di
aver aperto bocca. Con Jess è così abituale
pentirsi anche solo di aver aperto bocca.
«Lo so che sono
cuscini, Jess. È che sono...»
«Cosa?»
Digrigna i denti.
«Tanti. E... e colorati.»
Jess ridacchia e
ne lancia uno verso il soffitto – uno di un verde fosforescente da fare invidia
ai giubbetti antinebbia – e Nick ne segue il percorso rabbrividendo: dove ha trovato delle cose del genere?
Chi venderebbe mai un simile assortimento di roba inutile e morbida e
sfolgorante e agghiacciante?
Dev’essersi perso qualcosa, il mondo non può essere ricaduto tanto in basso
dopo gli orsetti di gelatina. Brr, gli hanno dato gli incubi per anni, gli orsetti di gelatina.
«Andiamo, Nick,
non li trovi bellissimi?»
«Non è il termine
che userei io.»
«Pfui, non lo
voglio sapere il termine che useresti tu. Io
li adoro. E poi mi servono, li si può usare come terapia distensiva, lo
sapevi?»
Nick apre la
bocca per rispondere che no, non lo sapeva, ma se ad avere bisogno di una
qualunque terapia è Jessica Day non ci si può stupire
di niente – invece non spiccica parola, perché al cuscino verde fosforescente
se n’è aggiunto un altro, rosa, bontà
divina, rosa scioccante, e la reminiscenza
scolastica che glieli indica come colori complementari in questo momento non
riesce a renderglieli meno spaventosi.
Jess prosegue
nella sua illuminante esposizione, non accorgendosi o forse non curandosi della
sua aria allucinata. «Sì, ecco, ho letto questo articolo geniale
sull’applicazione di cuscini nei punti doloranti del corpo, e dal momento che
sono stata licenziata e che ci si è messa anche la sindrome premestruale e che
sono emotivamente e fisicamente a pezzi – lo sai, no – ho deciso di comprarli e
vedere se mi sento meglio. A te sembra che mi senta meglio?»
«Jess.» Nick si è
accorto da tempo, non saprebbe dire da quanto con esattezza, che quasi ogni
frase che le rivolge comprende anche il suo nome. Si è sempre detto che è per
attirare la sua attenz– concentrazione, anche in quei momenti in cui nell’appartamento non
c’è nessun altro e dunque è lampante che lui non sta parlando che con lei. Ma
per quante volte la chiami, Jess non esce mai dal suo mondo di favola, e anche
adesso non lo degna di uno sguardo e continua semplicemente a far svolazzare
quei suoi cuscini verde e rosa come se da quel gesto così fastidiosamente infantile dipendesse la vita stessa. «Penso
che tu abbia frainteso. Impacchi del genere non richiedono cuscini
particolari?»
«Oh? Questi non
ti sembrano particolari?»
«Indiscutibilmente.»
Nick lancia un’occhiataccia al cuscino giallo che lei si ostina a tenersi
stretto al petto come il giocattolo preferito. Urge un abile cambiamento di
tattica. «Avevamo già dei cuscini in casa, non serviva che ti portassi dietro
tutto un negozio. Schmidt avrà qualcosa da ridire sul modo in cui spendi–»
Per la prima
volta lo ricambia della stessa occhiataccia, così improvvisa e bruciante che
d’istinto lui si fa piccolo piccolo nel riparo della
sua poltrona stinta. Ha addirittura smesso di giocare e ciò non è il miglioramento che Nick si
augurava.
«Stai parlando di
quei cosi deformi cui ho assicurato
una più degna sistemazione?»
Nick batte le
palpebre. Ci mette un attimo a capire il non detto. «Hai buttato via i nostri vecchi cuscini?!»
«Erano noiosi, Nick. Erano grigi. Niente di noioso e di grigio può aiutare chicchessia a
sentirsi meglio.»
«Io li
abbracciavo ogni volta che lasciavo un messaggio a Caroline» borbotta lui,
vagamente confuso, «e un po’ meglio mi sentivo...»
«Questo perché
eri talmente ubriaco da non capirci niente di cuscini.»
«Da quando essere
ubriachi preclude la competenza sui cuscini?»
Jess ci pensa su
per un attimo. «Hai ragione, colpa mia. Tu non
capisci niente di cuscini, la sbronza è del tutto irrilevante.»
