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Autore: kissinthemoonlight    13/01/2013    5 recensioni
Avete presente quei momenti in cui tutto va storto e sembra che il mondo stia per crollarvi addosso? E' proprio in quei momenti che arriva un angelo a salvarti... e chi sarà l'angelo di Amanda Davindson?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                 Like an angel

Clark: ‘Devi conquistarlo, non mi interessa come. Provocalo, seguilo e se proprio serve spingiti oltre!’ Amanda: ‘Come puoi chiedermi questo?!’ Clark: ‘Sono tuo padre, o crescerti non fa di me un padre? Ti sto chiedendo un misero favore.’ Amanda: ‘Un misero favore? Tu mi stai chiedendo di andare a letto con uomo che neanche conosco solo per guadagnare soldi!’ Clark: ‘Se non vuoi andarci a letto allora potrai essere così brava da fargli firmare le carte prima.’ Amanda: ‘Non puoi mandare una delle tue amichette invece che tua figlia?!’ Clark: ‘No bambina mia, voglio che sia tu a compiere questo lavoro. Mi fido solo di te e al signor Malik, da buon intenditore, non passerai inosservata.’ Amanda: ‘Ma…’ Clark buttando sulla scrivania un fascicolo: ‘Niente ma, entro venti giorni voglio questi fogli firmati. Ora vai.’ Oramai era inutile continuare a discutere, quando suo padre voleva qualcosa la otteneva sempre, e se avesse disobbedito l’avrebbe pagata cara. Non era la prima volta che Clark chiedeva a sua figlia di fare delle cose contro il suo volere e di certo non era indulgente quando lei non rispettava i suoi voleri. Amanda aveva avuto un’infanzia molto difficile. Era stata adottata da Clark Davidson quando aveva all’incirca tre anni e da lì aveva detto addio alla sua infanzia e alla sua adolescenza. Aveva solo diciannove anni ma aveva sofferto così tanto che sembrava ne avesse molti di più. Aveva rubato, imbrogliato, era andata contro la legge ma grazie a suo padre la sua fedina penale era immacolata, del resto lo sarebbe stata sul serio se Clark non l’avesse obbligata a fare sempre i lavori più loschi per salvare la sua azienda e per diventare uno degli uomini più potenti di New York City. Prima di uscire Clark richiama la figlia: ‘Quasi dimenticavo, l’incontro è previsto per stasera quindi mi raccomando mettiti qualcosa di carino.’ Il suo sguardo percorse l’esile ma formoso corpo di Amanda e ciò la fece rabbrividire prima di uscire di corsa da quello studio. Non ne poteva più ma dopotutto lui l’aveva salvata da un destino crudele, o forse da uno migliore? Fatto sta che questa era la sua vita e doveva viverla con i pro e i contro. Tornando a casa Amanda si era fermata ad ammirare vari vestiti da poter comprare per la serata ma nessuno era adatto o almeno non era adatto a quello che intendeva Clark. Alla fine, anche se non molto convinta ne aveva comprato uno nero molto corto che la fasciava e le lasciava completamente la schiena scoperta. Almeno davanti non era scollato. Nonostante la commessa le avesse fatto molti complimenti aveva comprato il vestito solo perché doveva. Tornata a casa si era buttata sotto la doccia. Sperava che almeno così si sarebbe rilassata un po’ ed invece non era servito a nulla. Aveva i nervi tesi al massimo, non era mai stata costretta a spingersi così oltre. Avvolgendosi un’asciugamani intorno al corpo si dirige in camera sua. Sul letto aveva messo il vestito e le scarpe da indossare e guardando l’orologio si accorge che era ora di prepararsi. Finito di vestirsi si mette