Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Ricorda la storia  |       
Autore: highfivekeats    13/01/2013    3 recensioni
«Innamorarmi? Io? Non succederà neanche in un’altra vita.»
«Ah sì? – disse Cole, ridacchiando malefico – E cosa mi dici di Cate Sturridge?»
«È solo un’altra delle ragazze che voglio farmi.»
«Questo lo dici tu. Ho visto come la guardi…»
«Io non la guardo in nessun modo.» mi difesi.
Cole scosse la testa, poi divenne pensieroso e infine sorrise malefico. «Ti va una scommessa?»
Rizzai le orecchie. «Spara.»
«Ti innamorerai di Cate prima di portartela a letto.»
«Ci sto – dissi, stringendo la mano a Cole – Tanto, è risaputo che vincerò io.»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Staccai la sveglia, scesi piano dal letto.
Mi diressi in cucina, trovai mamma. Mi porse la tazza con i cereali.
«Buongiorno, Cate.» disse, baciandomi la guancia.
«Che ci fai ancora qui? Di solito alle sette sei già al lavoro.» mi domandai stranita, sedendomi a tavola.
Mamma fece una risata. «Oggi è il mio giorno libero, ricordi?»
«Oggi è venerdi?!» sbottai, battendomi una mano sulla fronte.
«Sei distratta ultimamente. Potrebbe centrare un ragazzo?» mi chiese mamma, maliziosamente.
Nonostante lavori per la polizia, alcune cose non le intuisce nemmeno.
«Sei fuori strada – le risposi, con il sorriso sulle labbra – Ben è già a scuola?» chiesi poi, prendendo una cucchiaiata di cereali.
«Si.»
Il mio patrigno, Ben, lavora come insegnante nella mia scuola. Fortunatamente lo vedo poco in giro per i corridoi, dato che allena solo la squadra di basket. Una volta mi suggerì di fare la cheerleader, così che potessi stare con lui dopo l’orario di lezione. Beh, se lo scorda! Non farò mai la cheerleader. Non perché sono tutte delle troie – almeno la maggior parte non lo sono – ma perché non mi troverei a mio agio a saltellare in un abitino succinto, mentre tutti i ragazzi della squadra di basket – e della scuola – mi fissano. Sarebbe imbarazzante…
 
Arrivai a scuola, raggiunsi rapidamente il mio armadietto. Macie mi aspettava lì.
«Buongiorno!» mi salutò, allegramente.
La abbracciai. «Sei di buon’umore, oggi.»
Macie annuì, aprì il suo armadietto. «Oggi vado a fare un tatuaggio.»
«Un altro?» chiesi, scocciata.
Macie fece spallucce. «È l’ultimo… mamma me li ha vietati per sempre.»
Stavo per chiederle il perché, ma fui interrotta da Ray, Jenni e Cole che si avvicinarono a noi.
«Ehi ragazze, stasera venite alla festa sul molo?» ci chiese Ray, sorridendo.
«Come possiamo mancare a una festa?» disse Macie, che intanto stava mangiando Cole con gli occhi. Lui… ricambiava le occhiate.
«Allora ci vediamo lì.» disse Cole, fissando Macie intensamente.
Cavolo, per una volta non guardava il seno di una ragazza!
«Ehm… Weber, torna fra noi.» disse Jenni ridendo, mentre sventolava una mano davanti agli occhi di Cole.
«Oh, si.»
Si allontanarono.
«Qualcuno stava flirtando.» notai divertita.
«No, ma che dici…»
«Vi stavate solo mangiando con gli occhi.»
«Non è vero!» protestò Macie.
«Hai la capacità di farti guardare negli occhi da Cole Weber, notevole.»
«Forse perché mi ha già visto nuda…»
«COSA? Perché non me l’hai detto?!»
«Stavo per dirtelo! È successo sabato sera, quando tu, Mike e Tom eravate andati via dalla festa. Io non mi sono sentita bene e lui mi ha accompagnata a casa. Beh, i miei non c’erano e Mike era a casa di Tom, quindi… ho approfittato della situazione. Non posso resistere ai riccioli di Cole, sono stupendi. E poi quegli occhi cavolo… ti intrappolano.» disse lei, con espressione sognante.
«Fammi indovinare… ti sei innamorata di Cole.»
«Forse.»
«Ne rimarrai scottata, ragazza. Sai che Cole è… un puttaniere, vero?
»
«Certo, ma è stato così dolce sabato… dopo averlo fatto non se n’è andato e mi ha baciato tutta la notte… ho dovuto farlo uscire dalla finestra per non farlo scoprire a Mike.»
Macie rise come un’ebete.
«Ne rimarrai scottata.» dissi io, chiudendo l’armadietto.
Ci dirigemmo in classe.
 