Nick rimane a
guardarla a bocca aperta, conscio del livello di assurdità della conversazione
– di tutte le conversazioni che abbia
mai avuto e che mai avrà con Jess. E come avrebbe dovuto immaginare, il
silenzio gioca a suo sfavore, perché Jess ne approfitta per calare l’ultima
carta, quella decisiva.
«Tu non credi che
questi adorabili morbidissimi cuscini vivaci possano far star meglio nessuno,
vero? Bene, allora te lo dimostro subito. In guardia, Miller!»
Non ha il tempo
di alzare le mani, e l’ennesimo oggetto nemico – guarda caso, quello giallo – gli si abbatte forte in
faccia, premendolo contro lo schienale della poltrona e mozzandogli il respiro.
«COSA
ACCIDENTI...?!»
Ma ecco che
arriva anche il cuscino verde, e quello rosa, e poi uno rosso e uno viola e uno
blu e uno arancione e uno marrone – sul serio, chi è quel soggetto che vende
cuscini marroni? – e prima di
rendersene conto Nick si ritrova a ricambiare l’attacco, ad agguantare tutti i
cuscini che può e a buttarsi sul divano addosso a Jess, che trasforma una
risata in un gridolino e si difende come può. Soltanto allora scopre che quei
maledetti sono addirittura imbottiti di piume, perché nell’arco di un minuto
respirare senza ritrovarsene una in bocca diventa impossibile. E davvero non ci
ha fatto caso, non ricorda quando ha
cominciato a ridere, ma sta ridendo e sta giocando a cuscinate con Jess
come un deficiente e la cosa più preoccupante di tutte è che non riesce né a
fermarsi né a vergognarsi. E dire che con Jess è così abituale vergognarsi.
Alla fine restano
tutti e due là senza fiato, a cercare di recuperarlo, e Jess gli è addosso
perché ha vinto lei – vince sempre lei
– ma non c’è nessuna rivalsa nel sorriso esausto che gli rivolge oltre il bordo
di un ennesimo cuscino della stessa tonalità di celeste dei suoi occhi.
«Te l’avevo
detto» canticchia. «Mica li ho presi solo per me.»
Nick l’osserva,
morbidamente incastrato tra il divano e i suoi capelli che scivolano a
sfiorargli una guancia, e non trovando di meglio da dire o da fare distoglie lo
sguardo sbuffando. «Ti odio, Jess.»
«Eppure stai
sorridendo. Dovresti sorridere più spesso, a proposito; Charlie Chaplin diceva
che un giorno senza un sorriso è un giorno perso.»
«Comunque
scommetto che Charlie Chaplin non aveva cuscini colorati dentro casa.»
«Oddio, non
saprei. Magari più tardi freghiamo il computer di Winston e facciamo una
ricerca...»
Nick lo sente, il sorriso che ancora ha sulle
labbra, e quando si volta a guardare Jess che ha puntato un gomito sotto la sua
spalla e ammira sognante il mare di piume che li circonda – è morbida, colorata,
seccante e anche bella, Jess: non glielo dirà mai ma è bella davvero – vede che
lo stesso sorriso se ne sta sulle labbra e negli occhi di lei. E si rende conto
che l’ultima volta che ha pronunciato il suo nome ce l’aveva già, la sua attenzione. Perciò forse è solo che gli
piace, il suono del nome di Jess – gli piace chiamarla e sapere che lo ascolta,
sapere che c’è.
Stranamente non
ha nessuna voglia di alzarsi da quel divano. I vecchi cuscini grigi non l’hanno
mai fatto sentire così bene,
riflette. Ma neanche questo le dirà mai.
«Magari più
tardi» concede soltanto. Più tardi.
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Spazio dell’autrice
Questa storia è stata scritta per il
contest TV Shows Addicted
– Quando i telefilm diventano droga, indetto da Deb e Ili91, classificandosi prima. Questa
storia. Prima. Ancora non ci credo.