un filo di trucco sugli occhi e per finire un po’ di rossetto rosso sulle labbra. Un’ultima guardata allo specchio e scende al piano di sotto dove l’aspettava un’auto noleggiata dal padre. In meno di mezz’ora arrivano alla villa delle vacanze Davidson che già straripava di ospiti. Appena entrata molti occhi si erano posati su di lei, ma Amanda indifferente era passata tra la gente accennando un sorriso ai vari, per così dire, amici imprenditori di suo padre con cui aveva avuto a che fare. Dopo una marea di gente Amanda finalmente riesce a scorgere Clark che le fa cenno di raggiungerla. Amanda prendendo un gran respiro, finge un sorriso e raggiunge il padre con gli ospiti. Clark cingendole la vita la presenta: ‘Signori vi presento la mia bellissima figlia. Amanda lui è il signor Hunter Malik.’ Ma lo sguardo di Amanda si sposta subito su un ragazzo moro al fianco di Hunter che le sorrideva. Clark continua: ‘E invece lui è suo figlio Zayn Malik.’ Amanda porge la mano a Zayn che stringendola la trattiene più del dovuto. Il loro contatto viene interrotto quando Hunter dice: ‘Caro Clark mi avevi detto che tua figlia era molto bella ma non pensavo così tanto.’ Stranamente il tono di Hunter non fece innervosire Amanda, forse per la dolcezza con cui l’aveva detto. Sembrava quasi il commento di un padre, ma era meglio non illudersi. Amanda: ‘La ringrazio.’ Hunter: ‘Oh cara dammi pure del tu.’ Amanda sorride: ‘Va bene Hunter.’ Nel frattempo Clark aveva cercato spesso di lasciare da soli Hunter ed Amanda ma con pessimi risultati perché alla fine Hunter aveva preferito che fosse il figlio a rimanere da solo con lei. Zayn: ‘Sai tuo padre ci ha parlato molto di te prima che venissi.’ Amanda si stringe nelle spalle pensando alla moltitudine delle cose che avrà detto. Zayn: ‘E devo dire che non ha esagerato.’ Amanda sorride. Vedendo che non rispondeva Zayn aggiunge: ‘Di pessimo umore?’ Amanda posandogli una mano sulla spalla lo liquida dicendo: ‘No anzi scusa è solo che ho bisogno di un po’ d’aria fresca.’ Zayn rimane un po’ sorpreso dalla sua reazione, dal suo aspetto si poteva dire tutto ma tranne che fosse una ragazza timida o difficile e poi non era abituato ad essere rifiutato con così tanta facilità. Quella ragazza lo incuriosiva. Così prendendo due bicchieri di champagne la segue sul terrazzo. Stava lì appoggiata alla ringhiera mentre i capelli, che oramai si era sciolta le ricadevano morbidi sulla schiena scoperta. Doveva ammetterlo, quella ragazza aveva un fascino particolare. Zayn: ‘Che ne dici di un bel bicchiere di champagne?’ Amanda: ‘Non molli eh?’ Zayn: ‘A quanto pare no.’ Amanda: ‘Lo champagne lo accetto volentieri.’ Zayn: ‘Allora ti subirai la mia compagnia.’ Amanda sorridendo: ‘Se proprio devo.’ Zayn sorridendo a sua volta si appoggia alla ringhiera affianco a lei. Inizialmente rimangono in silenzio mentre Amanda manda lo champagne giù tutto d’un fiato. Zayn: ‘Gomito alto.’ Amanda: ‘Se sei qui per farmi la ramanzina puoi anche andartene.’ Zayn: ‘Che acidità.’ Amanda non aveva tempo per chiacchierare con uno stupido ragazzino che si credeva figo, così posando il bicchiere su un tavolo cerca di andarsene. Zayn però la ferma: ‘Non avrai mica intenzione di andartene di nuovo.’ Amanda: ‘E’ quello che sto facendo.’ Zayn: ‘Mi spieghi perché fai la scorbutica?’ Amanda: ‘Senti non ho voglia di stare qua a chiacchierare con un ragazzino viziato che sa di essere bello ed è convinto di poter rimorchiare qualsiasi ragazza. Con me non funziona quindi lasciami in pace.’ Zayn rimane sbalordito ma invece di lasciarla andare le afferra un braccio e la tira a sé: ‘Allora ammetti che sono un bel ragazzo.’ Amanda sorridendogli beffarda: ‘Ora non montarti tesoro.’ E bevendo anche lo champagne di Zayn gli fa l’occhiolino e si dilegua tra la folla. Oramai per Zayn era diventata una sfida, quella ragazza sarebbe stata sua. Amanda invece era preoccupata, sapeva che suo padre era arrabbiato e che se non avrebbe rimediato sarebbe stato un guaio. Cercando tra la folla nota il signor Malik e gli si avvicina. Hunter: ‘Amanda non dovevi essere con Zayn?’ Amanda: ‘Ehm si eravamo insieme… ha visto mio padre?’ Hunter: ‘E’ andato ad accogliere altri ospiti.’ Amanda: ‘Oh bene, le va se le mostro la casa?’ Hunter: ‘Volentieri cara.’ Amanda prendendolo sotto braccio lo porta a vedere i vari quadri e le varie opere della loro villa e nel frattempo cerca di fargli varie domande per cercare di capire come potrebbe approcciarsi. Avendo visitato oramai anche il secondo piano il signor Malik dice: ‘Su ora ritorniamo di sotto, non vorrei si preoccupassero della nostra assenza.’ Amanda non poteva trattenerlo oltre e sperando invece che suo padre avesse notato la loro assenza si dirigono di nuovo al piano di sotto. Clark spuntando da dietro: ‘Eccovi finalmente.’ Hunter: ‘Oh Clark, Amanda è stata così gentile a farmi visitare la casa.’ Clark guarda compiaciuto la figlia: ‘Brava tesoro.’ Oramai la serata stava per terminare e gli ospiti stavano andando via. Amanda e il padre sarebbero rimasti a dormire lì essendo oramai tardi. L’indomani Amanda si sveglia abbastanza tardi e quando scende in salotto sente delle voci. Una era sicuramente quella di Clark mentre l’altra era famigliare, e per sapere chi fosse entra in salotto. Cosa ci faceva Zayn Malik lì? Amanda: ‘E lui cosa ci fa qui?’ Zayn: ‘Buongiorno anche a te.’ Clark: ‘Amanda non essere maleducata, Zayn è qui perché ieri sera ha perso il telefono.’ Amanda: ‘E non può comprarsene un altro?’ Zayn: ‘Certo che posso ma nel telefono ho dei numeri molto importanti.’ Amanda: ‘Ah ok, allora io torno di sopra.’ Clark: ‘Vestiti e torna qui ad aiutare Zayn.’ Amanda: ‘Ma papà.’ Clark: ‘Amanda non discutere.’ Prima di salire Amanda lancia un’occhiata a Zayn in quale sogghignava. Il tempo di mettersi una tuta, di legarsi i capelli e li raggiunse di nuovo. Zayn: ‘Hai fatto in fretta.’ Amanda approfittando che il padre non c’era più dice: ‘Senza che perdiamo tempo, lo hai perso sul serio questo telefono oppure no?’ Zayn scoppiando a ridere: ‘Ti piacerebbe sapere che sono qui per te? Ma si l’ho perso veramente.’ Amanda: ‘Stupido. Sbrighiamoci a trovarlo.’ Iniziano a girare tutte le sale in cui si era svolta la serata precedente ma nulla. Amanda: ‘Qui non c’è nessun telefono, lo avrai perso da qualche altra parte.’ Zayn: ‘Non abbiamo ancora controllato il terrazzo.’ Amanda sbuffando gli fa strada fino al terrazzo dove la sera precedente erano stati insieme. Iniziano a controllare ovunque finche Zayn urla: ‘Trovato!’ Amanda: ‘Perfetto, allora ti accompagno alla porta.’ Zayn: ‘Quanta fretta.’ Amanda: ‘Tanta, quindi se mi vuoi seguire.’ Zayn: ‘Conosco la strada.’ E dandole un bacio sulla guancia se ne va. Amanda rimane un po’ sorpresa dal gesto e ritorna in camera sua, dove stranamente inizia a pensare a Zayn. Doveva ammettere che era un bel ragazzo ma il suo carattere era insopportabile.
