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Autore: withmusicislove    12/01/2013    0 recensioni
Salto tu, salto io. Ricordi?
L'amicizia tra due ragazze, legate per la vita.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Erano i primi giorni di settembre, caldo infernale e io ero sdraiata sul letto ad aspettare la mia fine così vicina. Avevo il ventilatore sparato al massimo, tutto chiuso (compresa la porta della mia stanza), ma continuavo a percepire il caldo.
Ero immersa nei miei pensieri quando mia madre spalancò la porta.
“Madison, non puoi vivere in camera tua! E abbassa questo ventilatore” si diresse verso di lui e ne abbassò di una tacca.
“uffa, mamma, si muore di caldo fuori e non ho proprio voglia di uscire, e poi, con chi esco? Stanno tutti al mare, mentre noi siamo qui!”
“tesoro, esci, vai a farti una passeggiata” disse con un tono stufo.
“ci penserò” mi girai su un lato fissando la parete.
Mia madre sbuffò e chiuse la porta, tornandosene giù a fare le parole crociate.
Dopo una ventina di minuti sentì un camion passare davanti a casa mia e fermarsi nella casa accanto. Presa dalla noia, mi alzai e mi affacciai alla finestra.
Vidi una signora sui 45 anni scendere dall’auto e subito dopo una ragazza, più o meno della mia età, scendere.
Mia madre mi chiamò.
“MADISON, SCENDI  CHE SONO ARRIVATI I NUOVI VICINI!!!” sbuffando, mi infilai le scarpe e scesi.
Uscimmo in giardino e ci dirigemmo verso la casa affianco.
La signora (deduco la madre della ragazza) ci venne in contro.
“salve, siamo i nuovi vicini” sorrise.
“salve, piacere Cheryl” esordì mia madre.
“Mary, piacere tutto mio.”
La ragazza si avvicinò con un sorriso a 32 denti.
“e lei è mia figlia” disse la signora.
“piacere Jennifer” mi disse tendendomi la mano.
“Madison, piacere tutto mio.” sorrisi stringendole la mano.
Era una ragazza di media statura, più alta di me di qualche centimetro, aveva i capelli marroni castano e gli occhi marroni, e magra.
“stasera siete invitate a mangiare a casa nostra, tanto non avete la cucina e poi è un modo per fare conoscere le ragazze” ne uscì mia madre.
“credo che sia un’idea stupenda” 
Dopo esserci salutate, ogni uno tornò a casa e quindi io tornai alla mia vita monotona.
Verso le 4:30 mio fratello tornò dall’uscita con i suoi amici, mia madre gli disse degli ospiti della sera e quindi corse a farsi “bello” , cosa decisamente impossibile perché brutto com’è manco un intervento chirurgico riuscirebbe a farlo diventare carino (sarcasmo, amore dei fratelli).
Un’ora dopo arrivò mio padre e chiese del furgone, stessa cosa, corse a prepararsi.
Alle 7:30 suonarono alla porta, io scesi e mia madre andò ad aprire, le fece accomodare e iniziammo a parlare.
Io e Jennifer ci ritrovammo in balcone a ridere e scherzare come se ci conoscessimo da una vita. Mi sembrava simpatica e un’ottima amica.
“Jennifer, posso farti una domanda?” dissi tra una risata e l’altra.
“dimmi”
“come mai vi siete trasferite qui? A San Francisco non vi trovavate bene?”
“no, per niente, la città è piana di delinquenze e poi mia madre aveva trovato lavoro qui. Io non mi trovavo con gli amici, li o sono tutti degli sfigati o sono tutte reginette, è uno schifo”
“oh capisco, i tuoi sono separati, vero?”
“si..” disse con voce triste, si sentiva che aveva una voce semi spezzata.
“oh, be, qui ti rifarai una vita, te lo prometto, Los Angeles è perfetta per noi teenager” gli sorrisi.
Lei ricambio con un sorriso timido.
Mio padre uscì in balcone da noi.
“heila ragazze, io e le vecchie la dentro abbiamo pensato domani di andare in spiaggia, che ne dite?”
“mi piacerebbe” disse con un tono timido Jennifer.
“fantastico” sorrisi.
Sentivo che tra me e lei sarebbe nata un’amicizia fantastica.
  
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