*ESPLODE* Ah, sì, e si è aggiudicata anche il premio speciale per la storia
più originale. *ESPLODEDDIPPIÙ*
*si riprende* Il regolamento
prevedeva di scegliere un prompt e una citazione: le
mie scelte sono ricadute su cuscini e
«Un giorno senza un sorriso è un giorno perso» (Charlie Chaplin). Come ho detto
alle giudici, la cuscinoterapia esiste e porta dei
benefici prettamente fisici, ma l’eventualità che possa far bene anche all’umore
è un’idea tutta della mia Jess. Pertanto, figuratevi, ero convinta di aver
scritto una cosa che definire assurda era poco XD Awhn,
sono felice come un re (cit.) ♥
Ringrazio di tutto cuore Deb ed Ili per l’opportunità offertaci con questo adorabile
contest, e faccio i complimenti a tutte le altre partecipanti, delle quali vi
invito a leggere le storie.
Che cosa posso aggiungere? Sono onestamente
senza parole. ;////; Riporto qui i giudizi e i fantastici banner e me ne scappo
a piangere un altro po’ dalla gioia.
Aya ~
Valutazione Grammatica:
-
Grammatica/Sintassi: 9,5/10
La storia è indubbiamente scritta bene, benissimo.
La grammatica è, a mio avviso, quasi impeccabile. Ad ogni modo ti elencherò
quello che ho trovato poco chiaro:
“Nick prende posto con cautela in poltrona – piano, molto piano, perché non è
sicuro che un movimento brusco non gli darebbe il giusto input per fare
qualcosa di cui in seguito si pentirebbe amaramente, come ad esempio urlarle
addosso – e la scruta per un po’ prima di finire di esprimere il difficile
concetto.” Trovo questa frase un po’ contorta. L’ho dovuta leggere più volte
per capirne il vero senso. Devo ammettere che, la prima volta, avevo inteso
l’inciso come se fosse stata Jess a poter scattare ad un movimento brusco e non
Nick. Solo successivamente ho compreso davvero quello che volevi intendere.
Trovo, quindi, che avresti potuto esprimere meglio quel concetto.
“tanto in basso dopo gli orsetti di gelatina. Brr, gli hanno dato gli incubi
per anni, gli orsetti di gelatina.” Comprendo che la ripetizione sia stata
voluta, ma trovo che sarebbe stato il caso, invece, di utilizzare un sinonimo o
di non inserire nuovamente “orsetti di gelatina”, il senso si capiva benissimo
lo stesso.
“Jess prosegue nella sua illuminante esposizione, non accorgendosi o forse non
curandosi della sua aria allucinata.” Avrei messo una virgola dopo
“accorgendosi” e una dopo “curandosi”.
“«Tu non credi che questi adorabili morbidissimi cuscini vivaci possano [...]”
Manca una virgola dopo “adorabili”.
“e prima di rendersene conto Nick si ritrova a ricambiare l’attacco” Dopo “e” e
dopo “conto” avrei messo una virgola.
Valutazione Deb:
-
Stile: 9,5/10;
Trovo che il tuo stile sia molto, molto fluido.
La storia si legge benissimo ed è molto curata, nel dettaglio.
Le prime righe della storia, però, mi hanno lasciato un po’ perplessa. Avrei
preferito una descrizione più canonica, non che la tua non fosse bella, ma l’ho
trovata un po’ inappropriata in quel momento.
“e anche adesso non lo degna di uno sguardo e continua semplicemente a far
svolazzare quei suoi cuscini” In questa frase avrei scritto “non lo degna di
uno sguardo, continuando semplicemente…”. Trovo che, in questo modo, la frase
sia più fluida.
Per il resto trovo che la tua storia abbia il giusto stile per una fanfiction di questo genere.
- IC/caratterizzazione personaggi: 15/15;
Non posso non farti i complimenti anche su questo punto.
I personaggi sono caratterizzati molto bene. Non li ho trovati minimamente OOC.
Davvero complimenti! Comprendo quanto possa essere difficile riuscire a
mantenerli IC.
E trovo davvero vero il fatto che, probabilmente, Nick – per citare la tua
storia – “non glielo dirà mai”, anche se, diciamocelo, secondo me i pensieri
che hai scritto nella tua storia, li pensa anche nel telefilm. O almeno, spero.
- Originalità/Sviluppo trama: 14,5/15;
Esordisco dicendo: non mi stupirei se vedessi una scena del genere nel telefilm
stesso.