Erano passati due giorni e nonostante Amanda avesse fatto di tutto per poter incontrare il signor Hunter, Clark non era contento e l’aveva già avvertita che se non si fosse sbrigata si sarebbe dimenticata della sua libertà. Non poteva permetterlo e così quando ricevono l’invito a cena da parte dei Malik, padre e figlia accettano immediatamente. Nonostante fosse una cena informale Amanda come sempre era impeccabile.  Il vestito blu notte la fasciava il seno per poi scendere morbido lungo i fianchi. I capelli raccolti le scoprivano le spalle, mentre le scarpe erano intonate con una bracciale da cui Amanda non si separava mai. Era l’unico ricordo della sua vera famiglia. Quando l’avevano affidata all’orfanotrofio, nella culla c’era questo bracciale e una lettere che raccomandava non venisse perso. Tutto ciò era molto strano ma Amanda ci teneva e non aveva mai fatto domande al riguardo. Ma ritornando alla serata, alle otto i Davidson erano già alla porta dei Malik. Il maggiordomo li accompagna gentilmente nella sala da pranzo dove Zayn e il padre si erano già accomodati. Accanto a loro c’era anche una signora. Era così pallida e sembrava facesse fatica a star seduta vicino la tavola. Hunter: ‘Clark, Amanda benvenuti.’ Amanda: ‘Buonasera.’ Clark: ‘Buonasera Hunter e grazie per l’invito.’ Hunter: ‘Di nulla, ma vi prego sedetevi.’ Guarda caso Amanda viene fatta sedere davanti a Zayn e al fianco della signora, mentre il padre era tra lei e il signor Hunter il quale dice: ‘Scusatemi che maleducato, mi sono dimenticato di presentarvi mia moglie, Trisha.’ La donna fa un flebile saluto e ritorna a guardare il figlio che sembrava fosse l’unica ragione che le dava la forza per rimanere lì. Durante tutta la cena Hunter e Clark erano stati presi dai loro discorsi tra imprenditori, mentre Zayn continuava a spostare lo sguardo tra sua madre ed Amanda. Come poteva sua padre chiedere ad Amanda di rovinare una famiglia? Prima d’ora aveva sempre avuto a che fare con uomini vedovi o comunque divorziati, questa era tutta un’altra storia. All’improvviso, dove aver mangiato solo due bocconi Trisha, barcollante si alza dalla tavola. Amanda spaventata si alza di scatto e le afferra un braccio. La donna sembra sorriderle per poi appoggiarsi a lei. Zayn raggiungendole immediatamente: ‘Mamma! Cosa succede? Stai male?!’ Trisha: ‘Tesoro è meglio se ritorno in camera mia.’ Amanda: ‘Lasci che l’accompagni signora.’ Zayn stava per replicare ma Trisha acconsente. Arrivate in camera, Amanda aiuta la donna a cambiarsi e a distendersi. Trisha: ‘Grazie cara.’ Amanda: ‘Di nulla signora, le serve qualcos’altro?’ Trisha: ‘No nulla, anzi si. Puoi andare da mio figlio e dirgli che sto bene e ho solo bisogno di un po’ di riposo?’ Amanda: ‘Ma certo, e mi raccomando si riposi.’ Trisha sorride per poi mettersi sotto le coperte. Fuori la porta Zayn stava facendo avanti e indietro e quando vede Amanda uscire si fionda su di lei: ‘Allora come sta? Voglio vederla.’ Amanda: ‘Senti Zayn tua madre vuole riposare e mi ha detto di dirti che sta bene. Ora è meglio se torniamo di sotto.’ Zayn: ‘Ma…’ Amanda prendendolo per un braccio: ‘E’ meglio così, starà bene vedrai.’ Zayn annuisce e ritornano dai loro padri. Appena mettono piede nella sala, Clark posa lo sguardo sui loro bracci intrecciati e si arcigna. Come poteva essere così insensibile in un momento del genere? Ad Amanda sale un senso di nausea e chiedendo scusa esce da quella casa per prendere una boccata d’aria. Aveva una morsa allo stomaco che le impediva di respirare mentre gli occhi iniziavano a pizzicarle. Zayn da dietro: ‘Ehi che succede?’ Amanda: ‘Nulla.’ Zayn: ‘Tuo padre?’ Amanda voltandosi verso di lui: ‘No lui non centra niente!’ Lei stessa si rende conto di dirlo a voce troppo alta e aggiunge: ‘Cosa sai?’ Zayn: ‘So solo che lui ha un potere su di te e non capisco il motivo. Sembri così forte ma ti pieghi al suo potere. Perché?’ Amanda: ‘Io…’ Zayn: ‘Aspettami qui, torno subito.’ Amanda non fa in tempo a chiedergli il perché che Zayn rientra in casa per uscire dopo qualche minuto e trascinarla fino alla macchina. Amanda: ‘Zayn dove mi stai portando?’ Zayn: ‘Aspetta e vedrai.’ Il tragitto lo avevano percorso in perfetto silenzio scambiandosi ogni tanto qualche occhiata. Zayn parcheggiando: ‘Eccoci arrivati.’ Amanda: ‘Cos’è questo posto?’ Zayn: ‘E’ un parco.’ Amanda: ‘Lo avevo notato questo.’ Zayn sedendosi sulla panchina: ‘Non è un posto particolare, è solo che l’ho scoperto da qualche anno e mi piace venirci.’ Amanda annuisce stranita e si siede accanto a lui sulla panchina. Dopo qualche minuto di silenzio Amanda sussurra un grazie. Zayn: ‘Miss arroganza che mi ringrazia è un avvenimento storico.’ Amanda sorride e gli tira una gomitata. Zayn: ‘Ora ti riconosco. Però ti ho portato qui anche per farti aprire con me.’ Amanda voltandosi verso di lui: ‘E’  una storia molto lunga e non sono pronta a parlarne.’ Zayn: ‘Non puoi neanche tenerti tutto dentro.’ Amanda: ‘L’ho fatto per diciannove anni.’ Zayn prendendole le mani e avvinandola a lui: ‘Di me puoi fidarti.’ Notando che Amanda aveva le mani fredde Zayn si leva la sua felpa e gliela posa delicatamente sulle spalle, facendola sorridere e voltare verso di lui. I loro visi erano vicinissimi e Zayn preso da un impeto le prende il viso tra le mani e la bacia. E’ un bacio dolce ma soprattutto trattenuto, non voleva correre. Amanda però aveva bisogno di quel contatto, delle sue labbra, aveva bisogno di lui. Così circondando il suo collo con le braccia approfondisce il bacio. Erano così presi l’una dall’altra che avevano perso la cognizione del tempo. Amanda: ‘Credo sia meglio andare.’ Zayn cercando di ribaciarla: ‘Ancora un po’.’ Amanda sorride e facendolo alzare dalla panchina ritornano in macchina. Durante il ritorno in macchina Zayn aveva mantenuto un sorriso che ad Amanda faceva battere il cuore dalla felicità. Ma arrivati fuori casa di lei quel sorriso si era un po’ spento. Zayn: ‘Sicura che non vuoi venire a dormire da me?’ Amanda: ‘Devo rientrare a forza, anzi è già molto tardi.’ Zayn: ‘E va bene, però per qualsiasi cosa chiamami.’ Amanda ridandogli la maglia: ‘Si e grazie per la maglia.’ Zayn: ‘Tienila pure e volevo dirti che stasera per me quel bacio ha avuto un significato e…’ Amanda: ‘Ne riparliamo più in là.’ Zayn per darle dimostrazione che diceva sul serio l’afferra per la vita e la bacia di nuovo. Amanda si stacca contro voglia e dandogli la buonanotte rientra in casa. Ad aspettarla c’era Clark seduto sulla poltrona. Amanda: ‘Scusami tanto, ma Zayn…’ Clark: ‘Zayn, Zayn, Zayn. Risparmiami le tue scuse!’ In sole due falcate l’aveva raggiunta e afferrandole un polso dice a denti stretti: ‘Ti sei innamorata di quel ragazzino?! Hai intenzione di rovinare tutto?!’ Amanda cercava di liberarsi ma nello strattonarsi le si rompe il bracciale. Il padre continuava ad urlarle contro ma oramai l’unica cosa che le importava era recuperare i pezzi del bracciale che erano caduti a terra. Una volta riuscitasi a liberare, Amanda si accascia a terra e con le lacrime a gli occhi raccoglie i resti del braccialetto. Clark: ‘Ti avviso non provare mai più ad andarmi contro.’ Amanda corre in camera sua e buttandosi nel letto inizia a singhiozzare. Passa la notte a piangere e la mattina quando si sveglia nota che aveva ancora indosso la felpa di Zayn. Come poteva reprimere ora i sentimenti che oramai erano nati nei confronti di quel ragazzo? Alzandosi dal letto si era fatta una doccia ed era scesa al piano di sotto dove Clark aveva raccomandato al maggiordomo di non farla assolutamente uscire di casa fino al suo ritorno. Questo ero davvero troppo, non poteva segregarla in casa. Così Amanda ritornando in camera sua, si era messa un jeans e una felpa e scendendo cauta era uscita di nascosto dalla porta sul retro. Per paura che la potessero vedere si era tirata su il cappuccio e di corsa era arrivata fino a sotto casa di Zayn. Prendendo fiato aveva bussato incessantemente finché non era uscito Zayn con i capelli scompigliati e una tuta sgualcita. Zayn: ‘E tu che ci fai qui?’ Amanda buttandosi tra le sue braccia: ‘Ti prego aiutami.’ Zayn: ‘Ehi cosa è successo? Entriamo dentro e parliamone con calma.’ Amanda annuisce e si dirigono in camera di lui. Zayn: ‘Non badare al disordine, piuttosto vieni qui.’ E facendole spazio sul letto si siedono. Amanda: ‘Scusami se ti ho svegliato, ma sono scappata e non sapevo dove andare.’ Zayn: ‘Tranquilla, hai fatto bene a venire da me. Ma ora calmati e dimmi cosa è successo.’ Amanda: ‘Ieri mio pa… Clark mi ha aspettata sveglia e quando sono rientrata era arrabbiato e…’ Amanda non riesce a terminare che scoppia a piangere. Zayn non riusciva a credere che una ragazza dall’aspetto così forte potesse essere invece così fragile. Zayn: ‘Ti ha fatto del male?’ Vedendo che non rispondeva la afferra per le braccia ma così nota che il suo polso sinistro era leggermente arrossato. Delicatamente le solleva la manica e nota che c’erano vari segni lungo il braccio. Zayn digrignando i denti: ‘…quel bastardo. Io lo ammazzo.’ Amanda: ‘No ti prego. Portami solo via da lui.’ Zayn: ‘Tu in quella casa non ci tornerai mai più!’ In quel momento la porta si apre e compare il viso flebile di Trisha che saluta i ragazzi: ‘Scusatemi. Zayn pensavo stessi ancora dormendo ed ero venuta a svegliarti. Ma cara perché piangi?’ Amanda abbassa lo sguardo mentre Zayn si alza e porta la madre da parte per dirle: ‘Mamma stalle vicina, io devo andare a parlare con papà.’ La donna annuisce e porta Amanda in cucina per tranquillizzarla con una tazza di thè. Stranamente Amanda riesce ad aprirsi con Trisha e riesce a raccontarle tutto il dolore e la rabbia repressa durante questi anni. La donna la ascoltava in silenzio, dandole ogni tanto un po’ di conforto e abbracciandola: ‘Vedrai tesoro che Zayn risolverà tutto e non dovrai mai più ritornare da quella bestia.’
