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Autore: SuperThunder    13/01/2013    4 recensioni
Una breve storia su una tartaruga.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono le 7.55: manca poco all’apertura dell’acquario. Tuttavia, benché non sia già avvenuta l’apertura, tutti, umani e non, sentono molte voci provenire da fuori. Come al solito arriverà un sacco di gente e come al solito non saranno in molti a guardarmi. - pensa Rodolfo, una tartaruga marina – Mi manca la mia libertà, mi manca il viavai dei pesci, mi mancano i viaggi per il mare, ma soprattutto mi manca la spiaggia di scogli vicino alla quale vivevo; ricordo che andavo spesso lì vicino e che mi nascondevo per spiare gli uomini e capire cosa facevano, capire in che cosa consistevano le loro stramberie. Nessun animale, proprio nessuno, capiva del tutto le loro azioni.
E mentre pensa questo ecco che le porte si aprono, le biglietterie si riempiono e dentro le sale, fino a poco fa totalmente silenziose, si sentono grida e risate di ogni genere. Rodolfo fa di tutto, ma come ogni giorno non attira l’attenzione di quasi nessuno. La maggior parte vuole vedere i pesci tutti colorati, guardare lo spettacolo mattutino di delfini e foce, accarezzare le razze nella loro vasca o fare mille foto ai grandiosi squali. L’anziana tartaruga sta per arrendersi e cambiare strada, quando arrivano un piccolo bambino di circa 6 anni e una ragazza sui 15. –Fratellino vieni, dai! La mamma ci aspetta!-inizia la sorella.
-Dai, dai! Prima devo salutare e scattare una foto a questa tartaruga.
Ha un visetto sorridente che mi ricorda una ragazza che conobbi 136 anni fa. Ora ho 148 anni, ma me la ricordo ancora come se fosse ieri. Aveva 12 anni e si chiamava Giada. Era slanciata, aveva gli occhi azzurri, che rispecchiavano il mare, e i capelli corti e neri, lisci e con una simpatica frangetta. Le piaceva molto il mare e spesso veniva a nuotare con me. A mio parere, con l’arrivo suo e del suo splendido sorriso, che non perse mai,  è incominciata la mia vera e propria vita.
Ma all’improvviso un tonfo lo risveglia dai suoi pensieri: cosa sarà stato? Si sentono alcune grida. Dopo un po’ di tempo ecco che si sente il suono di una sirena e arriva l’ambulanza. Ecco che arriva Anna, accompagnata da Simone e Chiara. Rodolfo la osserva: Anna zoppica, riesce a camminare a stento. Ora sta salendo in ambulanza.
E’ passata un’ora e ancora nessuno degli abitanti delle vasche dell’acquario ha capito che cosa sia successo.
Passa ancora tempo, tanto tempo ed ecco che dopo 3 giorni Anna è tornata ha due strani bastoni nelle mani e una gamba è molto grossa e tutta coperta di bianco; tutto lo staff le va intorno e le chiede come sta, ma lei sorride dice un singolo “bene” e si dirige verso a Rodolfo, poi lo guarda gli sorride e gli parla:- Ciao! Non sai come mi sei mancato in questi giorni. La tua calma, che trasmettevi a tutti, mi sembrava lontanissima. Sono stata in ospedale, sai? Mi sono fatta male alla gamba sinistra; mi sono rotta l’osso. Mi ha fatto tanto male. Nei momenti in cui stavo peggio però, pensavo a te e subito mi tornava il sorriso.
Anna parla al suo amico con la dolcezza con cui si parla ad un bambino. Rodolfo capisce tutto, anche se ancora non comprende la cosa bianca alla gamba.
Anna passa il resto della giornata lì, a parlare a Rodolfo, che sta attento. Ormai Però sono le 20.30 e la giovane ragazza deve tornare a casa. Rodolfo si addormenta non appena sente chiudere per l’ultima volta la porta.
Durante la notte sogna, sogna quand’era giovane nuotava felice per tutto il mare, sogna quand’era appena nato e assieme ai suoi fratelli e alle sue sorelle aveva raggiunto l’acqua e aveva nuotato per la prima volta, sogna l’incontro con Giada e tutti i giochi insieme, sogna il suo arrivo nell’acquario dove vive tuttora ed infine sogna la squadra di soccorso che gli salvò la vita un giorno, prima di rimetterlo in mare. Poi, all’improvviso, si sveglia; si guarda attorno. Non capisce cosa stia succedendo. Alcuni membri dello staff gli si avvicinano e Anna, assieme a Giorgia, gli spiega che presto lo faranno ritornare in mare.
Passano alcune ore ed ecco che finalmente lui, l’anziana tartaruga Rodolfo, sta rientrando in mare, dopo anni passati nell’acquario. Dopo aver fatto una minima nuotata, torna indietro e risale in superficie dove vede tutto lo staff dell’acquario riunito. Anna gli si avvicina e incomincia a parlare: -E’ stata una mia decisione. Ci ho pensato mentre stavo a riposare, dopo l’ingessatura. Ho chiesto subito di chiamare all’acquario e ho detto di organizzare tutto. Dopo averti parlato, poi, ho pensato ancora di più che fosse la scelta giusta. Spero non ti dispiaccia. Però prima di dirti addio ti voglio scattare una foto, per ricordarmi sempre di te.
La foto è stata scattata. Ora tutti, piangendo, dicono addio a Rodolfo. Lui li guarda, dispiaciuto di dover lasciare tutti e poi va, nuota via, in lontananza, ricordando finalmente il suo vero nome, quello che aveva fin dalla schiusa e non quello che gli avevano dato gli umani. Già, quel nome: Mare.

FINE Fa un po' schifo,lo so,ma per questa volta perdonatemi!
  
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