Era sera; ero pronta per la festa.
Avevo indossato un vestitino blu notte, ma dato che era un po’ troppo corto avevo anche dei leggins neri. Ai piedi avevo un paio di tacchi blu.
«Mamma, Ben, io vado. Non aspettatemi se faccio tardi, ok?» annunciai, prendendo le chiavi.
«Divertiti. E sta attenta, mi raccomando.» disse Ben, prima che potessi uscire.
Uscii da casa, Macie mi aspettava fuori dalla macchina di Mike.
«Sei uno schianto!» disse Macie.
Indossava un vestito verde che le arrivava ai piedi e un paio di tacchi bianchi.
«Perché sei vestita come una che deve andare in spiaggia?»
«Perché la festa è sulla spiaggia, ricordi?»
«Comunque sei stupenda anche tu.» dissi, sorridendole.
Entrammo in macchina.
 
Arrivammo alla festa; c’era un sacco di gente, forse tutta la scuola.
Cole aveva una decina di ragazze attorno, ma parve ignorarle quando incrociò lo sguardo di Macie; i due si scambiarono delle occhiate veloci poi allontanarono gli occhi.
«Che cazzo te lo flirti a fare da lontano. Va da lui e parlargli!» dissi, pizzicando il braccio a Macie.
«Ho paura.»
«Macie Payne, la ragazza che a 12 anni ha fatto il suo primo tatuaggio ha paura? Ma per favore!»
«E va bene! Ci vado, ok?»
Macie si allontanò.
«Ma dove cazzo va?» mi chiese Mike, cercando di arrivare alla sorella.
«Da Cole.»
«NO!»
«Ehi, calmati.»
«Non voglio che soffra.»
Cercò di nuovo di allontanarsi, ma lo bloccai per un braccio. «Lasciala fare i suoi errori.»
Intanto, Macie aveva raggiunto Cole, e lui sembrava aver dimenticato le dieci ragazze che fino a poco fa si strusciavano su di lui.
Parlava con Macie, sorrideva e arrossiva.
«Credo che a Cole piaccia tua sorella.» notò Tom.
«No. Vuole solo portarsela a letto.» disse Mike, secco.
«Già fatto.»
«COSA?!»
«Non ho detto niente, ok? Andate a ballare.»
«IO LO AMMAZZO A QUELLO Lì!»
«Tom, portalo via per favore.»
Tom annuì, trascinò Mike per un braccio.
Cercai di raggiungere il tavolo dei drink, dato che avevo voglia di una coca cola, constatai che era impossibile senza beccarsi tantissime gomitate nello stomaco.
Ce l’avevo quasi fatta, quando un ragazzo inciampò davanti a me, versandomi il contenuto del suo bicchiere addosso.
«Guarda dove metti i piedi!» sbuffai.
«Scusa, ho visto una stella davanti a me che mi ha accecato.» disse lui, alzandosi.
Sgranai gli occhi, quando capii di chi si trattava: Justin Bieber.
Il puttaniere della scuola, insieme a Cole. Uno di quei ragazzi che fanno tutti i dolci per rimorchiare, poi dopo che hanno ottenuto quello che volevano ti lasciavano raccogliere i pezzi del tuo cuore spezzato. Non che io ci fossi passata; sapevo quelle cose grazie a metà scuola.
E sapevo che era meglio stargli alla larga il più a lungo possibile, per non cadere nella sua trappola.
«Sta più attento la prossima volta che cammini nella folla con un bicchiere in mano, ok?»
«Certo, bellissima. Non ti ho mai visto finora… ma hai una faccia familiare.» disse, grattandosi il mento.
«Sono Cate Sturridge, Bieber. Facciamo il corso di biologia e quello di matematica insieme.» dissi io, alzando gli occhi al cielo.
Justin mi fece un sorrisetto malizioso. «Sturridge. Sapevo che c’eravamo già incontrati, io e te – disse, mordendosi un labbro – Sei molto carina… perché non mi sono accorto di te, finora?»
«Credimi, è meglio così – ridacchiai, allontanandomi – Le tue frasi non fanno effetto su di me.»
«Non ancora!» mi gridò lui, di rimando.
Risi tra me e me, poi raggiunsi Macie, per dirle che andavo a casa. Non avevo voglia di stare lì, e il fatto che il mio vestito si fosse rovinato era solo l’input per andarmene.
Macie stava ancora parlando con Cole, mi chiedevo quando cavolo si sarebbe incollata alle sue labbra.
«Ehm… Macie, io vado a casa.» le dissi, facendola voltare.
Macie mi guardò stranita. «Perché?»
Indicai il mio vestito. «Quel cretino di Bieber mi ha rovesciato non so cosa addosso.»
«E vai a piedi?»
«Mi faranno bene quattro passi.»
Diedi un bacio sulla guancia a Macie, salutai Cole con un cenno della mano e mi allontanai.
 