Il che significa che non ho nulla da dirti sullo sviluppo della trama. È stata
sviluppata in modo lineare, in modo vero, come se tu dovessi davvero scrivere
un episodio della serie tv.
Parlando dell’originalità, sei riuscita a prendere il prompt
cuscini e scriverci una fanfiction assolutamente
carina.
Si può dire che la lotta con i cuscini sia un po’ un cliché, ma come ti ho
scritto nella categoria prompt, trovo che tu sia
riuscita a prendere il prompt trasformandolo in un
personaggio. Sono assolutamente essenziali in questa fanfiction
e non solo per la lotta, ma anche per il modo in cui sono stati inseriti nella
storia. La storia del licenziamento, anche se solo accennata, l’articolo che ha
letto Jess – dove diavolo ha letto un articolo del genere? xD
– e la conseguente lotta per far comprendere a Nick che, sì, i cuscini possono
farti star meglio.
- Utilizzo prompt/frase: 10/10;
Non posso darti meno del voto pieno, sia per l’utilizzo del prompt
che per l’utilizzo della frase. Li hai utilizzati in modo sublime.
Il prompt è assolutamente la ruota che fa girare la fanfiction, la linea guida. I cuscini stessi sono uno dei
personaggi della fanfiction, come se fossero
assolutamente importanti.
Per quanto riguarda la frase, non ho nulla da eccepire. L’hai citata in modo
congruo, come se fosse assolutamente normale esprimere quel concetto, che,
successivamente, non è stato dimenticato, ma approfondito.
Davvero complimenti.
- Opinione personale: 5/5.
Durante la prima lettura della fanfiction, quindi
quando l’ho letta senza dover dare alcuna valutazione, l’ho decisamente
mangiata.
È una storia davvero ben scritta e coinvolgente.
Davvero molto bella, complimenti! :)
Valutazione Ili91:
-
Stile: 9/10;
Lo stile usato per la storia era davvero appropriato per la stessa.
È scorrevole, brioso e non permette di staccarsi dalla storia neppure per un
attimo.
In alcuni punti diventa un filo troppo contorto – anche se ho apprezzato molto
come ha permesso di rendere la caratterizzazione mentale di Nick – e ho dovuto
rileggere il periodo in questione, ma per il resto si è trattato di una lettura
davvero entusiasmante e piacevole.
- IC/caratterizzazione personaggi: 15/15;
La caratterizzazione mi è sembrata assolutamente perfetta.
Davvero, è così difficile trovare una caratterizzazione così ben fatta e che mi
permettesse di pensare di star leggendo un copione di New Girl, anziché una fanfiction.
Ho adorato come hai caratterizzato Nick e Jess e il loro rapporto, così conflittualem ma con una lieve dose di dolcezza alla fine.
Tanti, tantissimi complimenti!
- Originalità/Sviluppo trama: 15/15;
La storia non è per nulla banale ed è stata sviluppata alla grande. Inoltre ci
sono delle chicche adorabili, come ad esempio Nick che fa il paragone con i
cuscini e pensa agli orsetti di gelatina o Jess con il suo misterioso articolo
sui cuscini per sentirsi meglio.
Sei riuscita a tirare fuori una storia divertente e interessante, con un finale
perfettamente adatto a Jess e Nick, alla... “forse, prima o poi, chissà”.
Molto, molto brava, complimenti!
- Utilizzo prompt/frase: 10/10;
Hai utilizzato sia il prompt, sia la frase alla
perfezione.
Il primo ha un'importanza davvero primaria nella storia e ogni singolo punto
della trama ruota intorno a quei adorabili cuscini colorati.
Interessante anche il modo in cui la frase è stata inserita nel testo, citata
da Jess quasi per caso, e che ha portato ad un divertente e dolce sviluppo.
- Opinione personale: 5/5.
Questa storia mi è piaciuta tantissimo, a cominciare dal molto di rappresentare
Jess e Nick. Sono davvero esplosivi insieme e ho apprezzato talmente tanto le
loro azioni pazze, i ragionamenti di Nick, i cuscini scioccanti e gli orsetti
di gelatina, che ho concluso la storia con un sorriso stupido sulla faccia.
Complimenti per la storia e grazie mille di aver partecipato.
Totale
grammatica:
9,5
Totale Deb: 54/55
Totale Ili91: 54/55
TOTALE: 117,5/120