Zayn nel frattempo aveva raggiunto il padre nello studio dove in mattinata avrebbe dovuto firmare l’accordo con Clark. Con il fiato corto fa irruzione nell’ufficio e spera con tutto se stesso che il padre non abbia ancora firmato nulla. Hunter: ‘Figliolo che ci fai qui?’ Zayn: ‘Papà dimmi che non hai ancora firmato!’ Hunter: ‘Lo stavamo per fare perché?’ Zayn si lascia sfuggire un sospiro di sollievo, mentre pieno di rabbia si dirige verso Clark sferrandogli un pugno in pieno viso facendolo cadere a terra. E se Hunter non lo avesse fermato sicuramente Zayn ci sarebbe andato giù pesante. Hunter: ‘Zayn cosa diavolo ti prende?! Calmati!’ Zayn: ‘Papà quest’uomo è un bastardo!’ Hunter: ‘Ma cosa dici?’ Zayn: ‘Questo verme ha messo le mani addosso a sua figlia!’ Hunter rimane esterrefatto. Clark alzandosi: ‘Ma sono sciocchezze. Dov’è quella bugiarda?’ Zayn stava di nuovo per scagliarsi su Hunter ma la sicurezza li raggiunge. Zayn: ‘Sei tu il bugiardo! Papà quest’uomo l’ha aggredita!’ Clark: ‘Non starlo a sentire, ho solo sgridato Amanda perché ieri ha fatto tardi ed ero preoccupato.’ Zayn: ‘E allora come li spieghi i lividi che ha lungo le braccia?!’ Clark non sapeva più cosa dire, e Hunter schifato dalla situazione lo fa portare via dalla sicurezza, ma non sarebbe finita così. Padre e figlio rimangono a fissarsi finché Hunter dice: ‘Povera ragazza. Ora dov’è?’ Zayn: ‘E’ con la mamma, anzi è meglio che la raggiunga.’ Hunter: ‘Io risolvo questa situazione e torno a casa.’ Zayn saluta il padre e decisamente più calmo ritorna a casa dove però trova solo la mamma seduta in cucina. Zayn: ‘Amanda dov’è?’ Trisha: ‘ Sta riposando un po’ in camera tua tesoro.’ Zayn corre ad abbracciare la madre per poi salire di sopra. Amanda era distesa sul suo letto, con indosso un vecchio pigiama di sua sorella che oramai non abitava più con loro. I capelli neri facevano un forte contrasto con le lenzuola chiare, mentre le sue labbra carnose leggermente schiuse le davano un’aria da bambina. Anche la posizione che aveva assunto la faceva sembrare molto più piccola di quanto sembrasse di solito. E Zayn intenerito si sdraia al suo fianco cingendola per la vita e facendo aderire il suo petto con la sua schiena. Amanda sorride ma preferisce fargli credere che sta dormendo, non voleva rovinare quel momento.
Sentendo un formicolio sulla guancia, Amanda lentamente inizia ad aprire gli occhi. Davanti a lei c’erano due occhioni marroni e un sorriso talmente bello da non poter essere paragonato a nulla. Zayn: ‘Ben svegliata.’ Amanda ritornando alla realtà si immagina di quanto oscena possa essere la sua immagine in quel momento, che si copre il viso. Zayn: ‘Ehi, che fai ti nascondi?’ Amanda annuisce, mentre Zayn scoppia in una fragorosa risata. Amanda: ‘Non c’è nulla da ridere e poi non si guarda una persona mentre dorme.’ Zayn tirandole su il viso: ‘Certo che sei proprio strana.’ Amanda: ‘E in questo momento anche orrenda.’ Zayn: ‘Beh in effetti il mascara e la matita colata non aiutano…’ Amanda sollevandosi a sedere prende il cuscino e glielo lancia ma Zayn prontamente lo schiva e afferrandola la stende e si posiziona sopra di lei. Amanda: ‘Sei un cafone.’ Zayn  avvicinando sempre di più il viso al suo: ‘E tu sei bellissima.’ Amanda avrebbe voluto controbattere ma Zayn la bacia e sicuramente preferiva baciarlo. Amanda tra un bacio e l’altro: ‘Sei uno stronzo.’ Zayn mordendole un labbro: ‘Lo so e tu sei mia.’ Era un’esclamazione ma sembrava quasi che Zayn cercasse la sua conferma, che non tarda ad arrivare. Amanda tirandolo a se: ‘Si sono tua.’
Ed è proprio nei momenti peggiori che arriva un angelo a salvarti e l’angelo di Amanda Davidson aveva il nome di Zayn Malik.
  
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