Camminavo senza una meta precisa.
Non sapevo dov’ero, e poco mi importava; se mi fossi persa avrei chiamato mamma o Ben e mi sarei fatta venire a prendere.
All’improvviso sentii un braccio trascinarmi nell’oscurità e sbattermi ad un muro.
«Chi… chi cazzo sei?» chiesi, impaurita.
«Shh… sta zitta – disse il ragazzo, baciandomi il collo. Mi stringeva i polsi con forza – Io e te ci divertiremo, adesso. Vedrai, ti piacerà.»
Chiusi gli occhi, aspettando la fine. Opporsi era inutile, e io lo sapevo benissimo…
All’improvviso il ragazzo si allontanò bruscamente.
Uscii da quel vicolo; finalmente un po’ di luce!
Vidi Justin picchiare quel ragazzo. Aspetta… Justin? Justin Bieber?
Il tipo si allontanò.
«Ecco bravo, scappa. Codardo – disse, poi si avvicinò a me – Stai bene? Ti ha fatto qualcosa?»
Scossi la testa, ancora confusa.
«Ti porto all’ospedale?»
«No, non preoccuparti. Sto benone.»
«Dalla tua faccia non si direbbe.»
«È solo lo shock del momento, tra un po’ starò meglio.»
Justin prese la mia mano. «Vieni, ti accompagno a casa – mi disse, cercando un contatto con i miei occhi. Scossi la testa, titubante – Tranquilla, non ti mangio!» continuò, ridendo della mia reazione.
 
C’era silenzio. Un silenzio che non era per niente piacevole.
Insomma, sono in auto con un puttaniere di prima categoria che prima ci ha provato con me e poi mi ha salvata da un probabile stupro, come devo comportarmi? Cosa devo dire?
«Grazie.» dissi, grattandomi la guancia.
«Di niente – rispose Justin, tenendo lo sguardo sulla strada. Mi guardò velocemente, si morse un labbro – Sembri triste. Va tutto bene?»
«Si, si. Sono solo confusa.»
 
Arrivammo davanti a casa.
«Beh… ci si vede.» dissi, aprendo la portiera. Justin mi bloccò per un polso.
«Che vuoi ora?»
«Mi devi un favore.» disse, ammiccando.
«Fottiti.» replicai, fredda.
Uscii dall’auto, percorsi in fretta il vialetto.
«Già tornata? Sono solo le nove e mezza.» notò mamma, sorpresa.
«Non mi sento molto bene… – dissi. Notai che era vestita in modo elegante – Dove vai?»
«A cena con Ben, se si sbriga!» mi rispose, voltando la testa verso il corridoio.
«Ho quasi finito!» sbottò Ben, dal bagno.
«Se vuoi, possiamo restre qui a farti compagnia.»
«No, andate e divertitevi. Me la caverò…» dissi, correndo in camera mia.


 

*



Buonsalve.
Non so cosa scrivere, come tutte le volte che scrivo il primo spazio autrice di una storia lol
Quindi... niente, questa è la mia seconda storia su Justin, e spero vi piaccia.
Per i personaggi, dato che a me piace dargli un volto per poterli immaginare meglio (?), Cate ha il volto di
Britt Robertson (è un'attrice, recitava in The Secret Circle e io la adoro *w*), Macie ha il volto di Phoebe Tonkin (se ve la ricordate, era Cleo in H2O), Ray, Cole, Mike e Tom hanno il volto di Zayn Malik, Harry Styles, Niall Horan e Liam Payne dei One Direction e Jenni ha il volto di Perrie Edwards delle Little Mix, una girlband inglese che ha vinto xfactor UK l'anno scorso. A mio parere, sono bravissime (le Little Mix, ovvio lol). *w*
Spero vi piaccia.
A presssto (?)

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: highfivekeats